Noto con piacere che le tematiche in questione abbiano toccato parecchio i lettori del fandom e mi fa piacere che altri autori e/o autrici si siano cimentati in quest’impresa, dal momento che il mondo dell’horror mi affascina non poco.
Trovo parecchio azzeccata la tua ispirazione e la citazione di Lovecraft collima con il contesto che si presagisce già dall’introduzione e spero riesca ad apparire più stimolante nel seguito, malgrado nell’ultimo periodo sia terribilmente preso d’assedio da quante più persone possibili a causa di una sorta di moda sotterranea – che immagino non sia il tuo caso grazie anche al fatto che hai ben precisato le tue passioni prima della stesura del primo capitolo.
Per quanto riguarda la punteggiatura e il betaggio che hai voluto intraprendere con l’intervento della persona citata nelle note, posso solo dire che non ha coperto del tutto gli errori di fondo, o che comunque sono stati fatti successivamente dalla stessa. Non credo che esista un modo giusto o sbagliato di scrivere, ma per lo meno che alcune regole basiche debbano essere seguite: nello specifico, posso notare sin dalle prime righe un uso improprio del punto come nel contesto che segue “[…]Sulla mappa nessun villaggio a chilometri di distanza, nessun insediamento umano, nessun posto dove rifornirsi di cibo. O di acqua.[…]”
Il punto prima della o è sbagliato, perché si utilizza per concludere una frase di senso compiuto con almeno un verbo al suo interno, ma allo stesso tempo è risaputo che la virgola viene usata negli elenchi brevi, per dare connotazioni e accenti diversi alla frase, nonché tempi di pausa e di respiro. Non lamentandomi quindi delle frasi molto semplici che non vedono l’ausilio di una punteggiatura cadenzata, posso però dire che in quell’esatto contesto è errato il suo utilizzo: sembra quasi che sia stato lasciato lì per errore e dopo un betaggio non dovrebbe accadere una cosa simile. Certo, sono consapevole del fatto che il mio giudizio non sia insindacabile e che possa come non possa essere condiviso, ma credo che converrai con me sulla faccenda che ti ho proposto in questo caso.
Avrei da ridire anche sull’uso della virgola in questo caso, perché scendendo nella lettura mi sono imbattuta in una successione quasi preoccupante. Come già detto, la virgola serve a cadenzare un discorso, a separare le frasi principali dalle subordinate, a fare un elenco e così via; c’è da dire, però, che non sempre sono usate in modo corretto e che bisogna considerare il discorso al di là delle stesse quando vengono utilizzate per specificare in modo parallelo dei dettagli intrinseci alla frase in sé (come se fosse una piccola subordinata).
Non voglio concentrarmi troppo sugli errori di punteggiatura, dal momento che ti sei affidata a un betaggio, perciò passerò oltre a questo, sperando che comunque ne terrai nota per il futuro.
Per quanto riguarda la fanfic, devo ammettere che l’inizio ricorda davvero un film dell’orrore dei tempi passati, ma anche quelli più odierni dove i clichè sono ormai di routine. È pur vero, però, che leggendo la storia mi sono trovata momentaneamente spaesata, perché si distacca un po’ dal contesto di Saiyuki, forse per la trama in sé, ma in questo caso avrei inserito un avvertimento what if..? per rendere meno controproducente il tutto: mi spiego meglio, trovarsi in una zona d’ombra così com’è capitato ai quattro è difficile e la tensione è possibile che salga, ma manca un po’ di quel sale che la Minekura sparge in ogni capitolo d’alta tensione, così come nello scontro fatidico della fine di Saiyuki Reload.
Possibile però che in una zona d’ombra esistano una flora e una fauna simile? Essendo tu un’amante dei film del genere che hai intrapreso, dovresti quantomeno cercare di modificare le falle delle trame altrui e mi auguro che in futuro ci sia una spiegazione plausibile per questo.
Se non vado errando, infatti, questa esce al di fuori del campo magnetico mondiale, ma è anche in grado di far impazzire flora e fauna in un qualunque verso (sia negativamente che positivamente) a causa della concentrazione energetica; perciò spero che potrai illuminarmi sulla scelta in questione, dal momento che per uscirne, semplicemente, avrebbero potuto orientarsi con la direzione delle stelle che, presumo, degli uomini di mondo come loro conosceranno bene.
Trovo che delle scene di tensione siano perfette nel paragone con Lars von Trier, ma altre risultano più neutre e meno utili a mio avviso. La divisione della storia è voluta, suppongo, quindi stilisticamente non posso lamentarmi, anche perché ognuno ha un suo stile e questo che poni nella narrazione, tutto sommato, mi piace abbastanza e devo rendertene atto; è pur vero però che iniziare un blocco narrativo a sé con la scena di Sanzo che scuoia un animale è un po’ forte a livello concettuale, come se avessi puntato su di lui la telecamera e ti fossi quindi concentrata in una narrazione tipica dei dettaglio di una sceneggiatura trasportata da un fan in fanfic – non che sia negativo, anzi, lo fa sembrare un vero film horror, ma non ha proprio l’impatto desiderato perché manca di tensione e si basa più sull’aspetto organizzativo della vicenda, il che potrebbe essere buono in una one shot, ma in una long fic tende a stancare il lettore.
Ho degli appunti da fare sul personaggio di Gojyo, tra l’altro, ma li farò andando avanti, così come con gli altri, seppur in maniera meno lampante: per il momento mi limito a dire che l’astinenza da nicotina può causare molti problemi in un fumatore incallito, ma non ai livelli cui l’hai posto.
Quell’elenco di sintomi sembrava quasi provenire dal tagliando di una medicina con controindicazioni eccessive e nonostante sia d’accordo con te sul fatto che molti di questi siano presenti nelle quarantotto ore successive alla mancanza di sigarette, posso assicurarti che non riescono a raggiungere tutti quei giorni indicati nella narrazione – non con la stessa intensità, almeno, e non tutti assieme, perché dopo due giorni subentrerebbe solo lo stato apatico e depresso, mentre l’irascibilità si presenterebbe solo in maniera sporadica.
Grazie a questo dettaglio, per lo meno, ho compreso la perplessità di Gojyo nel chiedersi come avrebbero provveduto a conservare la carne, malgrado credo che abbia dovuto impararlo da sé sin dall’infanzia, considerato il territorio cui ha vissuto, famoso anche per l’essiccazione delle carni (prima che tu possa chiedertelo, è ovvio che mi riferisco al Togenkyo inteso come Cina e dintorni, perciò credo che sia capitato anche a te di vedere e/o sentire di come i cinesi essicchino la carne).
Mi chiedo solo perché, avendo a disposizione un fiume, vogliano vivere alla stregua del vecchio reality show Survivor: potrebbero lavarsi in qualunque momento, così da evitare infezioni nelle ferite che sono rimaste nonostante l’intervento del guaritore, ma non lo fanno per chissà quale strana ragione.
Mi è molto piaciuto il dialogo tra Gojyo e Sanzo, però, perciò posso almeno assicurarti che su quel punto non posso biasimarti in alcun modo a livello di caratterizzazione: molto caratteristico in un contesto come questo, mettersi a parlare delle proprie esperienze in modo a tratti velato e a tratti palese ^^
Anche la parte dedicata al dialogo tra Sanzo e Goku l’ho trovata molto carina, soprattutto nel rimando a Saiyuki Gaiden che si trova tra le righe, ma allo stesso tempo mancava qualcosa, forse un po’ di naturalezza in più o forse è colpa sempre della punteggiatura se ho avuto quest’impressione, perciò credo che rileggerò in futuro il pezzo indicato per farti avere o meno conferma del mio dubbio.
Si può dire che sia tipico incontrare una signora anziana in un bosco come quello, ricorda un po’ le favole, ma devo ammettere che è stata una scelta interessante e sono davvero curiosa di vedere i risvolti che le sue confessioni daranno al gruppo, ma soprattutto a Sanzo che, ovviamente, sarà il più turbato dal resoconto inerente al suo defunto maestro e a colui che qualche giorno prima ha rivelato cose inimmaginabili sulla sua identità.
D. Chaos |