Recensioni di padme83

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Recensione alla storia Centro di gravità almeno momentaneo - 30/03/22, ore 17:18
Capitolo 3: III - Bruno
Tesoro, eccomi <3
Come al solito scusami se parto dal fondo, ma, insomma, che questo non sia il tuo “miglior capitolo” è una cosa su cui mi permetto di dissentire. Ok, d’accordo, io adoro tutto quello che scrivi, ma le mie non sono considerazioni fatte a priori e in maniera acritica, io davvero leggo ciò che scrivi, e ogni volta mi si strazia l’anima – e ogni volta rimango incantata dal modo in cui riesci a entrare nella testa di un personaggio tanto complesso e a farlo parlare con una vividezza e una sincerità francamente sconvolgenti. È tutto talmente nitido, la storia procede dall’inizio alla fine senza alcun intoppo e arrivare alla fine – col fiato corto e il cuore che va a mille – è un attimo. La tua capacità di analisi è obbiettivamente chirurgica e sì, anche spietata, perché non fai sconti, mai – né al personaggio, né al lettore, né tanto meno a te stessa, e da questo punto di vista puoi star tranquilla, lo sai che non dico certe cose tanto per, sai che capisco bene tutto quel che c’è dietro e avere anche solo la possibilità di un piccolo accesso a tutto questo è per me niente di meno che un privilegio.
Chiusa parentesi.
Adesso torno dai tuoi due ragazzacci, che forse mai come in questo capitolo sono stati tali – ragazzacci, appunto. Sono così complicati, e contorti, e la loro incapacità di vedere se stessi e pari soltanto all’abilità incredibile che hanno invece di capire benissimo gli altri – perché Leone capisce Bruno come credo nessuno mai è stato in grado di fare (e quanta paura deve aver avuto Bruno, quanto deve aver detestato – forse – almeno all’inizio, la facilità con cui Leone era in grado di intuire i suoi pensieri, le sue fragilità, le sue contraddizioni). E Bruno – oh, Bruno, che vede Leone con una chiarezza che Leone non ha mai, mai avuto nei confronti di se stesso – lo vede per quello che è, s’innamora di quello che Leone è. Né più né meno, solo Leone – il suo pessimo carattere, il suo autolesionismo e l’incapacità di trovare anche solo qualcosa di lui che valga la pena essere salvato, ma anche (e soprattutto) il suo coraggio, la sua intelligenza, il modo in cui, a dispetto di tutto, sa prendersi cura degli altri. Ovviamente la situazione sappiamo bene com’è, in una realtà terribile come quella in cui vivono non c’è possibilità per un rapporto di qualsiasi tipo di crescere in modo sano, è tutto intricato e tortuoso e i sentimenti vanno comunque a pizzicare corde che per chi si porta dietro dei traumi e dei buchi irrisolti grandi come il cratere del Vesuvio forse è anche bene – comprensibile – che se ne rimangano nascoste, intoccate.
Però.
Però una volta che la valanga si è messa in moto non c’è più modo di fermarla – nemmeno se all’apparenza è la cosa giusta da fare, nemmeno se lasciarsi andare significa mettere in pericolo la vita di chi si ama. Alla fine ammetto di aver tirato un gran respiro di sollievo – ma quante lacrime per arrivarci T.T
In conclusione, questa raccolta è finita e io già mi sento persa. So perfettamente che il periodo è davvero terribile – per qualsiasi cosa, non solo per l’ispirazione – ma sappi che quando tornerai (perché non si tratta di un se, ma di un quando, io lo so) io sarò sempre qui ad aspettarti <3
Un bacione tesoro, e complimenti come sempre :*
A presto!

padme

P.S: ora che ho riletto penso di aver dato veramente il meglio di me in questa recensione. Voglio dire, ci hai capito qualcosa? Io francamente no. Ma del resto che io non sappia più come mettere due righe insieme in italiano corretto è ormai un dato di fatto incontrovertibile.
Recensione alla storia Centro di gravità almeno momentaneo - 28/01/22, ore 17:51
Capitolo 2: II - Marco
Ciao cara, eccomi finalmente <3
Ahi, questa volta ha fatto male sul serio. E non solo per la chiusa finale – perfetta – che mi ha fatto sprofondare il cuore fino alle scarpe (mannaggia a te >.<).
In questo capitolo descrivi il momento cruciale della “vicenda Abbacchio”, il perno attorno al quale girerà tutto il resto, l’attimo che divide nettamente il “prima” dal “dopo”. Ma andiamo con ordine.
Avevamo lasciato un Leone adolescente in preda ai dubbi ma tutto sommato pronto ad affacciarsi finalmente alla vita, soprattutto grazie all’intervento di una certa ragazza diventata per lui una presenza importante. Poi, si sa come possono andare certe cose, ho apprezzato veramente moltissimo il realismo con cui hai tracciato la fine della relazione con Elena: si cresce, si fanno scelte, si prendono percorsi diversi e a un certo punto si va avanti da soli, si lascia la mano che pure con tanta forza abbiamo intrecciato alla nostra. Sono contenta però che i due si siano lasciati in qualche modo “bene”, continuando ad essere l’una un punto di riferimento fondamentale nella vita dell’altro. Qui, però, cominciano le note dolenti, perché se da un lato Leone ora è esattamente dove vuole essere – e io sono convinta che quella di fare il poliziotto sia stata comunque una scelta sua, a prescindere dal contesto famigliare e dalle pressioni esterne (che ok, sicuramente ci saranno state, non lo metto in dubbio) –, dall’altro arriva presto a scontrarsi con una realtà che è ben lungi dall’essere perfetta, anzi, mostra decisamente più ombre che luci e Leone, semplicemente, nella sua incapacità (almeno per il momento) di vedere ciò che sta tra il bianco e il nero, non riesce ad accettarlo. Sente ogni suo sforzo come vano, agire correttamente sembra un qualcosa fuori dal mondo e, beh, sappiamo tutti cosa succede. Le conseguenze si fanno sentire ben prima del tragico epilogo. Il continuo stato d’ansia, gli attacchi di panico violento, le crisi che lo colgono anche nei momenti in cui non si può nascondere, tutto è stato descritto con la tua solita maestria, tanto che ho sentito chiaramente il malessere di Abbacchio. E tuttavia, anche questa volta Leone non è solo: Elena è lontana ma c’è comunque un amico che è pronto a tendergli una mano, che si preoccupa per lui senza giudicarlo, che cerca di fare quello che può per lui, che gli regala un po’ di calore umano. È una sorta di sollievo, che però dura poco e no, a quel che succede dopo non ci voglio pensare, anche se è necessario, perché è di Leone che stiamo parlando, e Leone muore e rinasce proprio lì, tra le righe di quell’articolo di giornale.
Ora manca l’ultimo tassello, l’ultimo centro di gravità almeno momentaneo, qualcuno di così sfuggente che ha già fatto la sua comparsa in questi due capitoli, e che per ora si è dileguato senza lasciare traccia. Non vedo l’ora di leggere in che modo gli darai voce.
A presto tesoro, sei sempre una garanzia e leggerti è una gioia infinita, un piacere che vorrei durasse in eterno <3
Un bacio :*

padme
Recensione alla storia Centro di gravità almeno momentaneo - 12/01/22, ore 16:25
Capitolo 1: I - Elena
Ciao cara, eccomi finalmente ^^’
Io davvero non posso che fare i salti di gioia ogni volta che vedo un tuo aggiornamento ** Se poi il protagonista di questa nuova avventura è il nostro Abbacchio preferito, la gioia si moltiplica all’infinito (e oltre).
Comunque, ti devo ringraziare per questo flashback di guerra, perché anche se non sono una cima in matematica non ci vuole tanto a capire che io e Leone ci passiamo sì e no un paio d’anni. È stato un po’ come rivivere i tempi del liceo e beh, qualche brividino (di terrore) lungo la schiena non ho potuto non sentirlo.
Ma bando alle ciance, adoro il modo in cui stai pian piano costruendo un background di tutto rispetto per Abbacchio, dandogli una tridimensionalità nuova che sicuramente porta ad apprezzarlo ancora di più. Malgrado dal punto di vista prettamente “scolastico” le cose per lui scorrano abbastanza tranquille, dall’altro non sarebbe Leone se non avesse qualcosa su cui arrovellarsi continuamente: e in questo caso ne ha ben donde, perché la scoperta di sé è un processo complicatissimo e spesso doloroso, e il nostro Leone adolescente deve fare i conti con quella che lui chiama confusione - che tale non è, ma lui ovviamente non lo sa (nessuno di noi lo sapeva all’epoca, non si parlava di queste cose e non c’era internet, quindi la maggior parte delle domande sul tema rimanevano semplicemente senza risposta, con tutte le conseguenze – pesanti – del caso). Elena (e qui scusa se mi faccio un piantino ricordando l’altro tuo OC che, guarda caso, portava lo stesso nome) è un po’ un catalizzatore, sembra più avanti dei suoi coetanei da questo punto di vista e le sue parole, il suo accettare la bisessualità di Abbacchio senza farsene assolutamente un problema (e senza far sentire lui in alcun modo diverso o sbagliato) porta quest’ultimo sia ad aprirsi di più (cosa che per Abbacchio è difficile a prescindere) sia a trovare il coraggio di buttarsi e cominciare a mordere quella vita cui entrambi si sono appena affacciati. Il centro di gravità sarà “almeno momentaneo”, ma sono sicura che rimarrà impresso per sempre in Leone, anche quando farà la sua entrata in scena un certo “ragazzo dagli occhi blu”. Ci sarà la possibilità di vedere questi tre interagire? Elena e Bruno credo si piacerebbero da subito, però non a livello romantico (almeno questa è l’idea che mi sono fatta io).
Non vedo l’ora di leggere il seguito!
Sono contentissima di cominciare (e proseguire) l’anno insieme a te. Che sia pieno di tante cose belle tesoro (anche fuori da qui 😉)!
Un bacione e a presto :*

padme
Recensione alla storia I was in darkness - so darkness I became - 31/10/21, ore 15:50
Capitolo 1: I was in darkness - so darkness I became
Ciao tesoro <3
Con giusto una settimana di ritardo (mea culpa, mea grandissima culpa) arrivo finalmente a commentare (oddio, diciamo che ci provo, ma non garantisco il risultato) questa storia che definire spettacolare è riduttivo.
Io ogni volta rimango incantata dalla capacità che hai di creare situazioni e immagini che sono dei veri e proprio mondi, siano essi “fisici”, come il tetro castello del Conte – sembra anch’esso protagonista, tanto la sua presenza è “tangibile” all’interno della storia -, o l’imperversare della tempesta sul golfo di Napoli, oppure “mentali”, viaggi affilati e tentacolari nella psiche di un Abbacchio che mai come in questo racconto ci viene restituito in tutta la sua tragica forza. È un personaggio decadente, Leone, decadente e decaduto, non solo agli occhi impietosi della società (che lo tollera ancora solo per via del suo cognome, senza però esitare nel malignare alle sue spalle), ma soprattutto davanti a sé stesso – ancora una volta, Abbacchio si trova a commettere lo stesso errore, a “vendere” la sua coscienza per trenta denari e pagandone la più cara delle conseguenze. Eppure, nei circoli della Napoli bene non è certo la morte di un sottoposto il peccato più grande a lui imputabile, no: perché un uomo si può uccidere, ma non si può amare, allora esattamente come ora (giusto per non aprire parentesi dolorosissime). Ed è nel momento in cui Leone non ha più niente da perdere, quando già è caduto in una spirale di autodistruzione che non vie di scampo, che una scia di misteriosi omicidi lo portano al castello dal quale sa già, una volta entrato, che non uscirà più.
Ho amato tantissimo l’atmosfera che hai saputo creare, tetra e claustrofobica esattamente come i primi capitoli del capolavoro di Bram Stoker. C’è tutto lo smarrimento, e il terrore di Leone ma anche la malìà di queste due creature quasi ultraterrene, che esercitano il loro potere di seduzione su Abbacchio fin dal primo istante. Bruno vestito di bianco e con i suoi modi garbati, sembra quasi un angelo: come si può non rimanerne abbagliati? Ma Leone è sbirro, certo capisce immediatamente che c’è qualcosa che non va, e se razionalmente non lo accetta – non lo può accettare – subito, a livello inconscio già sa cosa si trova davanti. Il Conte gli promette l’oblio, gli promette un sonno eterno dove non esiste più la colpa o il rimorso: in fondo, poca cosa sono le piccolezze degli uomini, davanti all’immensità di una vita immortale.
Leone ha coraggio, ne ha più di quanto lui stesso sia disposto ad ammettere: Leone non fugge, non è fuggito da Napoli anche se ne avrebbe avuta la possibilità, non fugge ora davanti ai suoi carnefici, che tali poi non sono, come lui non ne è una vittima, ma un prescelto, qualcuno che loro vogliono accanto, che vogliono eleggere a loro pari. E così Leone mangia la mela dell’Albero del Bene e del Male… e vede tutto.
Ahhhhh alla fine avevo il cuore in gola per l’emozione, perché davvero sei riuscita a trasmettere ogni singolo fremito che ha scosso il corpo e l’anima di Leone, tanto che anch’io sono riuscita a vedere tutto. Hai un talento incredibile e io non smetterò mai di dirtelo e di ammirarti con tutta me stessa per questo.
A presto spero, ancora con loro, ancora con le tue straordinarie storie <3
Un bacione e buon Halloween\Samhain (mai lettura è stata più adatta alla giornata!) :*
Con immenso affetto,

padme
Recensione alla storia Anniversary - 19/10/21, ore 15:54
Capitolo 6: First Day Of My Life
Ciao ^^
Perdona il ritardo con cui arrivo a commentare, ma ci tenevo davvero molto a lasciarti almeno due righe su questa storia bellissima <3
In realtà io non sono proprio esperta di questo fandom, quindi probabilmente non tutte le sfumature e i sottintesi del tuo racconto mi sono apparsi chiari, ma tu sei stata talmente brava che la lettura, almeno per quanto mi riguarda, non ne ha risentito affatto, tanto che mi sono calata nella storia e nei personaggi completamente, godendomela dall’inizio alla fine. Le tue introspezioni così accurate, poi, hanno tratteggiato i vari protagonisti con una minuzia tale che, ora, posso quasi dire di conoscerli anch’io benissimo, malgrado la mia poca dimestichezza ^^’
Naturalmente non si può non perdere la testa per Bruno e Leone, per il loro rapporto così complicato, fragile e saldissimo allo stesso tempo, che tu hai sviscerato fin nei minimi dettagli, illuminandone anche gli angoli più oscuri e nascosti. Il sentimento che lega questi due ragazzi – nel modo in cui tu l’hai inteso - è forse fra i più belli e meglio scritti in cui mi sia mai capitato di imbattermi, anche al di fuori di un ambito prettamente amatoriale.
Ma anche gli altri ragazzi sono restituiti con una vividezza disarmante, tanto che non ho potuto fare a meno di sentire un groppo in gola ogni volta che il focus si spostava su Fugo, sui suoi trascorsi e sulle sue difficilissime lotte interiori, sul suo rapporto con Narancia, il cui percorso di maturazione – del quale lui stesso è consapevole – mi ha commossa profondamente. Ammetto di avere un debole per Giorno e per Mista, e ho trovato delicatissimo il modo in cui li hai fatti interagire, spingendoli – chissà – sempre più uno verso l’altro.
Ho detto che non sono espertissima di questo fandom, ma so bene come finisce Vento Aureo: è un colpo al cuore difficile da metabolizzare (anche se forse probabilmente era l’unico finale possibile) però capisco perfettamente il desiderio di “rimettere le cose a posto”. Beh, sono contenta che tu l’abbia fatto (potrei anche decidere che non esistono altri finali, ma solo il tuo).
Scusa se questa recensione non è dettagliatissima, ma la storia a me è piaciuta tanto, veramente tanto, e ho pensato che ti avrebbe fatto piacere saperlo <3
Aspetto aggiornamenti sulle avventure sentimentali di Mista allora 😉
A presto,

padme