Recensioni di Ciuscream

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Recensione alla storia Every mother's prayer - 07/05/23, ore 11:23
Capitolo 1: Every mother's prayer
Ciao Bellaluna (o solo una delle gemelle cattive, va bene comunque)!
Confesso di aver letto e riletto questa storia prima di lasciarti una recensione perché non volevo perdere nulla del tanto, tantissimo, che tu ci hai messo dentro. Questo racconto è il blu più blu che potessi scegliere perché, davvero, trapela di una disperazione antichissima. È una supplica e una preghiera, è un elogio funebre, è una ninna nanna. È tutto quello che una madre può dire alla figlia che non può più sentirla e, per questo, doppiamente straziante.
Non ho letto i libri ma, dalle tue noti finali e dall’inizio della storia, immagino che i maestri abbiano raccontato questa scena con l’asettico distacco riservato agli eventi della Storia, con l’empatia inesistente delle pagine e delle parole scritte sul dolore altrui, limitandosi a riportare ciò che da fuori è successo.
Ma noi abbiamo visto altro. La scena nella serie è stata straziante: il dolore di Rhaenyra era nostro ed era davanti ai nostri occhi, reale, per come Emma ce l’ha dato e donato. Ma tutti retropensieri che tu hai messo qui, lo strazio, il pentimento, il cercare quasi un motivo per cui gli Dei debbano averla punita portandole via la sua bambina, sono tuoi e per questo ti ringrazio. Secondo me è stata una scelta efficacissima quella di optare alla fine per la seconda persona: Rhaenyra parla direttamente con Visenya, come se potesse sentirla, come se fosse li, con lei, ancora viva. Ho amato che le parli soprattutto “dopo” perché forse, nel momento del parto, è vero che l’ha maledetta, l’ha odiata e ha voluto che qualcuno gliela strappasse da dentro, non le permettesse di fare quello che è stato fatto alla sua, di madre. Ho amato quanto il dolore l’abbia fatta pensare che fosse fatta “di artigli e zanne”, quelle di un Drago, quelle che la laceravano da dentro e la spingevano ad odiarla, quelle che però sono quelle del loro sangue e della loro dinastia – di una madre e di un padre che sono draghi a loro volta – e allora Visenya ha preso il loro patrimonio e l’ha fatto proprio. E graffia e morde e scalcia e fa soffrire, per venire al mondo. Ho trovato straziante quando Rhaenyra dice di aver piegato le ginocchia e pregato solo e soltanto per lei, perché la sua bambina non dovesse pagare le sue colpe – colpe date da una società, da valori morali in cui non crede, ché Rhaenyra colpe non ne ha, se non quelle di aver amato e vissuto. C’è così tanto dolore nell’idea che qualcuno paghi al posto tuo, per un tuo errore. C’è così tanto dolore nel pensare che quell’errore esista, anche se non è così. Perché Rhaenyra – e Visenya, con lei – non hanno mai ricevuto misericordia, né dagli Dei, né dai posteri a cui verrà narrata questa storia, che verrà narrata come scritta dai Maestri e non nella forma di questa poesia, di questa preghiera, gravida di un amore che spacca la carne, quello di una madre che mette al mondo un figlio e, ancora prima di riuscire a vederlo, lo perde.
La preghiera in sé, quell’aiuto che Rhaenyra chiede senza averlo mai fatto, agli Dei, a una madre – che sia la sua, che sia quella dei cieli – di proteggere la sua bambina come lei non è riuscita, mi ha uccisa. Lei che sa che quello è il loro campo di battaglia (così la frase di Aemma) che sente di aver fallito, di non essere stata abbastanza forte da portare a termine quella gravidanza e avere finalmente lei. Bambina dai piedini freddi, dal cuore fermo, che deve dare in pasto al fuoco, deve restituirla all’eterno in cui dovrà aspettarla. Quando le dice di non avere paura, poi, che il fuoco non può uccidere un drago mi sono definitivamente strutta di dolore. Che male.
Insomma, questa recensione non ha molto senso (come tutte le mie recensioni, del resto). Però questo è un testo commovente, che ti trascina, che ti tiene incollato, che ti fa soffrire ed interrogare, e voler cercare i mille significati che tu hai nascosto e disseminato. Sei stata bravissima, veramente. Questa storia ha toccato corde profondissime del mio cuore e per questo ti ringrazio. Scusa per tutte le volte in cui ho scritto “straziante” ma ogni sinonimo non sarebbe stato sufficiente, perdonami!
A presto! Bravissima ancora.
Ti mando un abbraccio forte
Recensione alla storia Di rovina è ogni mia brama - 31/03/23, ore 18:32
Capitolo 1: Di rovina è ogni mia brama
Ciao Bellaluna!
Arrivo qui a recensire quasi sul gong ma ho letto, riletto ed amato questa storia e posso dirti che il suo Oscar è più più più che meritato. Cercavo proprio questo quando ho fatto la mia richiesta per la Challenge e sono felicissima che tu abbia proposto questa storia e felicissima di averla trovata e potuta leggere. Il tuo Daemon è meraviglioso ed è così canon da farmi commuovere. In questo tuo racconto c’è poesia e strazio: non so dirti quanto tu sia stata fantastica nel descrivere la condizione di figlio minore. Hai usato delle immagini straordinarie – chi campa e crepa nelle retrovie della vita, le briciole di Viserys, Daemon che può solo sognare ed immaginare di dire che “è tutto suo” – e hai sollevato tantissimi interrogativi. Penso che tutti ci siamo trovati a domandarci perché Daemon abbia voluto Rhaenyra o perché si sia ritrovato ad essere mina vagante, scheggia impazzita Targaryen. Molto più di fuoco e sangue del re che porta quel cognome. E poi ci siamo risposti che una risposta non c’è e se c’è non importa, perché questo personaggio fatto di molte ombre e poche luci ci ha catturate e ci ha rubato l’anima.
Ho particolarmente apprezzato le motivazioni che hai dato al lasciare Rhaenyra là nel bordello, in piena notte, del perché abbia fatto credere a Viserys di averla “rovinata”: credo anche io che dietro ci fosse una passione così smodata da terrorizzare anche chi, di limiti, non se ne è mai posti. Non so a che punto della serie tu abbia scritto la storia ma poi anche Daemon si trasforma, così come il rapporto con Rhaenyra, così come sembra domato – ma mai lo è davvero – questo suo bramare. E poi riesplode, gli si ritorce contro, si ritorce contro di lei. Daemon è uno di quei personaggi in cui vuoi scavare fino a trovare il marcio, e con lui non è nemmeno troppo difficile. Per questo però ci strega e ci attira, perché alla fine il marcio ci piace, ci attrae e ci strega. Tu lo hai raccontato con sfumature di poesia bellissime (mi ripeto!). Sono rimasta abbagliata da questo tuo ritratto e sono davvero incapace di dirti quanto ci ho scorto dentro – delle sue bellezze e delle sue brutture, del suo coraggio e della sua ferocia, del fuoco e del sangue, della bramosia e della frustrazione di questo personaggio tanto sfaccettato.
Ti ringrazio per avermi suggerito questa storia e ti rinnovo davvero i miei complimenti.
Un abbraccio grande
Recensione alla storia Che cosa sei davvero? - 25/10/22, ore 19:28
Capitolo 1: Che cosa sei davvero?
Ciao Eli.
Parto dicendoti che è bellissimo per me leggerti in un contesto diverso da quello solito: mi hai confermato quanto ami la tua penna e il tuo personale e bellissimo modo di descrivere le cose, cogliere le essenze più pure e più vere delle emozioni e dei legami. Un contesto diverso che non è soltanto un diverso fandom ma anche queste drabble, che tu definisci tue nemiche, ma che in realtà secondo me hai destreggiato in modo davvero impeccabile. Tu, la regina dei rotoloni Regina (madonna quante regine!), erede al trono senza dubbio, hai preso 11 pezzi di puzzle e li hai resi 11 bellissime perle. Il tuo ritratto di Rhaenyra è secondo me perfetto e, ti dico la verità, sono rimasta abbastanza stupita di leggere nelle note che è un personaggio non tra i tuoi preferiti e di cui non condividi le scelte: non sarei stata io mai mai mai capace di scrivere una storia tanto bella su un personaggio che non mi suscitava molto. E invece tu ci sei arrivata fino al centro, l’hai scavata, l’hai sbranata proprio, hai tirato fuori tutto quello che di lei c’era da dire e tirare fuori. Ne hai fatto un ritratto splendido, preciso e senza sconti. Non conto nemmeno le frasi meravigliose che hai scritto (“quelle consapevoli e amareggiata di Rhaenys – le stesse di chi sta leggendo un libro di cui conosce già il finale”) perché sarebbero troppe ma, davvero, insieme a lei hai descritto anche tantissimi altri personaggi che intorno a lei gravitano con la stessa bravura. Rhaenys, in primis, che hai veramente pennellato in modo perfetto per la sua grandezza: la vera regina dei Sette Regni (“È davvero un cerchio d’oro a rendere tale un sovrano?”). Ma anche Laenor, Daemon, Criston e Harwin: tutti pezzi della sua vita che in poche righe hai reso per quello che sono (soprattutto relazionati a lei). Sei stata precisa e sincera, non hai nascosto nessun aspetto del brutto e del bello, della tua protagonista ma anche della società che la circonda. La misoginia intrinseca, anche tra chi la ama, il rapporto con Viserys che davvero unico e solo ha creduto in lei come sua erede fin proprio alla morte e che la poteva amare per quella che era perché nulla aveva da guadagnare con la sua vicinanza. Lui che le ha portato via tanto, anche donandole qualcosa. Boh, forse sto sclerando! Quante cose che ci sarebbero da dire! Bellissimo anche il ritratto con Alicent, unica che le sta vicino perché davvero vuole, così doloroso pensando a come poi la storia si è dipanata. Commovente anche il ritratto di Laenor, di cui è stata più madre che moglie. Rhaenyra è un personaggio che mi ha suscitato grande tristezza e una profondissima empatia: ha pagato spesso anche per le colpe, i desideri, le incomprensioni e le mancanze degli altri, doppio rispetto a tutti, eppure alla fine ha scelto la pace. Non posso non volerle bene, non posso sperare che Otto HighTower faccia la fine dei marshmallow sul falò.
Sempre tua, con rinnovato amore, 🤍
Rampolla draghettina Rosierina
Recensione alla storia Caduta libera - 24/10/22, ore 22:26
Capitolo 1: Caduta libera
Ciao Sev!
Ma come non mi si può spezzare il cuore pensando a questo cucciolo tra le braccia di Ser Harwin? Tra tutti i peggiori di questa serie, lui era senza dubbio quello che meno meritava questa fine. Non ho letto i libri quindi tutto quello che è venuto in questa puntata per me è stato inaspettato e quindi doppiamente doloroso. Adoro come lui chiami Rhaenyra “mamma” fino all’ultimo secondo, anche poco prima di lasciarla, quando si sbaglia e si corregge e si ricorda di chiamarla la sua regina. Ma lo sappiamo: lui non è fatto per il gioco del trono, è un piccolo cuore. Lui è fatto di amore e affetto, quello ricevuto da chi non gli era concesso di chiamare padre, meno da chi quel nome lo aveva davvero. Quei capelli scuri che hanno condannato tutta la sua vita… ma lui non voleva Driftmark, non voleva la guerra, non voleva essere erede di nulla. Voleva solo rendere orgogliosa sua madre, che nessuno sparlasse di lei e di loro (Aemond, per questo, si è preso molto più di un occhio).
Ci vuole tanto coraggio anche nel dire che di coraggio non ne abbiamo, per ammetterselo, per rendersi conto che la guerra è gioco di altri e noi vorremmo soltanto vivere – e in pace.
Non mi riprenderò in fretta da questa ingiustizia. 💔 Con il cuore spezzato ti mando un abbraccio grande, si vede che questa storia ti è uscita per provare a riparare un po’ il tuo.
Recensione alla storia Non abbastanza forte - 23/10/22, ore 23:28
Capitolo 1: Non abbastanza forte
Ciao Marti!
Arrivo qua con un’ipotesi un po’ folle ma ci provo lo stesso. Allora, parto con dirti chi ho pensato e poi dicendoti perché. La mia risposta è: Lord Strong, Primo Cavaliere di Re Viserys. Il primo indizio che me lo ha fatto pensare è il titolo, dove quel forte sta per “Strong”, ed è la cosa che mi ha fatto deviare dall’idea che avevo avuto originariamente, cioè Viserys. Poi essere forti (di nuovo Strong) non è soltanto brandire un’arma (come fa Harwin, suo figlio) ma soprattutto essere punto di riferimento (come lui era per Viserys, sempre pronto a chiedergli il suo spassionato consiglio). Poi ha sempre voluto la pace, sia volendo evitare la guerra nelle Stepstones che suggerendo a Viserys di sposare Laena, per tenersi amica Driftmark ed evitare quello che è effettivamente avvenuto dopo. Poi il drago che lo ha voluto al suo fianco ovviamente è il re, e drago sta per Targaryen. Le torri che si ergono alte quando lui cade (per mano anche loro) sono gli HighTower, Otto e Alicent, che riprendono spazio dopo la sua morte. Ma se essere forti (ancora lo Strong) significa davvero fuoco e sangue (la morte sua e del figlio, il fuoco appiccato alla casa della Larva Bianca, le altre morti architettate) allora quello forte è lui, Larys Strong, che le ha provocate.
Ho sclerato? Ho sclerato!
Grazie per questa sfida divertentissima, non so se ho preso un mega granchio ma è stato un piacere rintracciare tutti i tuoi indizi e decifrarli!
Un abbraccio