Recensione premio per il contest "Ti odio ... ma ci provo"
Affermare che questa storia mi è piaciuta è dir poco: hai descritto veramente bene i dolori di Merope tanto che avevo quasi la sensazione remota di provarli anchio. Mi hai trasmesso l'angoscia e la disperazione di una donna abbandonata da tutti - padre, fratello e anche il suo amato Tom - che viene lasciata sola a fare i conti con le sue pene. La frase: "il bambino premeva per uscire, era lì, che martoriava il suo corpo, che spingeva per nascere, per ricordarle che donna fallita fosse, che madre indegna e che era una persona terribile e immeritevole d'amore" si capisce bene quanto la sua autostima sia stata completamente frantumata prima da Orvoloson e Orfin e poi da Tom quando l'ha lasciata. E' chiaro che una donna provata così non ha più la forza di sperare vuole solo morire e smettere di soffrire, convinta com'è di non valere nulla e di essere destinata solo a una vita d'inferno. Emblematica anche ciò che dice all'inserviente dell'orfanotrofio: fa che finisca, toglilo, fallo nascere! . Qui è come se non gli importasse più niente del bambino ma dopo tutto quello che ha passato non possiamo biasimarla; rimanere in vinta per suo figlio per lei non valeva la pena perché, forse, quel bambino non lo amava abbastanza. Bella ff, e complimenti per il terzo posto nel contest.
Baci,
Ely |