Recensioni per
Memorie d'un uomo d'altri tempi
di lubitina

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


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E' un capitolo complesso, costituito da due parti ben diverse. Inizia con un linguaggio crudo e con espressioni forti perché si occupa degli orrori della guerra che ormai sono divenuti l'ambiente usuale che circonda l'ammiraglio. Ho sempre immaginato che delle esperienze simili non possano lasciare intatto un uomo, lo cambiano per sempre, lo plasmano in una forma nuova che solo apparentemente sembra renderlo più forte. In realtà minano la sua umanità, perché è terribilmente difficile mantenerla a lungo in condizioni simili. Si corre il rischio di spararsi, come ha fatto quel ragazzo.
Chiunque abbia quelle caratteristiche ("Quando scopriva qualcosa di nuovo, se ne appropriava, lo sfruttava, indagava, se ne nutriva, finché quel qualcosa non era totalmente esaurito, e,dopodiché se ne stufava, abbandonandolo") è destinato a soccombere perché si lascia invadere dalle emozioni senza mantenere un suo io distinto. Anderson non è così, ha quella sicurezza interiore che mancava al ragazzo, una sicurezza che gli consentirà di sopravvivere o, almeno, di continuare a lottare con coraggio immutabile.
Quella sicurezza interiore non lo renderà una sorta di automa senza più sentimenti, e quindi senza umanità, perché attinge da un ricordo prezioso carico di sentimento. Immagino che Anderson lo sappia, dato che spinge Shepard a capire quanto conti avere una figura di riferimento nella propria esistenza.
Ormai non riesco più a immaginare un David senza Lana. Non saprei dire cosa sarebbe diventato l'ammiraglio se non avesse incontrato quella quarian misteriosa che ha avuto un'influenza determinante sulla sua vita. Una donna che ad ogni capitolo mostra la sua forza senza alcuna ostentazione, perché la forza vera non ne ha bisogno.
Tutte le descrizioni sono così accurate che sembra di vivere con Anderson sotto l'attacco dei mutanti, così come ci si immagina senza alcuna difficoltà lo scenario in cui si muove Lana (mi sono anche tornate in mente varie immagini del processo di Tali).
Hai reso bene tutti i personaggi, così che ancora ora, alla fine della lettura del capitolo, mi resta un sottofondo di ostilità nei confronti dei Quarian. Lo stesso identico sentimento che mi ha accompagnato per tutti e tre i capitoli della trilogia di Mass Effect. A parte Tali, in genere i quarian non mi sono simpatici e leggendoti questa sensazione si è solo acuita. Molto più di quanto mi abbia colpito Tali in ME resto però a fissare ammaliata la tua Lana, così completamente diversa da tutti gli altri membri del suo popolo, e decisamente molto più misteriosa e intrigante della figura proposta dalla Bioware.
Ti faccio i miei più sinceri complimenti e aspetto con ansia il seguito,
S.

Recensore Veterano

Parte The Truth e io muoio interiormente perché adoro quello spartito.
Ed eccola nella prima recensione che lascio nel sito dopo, tipo, millemila anni. I medigel sostituiranno la tachipirina, nel 2187, e ciò è un bene.
Il capitolo è pervaso da un realismo allucinante, partendo dalla battuta su Bukowski (sono morta, perché è una cosa che diceva spesso anche la mia prof di francese), fino ai parallelismi con fatti storici determinanti nella storia dell'Umanità.
Poi c'è la poesia, la poesia derivata dall'esperienza di quest'uomo, che poeta non è, ma vive ancora dell'amore che ha vissuto, vive il presente quasi vergognandosi di sé. Ho provato un senso di repulsione nell'accettare il realismo delle situazioni che devono provare i sopravvissuti. Repulsione? No, è il realismo, il realismo va bene, è qualcosa di talmente credibile da sembrare giusto nella sua crudeltà. Ad ogni "John" mi sento morire, perché Anderson non è più un mentore, diventa come un amico che incrocia le gambe sul letto e si sporge verso il suo confidente. Lo vedo sporgersi e sorridere, come.
Ma sto divagando, accidenti! è che amo questa storia, come la scrivi e la tratteggi :3 e l'ambiente intimistico derivato dalle registrazioni, come un diario, è qualcosa di molto raffinato.
Penso che l'apice della poesia si sia raggiunto mentre Umano e Quarian si ritrovano nella serra, che è diversa, colori caldi e colori freddi creano un ottimo contrasto, mi chiedo come Lana veda David, cioè, con che colori... lui non se ne accorge, all'inizio, che tutto è colorato in maniera opposta. Oh, che meraviglia, ci sono delle chicche, sparse qua e là, che mi portano a desiderare un barattolo di Nutella ç-ç o una mousse al cioccolato.
Divago ancora. GH.
I Quarian, come li descrivi, come descrivi i loro usi è magnifico, molto delicato; tramite le parole di Lana'Vael e, ancora più meraviglioso, tramite gli occhi di Anderson, è da lì che arriva la poesia più sincera, perché lei sembra quasi avere un'aria di superiorità, data da decadi di disprezzo accumulato. "Ladri", ecco come la pensa la Galassia, in realtà, è la prima cosa che ti dice anche Udina, guardando Tali con un disprezzo pazzesco. C'è un momento in cui la squadra, addirittura, senza mutare di espressione, ma lo scorrere lento delle pupille dal basso verso l'alto è... oddio, quanto ho odiato quel momento. Non la conosci, perché trattarla come se fosse l'ultima degli stronzi? Poi continui il gioco, arrivi nel secondo capitolo e le spalle si staccano e cadono a terra con un tonfo. Galassia, mi senti? Sei razionale quanto un bradipo.
E divago di nuovo, stavolta volontariamente!
Amiamo tutti le Asari, eh? :P
Sono parecchio divertita da quell'Asari, penso di aver smollato la lettura solo per ridere come una deficiente davanti a quella piccola piccola apparizione della "bosh'tet blu" u.u
Aspetto con ansia la terza registrazione, sallo!
Un abbraccio

J.

Recensore Junior

"Your love is like bad medicine! 
Bad medicine is what I need! 
Shake it up, just like bad medicine! 
There ain't no doctor that can 
Cure my disease"

Lo avete riconosciuto? Il mitico Jon Bon Jovi e la sua Bad Medicine? Ecco, ora immaginatevi Anderson sul palco al posto di Jon, attorniato da centinaia di Quarian urlanti che ballano come ossessi ed avrete una vaga e imprecisa idea di cosa hanno partorito i quattro neuroni che abitano a scrocco nel mio cervello xDDD
Poveraccio, vedendo Anderson così perso nei confronti del nostro Grand’Ammiraglio e così impossibilitato ad esprimere liberamente i propri sentimenti, non potevo fare altro che immaginarmelo con i lunghi e fluenti capelli di Jovi a cantare Bad Medicine xD

Lasciando da parte le sdrogate generate dal mio cervello, direi che possiamo parlare di cose serie…eeeeh Lubi non ci si scappa…Analisi Time :D!
Partiamo subito col dire che a differenza del primo capitolo, ove i ricordi di Anderson erano il punto centrale del capitolo lasciando il resto tutto più defilato, qui l’introduzione col monologo di Anderson schiaccia quasi di prepotenza il resto del racconto. Nel primo capitolo ci viene semplicemente presentata la situazione in cui Anderson si trova e si passa praticamente subito al vero punto focale di tutta la storia, mentre in questo secondo capitolo ci viene descritto con prepotenza la vera gravità con cui Anderson combatte e vive. Se ricordiamo le fasi di gameplay di Mass Effect 3 su pianeti invasi, benchè le sequenze siano di impatto, possiamo vedere solo un piccolo stralcio della battaglia che si combatte laggiù, nel capitolo avvertiamo tutta la crudezza, la polvere, il malessere e l’estremità di cosa le persone  fanno per sopravvivere in un conflitto di quel genere. Il lettore è pervaso dal senso di angoscia, di sdegno e ribrezzo e, Santo Cielo, è così che deve essere! La situazione è grave e la dettagliata descrizione offertaci da Anderson, tramite anche l’ausilio di metafore o di paragoni con eventi precedenti nella storia dell’Umanità, ci fanno capire quando sia terribile e  disperato vivere e combattere quella guerra. Ho sempre pensato che per affrontare i Razziatori tutte le specie della Galassia avrebbero dovuto adottare un metodo che non si sentiva più dall’ormai lontano 1915: la guerra di trincea tipica della Prima Guerra Mondiale. Cosa altro fare se non occupare piccoli fronti di difesa in fosse scavate nel terreno in mezzo ai detriti ed ai cadaveri e colpire il nemico con attacchi lampo di guerriglia tipiche della Resistenza? Certo, i Razziatori non hanno bisogno di questa strategia e se ci pensate potreste paragonare questa situazione, i più di voi cultori della fantascienza ci avranno magari già pensato, alla battaglia di Hoth tra Ribellione e Impero in Star Wars Episodio V: L’Impero Colpisce Ancora. Direi che il paragone è calzante no? Ci si difende su più linee di difesa scavate nel terreno e si arretra difronte allo strapotere nemico mentre dei coraggiosi attaccano il nemico sui fianchi. L’introduzione (così come la parte finale) ha il grande merito di fornirci un quadro dettagliato e sincero di come vada quella guerra persa in partenza, in modo brutale e senza omissioni di sorta.
Tornando al vero punto centrale dell’opera, ci ritroviamo ancora una volta nella flottiglia in compagnia del Grand’Ammiraglio. Abbiamo ancora una volta una chiara ed esplicativa visione della vita dei Quarian, delle loro consuetudini sociali, delle loro leggi, del loro attaccamento a ciò che più vicino hanno da chiamare casa e dei loro sentimenti. Non è qualcosa di superfluo, anzi è scorrevole, di piacevole lettura e trattato in modo che si fonda col resto dell’opera come una sorta di lezione pratica sugli usi e costumi di tale specie. E’ brillante poi vedere come il “malvagio” sarcasmo e la punta di fermezza del Grand’Ammiraglio riescano sempre a rendere tutto molto più vivace alla lettura. I dialoghi hanno come caposaldo proprio la durezza mascherata della protagonista che riesce sempre a mettere in ombra il giovane Anderson e a condurre lo scambio di battute come farebbe un campione di scacchi con un neofita.
Arriviamo ad un piccolo pensiero a parte per il Giardino dell’Eden (per lo meno così mi piace chiamarlo ^.^). Sarebbe riduttivo dire che il lavoro è magistrale..la quantità di lavoro che c’è dietro quella descrizione appare lampante come il sole. Ci sono dettagli tecnici e scientifici che elevano il pezzo a una sorta di pinnacolo della scienza a cui tutti dovrebbero attingere. Qui si vede l’abilità di comprendere la natura di un pianeta e delle sue possibilità e formulare descrizioni assolutamente coerenti di come si sarebbe evoluta la vita in un pianeta come Rannoch. Qui ci sono solo applausi poiché hai sfruttato le tue conoscenze e il materiale messo a disposizione dal gioco per dare più coerenza e realismo a un mondo che manca solo di dettagli come questi per essere definito completo. Si può dire che hai dato la “vita” a Rannoch. Solo applausi.
 
Veniamo all’ultimo punto: Lana’Vael Vas Rayya. Premettendo che se esiste la reincarnazione io spero di rinascere come un informatico al suo servizio, posso solo far notare come l’evoluzione del personaggio sia palpabile nel proseguo di ogni riga. Benchè ella dimostri più di una volta la sua fermezza, forza di volontà e determinazione, appare inevitabilmente più fragile in alcuni momenti del racconto. Quasi la si può vedere vacillare al parlare delle navi della Flotta, ne parla con orgoglio, ma sa bene che non poi così temibili. Inoltre la visione di quelle coppie di Quarian non ha messo certo la tristezza addosso solo a Anderson, anche Lana sicuramente ha avuto un piccolo cenno a riguardo, così come lo ha avuto il sottoscritto. Si parla di fragilità e cosa è più fragile della vita di un essere vivente imbozzolato in una tuta ambientale? Per definizione i Quarian non prendono bene le battaglie e ancor di più qualunque cosa necessiti mettere a rischio l’integrità della tuta o l’esposizione dei loro corpi all’ambiente esterno. Si sopravvive sapendo apprezzare ciò che si ha e facendo valere le proprie conoscenze in qualunque campo.
Concludendo: c’è molto ancora da scoprire e da esplorare, in particolar modo il finale del capitolo lascia intravedere sviluppi parecchio interessanti, ma fin da ora l’hype sale così come la necessità di rifiondarsi al lavoro sui propri scritti perché è anche a storie come queste che l’ispirazione torna a brillare nella testa.
Quindi, i miei più sinceri complimenti Lubi. Sei riuscita ad inanellare una dopo l’altra una fantastica serie di perle rare, tra tutte la crudezza del racconto che serviva parecchio a mio parere e l’elemento scientifico, perché è sempre bello e affascinante vedere come chi ha le conoscenze giuste da la sua visione di come possa evolversi uno dei mondi più affascinati e che mi stanno a cuore di ME.
Mentre in sottofondo Jon Anderson Jovi conclude la sua canzone, io ti saluto con un abbraccione e applausi :D

Keelah Se’Lai

*Murkrow gracchia sul palco dopo aver fregato la bandana ad Anderson xD*

Recensore Veterano

Anche questo capitolo è stupendo come il precedente. L'hai arricchito di dettagli, descrivendo anche tutta la devastazione di un campo di battaglia, che a noi passa parecchio filtrata nel gioco. Siamo nel futuro, eppure di fronte alla guerra, tutti gli uomini sono uguali e la legge per la sopravvivenza è una sola. E quale momento migliore per ricordare la propria vita, se non proprio quando quella vita ti sfugge lentamente dalle mani?
Che posso dirti... io adoro troppo come tu abbia deciso di raccontare una storia del genere, adoro il modo in cui hai tratteggiato il carattere di Anderson nella sua giovinezza e adoro ancora di più il modo in cui parli dei Quarian, rendendoli mille volte più affascinanti di come appaiono nel gioco, ma terribilmente realistici.
Il racconto di Anderson mi tiene incollata allo schermo, e ogni volta finisco la lettura senza rendermi conto che ero già alla fine... e sì, ci rimango malissimo XD E' facile perdersi nelle descrizioni di quella nave, nei gesti e nelle parole di entrambi. L'unica cosa che ti tiene ancorato alla realtà sono gli spezzoni in cui Anderson deve ritornare alla sua, di realtà. E allora capisci che quel meraviglioso racconto è solo un pezzo del passato... e vuoi saperne di più.
Spero che non ci farai attendere ;)
A presto!

Recensore Veterano

Sono rimasta letteralmente affascinata nel leggerti. Adoro come scrivi. Hai il coraggio di usare un linguaggio nudo e crudo, come ci si aspetta da un soldato che sta combattendo una guerra disperata in condizioni disperate. E' tutto così dannatamente vivido e tagliente. E' un film impietoso, con immagini raccapriccianti. Esattamente come deve essere stata la guerra contro i Razziatori. Non quella che Anderson ha vagamente descritto al videoterminale, quando ha parla con Shepard, ma quella che ha veramente combattuto a Londra. Da brividi.
E in contrapposizione a tutta questa crudezza, c'è la misteriosa immagine della Quarian. Mi è tornata più volte alla mente l'immagine di Igritte e Jon Snow (ma chissà se hai mai letto Game of Thrones o se stai vedendo la serie in TV?). C'è questa donna che ripete più volte "Tu non sai niente, Jon Snow", così come Anderson deve rendersi conto di non sapere veramente niente di quel popolo. E' Igritte, come la tua Lana, a catturare tutta l'attenzione, a mostrare la pochezza di chi crede di sapere e capire basandosi sulla propria ignoranza e sull'ignoranza di chi ha cercato di spiegare qualcosa che non ha mai compreso.
Il fatto che sia una Quarian, completamente celata nell'aspetto, aumenta a dismisura il fascino che questa figura può esercitare.
La contrapposisione fra la guerra crudele e disperata e le immagini di un passato così fantastico è realistica e coinvolgente. Quella guerra ricorda in ogni momento la prossima fine ed è logico che nei pochi momenti di sosta dai combattimenti Anderson rifugga nelle immagini di quel passato.
Sono curiosa di vedere come andrai avanti, ma sono certa fin da ora che questa storia mi piacerà moltissimo.
Complimenti.

Ed ecco che sbuchi all'improvviso con una nuova storia. Quanto posso esserne felice? Tanto. Tantissimo.
Anderson è una di quelle figure che ho sempre tralasciato, preferendomi soffermare sul "mistero Hackett"... si vede che ho tutta un'idea strana dei personaggi e del gioco. .-.
Qui sono stati valorizzati molti aspetti, ma quello che mi ha colpita maggiormente è dato proprio dalla natura di Anderson. Magari sbaglio nell'interpretarlo, ma l'ho visto come un soldato alla mano, che conosce la gerarchia, ma è in grado di capire che chi gli è davanti non un macchinario, né carne da cannone. L'uomo può sbagliare, ma è sempre degno di fiducia, merita qualcuno che si interessi a lui... e quel qualcuno si ritrova ad essere sempre Anderson. L'Anderson che ripone estrema fiducia al suo diretto sottoposto, che altri non è che Shepard. Mi devo essere spiegata con i piedi, ma non riesco a trovare le parole adatte per questo concetto che, ultimamente, mi sta facendo riflettere un sacco!
Ascoltare i vari datapad sparsi nel suo appartamente, in Citadel, mi ha messo una tristezza enorme, oltre a spingermi a rileggere il primo romanzo, quello che lo vede come protagonista.
Le interazioni con i suoi soldati danno un estremo realismo alla vicenda, adoro come hai impostato il ritmo della narrazione, mi affascinano molto le registrazioni <3
E l'idea geniale di introdurre una situazione che non esiste in gioco e che riesce perfettamente ad essere coerente con il tutto ha preso inevitabilmente il mio interesse!
David è curioso, David ritrova l'adolescenza dietro il casco di una Quarian, il popolo più avanzato tecnologicamente e a livelli di intelletto... una semplice biologa impara nel giro di qualche anno una lingua aliena, le basi della storia umana, riesce a delineare perfettamente il profilo di un soldato del calibro di Anderson. Il passaggio all'interno della Flottiglia mi ha lasciata con il cuore in gola, ero troppo imbarazzata per lui... forse perché nutrivo le sue stesse aspettative, mi ero lasciata coinvolgere dai suoi pensieri. Un errore da dilettante, insomma. Lasciarsi coinvolgere da una vicenda, mettendo in secondo piano la fredda analisi, è un errore? In questo caso no, è la magia della lettura! E io c'ero immersa fino al collo...
Complimenti e un abbraccio filante!

J.

David Anderson...
E' uno dei personaggi che scavano dentro il cuore, da quando libera la Normandy SR1 rischiando tutto, perfino la sua vita, in ME1, a quando regala il suo appartamento al comandante. E poi c'è la sua morte... uno dei punti più commoventi di questa trilogia.
Ho iniziato a leggerti con vero interesse, perché non mi era mai capitato di trovare scritti su questa splendida figura. Poi mi sono lasciata trasportare dalle tue visioni, dai ricordi che gli attribuisci, dalle immagini della sua vita passata. Ci sono ricordi abbozzati appena e altri su cui ti soffermi dettagliatamente, come li stesse rivivendo mentre là fuori, a qualche metro di distanza, i Razziatori seminano il panico. Ed è così che si ricorda la propria vita.
Mi sono tornati in mente i datapad disseminati nel suo appartamento. Lo stile è lo stesso che utilizzi tu in questo racconto. E tutto suona credibile.
Mi ha colpito la tua invenzione: non mi sarebbe mai venuto in mente di pensare ad un David Anderson vittima del fascino di una donna quarian. Ma è credibile, tu lo rendi credibile. Quelle loro tute così aderenti e il mistero che si cela dietro la maschera. Un popolo strano, diverso, vittima dei suoi errori.
Grazie.

Salve di nuovo... sono io, è un po' che non passo di qua, ma ho molto da fare a casa, quindi non passo spesso qui.
Comunque, notando questa storia, mi sono incuriosito e ho dato un occhiata e devo dire che la storia è parecchio interessante e da una visione diversa del personaggio di Anderson.
Non pensavo che provasse interesse per i Quarian (Be' è immaginabile, però, data la natura di questa specie così 'triste' ma fiera.) E sono rimasto impressionato dalla conoscienza storica e linguistica dei Quarian (Il solo fatto che abbia fatto una comparazione tra il suo popolo e gli 'Ebrei' indica che, per te, si sono informati bene, data la somiglianza tra i due popoli.)
Inoltre devo dire che hai descritto molto bene le ambientazioni e i luoghi in cui si svolge l'azione: come hai descritto la nave dei quarian ed il loro modo di vivere.
Inoltr è stato impressionante il modo in cui hai descritto le emozioni di Anderson, molto realistico e coinvolgente, tanto che se non ci fossero le parti in grassetto, non mi renderei nemeno conto che è lo stesso Anderson che sta raccontando e non che sta accadendo davvero nella storia.
Ottimo lavoro, spero di vedere presto il seguito.
AxXx

Vedo viaggiare un elettrone lungo quest'ammasso di fili e componenti hardware che è il mio pc. Dati che partono dalla mia periferica input/output preferita, volgarmente riconosciuta a livello mondiale come "tastiera". Corre alla velocità della luce il piccolo raggio d'informazione, seguendo una script ormai elaborato e consolidato, seguendo le semplici regole delle funzioni scanf, printf e int. Corre per arrivare al processore che leggerà l'informazione che la capirà e che manderà il segnale di risposta alla seconda perferica più importante del pc: il monitor, anch'esso volgarmente, conosciuto col nome di schermo. Il delay è di millisecondi, troppo pochi per essere avvertiti dall'occhio umano, dato che noteremmo la differenza solo con una rapidità d'aggiornamento inferiore ai 30 fotogrammi al secondo. 
Ebbene, si potrebbe dire la stessa cosa del tuo lavoro Lubi: apri la pagina, leggi la storia e ti ritrovi stracolmo di pensieri, parole, sentimenti come se fossero assopiti li da ere geologiche che aspettavano di essere risvegliati e tutto questo succede come se fosse successo in un attimo, come se qualcuno avesse piggiato il bottone e avesse acceso la luce nella tua testa. 
Succede così presumo quando una cosa scava dentro di te, come un trapano farebbe col un muro di burro. Lo dico ogni volta e mai mi stancherò di ripeterlo: ha un modo di scrivere fantastico! Poetico, bilanciato, affascinante, coerente con i personaggi e che ti accompagna per mano lungo tutta la lettura. Leggere di Anderson, delle sue memorie, di inserirlo nella cornice della Guerra è stato fin da subito familiare. Il suo carattere è ripreso ed espanso, narrando tramite le sue parole una storia dai sapori sublimi. Un evento che sa di riepilogo, che sa di amarezza, che sa di sconfitta e di vittoria. 
Mi son ritrovato a perdermi anche io in mezzo a quegli occhi dietro la maschera, così irraggiungibili e così rassicuranti. Una chimera.....no, una Khimaera vera e propria. Lana'Vael è qualcosa di ancestrale, un dono da parte tua a tutti noi, un magnifico personaggio tratteggiato alla perfezione in poche righe che vorrei immensamente potesse ritrovare seguito in quanti capitoli possibili in questa storia. Alcuni suoi tratti mi rimandano a molte cose, mille e più contenuti che si uniscono per creare un puzzle perfetto, un mosaico senza eguali. 
Mi son buscato gli stessi colpi al cuore di Anderson e gli stessi identici sudori freddi. Ho riso per lui, in una situazione davvero imbarazzante. C'è un proverbio che si usa poco e si conosce poco, forse perchè è riferito a quegli "oscuri esseri" che sono gli hacker, e così recita: "Non dare la scusa all'hacker di ottenere la conoscenza, perchè dopo ti ha in pugno".....ebbene, pare che il buon Anderson lo abbia scoperto sulla sua pelle. A volte mi vien da pensare se si prenda sottogamba queste figure o se le si idealizzi troppo, ma qui conta il loro potere, quello di ottenere la conoscenza. E il Grand'Ammiraglio (10+) si circonda di gente competente e sicuramente anch'ella avrà due mosse di Dos (denial of service) o MITM (man in the middle) da mostrarci se solo lo volesse ;)
Che dire? Solo che ho l'attesa a mille e il cuore a millemiliardi. E ti devo assolutamente ringraziare amica mia, perchè hai ridato a questo corvaccio da due soldi una carica che gli mancava da una eternità. 
Come ho già detto: lavoro superbo, elegate, curatissimo e sopraffine. Un abbraccio fortissimo e un ringraziamento ancora più grande per aver condiviso con noi questa nuova avventura.

*Murkrow prepara le valige. Si torna sulla Rayya*

Ma che meraviglia o_O
Cioè prima di tutto son felicissima per questa nuova storia, poi che dire... ho trovato questo capitolo stupendo, a dir poco.
Non avrei mai immaginato che a qualcuno venisse in mente di scrivere qualcosa su Anderson, personaggio che personalmente adoro... soprattutto non qualcosa del genere.
Sono davvero estasiata... ho tenuto gli occhi incollati allo schermo divorando avidamente ogni frase finchè non sono arrivata a fine capitolo con un pizzico di delusione perchè era finito D:
Mi ha proprio rapita questo racconto, ho quasi sentito la voce di Anderson narrare mentre scorrevo la pagina...
Complimenti davvero, un lavoro perfetto e molto molto interessante!
Spero che aggiornerai presto :3