(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte) “Ti ho mai raccontato del vento del sud” è la storia di un primo amore, come, tuttavia, capita raramente di leggere: un frammento veritiero, delicato, lontanissimo da qualunque cliché, che tocca la pancia, prima ancora dell’immaginazione.
In un lungo – eppure troppo breve, per noi lettori – viaggio sentimentale, Angie sviluppa la parabola di un rapporto che nasce come amicizia, radica come bisogno e fiorisce, infine, come un futuro inaspettato. Kim Hyde, ex cattivo ragazzo di Summer Bay, trova nell’uggiosa Inghilterra non solo l’occasione per recuperare le briglie di un’esistenza allo sbando, ma scopre in Bill Hazeldine la parte migliore di sé: la determinazione e il coraggio della volontà che non ha mai inseguito, viziato da una bellezza spavalda e da una maschera di comodo.
Con estrema sensibilità e senza lasciare nulla al caso, l’Autrice dipinge due ragazzi diversi in tutto (almeno in apparenza): disinibito, irruente, eppure fragile Kim; mite, contemplativo ma fortissimo Bill. Lontana da qualunque stereotipo, Angie spoglia (e sfoglia) i suoi protagonisti paragrafo dopo paragrafo, svelandoli in piccoli gesti o in dialoghi serrati, definendo il dettaglio o allargando la prospettiva sino a trasformarli in un piccolo punto di un amplissimo affresco.
“Ti ho mai raccontato del vento del sud” è una storia intima, eppure corale, poiché la vita dei due protagonisti s’intreccia a quella della brillante comunità del Fitzbillies, che di un giovane amore è partecipe sin dalle prime battute. Sorridiamo, dunque, dello scandalizzato imbarazzo di Big Ed e degli spregiudicati consigli di Emma, lesbica felice che impartisce a Kim un’indimenticabile lezione; ci commuoviamo con Lizzy e Posh, fate-madrine della coppia e, soprattutto, mamme di fatto; ci deprimiamo con Bill, sogniamo con Kim e, all’occorrenza, sbagliamo persino a battere gli scontrini con Stewart, genio della fisica e disastro della contabilità aziendale.
“Ti ho mai raccontato del vento del sud” è la poesia di un Amore maiuscolo, in cui non c’è posto per svilenti acrobazie sessuali o descrizioni morbose: c’è il corpo, sì, ma c’è soprattutto un cuore pieno di buchi, che solo una sutura perfetta potrebbe guarire – o quella persona speciale.
Una storia, dunque, che si spinge ben oltre le etichette di genere e che, per la sua bellezza stilistica e di contenuto, potrebbe esser letta e apprezzata da chiunque: soprattutto da chi crede che ‘slash’ sia un marchio d’infamia o una scusa per sfogliare atlanti anatomici. |