Recensioni di Shine

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Purity - 04/09/11, ore 19:50
Capitolo 24: Carte in tavola
Evoluzioni molto interessanti in questo capitolo, Padme :) Non solo per la storia in generale e per la situazione di Miyako - il cui mistero diventa sempre più fitto, a mio parere- ma anche per il rapporto di Ken e Osamu che si dipana sempre di più nelle sue caratteristiche. Se dovessi pormi su un piano personale nel dare la mia opinione riguardo il loro legame, confesserei che mi terrorizza. Sinceramente,mi percepisco del tutto affine ai pensieri di Ken e a questo suo profondo fastidio nei confronti dell'atteggiamento del fratello, quasi logorante in quell'estrema razionalità che lo caratterizza. Ma non sarei sufficientemente razionale se dicessi che Osamu è scevro da sentimenti o interamente cinico. Mi ha colpito quel suo accenno velato, eppure palese, ad una così profonda, quasi intima disillusione nei confronti della realtà tutta e delle persone, che lo avvelena, direi. Ma come ribattere qualcosa di seriamente valido? Che il male sia imperante, se mi consenti l'espressione, è troppo manifesto per poterlo ignorare. Un modo per affrontare l'esistenza, con la consapevolezza di questo stato delle cose, ed un modo senz'altro giustificabile, è quello di Osamu. Non lo condivido, è chiaro. Ma non mi sento neanche di condannarlo aspramente. Mi affascina l'idea che lui possa tenere a bada le sue emozioni e che abbia un acume tale da cogliere a fondo le debolezze e i punti di forza dell'altro, per poi sfruttarli per i suoi fini senza problemi. Di lui non si coglie quasi nulla, se non quello che lui vuole si percepisca; mentre dinanzi alla sua penetrazione è quasi impossibile sfuggire. Sono attratta da questo aspetto e ne sono respinta, nello stesso momento. Tuttavia, come ti accennavo prima, non posso condividere il suo approccio. Innanzitutto, perchè mi preccupa grandemente che il peso che una tensione del genere - sforzo, intendo, a mantenersi sempre razionale e controllato - sia insostenibile per un essere umano. E poi, perchè concordo appieno con la replica di Ken e sono felice che sembri aver colpito anche Osamu. Per quanto i fini siano degni, è quanto meno reprensibile che Osamu sia disposto a raggiungerli in questa maniera! La disillusione non è davvero una valdida risposta. La speranza, e ringrazio Ken per averlo sottolineato, è secondo me il baluardo più giusto, da tenere sempre alto dinanzi a sé. Quell'affermazione di Ken è indubbiamente più che strettamente personale e mi permetto di ergerla ad arricchimento generale. Il suo valore è ben al di là di questo singolo caso e lo si sente riverberare fuori dalle righe, nella costante verità di cui si fa portavoce. Ma nell'ambito della situazione, penso che possa far riflettere anche Osamu, e in maniera tale da mettersi un po' in discussione! Chissà se Ken si è reso conto di essere arrivato a tanto!
Il loro legame è così complesso, che non me la sento di dare un parere sui futuri sviluppi che potrà avere. Ma sono speranzosa, a riguardo. Regalami un lieto fine su questo fronte, se puoiXD
Mentre leggevo del loro incontro con Harumi, è stato difficile distogliere l'attenzione da loro per cercare di fare congetture sul "caso Miyako"! ^^" Ma ne vengo fuori sempre più perplessa. Noto, è chiaro, una certa evoluzione delle cose. La faccenda della lettera apre nuovi spiragli e qualche indizio in più potrebbe rendere l'intero quadro della cosa più limpido. Ma al momento non posso far altro che esprimere la mia curiosità!Non sono una brava detective, temo! Aspetterò! - rassegnata-.
Si può dire che nel complesso il capitolo si sia rivelato "di tensione". Una sospensione emozionale diversa, ma ugualmente coinvolgente. La gioia di Ken nell'ultima scena veleggia nella conversazione che ha con Miyako in maniera molto presente, direi frammentata soltanto da una sorta di auto-imposto scetticismo nell'accettare un cambiamento così grande in Miyako da parte di lui. Notato con piacere il ritorno del personaggio nella sua espressione più propria,comunque, e confesso che mancava anche a me :) Interessante è soprattutto questa sua apertura maggiore nei confronti di Ken, che se guardata da una prospettiva più generale, appare complicare il tutto in maniera molto preoccupante, ma che non può non riempirmi di allegria! Un altro appuntamento non è cosa da poco. Mi professo, quindi, alquanto impaziente! Non vedo l'ora di leggere ancora :)Anche perchè ho notato una certa crescita stilistica. I dialoghi sembrano curati in maniera particolare, con accenni sempre più acuti a reazioni ed emozioni che amplificano la sensazione di verosimiglianza degli avvenimenti. Un approccio molto terso, ma anche incredibilmente passionale! Complimenti, come sempre :)
Attendo, impazientemente il futuro aggiornamento:) Ad una prossima volta molto prossima, spero XD
Recensione alla storia Purity - 05/05/11, ore 12:54
Capitolo 23: Coraggio
Ciao, Padme:) Ti prego di perdonare il mio ritardo, ma nella mia promessa non avevo considerato quanto densi potessero essere i tuoi capitoli. Elaborare una recensione che tenti di cogliere almeno la gran parte del significato di questi passaggi mi ha richiesto più tempo del previsto, senza contare la scuola e altri impegni connessi ^^" Ho avuto bisogno di meditare un po’ alcune parti di ciò che hai scritto, perché hanno un senso così profondo e alle volte molteplice che sarebbe certo superficiale pensare di poter essere in grado di individuarlo ad una sola lettura. E di certo, dopo la mia recensione seguiranno molte altre riletture, perché, come ripeto instancabilmente e come ciò che scrivi mi ricorda sempre, un’opera d’arte è tanto più valida e bella quanto riesce a trasmettere qualcosa anche alla 10.000 lettura! XD
Avventurarmi a recensire questo capitolo mi crea una certa apprensione, per queste ragioni che ti ho appena enumerato. Ma proverò ad essere all’altezza di una densità così disorientante.
Ho notato che la prima scena, quel sogno-ricordo di Miyako, sembra quasi essere ambientata in un mondo a sé. Mi è apparsa come una dimensione molto più che onirica, rubata non al passato o al concetto di spazio, ma ad un’innocenza la cui purezza sconfina nell’infinità. Forse perché nei bambini è più visibile il barlume di assoluto che ci pervade, non saprei dirti. O semplicemente per un trasporto emotivo di cui non saprei descrivere la reale potenza. Sta di fatto che mi è sembrato di essere immersa in un oceano, tra i flutti scomposti di un conforto piacevole e duraturo, negli occhi sicuri di una bimba che sembra condividere i miei stessi sogni. Non ti nascondo un’identificazione quasi immediata con le sue parole ed i suoi gesti, non so quanto affine alle mie reali caratteristiche, ma indubbiamente vicina all’immagine che la mia anima mi rimanda di me stessa. L’impeto di quell’infantile desiderio, quel voler essere principessa con tutta la dolcezza ad esso legata, pervade di una tenerezza molto forte il meraviglioso sfondo della scena. Quel fiore di ciliegio, prima tra i capelli e poi in grembo … E poi, quella frase, lasciata cadere nei moti turbinanti del vento “L’amore viene ad ogni età, Iori-kun! Potresti innamorarti anche adesso! E’ per questo che devi sempre stare attento a quando verrà a farti battere il cuore.” Definirei struggente la carica emotiva che pervade questa certezza, se non avessi paura che questo aggettivo facesse perdere la purezza delle labbra che l’hanno pronunciata. Perché l’infanzia non è forse sempre carica di meravigliose convinzioni, inalterate dalla razionalità e dall’esperienza? Se Miyako avesse continuato a credere che i suoi ideali romantici prima o poi avrebbero trovato un reale compimento, forse non avrebbe commesso tutti gli errori che ora gravano su di lei come un macigno distruttivo. Ma,forse, ha pensato che valeva la pena sacrificare qualche sogno, per l’inafferrabile appagamento del sentire di essere amata. E la propensione verso questo appagamento le ha fatto perdere se stessa nei rivoli di un affetto sbagliato nelle sue premesse. Non so dirti se la mia interpretazione è corretta, ma mi è parso di scorgervi questo.
Nelle due parti successive in cui mostri ancora il suo punto di vista porti avanti la grandissima problematica della sua identità, arrivando a sondare con uno sguardo davvero penetrante i recessi nascosti della sua anima. Ma direi che la questione va al di là di Rumiko e di Miyako, in questo caso. Anche se nell’ambito della storia si tratta di una magistrale descrizione del tormento interiore di questo personaggio, anche se la carica razionale e spirituale della scena è impetuosamente posta alla ribalta da quella parrucca nera che va e viene, l’identità è quel complesso dilemma psicologico che riguarda tutta l’umanità e che nella tua analisi trova una chiara esplicazione. Certo, si ricollega a questo caso in particolare. Ma echi di valenza più estesa sono ben visibili. Quello di Miyako è un disperato tentativo di barare con se stessa. Di celare dietro la pesante coltre di un paio di lenti a contatto e una parrucca sé stessa, il suo istinto, la sua grande anima. Questa sorta di razionalizzazione costante della propria indole, questo ossessivo controllo di sé ha un che di spaventoso … Il sentirsi terrorizzata dal proprio essere più profondo, quando esso non può fare a meno di manifestarsi, il perdersi in queste vuote maschere di sé... Si tratta di una prospettiva terribile. Non è tanto il nascondersi fisico, quanto quello spirituale, il rifuggire da se stessa che è il reale dramma dell’esistenza di Miyako. Questo trascinarsi avanti, come un automa, questo sopravvivere perdendo la vita … Ecco, Ken in questo caso ha un suo valore tutto speciale. Riesce a risvegliare la verità sopita, a cambiare le cose prima che sia troppo tardi. A richiamare, come un’ode d’una sirena, incessante, il desiderio di essere se stessa nella ragazza che sta iniziando ad amare. E Satsu ha in questo caso il merito di fare in modo che la sua amica prenda consapevolezza di questa speranza oramai chiara in lei. Si tratta di un passaggio progressivo, da quell’iniziale momento in cui Miyako osserva, incoscientemente se stessa, la città di Tokyo vivificata in una mattina di sole, poi quel cadere preda della disperazione, del buio, della solitudine, e infine Satsu… La sua amicizia, i suoi consigli, il suo scherzare così disinteressato, ma anche la sua lucida visione dello stato dei fatti sono indubbiamente da ammirare. Mi hanno colpito così tanto, da lasciarmi immobile, basita, davanti allo schermo, come inerme dinanzi alla, come definirla, eroicità del suo intervento. La sua conoscenza di Miyako è così intima da riuscire a vedere con chiarezza ciò che davvero sta accadendo alla sua compagna. Non è dunque una malattia l’amore, né l’istinto. Soprattutto ora che Miyako, pur nascondendosi ancora dietro le spoglie di Rumiko, ha davvero deciso di difendere la bellezza interiore dell’essere Inoue Miyako.
Per quanto riguarda invece Takeru, pur essendo di natura diversa, la sua incertezza si può identificare con una medesima perdita d’identità. Ridotto se stesso ad un essere che vive in funzione degli altri, egli si era perso. La sua anima aveva preso a vagare in chissà quale orizzonte, distante, triste. Il ruolo giocato da Hikari in questa ripresa lo sottolinea molte volte. E, indirettamente, anche Yamato ha avuto un ruolo centrale. Ma la verità è che le potenzialità di Takeru, il suo stesso io erano stati dimenticati, non perduti per sempre. È in se stesso ora che si manifesta la splendida bellezza della speranza, della consapevolezza di poter ora davvero aiutare. Ma se di volontà di donare qualcosa si tratta in entrambi i casi, dov’è stata la sua evoluzione? Nel comprendere che solo non opprimendo il proprio essere in questo anelito, egli può davvero realizzarlo. Ed è per se stesso, perché lo fa stare bene, perché è un suo desiderio, prima di tutto suo, che decide di tornare da Hikari. E anche perché ha trovato il modo di volerle bene davvero, a lei e ai bambini dell’orfanotrofio. O, almeno, è quello che penso sia stata.
Non so quanto corrette possono esserti sembrate le mie impressioni, ma prescindendo dai miei dubbi posso assicurarti con tutta la sicurezza che posseggo che questo capitolo è riuscito a trasmettermi qualcosa che si sta radicando piano nella mia interiorità e che difficilmente potrei dimenticare. E quindi permettimi in conclusione di ringraziarti per lo splendido regalo di un piccolo passo nella mia crescita. Non avevo mai letto un capitolo tanto bello. Ma non sarà l’ultimo, ne sono assolutamente certa …