Recensioni per
Quis est Catullus?
di Mattotoro

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
21/01/15, ore 23:15

Vedo che non sono l'unica ad amare le atrocità della letteratura latina *ride* beh, non che Catullo mi piaccia più di tanto, a dire il vero. Però ho trovato molto carina questa introspezione a lui dedicata. Dopotutto un po' tutti noi abbiamo vissuto dei "momenti catulliani" (oddio, che termine orrendo...ma vabbè) amando una persona che non ci corrispondeva. Complimenti comunque.
Federica.

Recensore Junior
19/08/13, ore 01:20

Ciao, premetto che Catullo è il mio poeta preferito in assoluto(le sue poesie rappresentano tutte le passioni della vita, anzi i suoi scritti sono 'vita'), quindi vedrò di scrivere una recensione decente.
Per quanto riguarda lo stile ti faccio i complimenti, non ho notato errori e strafalcioni. Scrittura fluida, corretta e non, passami il termine, 'pomposa'. Davvero una rarità ultimamente, ma sorvoliamo.
Ho intravisto, però, delle pecche storiche:
1) Catullo era veronese, non mantovano(forse ti sei confuso con Virgilio)
2)Da quello che sappiamo, Giovenzio rifiutò le attenzioni di Catullo, con grande disappunto di quest'ultimo. Quindi, è molto improbabile che sia stato il nostro Gaio Valerio a far soffrire il giovincello, è più plausibile il contrario
3)E' anacronistico parlare di libri d'amore. Al tempo di Catullo non esistevano, c'erano per lo più raccolte di poesie erotiche; per un vero e proprio trattato sull'amore, in latino, si era dovuto aspettare Ovidio con la sua Ars Amatoria.
Infine, vorrei porti una domanda su questo punto che non ho ben capito
"Non era forse meglio sacrificarti a Diana?
Come ti ha ridotto la luna!"
Catullo paragona Lesbia alla luna ma poi si chiede perché non si sia sacrificato a Diana...nella mitologia latina Diana è la dea lunare, quindi mi è parso un po' un controsenso...ma magari è solo un mio errore di interpretazione.
Bene, tutto questo sproloquio per dirti che tutto sommato la tua storia mi è piaciuta, sebbene ci siano alcuni errori, ma questi sono facilmente correggibili:)
Spero di essere stata esauriente
Alla prossima,
Martina

Recensore Veterano
27/06/13, ore 19:57

Non so quante parole ci sono in questa storia, ma è incredibile come tu sia riuscito/a a condensare tutti i pensieri che intendevi trasmettere in così poche parole. hai un dono della sintesi che io mi posso solo sognare :) Passando all'argomento. Catullo, non so per quale motivo, mi affascina incredibilmente, forse per il suono del nome, che sembra qualcosa di dolce e silenzioso, o forse per il suo amore non corrisposto verso Lesbia/Clodia ecc... (come dici tu all'inizio) Il contrasto tra luna e sole poi mi ha colpita moltissimo: credo che tu abbia catturato perfettamente l'essenza di una donna come Clodia. Una domanda, più di chiarimento che di reale "non capito": Catullo è morto, vero? Le parole di Ade mi sono piaciute così tanto che ho riletto la frase due volte per quanto era scorrevole, poi l'uso della seconda persona (che io amo moltissimo) mi ha fatta sentire incredibilmente vicina a Catullo e alle sue sofferenze. L'unica frase che realmente non ho capito è l'ultima, o meglio, non ho capito come si lega al resto della FF. Per il resto, è meravigliosa. Lo stile è talmente fresco e fluido che è stata un piacere da leggere questa FF. A presto
LadySaphira

Nuovo recensore
26/06/13, ore 09:52

Un componimento molto interessante. La disparità tra la semplicità dell'aspetto formale e l'articolata completezza di quello contenutistico lascia trasparire da ogni frase l'interesse autentico e sincero provato per l'autore di cui si tratta e il mondo in cui è vissuto, effetto che si può ricavare anche da alcuni provvedimenti retorici e sintattici che si possono rinvenire in vari punti del testo. Ad esempio, notevoli sono le ripetizioni di espressioni come "Chi è Catullo che piange, ama e odia la stessa donna?", o di singoli termini (vedi anche il "così" del quinto rigo, che però ha un sapore troppo pleonastico), ma anche le anafore che caricano in più momenti la tensione espositiva e sentimentale del testo rendendo, senza tutta via variarne di troppo l'elevatezza generale, già di per sé non modesta, ma al contempo neanche esageratamente evidenziata. Per quest'ultimo motivo mi sento di poter identificare una stretta connessione tra lo stile utilizzato in tale componimento e quello, tipicamente classico, degli originali componimenti latini, ma senza l'elevatezza stilistica che li caratterizza. Ribadisco, comunque, che la semplicità dello stile non reca danno alla comunicazione di sentimenti e sensazioni, ma forse una maggiore cura, in particolare dal punto di vista delle immagini scelte (che a volte risultano un po' troppo scontate), renderebbe un lavoro simile ancora più affascinante.
Per quanto riguarda i contenuti, d'altra parte, si può percepire una grande preparazione culturale. Eccezionale la scelta dei termini nella frase precedentemente citata ("Chi è Catullo che piange...") perché riassumono alla perfezione la concezione catulliana dell'amore, proiettandola in un punto di vista esterno, ma non per questo meno coinvolto. Vari cenni alla storia e alla cultura latina conferiscono dignità storica al testo, ma suggerisco, al fine di migliorare il prodotto, una minore attenzione alla quantità dei riferimenti e una maggiore concentrazione sulla varietà di questi ultimi, da elaborare in maniera più studiata dal punto di vista stilistico-retorico.