Lo so, dovrei recensire prima la storia con Yusuf, ma avendo notato questa breve raccolta non ho potuto fare a meno di segnarla nelle storie da leggere e di fiondarmici appena ne avessi avuto il tempo.
Bene, bene, partirò con il dire che mi è piaciuto tantissimo come hai intepretato il rapporto tra Connor e Haytham. Sembrano proprio due amici-nemici, di quelli veri e forti, come lo possono essere stati Luke e Darth Vader, per esempio.
Anche se qui si nota una caratterizzazione delo status quo innovativo e originale.
La battuta di Haytham: - Peccato. Ero quasi certo che mi avresti chiesto di raccontarti una favola prima di andare a dormire, -, sintetizza in poco tutta l'essenza del loro rapporto. Un rapporto tra padre e figlio che non è mai stato tale in senso canonico, non lo è mai stato e non lo sarà mai.
Haytham non c'era quando Connor è stato bambino e non può esserci ora che è adulto perché ha scelto una vocazione diametralmente opposta a quella del figlio.
In sostanza, poche parole ma che dicono più di quanto sembri.
Ed ora spendiamo qualche parola su Connor.
L'inquietudine che si avverte è palese. Faulkener (o Mastro Gibbs dei poveri) è l'elemento che fa scattare la molla e che dà l'incipit alla vicenda. Altrimenti Connor sarebbe stato piantato al timone ancora per molto tempo, ne sono certa. La sua componente caratteriale da indigeno, che non gli consente di vedere il grigio, ma solo il bianco ed il nero, lo rende un osso molto duro.
Ed è questa la caratteristica che più apprezzo di lui, nonché questo è stato ciò che ho voluto ritrovare nella tua storia.
Per Connor non c'è possibilità di riappacificazione. Lui è un Assassino, suo padre è un Templare.
Provare non costa nulla, ma anche Hayham è la sua testardaggine.
Non sono forse davvero padre e figlio?
Saluti e alla prossima (alla quale spero di approdare presto).
*Halley* |