Un’avventura di Halloween attende i Giovani Detective… con una sorpresa finale.

Nelle aspettative di Shinichi, sconfiggere l’Organizzazione avrebbe significato sia la fine dell’incubo di dover dormire a occhi aperti, sia il poter tornare adulto.
Le cose erano andate a metà.
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Oppure: quindici anni nel futuro o giù di lì. Haibara non ha mai trovato l’antidoto all’APTX4869 e quindi Shinichi è dovuto tornare adulto naturalmente con tutto ciò che questo ha comportato.

"O-Occupato!"
La voce gli uscì ricalcando un tono più alto del suo, una nota femminile, ma con l'impronta degli anni a renderla meno squillante.
O anche: Kaitou che si chiude in bagno per svignarsela, ma non va esattamente come sperato.

“Comunicazione assertiva, Rei Furuya” si era limitato a dire, rispondendo sul come riuscisse a entrare in sintonia con il suo interlocutore o interlocutrice.
Il ragazzo era parso non capire. “Come?”.
Il dottor Akai lo aveva guardato per qualche secondo. “É uno stile comunicativo non esattamente facile da padroneggiare, perché consiste nel far valere le proprie idee ma rispettare anche quelle degli altri, senza che una prevalga sull’altra” aveva spiegato. “In un certo senso possiamo paragonarlo a un farmaco”.
Rei Furuya aveva inarcato un sopracciglio, ancor più confuso. “Da come ne parli non sembra un qualcosa che devi assumere per stare meglio”.
“Invece sì”. Shuichi Akai aveva sistemato i fogli davanti a lui, mettendoli da parte e incrociando le braccia. “Se sei una persona che non sa dire di no ti permette di imparare a gestire situazioni che possono rivelarsi più stressanti del dovuto”.
[Possible AU] [OOC Risk] [Tecnicamente ambientata 10 anni prima] [Pre-Volume 92] [Spoiler per chi non è in pari!]

Heiji temette di aver fatto una battuta di cattivo gusto. Il passato del suo migliore amico aveva sicuramente lasciato profonde cicatrici in lui e nei suoi affetti. Il giovane Hattori non riusciva neppure a immaginare cosa significasse ritornare in un corpo adulto dopo un anno di pausa forzata dalla sua reale età. Shinichi aveva perso tutti gli amici che aveva e con cui, nei panni di Conan, non aveva potuto mantenere nessun contatto. L’unico legame che non aveva interrotto era quello con Ran.
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Dedico questa storia ad Ashla per la Secret Santa Challenge indotta dal forum "Ferisce la penna".

{Shiho!centric; 100w}
A Shiho sono sempre piaciute le calendule. Per Ai sono persino più giuste, visto il significato che condividono. Tristezza.
[Storia scritta per il writober.]

Ci aveva pensato tante volte alla fuga, ma non era mai riuscita a farlo davvero. La malavita è un circolo dove una volta entrati è difficile uscirne, soprattutto da vivi. Inoltre, se anche fosse riuscita a fuggire, dove sarebbe andata? Qual era il suo posto? Cosa voleva e in cosa credeva? Domande le cui risposte erano troppo difficili da trovare. Non aveva mai creduto né negli angeli né in Dio, perché l’unico Dio che aveva conosciuto parlava una lingua fatta di intrighi, cospirazioni, obblighi e morte.
Song fic su Vermouth ispirata dalla canzone "Malavita" dei Coma Cose