Recensione premio per il contest "Di obblighi e libertà"
Quando leggo qualcosa di tuo, non so mai per bene da dove cominciare. Mi lasci talmente spiazzata che ogni parola finisce dove iniziano le tue storie.
Ti trovo brillante, una stella fulgida che riesce a splendere nel cielo e che si distingue per la sua luce. Ok, paragone pessimo e troppo zuccherino, ma spero di averti reso l'idea.
Comincio col dirti che i tuoi titoli sono sempre meravigliosi: evocativi, magici, pieni di sentimento al pari della storia che racconti. Questo è importante, perchè il titolo è la prima cosa che ti cattura in una storia, e tu riesci a calamitare l'attenzione con le tue parole ad effetto.
Devo dirti la verità, io non amo le drabble; sono una persona prolissa, è un mio limite, lo ammetto: non riesco ad esprimere quello che voglio in poche righe, ho bisogno di tante parole per dire quello che voglio. Tu sei in grado di farti capire con poco, e questa storia lo dimostra. Amo Narcissa, un po' meno Lucius, ma insieme sono fantastici, e tu sei riuscita a rendere perfettamente questa coppia. Da un lato la donna dal carattere forte e dall'amore dirompente, quella che può e deve sacrificare tutto per suo figlio; dall'altro il freddo e altero Mangiamorte, che però davanti alla prospettiva di perdere il figlio, e davanti alla verità di aver perso il suo vero amore, si spoglia di ogni maschera. Di Lucius, in questa storia, rimane solo l'uomo: c'è poco del Mangiamorte, forse ancora meno del padre. E' solo un uomo che ama, in modo forte, intenso, che ama e che soffre, perchè sente la mancanza della sua amata.
Non mi soffermo sul tuo stile, sublime come ti ho già detto. Oltre alla forma, è il contenuto a sorprendere.
Ecco, credo di amarti.
|