Questa è la vicenda di un giovane maestro dell'ottavo secolo d.C., la cui scuola filosofica, distrutta dagli Arabi di Al-Andalus, è stata trasferita dai dintorni di Granata ad una zona sperduta nel Lazio settentrionale. Dopo un anno di vita da latitante, perseguitato sia dalla Chiesa e da Carlo Magno, che dai Musulmani, sceglie di intervenire nella battaglia a favore dei Cristiani per guadagnare la fiducia del re dei Franchi e dei Longobardi, in modo tale da conquistare la tanto sospirata libertà per la sua scuola. Parte dunque per un lungo viaggio attraverso il mondo leggendario e paradossale dell'immaginario medievale, in cui scoprirà, al termine, che quello che, all'interno della scuola, è il suo titolo di maestro, risulta, all'esterno, il più modesto grado di allievo.