Si alzò in piedi in un impeto che l’aveva fatta barcollare, tra i capogiri. Piantò le mani sulle ginocchia e inspirò un paio di volte, velocemente. I polmoni bruciavano ogni volta che il suo diaframma si contraeva. Iniziò a camminare lungo la spiaggia, guardandosi attorno disperatamente. Pian piano, i ricordi ripresero ad affiorare.
Le turbolenze dapprima normali, poi, stranamente, troppo forti, l’esplosione sul lato destro del velivolo, il motore a fuoco, il fumo nero che si innalzava prepotentemente. E poi la caduta in picchiata, in piena notte, nel mezzo dell’oceano.
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Giunsero le prime domande: era saggio entrare in acqua e cercare di recuperare gli oggetti galleggianti? I suoi vestiti si sarebbero asciugati prima del calare della notte? Forse poteva spogliarsi. Però…
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Raven non aveva aperto bocca: aveva riconosciuto quelle tre donne. Le aveva notate mentre aspettava che il bagno dell’aereo si liberasse e le aveva trovate dei tipi parecchio loschi.
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“Sei fuori strada” le disse. Raven aggrottò le sopracciglia.
“Prego?” chiese.
“Non siamo criminali” aggiunse “E non abbiamo dirottato l’aereo, nessuno di noi”

Dal testo: "Non sono più sicura di niente Clarke, credimi. Solo di una cosa sono sicura: è il modo in cui facciamo l'amore. Il modo in cui i nostri corpi si cercano e le nostre anime si ritrovano ogni singola volta. Non sono più sicura di niente ma del nostro amore non ho mai dubitato, neanche un secondo."
Lexa e Clarke sono due giovani donne, sposate e con un bambino che amano alla follia. La loro vita sembrerebbe perfetta fino a quando Clarke tornando a casa non scopre Lexa a letto con Costia, la sua ex ragazza. Da quel preciso istante il loro mondo sembra sgretolarsi sotto i loro occhi così come le loro vite e i loro sogni. Riuscirà l'amore ad essere più forte della rabbia e del dolore? O la loro è una storia destinata a concludersi per sempre, per lo stupido errore di una notte?

"Siamo talmente abituati a mascherarci dinanzi agli altri che finiamo col mascherarci anche dinanzi a noi stessi."

Alexandra Wood, una guerriera, una combattente, un'atleta famosa in tutto il mondo, ma con un passato travagliato che la perseguita costantemente. Ha sviluppato troppe barriere difensive, troppi meccanismi disfunzionali che non le permettono più di vivere, ma solo di sopravvivere.
Clarke Griffin, un medico alle prime armi dopo aver terminato gli studi, un grande cuore, una grande voglia di amare e di essere amata. Scoprirà di essere molto più coraggiosa e forte di quanto pensasse.
Esse si conosceranno e ben presto saranno consapevoli dei loro sentimenti, ma la consapevolezza non sempre basta a superare le diversità e quelle barriere tanto spesse.. forse l'amore può farlo.

Ciao a tutti, the 100 fans e Clexa lovers, siete ancora presenti?
Voglio scrivere una fanfiction originale, e ho deciso che avrò bisogno della vostra creatività e del vostro aiuto per darle vita.
Ecco la trama: Clarke è tornata ad Arkadia dopo essersene andata per un po', a causa di tutto ciò che è successo durante la caduta di Mount Weather. Clarke e Lexa non si parlano da allora. Un giorno, Clarke riceve una lettera consegnata da un falco.
La mia idea? Uno scambio di lettere tra Clarke e un'apparente sconosciuto/a che daranno vita ad una storia. Dove ci porterà alla fine?
Tutti voi potrete essere la Clarke della fanfiction che non sarà più mia ma nostra.
Maggiori dettagli li troverete all'inizio del primo capitolo. Spero di leggervi in tanti. A presto!

|Storia presente anche sul mio account Wattpad Daisy_Freya
|Storia presente anche sul mio account Ao3 Daisy_Freya
"Sei anni, Lexa. Sono passati sei anni. Non puoi ripresentarti qui come se niente fosse successo".
"E infatti niente è successo".
La stavo implorando. Implorando di perdonarmi. Implorando di dimenticare quella notte. E la sera nel bosco. E quel giorno a scuola. E tutte le volte che ci eravamo comportate come più che semplici amiche.
Lei scosse la testa, le lacrime che iniziavano a scendere.
"Il problema, Lexa, è che dopo sei anni io ti amo ancora. Mentre tu sei riuscita a dimenticarmi".
Non aveva idea di quanto si stesse sbagliando.