Recensioni di Elis9800

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Recensione alla storia Six degrees of separation - 10/03/18, ore 23:53
Capitolo 1: Perdita
Ma buonasera carissimaaaa!
Non ci sentiamo da un bel po’, spero che tu stia bene u.u
Allora, allora, allora, riordiniamo un po’ le idee.
Parlando sinceramente, nel fandom di Haikyu l’attività si è un po’ affievolita ultimamente.
Io per prima sono andata in stand- by per merito della “meravigliosa” sessione invernale che mi ha prosciugato anima e corpo, letteralmente.
Nel contempo, comunque, cercavo di entrare su Efp ogni tanto per spulciare le possibili succulenti novità. Il tuo nome, dunque, mi è subito saltato all’occhio oggi prima ancora di leggere il titolo e la descrizione della storia, strappandomi un “evvivaaa” di gioia…
Durato tipo due secondi.

Devo dirti la verità, io le fic tristi(issime) non le reggo.
Per “tristi” intendo quelle che ti afferrano il cuore, te lo torturano, te lo sbriciolano in mille pezzettini per poi cospargerli allegramente nell’atmosfera. Ecco, queste non riesco proprio a reggerle.
E’ più forte di me, sono un’inguaribile amante dei meritati happy ending (sebbene molte volte il finale richieda una certa drammaticità, che apprezzo vivamente se l’intera storia è ben congeniata).
Comunque, se la fic in questione riguarda Iwa-chan e Tooru…
Dio mio, è come se il mio petto finisse schiacciato da un masso enorme, senza possibilità di recupero. Personalmente adoro leggerli o porli in situazioni complicate o abbastanza drammatiche, ma la sola idea di separarli per sempre…
No, no, no, no, no, non riesco nemmeno a contemplarla! Sto male, troppo male, alla sola idea. Probabilmente è perché, anche scrivendo con una certa frequenza di loro due, ho finito inevitabilmente per empatizzare con loro. Diciamo pure che ogni volta che leggo/scrivo di entrambi mi immedesimo a tal punto che provare le loro stesse emozioni è diventata la norma, mi sento coinvolta come se ci fossi io al loro posto (specialmente per quanto riguarda Tooru che, come forse ti ho già detto tempo fa, sento più vicino di tutti.).
‘Sti due insomma hanno un’anima, nella mia testa.
Ecco perché ho titubato nel leggere la tua fic…
Poi però la curiosità (maledetta) ha sempre la meglio sulle mie misere intenzioni e diciamo che, tentando di prepararmi psicologicamente in anticipo, ho iniziato la lettura.

Comincio dicendo che l’idea mi piace tantissimo: strutturare in sei capitoli la storia seguendo le fasi del dolore di Ross è azzeccatissimo.
Il concetto della perdita… beh, è palesemente evidente in ogni maledetta parola di questo cap. Lo stile è perfetto: conciso, senza fronzoli, con lessico adeguato alla situazione. Non amo molto le storie permeate da un linguaggio poetico troppo astratto, che fanno distoglitore la lettura dal vero scopo dell’opera. Stiamo parlando di una perdita concreta, non servono virtuosismi letterari per descrivere la verità dura e cruda.
Anche per questo… beh, nonostante tutto, la scena di sesso è stata grandiosa.
Sarà assurdo da dire, ma è una delle scene rosse che più mi hanno convinta e coinvolta, seppur con un dolore che non ti immagini nemmeno (ma di questo ne parliamo da tra poco, don’t worry).

Semplicemente… straziante.
E’ davvero difficile esprimere a parole ciò che io abbia provato leggendola, ma tenterò di provarci.
Imposizione. Hajime impone la propria volontà su Tooru, che cerca inutilmente fra i singhiozzi disperati di negarsi all’uomo che lo sovrasta e che lo spoglia… e che, a sua volta, ha subito “l’imposizione” della volontà di Tooru (ancora non approfondita sebbene già chiara: il tradimento) e che si manifesta in tutta la sua disperazione con quel “Sei Tu. Sei tu che hai rovinato tutto.”
E’ a quel punto che Tooru sembra smettere di lottare, annegando nel suo stesso tormento.
(Dio, Sarck, non hai idea di quanto sia angosciante per me rileggere questa storia e soffermarmi su queste parti…)
Ci si poteva aspettare una sequenza violenta.
Una scena di sesso cruda, brutale, senza premure, senza nemmeno parole.
E invece no.
Invece no, perché oltre a quella rabbia, Tooru scorge tristezza negli occhi liquidi di Hajme.
Hajime… che, nonostante il tradimento, nonostante tutto ciò che abbia patito per le azioni di Oikawa, non si frena nel prepararlo con una certa cura e di penetrarlo con lentezza, prima di affondarvi ritmicamente.
Anche questo dettaglio ha reso il tutto ancor più straziante. Perché Iwaizumi, nonostante l’ira che sprizza da ogni poro, da ogni occhiata, da ogni parola… soffre.
Soffre e soffre e non oso nemmeno immaginare come sia ridotto, il suo cuore.
Tooru… beh, Tooru è un miscuglio di sentimenti tanto contrastanti da contorcere lo stomaco. Non vuole che le cose vadano in quella maniera, non vuole fare sesso con Hajime in quel modo, non vuole godere al suo tocco, non vuole che lui soffra così, non capisce il perché di quell’azione a parer suo senza senso…

E poi, quella frase.
Quella frase che ha fatto venire da vomitare a me, cacchio.

“Perché è l’ultima volta.”

<<“L’acqua straborda dagli occhi di Oikawa. “No, non è vero, non dire…”
“Girati”
Toru inspira tremulo, mentre continua a guardarlo negli occhi, con tutto il coraggio di cui dispone. Anche gli occhi di Hajime sono rossi.
“Cosa?”
A quel punto Iwaizumi grugnisce, lo afferra per i fianchi e lo gira con forza. “Mettiti a quattro zampe, Oikawa” ordina, con una durezza che non gli è mai appartenuta.”>>

Non so nemmeno dirti quanto mi abbia fatto effetto questa parte e… beh, male.
Dopo che si è trattenuto, dopo aver continuato ad ingoiare dolore e rabbia, Hajime si manifesta in tutta la sua irata disperazione.
Quel “girati” ha una potenza che non riesco a descrivere.
Hajime non lo vuole vedere in faccia. Non vuole scorgere quel viso che ha tanto amato e che gli ha fatto qualcosa di così orrendo. Non vuole vederlo piangere magari, forse per paura di rimanere anche lui scottato nuovamente…
Iwa-chan ti è uscito un capolavoro, davvero. Non avrei saputo descriverlo meglio. Combattuto tra il disgusto per quello che era il suo ragazzo e la tristezza disarmante che prova. L’hai reso perfettamente nella contrapposizione tra “Sei proprio una puttana, Oikawa” sputato con sdegno… e il momento in cui si china sulla sua schiena.
Piangendo.
Forse è lì che sono davvero crollata, assieme a lui e Tooru.
La parte finale è stata un po’ come il prolungamento di un supplizio che vede opporsi la facciata straziata e ostentatamente ricucita dei due, che si danno le spalle (metaforicamente e fisicamente).
Il “Cerca di stare bene” di Iwaizumi fa male. Fa male perché è in bilico fra una frase di cortesia con cui le persone si congedano e lo strascico del forte sentimento che li ha sempre uniti e che vuole palesare che davvero Hajime desidera che Oikawa stia bene.
Io non so se avrei dovuto provare biasimo per Tooru o per chicchessia. So solo che questa lettura mi ha svuotata. Ho potuto solo provare dolore per entrambi, tutto qui.
E ho mille domande in testa. Tooru, ma che cazzo hai combinato? Per quale diamine di motivo hai tradito, tradito maledizione, Hajime? Cos’è successo?
Ma la cosa che mi preme più sapere, sia essa più o meno indiretta…
Le cinque fasi del dolore… vogliono dire che la loro relazione è finita per sempre...?
Perché è questo ciò che più mi angoscia, proprio a livello fisico.
Razionalmente vorrei leggere fino alla fine questa storia il cui solo primo capitolo è una bomba di emozioni ed è stilisticamente grandiosa…
Ma irrazionalmente non so davvero se riuscirò a concluderla.
Ciò che ti chiedo è: mi spezzerai il cuore, Sarck?
Dovrò accettare… che non staranno più assieme?
L’idea è in sé bellissima, soprattutto quando specifichi nella nota che vorresti che questa storia aiutasse…
Questo perché vedendo quanto Tooru e Hajime tenevano l’uno all’latra, l’accettazione che la loro vita dovrà andare avanti senza l’altro può farci forza per compiere lo stesso senza una persona importante(?)

Lo sai che sto male, tanto male vero? Che non sono davvero sicura di farcela a finire questa storia perché mi sento troppo coinvolta?
Non so onestamente che altro dire, questa recensione è più un mix di sensazioni che altro e fidati se ti dico che mi ha emozionato, anche troppo. Praticamente ogni frase ha un significato che colpisce allo stomaco per la sua potenza… rileggo e rileggo e mi sento sempre peggio, quindi l’emozione, fidati, che c’è eccome.
Perdonami se non sono stata in grado di andare più a fondo con l’analisi, ma la tristezza pura non è il mio campo. L’angst mi piace molto, sì, ma accompagnato da una qualche speranza.
Spero vivamente che la tua storia ne abbia ancora un pochino.
Ah, tra paretesi: passi dal comico più assoluto a questo? Davvero? Ma perché? Perchèèèè c.c
Credo di aver straparlato troppo. Vorrei solo abbracciare i miei pulcini e farli riappacificare.
Ma non credo che stavolta sarà così semplice…
Speriamo in bene, aspetto tue notizie.

Bacini, ci sentiamo presto<3
Recensione alla storia Oh keep the Cat far hence, that's foe to men - 06/01/18, ore 00:16
Capitolo 10: I would but find what's there to find, love or deceit
Bellissima.
Davvero, non capita spesso di leggere una fic AU tanto ben articolata e gestita.

Premetto che avevo già iniziato a leggere la storia quest'estate: mi era saltato all'occhio il tuo aggiornamento (mi sembra per il nono capitolo) e i presupposti mi erano sembrati molto interessanti. Mi ha colpito subito, ovviamente, la tua idea di catapultare tutti i ragazzi nell'universo di TG, di cui seguo il manga ormai da un annetto. E' davvero un colpo di genio, non c'è che dire, quest'unione è assolutamente vincente!
L'inizio mi ha presa da morire, ho divorato i primi capitoli in pochissimo... poi, però, mi sono fermata.
Non so nemmeno io il motivo preciso: non c'era nulla che non mi piacesse di per sé, solo che, nonostante ami moltissimo il personaggio di Kuroo, magari le scene iniziali, in cui la narrazione si è incentrata specialmente sul rapporto suo e di Kenma da ragazzini e la crescita all'interno della casa di quest'ultimo, mi han fatto pensare che la storia avrebbe intrapreso solo quella piega...
E invece mi sbagliavo, eccome se mi sbagliavo (madornale errore, perdonami).
Devo ringraziare queste vacanze natalizie se mi hanno permesso di recuperare e rileggere l'intera storia (divorandola questa volta in una sola notte).

Allora, da dove iniziamo?
La trama è articolata e mai banale, si vede che c'è un bel disegno dietro.
La caratterizzazione dei personaggi è assolutamente perfetta per tutti, sono rimasta senza parole, come se ogni ruolo fosse cucito addosso ad ognuno... anche i kagune che hai abbinato loro, per quelli che ancora conosciamo, li trovo azzeccati con le loro personalità!
L'interazione che hai creato fra le coppie è delicata, carica di complicità: non si potrebbe non affezionarcisi. I due micetti sono la tenerezza (e anche un bel po' inquietanti mentre si baciano mischiando il sangue umano che hanno sulle rispettive facce... mi piace ihih).
Oikawa... semplicemente lo adoro. Hai creato un quadro di lui superbo: il suo amore per i fiori che svela un’inaspettata purezza d’animo, a cui però si contrappone una mente macchinatrice e logica, desiderosa di controllo sulle persone pur di ottenere la propria rete di conoscenze, fondamentale nel mondo dei ghoul, sconfinante nella voglia matta di vendicarsi di chi gli ha portato via tutto. A tutto ciò si somma naturalmente l'attaccamento che nutre nei confronti di Iwa-chan, presosi l'oneroso compito di riportare sempre in superficie il ragazzo cui è tanto affezionato. Tanti, tanti punti per loro. Mi piace molto come hai delineato sapientemente le debolezze di entrambi, le difficoltà che persistono nella comunicazione, le incomprensioni… legate, nonostante tutto, da un profondo amore reciproco.
Ma colui che per ora ha la mia massima stima, è Akaashi.
Intelligente, acuto osservatore… umano.
Ecco, facendo il paragone con chi domina Tokyo Ghoul, rappresenta l’umanità di cui difettano la maggior parte dei Colombi.
Le scene che vedono coinvolto lui e Bokuto sono state commoventi, soprattutto il loro “primo incontro”. Avevo capito che la sua scomparsa non presupponesse nulla di buono, ma il ritrovarlo così, chiuso in una gabbia, affamato e al limite dell’insanità mentale, solo per cinque anni, costretto a non parlare con nessuno… mi ha fatto una tenerezza incredibile.
Un cucciolo smarrito, ecco come si para nei confronti di Keiji.
Ho esultato di gioia quando il corvino l’ha liberato… nonostante adesso sia in ansia: che farà Akaashi, ora? Ritornerà da Koutaro, ignaro di ciò che è accaduto quella fatidica notte?
Si rincontreranno con l’amico d’infanzia Kuroo? (non vedo l’ora che ciò avvenga!)
Si capisce che mi sono innamorata di come hai descritto i due gufi, sì?

In generale, è una storia pregna di drammaticità, ma il suo più grade pregio è non ostentarla. Non ci sono scene volutamente strappalacrime, momenti in cui i protagonisti si abbandonano a se stessi: sanno tutti alla perfezione che il loro mondo, non aspetta nessuno. I ghoul muoiono, uccisi da altri ghoul o dai Colombi. Non c’è il tempo per piangersi addosso, bisogna reagire prima d’essere soppressi.

Le ambientazioni poi sono fantastiche: è come se catturassero chi legge, trasportandolo all'interno della prigione in cui è costretto Bokuto, nel negozio di fiori di Tooru, dove si può quasi sentire l’odore degli steli che il ragazzo taglia ordinatamente, nel cafè dove lavora Kuroo, in cui è possibile rilassarsi con un bel gattone sulle ginocchia...

Il tuo stile di scrittura è molto gradevole: chiaro, ricco e preciso, non stanca mai di leggere.

Insomma, è una storia appassionante come poche, appena ho finito di leggerla ero in ansia, desideravo subito il capitolo successivo!

Scusami se questa mia recensione è un po' una sintesi, ma arrivo molto in ritardo dal tuo ultimo aggiornamento e ci tenevo solo a farti sapere che apprezzo tantissimo questo tuo lavoro!
Grazie, grazie, grazie per averlo condiviso con noi.

Pubblica al più presto u.u
Recensione alla storia Il filo rosso - 30/12/17, ore 02:13
Capitolo 16: Epilogo
Eccomi di nuovo qui a romperti le scatole… per l’ultima volta.

Non è veroooo, mi vedrai comparire in molte tue altre storie, puoi starne certa eheheh (povera te).
Io lo so cosa stai pensando: ah, eccola qui, dopo che non si è fatta sentire per più di tre capitoli ora rispunta come un fungo proprio alla fine, snocciolando le sue più sentite scuse…

Beh, sì, è esattamente così T.T
Io e il tempo abbiamo avuto un rapporto molto complicato, in questi mesi.
Tanto per dire, ti rendi conto che ancora non ho avuto occasione di leggere “Like a Cosmonaut”? E tu sai quanto io adori quella storia T.T
Ho visto l’aggiornamento è mi è balzato il cuore, ma stavo rimandando la lettura a una giornata tranquilla… tipo oggi, ma poi tu spunti con il nuovo “capitolo” di QUELLA serie che io amo da morire e allora ha avuto la precedenza perché mi erano mancati troppo quei dueeeeee (Dio, ma quanto cazzo è bella “Tè bianco”? Ti farò i dovuti complimenti appena possibile, giuro).
Perdona lo sfogo isterico, per favore.

Stavo dicendo… che sono una persona orribile per non averti recensito i precedenti capitoli ma, purtroppo, sono una che o le cose le fa bene o non le fa proprio. Dunque, nonostante avessi letto gli scorsi aggiornamenti, non mi sono sentita di lasciarti solo due righe buttate lì lì: penso che ormai tu abbia capito che se non scrivo almeno duemila parole a recensione non sono contenta (sono una povera pazza, lo so…) e questo mio lavoro da malati richiede del tempo che disgraziatamente, come ti ho già ripetuto fino alla nausea, non ho avuto…
Mi sento in colpissima perché tu mi hai resa tanto tanto felice con questa storia e so bene che un commento rende l’autore più carico che mai T.T
Altro che ringraziamenti speciali per me, dovrei ringraziarti io (come l’intero popolo di lettrici di Efp) per questa fic che è finalmente finita dritta dritta tra le mie preferite.
Mi ha coinvolta tantissimo e mi sono affezionata a tutti i personaggi: l’idea di non poter più scorgere un aggiornamento mi fa male al cuore…
Ma andiamo al punto, ti annoio sempre con le mie futili chiacchiere.

Da dove partire?
Ho fin troppe cose da dire e al tempo stesso troppi pochi modi con cui esprimerle.
Devo farti i complimenti per come hai gestito l’evoluzione di tutti i personaggi (ma proprio tutti eh): Eiko, Tomoko, Minori, Tooru, Hajime… è stata una bellissima crescita, culminata in un finale che, beh, ci stava tutto.
Ti dirò la verità: se non si fosse trattato di questa storia, l’avrei trovato un po’ troppo buonista. Solitamente sono per il realismo allo stato puro, troppi sentimentalismi utopici m’infastidiscono un po’… ma dopo tutta la sofferenza che ‘sti due han passato (mi hai fatto davvero torcere le budella, mannaggia a te), se la meritano tutta una bella conclusione che, appunto, magari sembra un po’ troppo perfetta (un po’ sul genere “E tutti vissero felici e contenti”, compresi i non protagonisti della vicenda come le ragazze sopracitate) ma comunque ben guadagnata.

Prima parlavo dell’evoluzione dei personaggi. Ecco, quelle che più mi hanno colpita, sono proprie quelle delle tre donzelle: le ho totalmente rivalutate rispetto all’inizio della storia. Sarà che io tendo a non amare molti dei personaggi narrativi femminili (non chiedermi il perché, non saprei spiegartelo nemmeno io), ma non mi avevano fatto proprio una bellissima impressione. Tomoko, a dirla tutta, mi stava un po’ sulle scatole (mi sa che ora mi odi) per il suo atteggiamento fin troppo ingenuo e da “brava ragazza”…
Diciamo che adesso l’ho capita meglio, annegata tanto nel vortice dell’insicurezza da non voler vedere la realtà.
L’ho molto apprezzata soprattutto nel momento in cui, con risolutezza, afferma che Hajime ami Oikawa, nonostante non voglia ammetterlo per ragioni a lei incomprensibili.
E’ stata coraggiosa a “rompere” quella relazione insana con Iwaizumi, riconsiderando i suoi sentimenti in maniera molto matura.
Il momento in cui finalmente si rende conto della realtà dei fatti, nel capitolo XIII, è stato uno dei mie preferiti.
Ho amato l’intera scena, dall’avvio in media res di lei che cerca un vestito adatto per la serata con Hajime (e della sua indecisione nell’indossare qualcosa di troppo eccessivo: forse un sintomo dell’insicurezza del suo rapporto con il ragazzo?) fino all’incontro con Tooru che sconvolge entrambi.
Ecco, è stata una parte che mi ha fatto innamorare di lui ancor di più (ed è tutto dire, considerato che è già il mio personaggio preferito di Haikyuu): il tentativo di rimanere composto di fronte alla presunta fidanzata dell’uomo che ama, il dolore che gli lacera il volto alla notizia dell’appuntamento dei due e che lo porta a scappare via… boh, io non ce l’avrei mai fatta al posto suo.
Eiko, poi, è un amore: nonostante sia stata lasciata da Oikawa si prende tantissimo cura del ragazzo, non vuole lasciarlo solo e cerca di confortarlo in ogni modo…
Forse è il personaggio la cui evoluzione mi piace di più, perché è estremamente realistica: prima reagisce male, molto male alla fatidica notizia, poi viene scossa dalle parole fulminanti di Hajime e, infine, capisce davvero ciò che è giusto fare. Piccolina, mi dispiace averla giudicata male all’inizio c.c
Ovviamente, colui che ha scala ogni classifica è il caro Iwa-chan.

Allora, partendo dal presupposto che non ho affatto dimenticato quanto mi abbia fatto ribollire il sangue nelle vene, posso però dirmi pienamente soddisfatta di come abbia affrontato la situazione cruciale di tutta questa difficile storia.
Dopo aver letto i capitoli XIII e XIV, credo di aver finalmente compreso appieno il suo punto di vista. E non solo poiché adesso siamo tutti a conoscenza dell’odio che i genitori di Minori covavano nei suoi confronti (è un espediente che non mi aspettavo… quel che si dice la malasoggera eheh) ma perché questo va a sommarsi a un quadro generale più ampio, che comprende l’intero modo con cui il ragazzo vede la sua stessa esistenza.

Fondamentalmente, Hajime ha bisogno di certezze.
Necessita della certezza che lui abbia il diritto di essere felice.
Che ha ottenuto quello che si meritava, come ha detto Minori, compensando in poco tempo la sua scarsa presenza all’interno della storia con un’apparizione mirabile, e che, come ha ricordato la dolce Akane (cioè, è contenta che si possano avere due papà, me la mangio tutta), lei vuole la felicità di suo padre.
Desidera delle rassicurazioni, insomma, qualcuno che gli dica che no, non è vero che non merita di stare al mondo perché i suoi genitori sono morti, ipoteticamente, a causa sua, che non è vero che la sua esistenza sia miserabile.
Tooru era stato il primo a fargli scorgere il barlume di questa verità… che ora, finalmente, tutti coloro che gli stanno attorno gli mostrano.
Ma è stato solo grazie alla perseveranza di Oikawa che questo spiraglio di consapevolezza si è fatto strada nel cuore di Hajime, che lo ha portato ad ammettere, finalmente, di essersi innamorato di qualcuno e che lui meriti quell’amore.

Ho amato la scena con Bokuto e Kuroo.
Sono stati entrambi perfetti: dapprima protettivi nei confronti del loro amico, che sono stati costretti a veder soffrire come un cane, ma che, dopo aver appurato con i propri occhi lo stato di Hajime, abbiano compreso che la situazione fosse la medesima, per lui.
(Poi vabbè, apriamo una parentesi su quanto io ami Bokuto che è arrivato a sorprendere perfino Kuroo, quando ha afferrato Iwaizumi per il collo e lo ha sbattuto contro il muro… come a sottolineare che persino lui, che ha sempre “tifato” per la loro coppia, fosse arrivato al limite della sopportazione. Gufetto del mio cuore.)
L’emozione di quando il ragazzo urla di amare Oikawa è stata fortissima. Ho esultato anch’io, ti dico la verità.
Anche se il sorriso che ho avuto stampato in faccia e i battiti del cuore non sono paragonabili alla scena in cui, osannando tutti gli dei, Hajime corra FINALMENTE da Tooru.
Cioè, aspettavo questa scena da quando ho iniziato a leggere la storia, tanto per direeeee.
Ho molto apprezzato che Tooru non abbia aperto subito la porta ma abbia cercato, nonostante quello sforzo gli costi fin troppo dolore, di controllarsi, di non cedere a un ulteriore salto nel buio.
Poi vabbè, dopo le parole di Hajime mi sono sciolta anch’io, figuriamoci lui.
Si abbracciano, si baciano (alleluiaaaaa)…
Dopodiché solo infinito amore, non ho altro da aggiungere.

Ma…
Il viaggio in Bolivia?
Le fedi in argento?
Non è che questo mi ricorda qualcosa?

Io piangooooooooo.
Posso venire anch’io al loro matrimonio? Sono invitata?
Penso che mi liquefarei al suolo, ma okay.

Morale della favola: sono tanto, tanto, taaaanto felice.
La presenza dei genitori di Hajime e della mamma di Tooru nella conclusione è stata delicata e commovente, l’ho apprezzata moltissimo.
E la frase finale l’ho adorataaaa, mi piace un sacco.

Considerazioni finali: hai partorito una creatura rara.
Si vede proprio che hai messo passione nella stesura di questa storia, si nota dalla caratterizzazione dei personaggi, dal modo in cui tratti le tematiche, dal tono dell’intera narrazione… un lavoro coi fiocchi, complimenti.
Se proprio devo farti un’annotazione, minuscola se paragonata all’intera opera, è che, a mio modestissimo parere, dovresti variare un po’ di più il vocabolario della storia.
Mi spiego meglio: ad esempio, ci sono molti dialoghi nel racconto e spesso, dopo la battuta di un personaggio, associ la parola “disse” che diventa un po’ ridondante, a lungo andare.
E’ ovviamente un consiglio personale e ti prego di non prenderla come una “pretesa” di nessun tipo (non sono mica un’esperta), solo che, considerando che hai dell’ottimo potenziale e scrivi davvero bene, arricchendo la narrazione verrebbe fuori qualcosa di ancor più bello ;)
Poi vabbè, qualche errore di battitura è normale e può anche starci, considerando che sono pagine e pagine di capitoli.

Okay, penso di averti annoiata abbastanza (capisci perché ti dico che non potrei scriverti una recensione veloce? Non vi potrei convogliare tutti i miei trip mentaliiii).

Ti mando un grande bacio e un grazie enorme per esserti dedicata a questa bellissima fic.
Aspetto con impazienza le altre di questa neonata serie, eh!

Ci sentiamo presto, speriamo u.u
Buon proseguimento delle feste cara Lady<3
Recensione alla storia Ragnarǫk - 03/12/17, ore 03:13
Capitolo 8: Capitolo VIII
Salve bella Ems<3
Come ti avevo già precedentemente accennato, questo aggiornamento è stato una totale sorpresa.
Non mi aspettavo per nulla che pubblicassi con così breve tempo rispetto all’ultimo capitolo! Mi ero già preparata psicologicamente a un’attesa piuttosto lunga… e, invece, hai partorito in tempo record questo super concentrato esplosivo!
Eh sì, non saprei descriverlo davvero in altro modo: 24h così dense non capitano di certo tanto spesso.
Ammetto di aver inizialmente letto con un po’ troppa foga ed essermi, di conseguenza, persa alcuni passaggi un tantino fondamentali… difatti ho terminato la lettura con qualche dubbio: non comprendevo esattamente se Oikawa fosse addirittura in preda a un’allucinazione o stesse vivendo realmente quell’esperienza… poi ho riletto il tutto con la spina del cervello attaccata e allora ho capito che si trattava della descrizione di più azioni condensate in un solo giorno (colpa mia, tu non c’entri nulla eh u.u)
Oramai credo che non ci sia più il bisogno di ricordarti quanto adori questa storia e quanto mi abbia mentalmente coinvolta (anche se non mi stancherei mai di dirteloooo); dunque, quando mi hai comunicato tempo fa che, forse, non saresti riuscita a continuarla … ci sono rimasta malissimo, come se fosse letteralmente morta una particina di me. Sia perché, appunto, ci sono tantissimo affezionata sia perché è una fic con un potenziale assurdo! E lo dimostri ogni volta che vai avanti con la narrazione.
Quindi, adesso che hai ufficialmente (per così dire) ricominciato a scrivere, eccomi nuovamente super allegra e gioiosa!
Ma bando alle ciance e iniziamo a parlare più nello specifico.

Partiamo dal capitolo precedente: nonostante si trattasse di un intermezzo utile come collegamento tra episodi piuttosto densi e carichi di contenuto, possiamo definirlo come la quieta prima della tempesta.
Aspettavo da un sacco il momento in cui Tooru ricontrasse Hajime.
Una cosa che adoro, è che rendi le emozioni di Oikawa assolutamente palpabili: è impossibile non immedesimarsi nel suo personaggio, nella confusione provata trovandosi dinanzi qualcuno di cui si erano quasi perse le speranze, stentando perfino a riconoscerlo ma, nel contempo, percependo la voglia irrefrenabile di toccarlo, avvicinarsi a lui…
Nel frattempo, si capiscono benissimo anche i sentimenti contrastanti di Iwaizumi, conscio di doversi vergognosamente sottomettere ai barbari ma conservando gelosamente il legame con Tooru, evidente nel gesto con cui sfiora le sue dita con le proprie.
In particolare, è peculiare proprio il suo progredire: da fiero comandante dell’esercito romano, la cui sola idea di asservimento sarebbe stata impensabile, finisce per diventare prima possibile carne da macello e poi schiavo del re dei barbari, costretto a giurargli fedeltà tradendo tutti i suoi principi… pur di rivedere Tooru.
Fa effetto, senza ombra di dubbio, osservare questa drammatica evoluzione psicologica e fisica: hai sapientemente mostrato in più punti il suo decadimento fisico, le cicatrici che segnano il suo corpo, i capelli sporchi e senza forma, la pelle screpolata e il fisico privato della freschezza della gioventù.
I cambiamenti sono talmente tanti che Ushijima è certo che Oikawa non possa più essere attratto da un uomo del genere, nonostante è chiaro sia l’amore a legare i due romani. Eppure, a Tooru tutto questo non importa minimamente.
E’ ancora risoluto a riprendersi il suo amante e fuggire da quella prigionia, quella che è divenuta la sua gabbia nonostante i doni elargiti giornalmente ma che a lui appaiono solo come sporchi tentativi del re di farsi perdonare.
La descrizione del suo stato d’animo, raccontata da lui stesso nel diario, fa stringere il cuore.
E’ evidente che sia ancora sconvolto da ciò che gli è accaduto… come dargli torto.
Il fatto che si preoccupi di non provocare ulteriore dolore in Iwaizumi, raccontandogli ciò che gli è realmente successo, fa evincere quanto Tooru tenga a lui, assieme a come tenti disperatamente di riprendere il controllo di sé e di cercare di ritornare in una dimensione “normale”, affermando “Non posso tornare indietro e disfare il passato, ma posso plasmare il presente. E nel presente, Oikawa Tooru, schiavo del re barbaro, è stato trattato con gentilezza. Tutto qui.”
E’ una frase terribilmente semplice e penetrante, mi è piaciuta da morire.
Nel frattempo, comunque, non perde il suo caratterino, rispondendo a tono al barbaro che tenta sempre di dialogare con lui… nonostante questa volta abbandoni il tono interrogativo e si rivolga a lui con un’imposizione diretta.
Parlando di Ushijima, devo dire che sto seguendo con sempre maggior interesse e un po’ di preoccupazione il suo processo di caratterizzazione.
Mi fa riflettere la sua ammissione di non riuscire a controllarsi di fronte ad alcuni atteggiamenti di Oikawa, oltre che farmi temere per la sua incolumità, ma trovo molto interessante proprio questa contrapposizione tra tal istinto animale e l’amore che lui stesso afferma di provare per Tooru. Cosa prevarrà fra i due?
Ritornando un attimo a Iwaizumi, mi ha fatto male il cuoricino quando Tendou lo ha definito un codardo. E’ da inserire nella lista dei modi in cui abbia dovuto mutare a causa di ciò che gli è accaduto… perché dai, sappiamo tutti che Iwa-chan non si sarebbe mai tirato indietro per nulla al mondo c.c
Oh, e dato che siamo qui…
Io AMO come rendi Satoriii.
Che ti venga dannatamente naturale caratterizzarlo lo avevamo già capito, ma mi sorprendi sempre lettura dopo letturaaaa.
Niente, è come se ti calzasse a pennello. Adoro tutto, dal modo in cui fischia d’entusiasmo quando Hajime sta per colpirlo al suo essere eccitato proprio dal venire ferito (amo la sua testolina contorta) al modo in cui cerca di ostentare tranquillità con Leon… vabbè, ci siamo capite.
Anche se è una storia drammatica, la sua presenza porta sempre un sorriso sulle labbra.

Parlando sempre di personaggi (perché questa fic la adoro anche per come stai dando importanza a tutti quanti) mi ha fatto piacere la scorsa parentesi su Semi e Shirabu. Non ho mai provato granché simpatia nei confronti di quest’ultimo, però riesco a comprendere il suo stato d’animo. In fondo, è innamorato di qualcuno che non ricambierà mai i suoi sentimenti…
Tuttavia, nonostante un primo momento di completo delirio, sa mantenere la calma e il sangue freddo dinanzi alla visione dell’esercito romano, elaborando in breve una strategia(?) per aiutare il suo clan, a differenza di Semi che si fa prendere più dall’impulsività.
Insomma, hai ricalcato benissimo i caratteri originari dei personaggi u.u
Rimanendo in tema… io non mi aspettavo per nulla un risvolto del genere o.o
Cioè, okay, c’era una mandria di romani imbufalita… ma non credevo arrivasse tanto prestoooo. Men che mai in questo capitolo!
Cioè, è un’angoscia perenne c.c
Ora però, sono in dubbio: chi ha colpito Oikawa?
Un barbaro, da quello che ho capito. Ma un barbaro del clan Shiratorizawa? O qualcuno dei barbari che hanno chiamato Shirabu e Semi? Oppure è stato colpito per sbaglio? O mi sto facendo troppi problemi io…?
Comunque, sono in ansia per lui.
Sono d’accordo con te, inoltre: Tooru finisce sempre in situazioni critiche. Sono curiosa di vedere come, e da chi, ne verrà tratto fuori questa volta!
E, ovviamente, devo sapere di più riguardo la battaglia.
Chi vincerà? Chi è morto combattendo? Dove sono Eita e Kenjiro? Dov’è Iwaizumi? Tendou?
Spero di leggere presto il nono capitoloooo.
Ah, per concludere, dato che mi sono dimenticata di esprimerlo meglio prima: mi piacciono un sacco i momenti in cui Tooru parla in prima persona. Le scene dai suoi occhi vengono descritte benissimo, passando dalla realtà a flashback… espediente che personalmente adoro. Rende ancor più movimentata la narrazione e calza a pennello con la storia!
Insomma, sintetizzando in tre parole, bravissima come sempre u.u

Bacio grande, a presto<3
Recensione alla storia Il filo rosso - 17/10/17, ore 01:30
Capitolo 13: XII
Ma cosa abbiamo quiiii?
Queste sì che si chiamano sorprese.
Avevo finalmente trovato un momento per recuperare la recensione al capitolo XI: mi ero messa bella seduta davanti al computer, pronta a scrivere e… cosa spunta sotto i miei occhi? L’aggiornamentooooo.
Okay, ero comunque in ritardissimo, lo so: in queste settimane l’università non mi ha dato davvero tregua (i test sono andati molto bene, per rispondere alla tua scorsa domanda**): mentre altre facoltà iniziano comodamente i corsi del primo anno a fine ottobre o novembre, noi già dall’1 siamo stati buttati tutto il giorno lì (bello aver scelto Lingue, molto bello).
Di conseguenza, tornavo sempre a casa alle otto di sera, cenavo e mi buttato subito a letto c.c
Vediamo, dunque, di recuperare il tempo perduto (noto che ormai è diventata una consuetudine scusarmi per i ritardi nelle mie recensioni…)

Credo sia stato il capitolo che ho amato/odiato di più fra tutti(?)
Okay che ho letteralmente adorato anche molti altri, però non so, questo è diverso: per prima cosa, cara Lady, hai afferrato il mio cuoricino con la mano.
Lo hai coccolato, te ne sei presa cura, lo hai reso felice e protetto… e poi, in men che non si dica… splach.
Lo hai distrutto.
In. Mille. Pezzi.
Già dallo scorso capitolo avevo realizzato che le cose non potessero essere così semplici: dai, Hajime non è che poteva soltanto decidere serenamente di ritornare a Tokyo assieme a Tooru, non è che poteva soltanto comprendere meglio i suoi sentimenti, non è che poteva soltanto consolare il povero Tooru dalla perdita della sua mamma (che dolore, ragazzi, che dolore…)
NO.
Altrimenti qual è il bello, eh?
Okay, sono un po’ scossa, lo ammetto.
Ma ho una carica di adrenalina addosso che tu non puoi capireeeee.
Hajime mi ha causato sensazioni molto, molto violente.
Tuttavia.
Andiamo con ordine.
O almeno ci provo, ma già ti avviso che ciò che sto scrivendo è più uno sfogo isterico post lettura traumatica (colpa tuaaaaaa); davvero, stavolta hai messo in seria difficoltà le mie capacità di analisi… non so quanto obiettiva potrò essere, d’ora in avanti.
Donna avvisata mezza salvata.
Avvertenza: la recensione sarà lunga (che novità), quindi prego, sedersi comodamente per i restanti lunghi minuti.

Allora, durante il capitolo scorso (davvero mi dispiace di non essere arrivata a recensirtelo, so che ci tenevi c.c. Cercherò di recuperare qui, dato che la mia intenzione era comunque commentartelo quello oggi) oltre al magone per la perdita di Tooru, ho davvero apprezzato il rapporto che si è instaurato tra lui e Hajime: il fatto che Iwa-chan capisca più che bene il dolore per la scomparsa di una persona cara rende il tutto ancor più reale e rafforza la connessione che è già presente tra i due.
Ho adorato l’immagine che hai descritto di Oikawa: la sua è una compostezza tirata, quella di un uomo che deve tenersi tutto dentro per il bene della sua famiglia, quella di colui che deve recitare la parte del “forte” poiché ci sono altri che hanno bisogno del suo aiuto…
Eppure, in fondo, si tratta pur sempre di un essere umano.
E non esita a lasciarsi andare a un pianto liberatorio non appena scorge la persona che, in quel momento, sente più vicina a sé.
Hai descritto una situazione a mio parere verissima: a volte, il problema non è solo conservarsi tutto dentro perché non si vuole mostrare la propria sofferenza. Tooru, in fondo, era circondato dai compagni di squadra che più gli volevano bene.
Tuttavia, non ci si apre con tutti. Certe volte si sente il bisogno di qualcuno cui si sente che la nostra essenza sia in qualche modo collegata… per essere compresi fino in fondo.
Quella persona, per Tooru, altri non è che Hajime. Con lui può condividere silenzi e pianti senza alcun imbarazzo, senza la necessità di fingere d’essere qualcuno che non è.
Senza la necessità di scambiare stupidi convenevoli, intavolando conversazioni per stemperare la tensione tipica di una situazione del genere.
Ho davvero apprezzato Hajime in quei momenti, ha saputo proprio come comportarsi.
Poi vabbè, non parliamo della scena in cui si è messo a urlare contro Eiko (devo dire di averla davvero rivalutata in questi capitoli) e ha mostrato quanto profondamente tenesse al bene di Oikawa. Stavo quasi per commuovermi anch’io con Tooru, quando è apparso davanti a lui…
E poi la parte finale, in cui, come se fosse in un film, Iwaizumi torna sui suoi passi e blocca la porta, chiedendo al setter di tornare in città assieme…
Ecco, fino a quel momento, Hajime aveva riguadagnato punti.
Adesso, li ha persi tutti.
Anzi, non solo, è andato in negativo.
No perché davvero, non riesco a spiegarmi un cambiamento del genere.

All’inizio di questo dodicesimo capitolo, sembrava quasi che il ragazzo fosse sceso a patti con i suoi sentimenti: non si sbilanciava mai, ovviamente, però si era concesso di uscire con Oikawa, di accompagnarlo a casa ogni sera, similmente ad un rituale.
Quest’azione, però, può essere giudicata dalla sua stessa mente cosciente anche solo come un gesto di premura nei confronti di qualcuno che ha perso una persona cara di recente, un modo per non lasciarla da sola…
Qualunque sia la sua spiegazione, comunque, Hajime cede a questo piccolo impulso.
E Tooru, beh, gioca la sua parte in maniera eccellente, fino a quel punto.
Mi riferisco alle parole scambiatisi con Hinata, che gli ha consigliato di non forzare troppo la mano, di non esagerare con Iwaizumi poiché sarebbe stato proprio lui a giungere nel momento del bisogno… e, in apparenza, le cose stavano proprio prendendo quella piega.

Continuo ad affermare che Tooru possegga una forza di volontà impressionante: cercare di non esagerare con la persona che si ama, continuando a vederla, sì, ma limitandosi ad una distanza di sicurezza, a non esagerare né con le parole né con i gesti… è una vera tortura.
Eppure Tooru sembra sopportare. Sembra sopportare finché possa continuare a stare con Hajime un altro pochino. Sembra sopportare, poiché ha colto dei passi in avanti del moro nei suoi confronti, qualche segno di miglioramento… ha colto che Iwa-chan in qualche modo, ricambi i suoi stessi sentimenti.
Ed è per questo che, finalmente, osa qualcosa in più.
Chiede al ragazzo di salire a casa sua.

Okay, fino a qua ci siamo. Iwaizumi non sembra troppo reticente a rispondere di sì (anche se ovviamente non è che può mancare l’esame di coscienza completo… ormai ho anche finito per abituarmi ai suoi dubbi amletici).

La scena in cui entrambi lottano con i cuscini è stata tenerissima: sorridevo al leggere della complicità dei due, della semplicità con cui riescono a divertirsi e mi sono riempita di gioia alle loro risate di felicità…
E poi, il mio cuore ha subito iniziato a battere quando le loro labbra si sono avvicinate…
Per poi imprecare subito dopo allo squillo del telefono.
Dannazione, ma è destino che si debbano sempre interrompere sul più bello? (Probabilmente sì T.T)
Comunque, la chiamata è stata ovviamente una secchiata d’acqua gelida per Hajime (e ti pareva): non che la bellissima Akane c’entri davvero qualcosa di per sé, ma è piombata nuovamente addosso al ragazzo la consapevolezza d’essere padre e che, quindi, deve comportarsi da tale, rimanendo responsabile.
Di conseguenza, si azzerano nuovamente i passi in avanti compiuti da quando ha messo piede in quella casa.
La normalità e la complicità sembrano un ricordo: ritorna l’imbarazzo e la tensione.
Da qui, però, il contapassi si rimette in moto in maniera sorprendentemente veloce: passiamo dal cuore che mi è tremato alla frase di Tooru, che annunciava che il suo debito fosse stato saldato (che è un po’ come dire che ormai Hajime non ha più bisogno di uscire con lui), fino a quando ho ricominciato a respirare non appena hanno iniziato a sistemare insieme le fotografie, tra ricordi un po’ nostalgici e felici.

<<”Per chi tifi?» domandò a un certo punto Iwaizumi, bevendo poi un po’ di birra.
Oikawa storse il naso. «Per nessuno, mi pare ovvio. Se potessi, vorrei che perdessero entrambe le squadre!»
Il ragazzo rimase a guardarlo per un attimo, prima di riprendere a sorseggiare la sua birra. «Sei proprio uno stronzo…»
«Ho solo detto quello che penso, Iwa-chaaan ~!»
«Rimani sempre uno stronzo!»
«La smetti di trattarmi così?”>>

Inutile dire che ho quasi pianto al riferimento della partita tra la Karasuno e la Shiratorizawa della terza stagione c.c
Quando inserisci queste cose, il mio cuore non regge facilmente…

Comunque, il contapassi continua a correre in modo esponenziale, stavolta per entrambi.
Tooru fa forse una mossa un po’ azzardata, chiedendo ad Iwaizumi di rimanere quella sera con lui.
Eppure, ancora una volta, Hajime non riesce a capire se la sua mente abbia assimilato la domanda in un senso o nell’altro.
Comunque, all’apparenza, quella richiesta ha generato una conversazione allegra e divertente: mi è piaciuto tantissimo sia il modo con cui Hajime ha risposto che è affezionato ai film di Godzilla poiché li guardava con il padre, sia la risposta di Tooru che non ha avuto paura, come invece magar avrebbe fatto un tempo, di prenderlo un po’ in giro per quella rivelazione…
Ed eccola là che spunta, la risata di Oikawa.
La risata che è in grado di mandare il cervello del giornalista in cortocircuito.

Allora, da quello che ho potuto dedurre, la mente di Hajime è come un perenne ciclo a senso unico: prima si autoimpone di non fare qualcosa, poi ci ripensa, poi si auto analizza, poi si dice che forse non sarà poi così male cedere alla tentazione, anche se sa che se ne pentirà presto… e poi se ne pente.
E’ un circolo vizioso che non ha mai fine e che si ripresenta ogni dannatissima volta che vorrebbe spingersi un po’ più in là con Tooru.
Qui non fa eccezioni.
Il problema è che, dopo quel fatidico bacio, Hajime non azzera solo il contapassi.
Lo distrugge del tutto.

Allora, vorrei aprire una bella parentesi sul comportamento di Iwaizumi.
Anche se spesso mi sono arrabbiata con lui in precedenza, razionalmente l’ho sempre potuto capire.
La sua è una situazione difficile: è totalmente spaccato in due tra ciò che dovrebbe esser giusto e ciò che invece vorrebbe. Diviso tra il comportarsi come un buon padre e un uomo retto agli occhi della società e il cedere all’amore per un uomo.
Tra essere infelice ed essere felice. Perché, alla fine, si tratta di questo.
Ho compreso anche il suo tentativo di tentare una relazione con Tomoko: provare ad avere una vita ritenuta normale con una ragazza gentile e premurosa, che si preoccupa per i suoi bisogni e che, tecnicamente, potrebbero renderlo felice.
Sono riuscita davvero a capire tutto delle sue azioni, ragionandoci su.
Ma non questo.
No, qui davvero Hajime non ha alcuna giustificazione.
Non solo perché ha causato il crollo definitivo di Tooru con il suo gesto subito rimangiato (non so tu, ma l’idea di strofinarsi la mano dopo aver baciato qualcuno ferisce nel profondo, è come se quel gesto ti avesse davvero disgustato…) Senza parlare poi del modo in cui mi abbia colpita come un macigno la frase “Ti disgusta tanto l’idea di essere innamorato di me?”…
Non solo perché Oikawa non ce la fa più, non riesce più a tenere fede al consiglio di Hinata, non quando, a differenza magari di Kagemaya, Iwaizumi lo fissa con quello sguardo particolare. Non quando, cacchio, gli scosta i capelli dal viso con tocco gentile…
Non solo perché fa piangere quel povero ragazzo che ormai non sa più a cosa aggrapparsi, non sa più che giustificazioni e motivazioni cercare…

Ma perché, in modo assolutamente gratuito, lo ferisce consapevolmente.
Perché gli sputa in faccia una frase non vera, ma che ha l’effetto di devastarlo all’istante.
Ma come puoi dire che stai con Tomoko dopo che Tooru ti ha appena urlato in faccia che ti ama?!
Giuro che non appena ho letto quella frase ho buttato il telefono e gli occhiali sul letto e mi sono alzata totalmente senza parole.
Ti dirò la verità: non credo proprio di perdonare ad Hajime questo gesto. Non so come si concluderà la storia, ma Iwaizumi non avrà la mia stessa considerazione iniziale. Non posso farci nulla, è una cosa che mi ha davvero ferita.

Sono contentissima che tu abbia inserito una scena in cui il setter si sfoga in palestra nei suoi servizi, figurandosi il giornalista dall’altra parte del campo per poi crollare definitivamente devastato dalla fatica e dal dolore: è uno spezzone che ho immaginato anch’io, quando ho iniziato a leggere del rapporto sempre più complicato tra i due all’inizio della storia, e calza davvero a pennello con il carattere di Oikawa. Ho immaginato anche l’intervento di Ushijima che, imperturbabile e risoluto come sempre, lo ferma dal continuare ad “autodistruggersi”… davvero, vedere i tuoi pensieri realizzarsi è bellissimo**

Al vedere lo stato del setter, comunque, mi è venuta la pelle d’oca.
Mi fa davvero male sapere che, nonostante tutto quello che gli ha fatto, nonostante il dolore causatogli, nonostante riconosca a se stesso che Haiime è stato un pezzo di merda a comportarsi in quel modo… lui lo ami ancora.
Ama ancora quel dannatissimo sguardo freddo e indagatore.
L’urlo disperato “IO VOGLIO LUI!” è la perfetta sintesi del suo stato totalmente scomposto.

<<“Cercò di non far fuoriuscire i crescenti singhiozzi mettendo l’altra mano davanti alla bocca, e non c’era più la palestra attorno a lui, c’era solo… vuoto.
Il niente. Tutto era bianco, riempito solo dalle immagini del visino sorridente di Akane e di quello di Iwa-chan.
Aveva fallito. Non era riuscito a mantenere fede alla promessa.
Il fischio che segnava la fine della partita era arrivato ai suoi timpani da un pezzo, oramai. Aveva perso anche il secondo set. Aveva vinto Iwa-chan, dopotutto.”>>


Okay, non ce la faccio a reggere.
Cosa c’è sopra il mio petto?
Un coltello?
Una katana?
Ah, ecco perché sanguina copiosamente.

L’idea che Tooru possa poi darsi la colpa di non essere voluto da Iwa-chan perché è un fallito mi ha fatto soltanto incazzare.
Ma come può pensare una cosa del genereeeeeeee?!

Va bene, basta, altrimenti inizio con gli insulti gratuito io e mi ribolle nuovamente il sangue nelle vene.

Piccola parentesi necessaria sulla mano di Bokuto che accarezza la schiena di Tooru: quanto è tenero questo gufo? Ma quanto è buono e vuole trasmettere un po’ di conforto al povero ragazzo?
Sarà anche un dettaglio irrilevante, ma è in perfetta linea con l’essenza di Koutaro.

Detto questo, sono d’accordo con te: il destino DEVE rimediare a questo casino.
Altrimenti posso sempre pensarci io con una sprangata in testa ad Hajime (anche se così ti faccio fuori il protagonista…)
Quindi, mi sa che è meglio che provvedi tu.

Credo che tu abbia capito quando mi abbia sconvolta questo capitolo e mi abbia fatto un po’ iperventilare… (sono una irascibile io).
Ti faccio solo un minuscola annotazione: ho notato che ci sono un po’ di ripetizioni nei vari periodi, nulla che possa rendere ostica la lettura ovviamente… però, dato che la narrazione è così fluida e ben congeniata, suonerebbe ancora meglio senza!

Chiedo ancora terribilmente venia per non essermi fatta viva ultimamente, non ho avuto nemmeno il tempo di passare dall’ultima storia della serie “Te&Caffè”(che comunque ho letto ed ho apprezzato tantissimo, sia ben chiaro u.u).

Spero che gli orari dell’uni non m’impediscano del tutto di bazzicare su EFP.
E mi auguro che il capitolo XIII arrivi prestoooo.
Devo sapere come continua questa storia straziante… è solo per questo che ancora non ti ho rincorso urlando per aver fatto soffrire tutti… no dai, ti voglio bene in fondo.
Solo che, mannaggia, le scippi dalle mani a volte… (ripeto: ti voglio beneeee).

See you soooon<3