GIUDIZIO PER AVER PARTECIPATO AL CONTEST «MY BEVOLED ONE» CONCLUSOSI CON AUTOGESTIONE
«FLESH - PUSH UP TO MY BODY, SINK YOUR TEETH INTO» DI ROTA
La schiena aderiva perfettamente al metallo dell'imballaggio, sigillata e mantenuta ferma non solo da cinghie di cuoio che avvolgevano e stringevano il busto, ma anche attraverso quel pezzo di metallo in più all'interno della spalla che ogni soldato aveva trapiantato.
- Sviluppo della trama e dei personaggi
Una storia decisamente interessante, che comincia a prendere pian piano il suo ritmo durante tutto il corso della narrazione.
Abbiamo un prologo che serve per lo più a rendere partecipe il lettore di che cosa accada, anche se, ad esser proprio sinceri, inizialmente non sembra spiegare molto: vediamo Bertholdt sotto il getto dell'acqua e viene fatta una rapida spiegazione, ma il prologo è più atto a descrivere fisicamente ogni azione che sta capitando in quel frangente - il pulirsi di Bertholdt, la corsa forsennata di Eren e Armin, il breve discorso con Reiner e il masturbarsi di Connie - senza però soffermarsi troppo sui pensieri del narratore principale, ovvero Bertholdt stesso.
Dal secondo capitolo in poi, si ha finalmente un rialzamento della trama, dove vengono incanalate molte più cose e si comincia ad entrare nel vivo di essa, spiegando passo dopo passo gli sviluppi creati intorno a questo voler quasi ripercorrere a ritroso il manga, interagendo con personaggi come Reiner e Bertholdt in fase di addestramento, e inserirlo in un contesto futuristico; un'idea alquanto interessante da un punto di vista di originalità e sviluppo, sfruttando elementi cyberpunk come le ali metalliche e piegandole in modo tale da rientrare nell'oggettistica della storia, sostituendo ad esse la classica manovra tridimensionale presentataci nel fumetto originale.
Vengono inserite scene nude e crude senza risparmiarsi nei particolari macabri che potrebbero essere trovati anche all'interno del manga stesso, riuscendo però a non cadere nello splatter inutile e nel rendere quelle scene troppo pesanti alla vista, amalgamandole invece a poco a poco e diluendole, spiegandone l'esistenza e il perché durante tutta la narrazione; sono essenziali, si sente il bisogno di esse, poiché servono per tinteggiare la storia di trame ancor più cupe, così da non allontanarsi troppo dal punto essenziale, inserendo persino i giganti in un modo che oserei dire fantasioso e ben centrato nel contesto del racconto che prende forma dinanzi agli occhi.
Dimostrazione pratica di buona padronanza lessicale e descrittiva l'interazione tra i due protagonisti che diventa mano a mano più intima ed umanizzata, trattando così il loro rapporto in modo logico e coerente con l'andazzo del racconto, senza strafare e senza risultare ridicolo per il modo in cui si pongono tra loro: non si tratta infatti di due persone normali alle prese con una relazione, ma di una sorta di mezzi cyborg - passami il termine - che devono fare i conti con sentimenti e sensazioni che sono prettamente umane, cose che a loro, almeno inizialmente, sono abbastanza estranee e che si fanno largo nel loro animo solo passo dopo passo, fondendo il meccanico all'antropomorfo.
Qui mi aggancio alla scena di sesso, scene che spesso e volentieri annoiano o sanno fin troppo di artificioso, descrivendole in un modo così meccanico che risultano a volte ridicole e ben poco invoglianti; posso affermare con certezza che in questo racconto, per fortuna, tutto ciò non accade, anzi, si riesce a vedere pian piano il modo in cui essa si evolve e, oltre a diventare un atto puramente fisico in cui Reiner e Bertholdt si studiano a vicenda, comprendendo piano a piano la fisionomia dei propri corpi e l'anatomia di cui essi sono composti - dal più piccolo lembo di pelle al muscolo più sodo di un braccio, dalle strutture metalliche al più piccolo organo fittizio e non -, getta le basi per quello che andrà oltre a questo, oltre al semplice sesso descrittivo e passionale, rendendo il rapporto intimo e profondo; si riesce così a intravedere, passaggio dopo passaggio, come quella loro interazione venga analizzata punto dopo punto, abbattendo a poco a poco gli schemi e i muri precedentemente creati. In certi punti era persino divertente immaginarli mentre si studiavano a vicenda e sentirli ribattere su ogni cosa, fino all'atto stesso in cui si vedono uniti un po' di tempo dopo.
Da questo punto di vista, ammetto che mi hanno un po' ricordato C-18 di Dragon Ball, specialmente quando Bertholdt comincia ad esternare i propri dubbi a Reiner e a parlargli dei sentimenti che comincia a provare, cercando una sorta di rassicurazione da parte sua; anche questo modo di fare, però, forse senza che lui se ne renda conto immediatamente - almeno fin quando non gli viene esplicitamente detto e lui afferma di saperlo - è qualcosa di prettamente umano, poiché è umano l'esser rosi dal tarlo dei dubbi e dalla continua ricerca di rassicurazione e bisogno nel viso e negli occhi di qualcuno che può capirci e può dunque cercare in qualche modo di rasserenare il nostro spirito. Da qui in poi si va in discesa verso l'umanizzazione, e lo si fa senza fretta, senza correre, dando alla cosa il giusto spazio che deve avere.
Durante tutto il racconto, non si corre per arrivare al sodo e si sviluppa la cosa con la dovuta cura e coerenza, dote non da tutti quando si tratta di storie abbastanza lunghe come questa. Passo dopo passo, capitolo dopo capitolo, si ripercorrono sotto una chiave diversa gli avvenimenti del manga e ci si ritrova alla fine quasi senza rendersene conto, risalendo a fatica da quel mondo futuristico in cui ci si era immersi con così tanta passione e voglia di conoscenza per ritrovarsi in un passato che magari è solo un sogno, un passato così lontano che lascia solo amarezza e nostalgia.
- Stile, sintassi & grammatica
Come ti dissi tempo addietro su ben altre storie, la grammatica è buona e anche la padronanza lessicale, ma, da quanto ho visto durante il corso dell'intera storia, resta sempre il solito problema: la costruzione delle frasi. Stavolta ci sono state meno parole cambiate di posto, però quelle presenti hanno comunque il loro peso e potrebbero rendere ostica la lettura proprio a causa della presenza delle virgole che, poste in posizione strategica per dare un senso alla frase con la costruzione diversa, risultano maggiori di quanto non dovrebbero essere.
Stesso dicasi per l'andare a capo: ho notato che quell'abitudine resta, pur essendo minore rispetto a storie che ho precedentemente valutato. Molte frasi continuano nella stessa riga com'è giusto che sia, mentre altre, invece, vanno a capo anche quando potrebbero tranquillamente stare insieme per costruire lo stesso periodo.
Le descrizioni, invece, in alcuni punti oserei dire che risultavano addirittura suggestive; si riusciva quasi a vedere, a causa della minuziosità con cui venivano descritti i particolari - cosa che a me, personalmente, piace molto -, ogni singolo movimento dei personaggi, persino l'acqua che, durante il prologo, scivolava in rivoletti lungo il corpo, goccia dopo goccia. Tanto di cappello, quindi, per il modo in cui sei riuscita a giostrare la cosa. C'è anche un lato negativo, però, e cioè il voler rendere le azioni un po' troppo meccaniche durante i primi capitoli; per quanto potesse essere una cosa voluta, il testo ne risente e si fanno un sacco di giri di parole per il compimento di un'azione che si potrebbe risolvere in poco, rendendo tutto molto più fluido.
Ti appunto anche un paio di cose, suddivise per capitoli in modo che tu possa trovarle molto più facilmente. Alcune sono pignolerie, altri errori e altri ancora accorgimenti. Spero di non aver dimenticato nulla, dato l'orario notturno in cui ho valutato:
※ Prologo ※
❒ e oltre il suo sguardo tra il preoccupato e l'attento, seguì il movimento anche un rumore di scolo quasi gutturale → e, oltre il suo sguardo tra il preoccupato e l'attento, seguì il movimento anche un rumore di scolo quasi gutturale
❒ Aveva sudore addosso → Non è sbagliato, ma trovo suoni più godibile un “Era sudato”
❒ Gli sarebbe venuto da sorridere → Stesso discorso di cui sopra. “Avrebbe anche sorriso”, suona molto meglio
❒ che lì si erano rintanati → che si erano rintanati lì
❒ che dal petto si delineava lungo i confini dei muscoli formati e curvava proprio sopra l'ombelico per arrivare al bacino e dirigersi verso la gamba destra → Per la lunghezza con cui si presenta, rivedrei un po' la punteggaitura assente dell'intera frase, così da renderla molto più leggibile e fluida
❒ Percepì cosa accarezza la sua pelle, sentì cosa gli si allunga sui muscoli → Probabili errori di distrazione. In linea più ristretta si parla delle parole “Accarezzava” e “Allungava”, messi al presente anziché al passato
❒ Eppure, non si era mai soffermato troppo sul significato di quel preciso suo senso, in quei brevi anni di vita consapevole, sia perché non ne aveva avuto effettivamente l'opportunità sia perché non ne aveva mai avuto davvero il motivo → Eppure, in quei brevi anni di vita consapevole, non si era mai soffermato troppo sul significato di quel preciso suo senso, sia perché non ne aveva avuto effettivamente l'opportunità sia perché non ne aveva mai avuto davvero il motivo
❒ ma quello che gli uscì fu solo un ghigno sghembo.
E Reiner tentò di aiutarlo ancora. → Le due frasi possono benissimo continuare l'uan sulla riga dell'altra, essendo complementari
❒ Cadde un'ultima goccia, dalla chioma scura sopra la sua testa → Dalla chioma scura cadde un'ultima goccia
※ Capitolo uno ※
❒ Non c'era terreno morbido e rispondere ai passi della loro corsa, solo una lunga scia di lastre larghe di metallo → Non c'era terreno morbido a rispondere ai passi della loro corsa, solo una lunga scia di larghe lastre di metallo
❒ L'aria gelida della prima mattina → Giacché suona male, o scrivi “l'aria gelida della mattina” oppure “l'aria gelida del primo mattino”, al maschile
❒ non c'erano bulloni che cedevano o particolari gravi che cadevano a terra, cedevano in rumori molesti → Qui non ho capito se la seconda parte fosse un errore di battitura o cosa, visto che letta in singolo la frase non ha senso
❒ Per questa linearità di intenti e di esecuzione generale fu fin troppo rilevante il patimento del piccolo Armin → Per questa linearità di intenti e di esecuzione generale, fu fin troppo rilevante il patimento del piccolo Armin
❒ Con ogni probabilità si trattò di qualcosa di molto simile alla pena, ciò che lo mosse → Con ogni probabilità, ciò che lo mosse fu qualcosa di molto simile alla pena
❒ una forza ancora più incredibile che quella delle macchine stesse → una forza ancora più incredibile di quella delle macchine stesse
❒ Reiner era a conoscenza che queste fossero → Reiner era a conoscenza che quelle fossero
❒ o un minimo di empatia.
E quando la sua mano → Puoi tranquillamente unire i due periodi
❒ che si modificò due volte attraversi lineamenti → che si modificò due volte attraverso lineamenti
❒ Riprese/Riprendere → Utilizzerei un sinonimo per una delle due espressioni
❒ Quanto fosse un mistero l'imprevedibilità che toccava la volontà umana era una cosa che neppure il suo cervello poteva affrontare con la consapevolezza di essere davvero pronto → Quanto fosse un mistero l'imprevedibilità che toccava la volontà umana, era una cosa che neppure il suo cervello poteva affrontare con la consapevolezza di essere davvero pronto
❒ ogni superficie dove era possibile schiantarsi, se era sfortunata capitava che → ogni superficie dove era possibile schiantarsi; se era sfortunata, capitava che
❒ questa era e sempre sarebbe stata → quella era e sempre sarebbe stata
❒ Non lo mettevano troppo a disagio le telecamere che scorgeva di tanto in tanto, dagli occhi attenti e dalle voci squillanti prive di pietà → Le telecamere che scorgeva di tanto in tanto, simili ad occhi attenti e voci squillanti prive di pietà, non lo mettevano troppo a disagio
❒ Era quasi arrivato alla soluzione che uno sfrecciare scomposto lo distrasse e vide Mikasa che roteava sopra il cadavere della sua terza vittima → Era quasi arrivato alla soluzione, prima che uno sfrecciare scomposto lo distraesse e vedesse Mikasa che roteava sopra il cadavere della sua terza vittima
❒ naso non era impastato/naso poco propenso → Cambierei la parola “naso” su una delle due frasi
❒ Bertholt alla fine notò lo sguardo che aveva su di lui → Bertholt, alla fine, notò lo sguardo che aveva su di lui
※ Capitolo due ※
❒ Zampettò qualcosa, nei tubi dell'aria sopra le loro teste, in un rumore sottile e soffuso difficilmente riconoscibile → Nei tubi dell'aria sopra le loro teste, zampettò qualcosa in un rumore sottile e soffuso difficilmente riconoscibile
❒ Tutto ciò che poteva vedere in quel momento, di Reiner, era la sua testa bionda → Tutto ciò che poteva vedere di Reiner, in quel momento, era la sua testa bionda
❒ aveva lasciato la coperta finita chissà dove esattamente dove era stata buttata → Qui non ho esattamente capito cosa intendessi. Giacché dici che la coperta sta dov'era stata buttata, si suppone che si sappia dove sia e che quindi non sia finità chissà dove. La frase, dunque, andrebbe così: “aveva lasciato la coperta esattamente dove era stata buttata”
❒ per quello, da lui.
Farlo a quel punto era evidentemente → Anche qui ti dico che puoi unire i due periodi senza andare a capo
❒ Non lo farà a patto che tu sia sempre con me → Non lo farà, a patto che tu sia sempre con me
❒ Quindi, implicitamente la nostra stessa natura rivela che l'umanità è più perfetta della macchina? → Quindi, implicitamente, la nostra stessa natura rivela che l'umanità è più perfetta della macchina?
❒ Reiner però non gli aveva ancora lasciato la spalla → Reiner, però, non gli aveva ancora lasciato la spalla
❒ Il rumore dell'acqua che si scontra contro gli scogli e riduce a pezzi qualsiasi cosa rese fragili → So che a volte è voluto, ma trovo che il presente spezzi il senso del discorso, essendo la storia al passato
※ Capitolo tre ※
❒ Aveva scorto nel volo un movimento leggero tra le mura crollate e il cemento distrutto → Nel volo, aveva scorto un movimento leggero tra le mura crollate e il cemento distrutto
❒ Ma benché il suo orecchio sentisse anche bene, sensibile com'era → Ma, benché il suo orecchio sentisse anche bene, sensibile com'era
❒ doverne simulare altrettanta, nelle proprie espressioni → doverne simulare altrettanta nelle proprie espressioni
❒ muovere in quella direzione lo sguardo → Il verbo “muovere” legato a “sguardo” lo trovo un tantinello sbagliato. Magari riscriverei in maniera più semplice, come “volse lo sguardo”, che da un senso molto più netto e rapido sull'azione che si sta compiendo, senza però risultare strana per il verbo scelto
❒ Si dispersero, un po' ovunque → Si dispersero un po' ovunque
❒ Lui non smetteva di essere sé stesso → Per quanto sia da considerarsi giusto anche scritto così, trovo che “stesso” sia già di per sé un rafforzativo senza quel “sé” accentato e, graficalmente parlando, preferisco la comune versione “se stesso”, essendo pressoché la stessa e identica cosa
❒ perché se lui possedeva un cuore molte delle cose che aveva decapitato non avevano neanche un cervello vagamente simile in perfezione a quello umano → perché, se lui possedeva un cuore, molte delle cose che aveva decapitato non avevano neanche un cervello vagamente simile in perfezione a quello umano
❒ come se la morte per loro come il pericolo, potesse essere fonte di paura → Qui c'è qualcosa che non va, a meno che tu non abbia dimenticato una virgola per distrazione. Se così fosse, la frase reciterebbe: “come se per loro la morte, come il pericolo, potesse essere fonte di paura”
❒ paura sotto forme → paura sotto forma
❒ Entrambi loro mandavano avanti lo stesso → Trovo che “loro” sia di troppo e stoni con la musicalità della frase
❒ chi con certe regole chi seguendone altre → chi con certe regole, chi seguendone altre
❒ guardando non solo Reiner ma anche tutti loro → guardando non solo Reiner, ma anche tutti loro
❒ Ma se era ormai evidente che qualcosa dentro era cambiato, → Ma, se era ormai evidente che qualcosa dentro era cambiato,
※ Capitolo quattro ※
❒ La prima volta che l'aveva fatto si era giustificando dicendo di averlo visto fare a qualcun altro → La prima volta che l'aveva fatto, si era giustificando dicendo di averlo visto fare a qualcun altro
❒ gli presero la testa, il volto poi, schiacciandolo appena → gli presero prima la testa e poi il volto, schiacciandolo appena
❒ sentì attraverso il contatto con i palmi di lui di avere le orecchie appena rosse → sentì, attraverso il contatto con i palmi di lui, di avere le orecchie appena rosse
❒ ma quando Reiner spinse fino al bacino il proprio ginocchio lo pressò appena contro di lui e Bertholt seppe che non era stato un gesto casuale → ma quando Reiner spinse fino al bacino il proprio ginocchio, lo pressò appena contro di lui e Bertholt seppe che non era stato un gesto casuale
❒ fece arretrare il ginocchio con un'espressione quanto meno delusa gli fosse possibile → Rivedrei questo periodo, poiché il “gli fosse possibile” suona in più in questo tipo di frase
❒ e pur di interrompere quella pausa che gli stava facendo sorgere più dubbi del dovuto, si arrischiò a fare una domanda banale dal dubbio intento → e, pur di interrompere quella pausa che gli stava facendo sorgere più dubbi del dovuto, si arrischiò a fare una domanda banale dal dubbio intento
❒ arrivando a essere a quattro zampe su di lui → sistemandosi a quattro zampe su di lui
❒ Gradevole/Gradito → Userei un sinonimo per uno dei due termini
❒ Il biondo però volle sincerarsi → Il biondo, però, volle sincerarsi
❒ Ruotò il polso attorno a quello che stava stringendo ma l'espressione dell'altro non mutò affatto → Ruotò il polso attorno a quello che stava stringendo, ma l'espressione dell'altro non mutò affatto
※ Capitolo cinque ※
❒ La grande ruota della macchina che gli fungeva da veloce trasporto sollevava polvere e anche un po' di terra → La grande ruota della macchina, la quale fungeva da veloce trasporto, sollevava polvere e anche un po' di terra
❒ vani i suoi sforzi gentili.
E per quanto potesse fingere, → Le due frasi possono continuare sullo stesso piano
❒ Una volta che il cuore avesse smesso di pompare, quel che sarebbe rimasto di lui risultava essere un ammasso di lamiere e carne artificiale, occhi vitrei e un parrucchino chiaro → Una volta che il cuore avesse smesso di pompare, quel che sarebbe rimasto di lui sarebbe stato un ammasso di lamiere e carne artificiale, occhi vitrei e un parrucchino chiaro
❒ In quel momento però non doveva preoccuparsi di un problema del genere → In quel momento, però, non doveva preoccuparsi di un problema del genere
❒ In linea di principio, il nemico vero per Reiner, Bertholt e Annie era rappresentato specialmente dalla sua misera e scarna figura → In linea di principio, il vero nemico per Reiner, Bertholt e Annie, era rappresentato specialmente dalla sua misera e scarna figura
❒ Lo sentirono tutto → Lo sentirono tutti
❒ nessuno di loro riuscì a percepì → nessuno di loro riuscì a percepire
❒ Neanche un pensiero volò → Non volò neanche un pensiero
❒ Tremava per le spalle → Gli tremavano le spalle
❒ Ma quando il cervello fu svuotato si riempì di ben altri pensieri → Ma, quando il cervello fu svuotato, si riempì di ben altri pensieri
※ Capitolo sei ※
❒ L'edificio vecchio che avevano occupato dava l'impressione di essere stato dimenticato da tempo → Il vecchio edificio che avevano occupato, dava l'impressione di essere stato dimenticato da tempo
❒ Tra la sterpaglia qualcuno aveva persino riconosciuto un muretto di recinzione, → Tra la sterpaglia, qualcuno aveva persino riconosciuto un muretto di recinzione,
❒ E proprio ascoltando questo Reiner si era svegliato → E, proprio ascoltando questo, Reiner si era svegliato
❒ In quella stanza avanzò verso di lui → In quella stanza, avanzò verso di lui
❒ Sì, come qualcuno che si aspetta qualcosa dalla propria vita ma è rassegnato all'idea di non poterlo avere → Sì, come qualcuno che si aspetta qualcosa dalla propria vita, ma è rassegnato all'idea di non poterlo avere
❒ e se anche ho appreso la conoscenza del mio animo, non so come
gestirlo → Oltre l'essere andata a capo con la parola “gestirlo”, forse per sbaglio, la frase suona meglio così: “e, se anche ho appreso la conoscenza del mio animo, non so come gestirlo”
❒ A questo punto però Bertholt cominciò ad avere qualche dubbio → A quel punto, però, Bertholt cominciò ad avere qualche dubbio
❒ Non rispose ma percepì i suoi movimenti → Non rispose, ma percepì i suoi movimenti
❒ quella cosa che neanche era umana ma addirittura bestiale → quella cosa che neanche era umana, ma addirittura bestiale
※ Capitolo sette ※
❒ e allo stesso tempo più disperate.
E prive di qualsiasi arma che fosse offensiva, → “E, prive di qualsiasi arma che fosse offensiva,” e la frase può anche unirsi alla precedente
❒ Fu un quel frangente → Fu in quel frangente
❒ Era stato solo questo, d'altronde, non altro, non un comportamento strano o insolito, → Per evitare tutta quella presenza di virgole, riscriverei la frase in questo modo: “D'altronde era stato solo quello, non altro, non un comportamento strano o insolito,”
❒ quando vide sbucare dal terreno → Vide sbucare cosa? Credo che qui ci manchi qualcosa
❒ E l'importanza sottolineata dal gesto di affetto, di fiducia e amore è quella che porta avanti le cose degne → E l'importanza sottolineata dal gesto di affetto, di fiducia e amore, era quella che portava avanti le cose degne
❒ facendosi accanto a lui → affiancandosi a lui
❒ e grazie alle sue mani e alla sua forza finì quel pezzo di frase → e, grazie alle sue mani e alla sua forza, finì quel pezzo di frase
❒ Non lo toccò fisicamente ma fu come lo stesse comunque facendo → Non lo toccò fisicamente, ma fu come lo stesse comunque facendo
❒ Il dubbio che quella creatura appartenesse già a dei ricordi da lui posseduti gli venne e lo pungolò con cattiveria e ostinazione → Gli venne il dubbio che quella creatura appartenesse già a dei ricordi da lui posseduti, e lo pungolò con cattiveria e ostinazione
※ Capitolo otto ※
❒ Le nuvole cominciavano ad addensarsi, in cielo → Le nuvole (ometterei in cielo) cominciavano ad addensarsi
❒ facendo perno su entrambi i suoi piedi → facendo perno su entrambi i piedi
❒ Lo capite
questo, assassini?” → A capo quando non andava fatto, possibile errore di formattazione
❒ Quando la sera aveva afferrato il cucchiaio del brodo della mensa. Quando durante l'addestramento aveva maneggiato i prototipi delle sue armi. Quando nel corso delle battaglie aveva stretto mani umane e aveva sorretto il peso di tutte quelle anime. → Cambierei con dei punti e virgola anziché con dei punti fermi, essendo una continuità di pensieri
❒ decreto emanato.
E quello non era il tempo di aggiungere altro. → Si può continuare sulla riga precedente
❒ Urlarlo nelle sue orecchie non l'aiutò certo a farglielo capire meglio → Urlarlo nelle sue orecchie, di certo non l'aiutò a farglielo capire meglio
※ Capitolo nove ※
❒ Primi brividi/Primo tocco/Primo gelo → Userei dei sinonimi per non ripetere in continuazione la parola “primo”
❒ il vicino deserto → il deserto vicino
❒ fintanto che il biondo non fosse pronto per qualche sforzo → fintanto che il biondo non fosse stato pronto per qualche sforzo
❒ Aveva un poco di malizia, lui, nella voce, → Per rendere la frase molto più fluida e priva di virgole che potrebbero rallentarne la lettura, la sistemerei in modo molto più pratico: “Nella voce si sentiva un po' di malizia”
❒ sé stessi → se stessi
❒ E invece per noi? → E per noi, invece?
❒ Alzò il braccio ancora presente, per prendergli la mano, → Alzò il braccio per prendergli la mano
❒ trarsi indietro → “tirarsi indietro” suona meglio
❒ Ma quando Bertholt gli prese le gambe, entrambe, e le sollevò, sentì chiaro il cigolio della sua anca → Ma, quando Bertholt gli prese entrambe le gambe e le sollevò, sentì il chiaro cigolio della sua anca
※ Epilogo ※
❒ Il sole non è così forte da impedirgli di aprire gli occhi, ogni tanto, → Il sole non è così forte da impedirgli di aprire ogni tanto gli occhi
❒ Ride di lui e Bertholt si imbarazza, di fronte alla sua espressione giocosa → Ride di lui e Bertholt, di fronte alla sua espressione giocosa, si imbarazza
❒ lì dove c'è Annie che ancora litiga con il fuoco cercando di accenderlo senza spargere tutta la cenere nelle vicinanze → lì dove c'è Annie che ancora litiga con il fuoco, cercando di accenderlo senza spargere tutta la cenere nelle vicinanze
- Parere personale
Ammetto che, in un primo momento, la storia non mi convinceva del tutto. Il prologo non dava poi molti spunti che avrebbero potuto incuriosire in qualche modo il lettore, anzi, scorreva abbastanza lento e non dava svolte interessanti come invece avrebbe dovuto fare per riuscire a dare una marcia in più all'intero racconto. So che trattandosi di un prologo non avrebbe poi potuto contenere chissà quanto cose per renderlo ancora più piacevole dinanzi agli occhi del lettore, ma io sono una di quelle persone che, se il prologo di un racconto non la convince, prende in seguito con le pinze tutto ciò che si legge in seguito e cerca anche il più piccolo pelo nell'uovo.
Ciononostante, mano a mano che leggevo, mi sono ritrovata davanti ad una storia ben costruita e articolata, una storia che seguiva il proprio andazzo e che sapeva già dove sarebbe andata a parare, senza lasciare niente al caso e invogliando così pian piano a continuare a leggere per saperne sempre di più, passo dopo passo, fino a giungere alla totale conclusione; inoltre l'inserimento di elementi cyberpunk ha stuzzicato la mia curiosità, e credo che avrebbe avuto ancor più la mia totale approvazione se ci fosse stata anche una spruzzatina di steampunk qui e là.
Ho sorriso nel vedere il modo in cui interagivano fra loro e il modo in cui si aprivano l'un l'altro, portando rapporti che al principio avrebbero potuto sembrare solo amichevoli anche su un piano intimo e più espansivo, mostrando così come ci tenessero ad entrambi; ho ridacchiato di gusto nel vedere l'approccio con cui si avvicinavano e i tentativi un po' goffi, rivedendo in parte, nonostante la chiave futuristica, i personaggi come ci vengono presentati nel manga.
Forse sono risultata un po' troppo puntigliosa - ho praticamente fatto le pulci alla storia anche quando avrei potuto prendermela comoda e tranquilla, chiedo perdono -, ma, pur essendo ormai un contest in autogestione, ho pensato che una valutazione ampia, che potesse descrivere tutto e al tempo stesso aiutare, sarebbe stata molto meglio di una recensione che magari avrebbe detto poco o nulla e avrebbe lasciato il tempo che trovava. Essendo poi la tua storia una long di ben dieci capitoli con elementi cyberpunk inseriti in un determinato contesto, necessitava della giusta attenzione. Approfitto dello spazio personale per dirtelo, spero non sia un problema tutta questa puntigliosità.
La tua storia era comunque ottima e, anzi, è un peccato che abbia così poco seguito. |