Recensioni per
Flesh – Push up to my body, sink your teeth into
di Rota

Questa storia ha ottenuto 18 recensioni.
Positive : 18
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
21/03/17, ore 21:47

Credevo che non potessi terminare la storia in modo migliore rispetto al capitolo precedente ma devo ricredermi. Questa scena super umana è davvero molto dolce, così dolce che mi sono ritrovata nuovamente a vomitare arcobaleni. E un ritorno al passato, alle origini umane e non meccaniche che fanno da preludio ad una forte e ingenua amicizia. Bellissima la complicità e i sentimenti che li uniscono, sono davvero felice di aver avuto l'opportunità di leggere qualcosa di davvero unico, decisamente. Lieta che tu abbia avuto modo di dar sfogo alla tua fantasia in proposito scrivendo su qualcosa che ti ha ispirata ed appassionata al punto di creare questa fan fiction. Sono dell'idea che è sempre bello mettere su carta le proprie idee, anche se non sempre si riesce per vari motivi. Tu sei riuscita a farlo e a concludere tutto dando il tuo contributo all'espansione di questo meraviglioso fandom, sono dispiaciuta dal fatto che non ci siano molte Reiner x Berthold (soprattutto se si considera che sono insaziabile per quanto riguarda le mie ship) ma per fortuna mi sono imbattuta in questa storia e ho avuto l'occasione di leggere una meravigliosa e ben scritta AU. Approfitto della fine dei capitoli per rinnovarti i miei complimenti e ti saluto . E' stato un vero piacere,
bye bye
xoxo

Bellissimo capitolo anche questo, le preoccupazioni di Berthold per le condizioni di Reiner mi hanno permesso di fangirlizzare nonostante la situazione non sia mai stata rose e fiori. Trovo che hai speso un giusto equilibro di parole dedicando il dovuto spazio all'analisi continua delle loro emozioni e alle loro percezioni della situazione. Hanno trovato un momento per loro e non lo hanno sprecato. Il loro dialogo è diventato meno matematico ma sempre curioso e attento a quello che dice l'altro, c'era una continua premura che ha reso il legame molto profondo e mi ha fatto riflettere di come questo si sia evoluto nel giro di una decina di capitoli. Il loro rapporto si è evoluto e le loro sperimentazioni sulle pratiche umane li hanno uniti maggiormente lasciando che attribuissero un significato alla parola Amore. In particolare ho amato la parte finale del dialogo:
"
-Sai, penso di aver fatto un sogno.
-Sì?
-Parlava di un fiume e di tre bambini.
-Anche io faccio spesso quel sogno.
-Come finisce, il tuo?
-Affogo nell'acqua.
-Ah.
-Come finisce, il tuo?
-Che ti salvo, dall'acqua.
"
perché lo trovo molto dolce e romantico. Soprattutto in quanto è avvenuto dopo che avevano fatto l'amore e si erano uniti completamente, anche se questa volta a ruoli invertiti. Direi che sono più che soddisfatta del finale ma, dato che ci sono, corro a leggermi anche il prologo in modo da poter completare nel vero senso della parola la lettura di questa originalissima e interessantissima fan fiction, a tra poco!

Recensore Master

aaaaaaaaaah *^* ma questo è il capitolo in cui Berthold ha segnato un punto di svolta. Forse dico una cavolata ma non mi è mai apparso più umano di così nei capitoli precedenti. La scoperta, la lotta e la fuga hanno inciso sui suoi sentimenti svegliando in lui pensieri, preoccupazioni e speranze che non sono ancorate a percentuali. Mi è piaciuto in particolare questa parte:
"
Quindi la paura, la disperazione e tutta la speranza di rimanere in vita soltanto per poter respirare una volta ancora, potevano essere sentite con estrema genuinità e purezza, senza alcun rimpianto o falsificazione di sorta.
Vita, e anche amore, in due androidi come loro.
"
perché racchiude il modo di sentirsi di Berthold in queste righe, e, in qualche modo, anche nei capitoli precedenti, ma è come se lo avesse realizzato solo in questo momento. E spero che non sia tardi per loro perché hanno sofferto molto e credo che si meritano un po' di bene. Anche loro si sono affezionati, a loro modo, ai compagni, soprattutto Reiner, hanno vissuto seguendo due vite diverse e cercando di alternarle nel momento del bisogno ma alla fin fine cercano solo un po' di pace per entrambi. Non è qualcosa di personale nei confronti di Eren e compagni. Insomma, spero che possano sperimentare maggiormente l'amore che provano e gli auguro ogni bene di questo mondo fantascientifico, ma la storia non è ancora finita quindi... chissà ^^

Ciao, anche in questo capitolo hai trattato scene "realmente" accadute nel manga ma trasformate nel mondo della tua AU e quindi adattata a questo stile moderno. Ho amato la scena nella torre, mi ha messo un ansia terribile ma è stata molto bella e di certo da molte soddisfazioni a livelli di feeling. Dato che mi piace anche la Reiner x Connie non ho potuto fare a meno di apprezzare i loro momenti e le descrizioni delle loro emozioni che hai trasmesso. E poi sei andata avanti mantenendo il discorso su un piano legato a quello nel manganime anche se il tutto rivisitato in chiave diversa, siamo arrivati sino alla loro scoperta e alla confessione di Reiner, e a questo punto non si può più tornare indietro. Devo dire che anche tu sei riuscita a trasmettere ansia nelle tue parole e trovo che le ultime righe siano spettacolari. Ovviamente tifo sempre per i miei bambini (tralasciando un attimo come le cose si siano poi evolute nel manga o scoppio a piangere) e quindi mi chiedo come hai deciso di proseguire la storia, ovviamente lo scoprirò solo capitoli leggendo quindi non mi resta che salutarti in attesa di commentare anche il proseguo, alla prossima!

Uh, appena qualche minuto fa avevo commentato lo scorso capitolo sottolineando il fatto che dessi sempre maggior spazio ai sentimenti, ed eccomi qui a leggere questo capitolo che è un tripudio di emozioni. Non solo emozioni che riguardano i due bei protagonisti della tua storia, ma anche in relazione alle intense emozioni che mi hanno trasmessa. Emozioni forti, belle e intense che mi hanno causato un epistassi nasale in perfetto stile Sanjiesco. Ma ora vado più nello specifico. Dunque, all'inizio ho percepito l'ansia e la tensione per una situazione critica affrontata in un luogo diverso dove Reiner sentiva la mancanza della sua quotidianità con Berthold, tanto è vero che è andato subito a cercarlo perché senza di lui che si muove al suo fianco mentre dormono non riusciva a prendere sonno, awwwww che carino! Quando hanno iniziato a parlare lo hanno fatto in relazione a cose tristi e il loro dialogo era improntato alle preoccupazioni e al capire i sentimenti che provavano. Poi il discorso e piacevolmente degenerando finendo con il sfiorare argomenti come l'Amore che non conoscevano (o non credevano di conoscere) e hanno finito con 'avvicinarsi sempre di più, pezzo dopo pezzo e passo dopo passo.
Come in questa parte:
"
-Una macchina non ha bisogno di nulla. Un essere umano ha bisogno di qualsiasi cosa. Non siamo né l'uno né l'altro, ma perfezioniamo entrambe le nature.
"
poi c'è stata la lemon e devo dire che l'ho trovata molto originale, così come la scena erotica di qualche capitolo fa. Trovo che il fatto che siano semi umani renda il loro scoprire il sesso diverso e, in qualche modo, più interessante proprio perché visto fuori da un ottica comune e generale. Anche se non è stata esattamente romantica e Berthold si è sentito avvolgere da diverse emozioni, alcune calde e altre fredde, momenti di piacere e momenti di neutralità condita da vergogna. In ogni caso è qualcosa di nuovo proposto in chiave diversa quindi già solo per questo ho apprezzato tantissimo il capitolo. Complimenti!

Devo dire che questo capitolo mette in luce come Reiner sa di non essere esattamente dalla parte che viene considerata quella del bene, del fatto che ponga in essere una recitazione molto ben riuscita. E, in particolare, di come debba impostarsi per sembrare quello che è dovuto diventare per guadagnarsi la fiducia degli altri. Lo si capisce soprattutto in questa parte:
"
Reiner smise ben presto di pensare per concentrarsi sull'aspetto più menzognero della propria esistenza. Da quel momento in avanti, avrebbe dovuto fingere di essere il soldato perfetto, paternalista e attento che tutti si aspettavano da lui.
Gli venne così naturale assumere quell'atteggiamento e quella posa, che per un attimo terribile si chiese se non avesse varcato il confine labile che non gli avrebbe più permesso di distinguere tra bugia – la sua bugia – e la sua realtà. Poi si ricordò, stupidamente, che era Bertholt quello solito farsi problemi del genere.
E questa malignità, così simile all'umana debolezza, lo aiutò a corazzarsi di una sicurezza senza pari.
"
E poi, non solo Reiner si trova in questa situazione ma, più o meno, anche Berth perché solo Annie sembra essere quella che ha coscienza di sé e del trio. Mi è piaciuta in particolare questa parte:
"
E non era così strano che proprio lui subisse una punizione simile: il portatore del “sogno” che confondeva la realtà e la colorava con i propri sentimenti era solito attuare un processo del genere con quelle che non poteva di certo ritenere memorie vere – quelle, per qualche grazia del proprio creatore, le conservava Annie e solo Annie, nella certezza che la conoscenza acquisita era esperienza di vita vissuta e non solo una speculazione teorica su quello che, forse, poteva essere accaduto.
"
perché mette in luce il fatto che Reiner si senta anche confuso sulla parte in cui stare, sulla linea che dovrebbe delimitare il bene dal male. Proprio come nel manga, questo scorciò di dubbio che qui è rappresentato anche sotto forma di un ennesimo contrasto tra la parte meccanica e quella umana è anche qualcosa che lo turba e che lo rende cosciente del fatto di dover interpretare due ruoli. O qualcosa del genere. Ho apprezzato anche i pensieri di Berthold a riguardo, la sua "gelosia" ma soprattutto preoccupazione per l'amico. Anche in questo capitolo hai dato spazio ai sentimenti e questo mi è piaciuto. Infine, ho trovato geniale il fatto che si spostino usando mezzi meccanici perché rende l'aspetto tecnologico ancora più evidente catapultandomi maggiormente nello stile di questa AU

Recensore Master

Ciao, eccomi a leggere il terzo capitolo della giornata, oggi ho fatto festa XD Comunque, non mi perdo in chiacchiere inutili e passo subito a commentare questo capitolo. Allora, devo subito dire che mi hai uccisa di feeling per tutto il tempo, ho letto ogni riga vomitando arcobaleni e mi sono ritrovata a fangirlazzare per tutto il capitolo. Ho amato quel momento di complicità iniziale. Mi è piaciuto il fatto che sia stato Reiner a ricopiare nei confronti di Berthold gesti che aveva visto compiere a persone con i loro compagni, così come il fatto che Berthold si sia dimostrato curioso quando Reiner ci aveva provato per le prime volte e che, con il passare del tempo, ha considerato il tutto qualcosa di molto piacevole (e ci credo * ---- *)
Questa:
"
Ci volle poco che Reiner lo fece distendere di schiena e si mettesse sopra di lui – gli piaceva molto farsi aiutare dalla gravità, quando lo baciava, e a Bertholt piaceva la sensazione del suo peso contro il petto. Riusciva a sentire il battito del suo cuore, al di là della pelle sintetica e delle lastre di metallo che gli facevano da cassa toracica: c'era un rimbombo piacevole, vibrazioni leggere ma regolari, onde di tepore che lo riscaldavano e si palesavano con costanza alla sua coscienza.
"
è stata la mia parte preferita perché ha reso bene il connubio tra macchina e uomo, dopo di che le emozioni sono diventate sempre più umane e io ho amato anche il resto adorando ogni minima parte. Hai descritto una scena davvero eccitante e ben fatta. Spiegare le loro emozioni non deve essere stato facile ma ho trovato tutto scorrevole e perfettamente in linea con i personaggi. Leggere le emozioni che provavano relative a qualcosa che non comprendevano del tutto è stato davvero entusiasmante, davvero molto! Hai reso un gesto semplice e nella natura umana in un contesto originale e poco umano e il risultato che ne è derivato è stato una vera e proprio opera d'arte. Li ho adorati! Sembravano bambini alla scoperta di qualcosa che non conoscevano ma che sentivano sotto pelle, quello che più mi è piaciuto e il fatto che ad ogni carezza si scambiassero opinioni palando in un linguaggio fatto di percentuali e risposte certe che riguardavano qualcosa di incerto. hanno scoperto il sesso orale pian piano e lo hanno fatto con una dolcezza e una insicurezza che non si legge spesso nella FF, credo che hai realizzato proprio qualcosa di molto originale e questo non può fare altro se non rendermi sempre più felice di aver avuto la possibilità di leggere questa storia. Grazie per averla postata!

Recensore Master

Bene, bene, bene. Alla fine non ho resistito e ho letto subito il seguito, quindi eccomi qui a commentare. Dunque, ho letteralmente adorato l'inizio di questo capitolo e le sue descrizioni cruenti. Immaginare questi giganti così tecnologizzati rende ancora più comprensibile la scelta fatta dai regnanti volta a robotizzare i loro soldati, e anche così le loro speranze sono molto basse. Proprio come nel manga. Nello scorso capitolo mi sono persa a fantasticare sul gigante colossale e sulla distinzione ed eterna lotta tra l' essere soldati e l'essere guerrieri, e, invece, il protagonista del capitolo (dal punto di vista delle novità) è stato Eren che ha lasciato tutti di stucco e che, una volta uscito dal suo gigante, ha generato sentimenti contrastanti tra i vari personaggi. Sollievo per Armin e felicità per Mikasa, ma tutti era sorpresi. Reiner e Bertholdt hanno poi provato la sensazione data dalla paura.
Mi è piaciuto molto quando Reiner perde di vista Berthold e si sente preoccupato, la sua paura dura fino a che non lo vede e, a quel punto, Bertholdt comprende le sue espressioni. Berth è quello più robotizzato del gruppo, assieme a Mikasa e Annie, almeno dal punto di vista delle espressioni, ma si capisce che ha osservato molto i suoi compagni perché questo gli ha dato la capacità di cogliere varie sfumature umane ancora prima di ricordarle e provarle sulla sua stessa pelle.
Per quanto riguarda questa parte:
"
Annie era per lui il raggiungimento del luogo perfetto, dove il sogno si faceva realtà e dove non c'erano incertezze di sorta.
Reiner era per lui la solidità fisica: di questioni neanche se ne poneva, andando avanti come un macigno che rotola giù da una montagna.
"
trovo piacevole il fatto che il trio sia unito e che Berthold provi questi sentimenti positivi nei loro confronti.

Awwwwwwww ma questo capitolo è supeeer *stile Franky* meraviglioso! Già qualche tua frase aveva sottolineato il fatto che Bertholdt si stesse umanizzando, cosa che tutti gli altri compagni avevano già fatto prima... anche se parlare di umanizzazione non è proprio corretto dato che erano e sono rimasti in parte umani, ma... va beh... spero che il senso si sia capito comunque. Quello che voglio dire è che Bertholdt aveva dato palesi segnali di interesse nei confronti di Reiner e direi proprio che questo è il capitolo in cui tutto è scoppiato. Insomma, ho adorato il risveglio (risvegli che quando si tratta di Bertholdt non si sa mai come può avvenire XD) e, in particolare il loro dialogo fatto di percentuali, era troppo carini * ^ * però, la parte del discorso che più mi è piaciuta è stata quella in cui Bertholdt rivela a Reiner di provare dei sentimenti. Quando ha parlato dei sogni ho pensato che si potesse trattare di ricordi relativi alla "doppia vita" di Reiner, Berthold e Annie. Come se la loro genti li avesse obbligati ad infiltrarsi tra le mura e farsi trasformare sapendo o sperando che avrebbero ricordato la loro missione da guerrieri (e non da soldati, e quindi ho creduto che Berth ricordasse questo e che stava solo iniziando ad unire i pezzi prima di ricordare quello che era prima della trasformazione. Ma alla fine si è trasformato e, non so se è solo una mia sensazione, mi è sembrato che sapesse quello che era, quello in cui poteva trasformarsi e come usare il nuovo corpo.
Forse per via di questa parte:
"
Il metallo che aveva dentro spezzò il limite della pelle sintetica, divenne prima corazza e poi si allargò ulteriormente, divenendo qualcosa di mostruoso e di poco umano. Restò intatta la testa, preservando il prezioso cervello, protetto da una cupoletta di metallo che divenne la faccia del Gigante Colossale, la più grande creatura macchina che avesse calpestato e fatto tremare quel che rimaneva della terra.
Bertholt mosse uno dei suoi otto piedi e cominciò a demolire l'obelisco che aveva davanti."
"
non so...
Magari ho sbagliato, o lui ha ricordato velocemente XD Va beh, congetture a parte, non mi resta che proseguire per scoprirlo. Intanto aggiungo solo che mi ha fatto fangirlizzare la scena del bacio, non è stato passionale e sembravano due robot che un bimbo fa baciare per gioco, però lo trovo un enorme passo avanti e questo mi rende felice, moltissimo :)

Ciao, eccomi qui a commentare anche questo secondo capitolo. Dunque, inizio subito con il ripeterti che adoro davvero tanto le tue descrizioni, sono fantastiche e denotano molta cura da parte tua, mi ha trasmesso un senso di impegno nell'infondere il tuo concetto che credo sia proprio quello che hai voluto trasmettere. Hai avuto un'idea originale e l'hai trattata con cura e rispetto sottolineando vari dettagli che, lungi dall'essere inutili, creano un quadro davvero completo. Ho trovato molto affascinante l'idea delle ali e mi è sfuggito un sorriso all'idea di Shadis proiettato in stile ologramma, credo che incuta timore e rispetto anche in quella forma, hahahahh. Ad ogni modo, ho apprezzato il riferimento ad uno dei momenti preferiti di SnK, ossia quando Reiner aiuta Armin, li ho trovati troppo teneri in quel momento e ho fangirlizzato moltissimo. Ma, come avevi già accennato nelle note iniziali dello scorso capitolo, i sentimenti sono come oscurati da questa creazione ibrida con la tecnologia che ha messo un po' di freni ma che non gli impedisce di provare qualcosa. Come quando dici che forse si trattava di qualcosa di simile alla pietà, in questo modo sottolinei proprio questo connubio tra uomo e macchina che può essere interpretato un po' dal lettore e un po' da quelle che sono le tue idee in proposito. Pietà o meno trovo che sia una scena bellissima e rivederla sotto questa forma mi ha solo fatto piacere.
Trovo che Bertholdt sia, tra tutti, quello meno umanizzato, cioè... lo erano (lo sono tutti) ma in lui mi sembra che la macchina sia in vantaggio, e questo gli è servito anche e soprattutto durante gli allenamenti facendolo ragionare più degli altri in termini di percentuali e piccoli segnali che lo hanno portato a scontrarsi con le enormi macchine dalle sembianze di mostri giganti.
In quella scena hai introdotto anche altri personaggi come Annie e Mikasa e trovo che tutto questo abbia reso l'allenamento più movimentato e interessante. ma, la mia parte preferita, è stata quella finale. Ho vomitato arcobaleni quando Reiner si è fermato mettendosi a fissare Berth, ho sobbalzato poi sulla sedia quando Berthold se ne è accorto e tutto quello che è avvenuto dopo.
Mi è piaciuta questa frase:
"
L'acqua, nella testa di Bertholt, cominciò ad avere una strana voce insinuante e pericolosamente maliziosa.
"
perché mi sa come un preludio ad una piega diversa che sta per prendere la storia. La lotta tra umanità e meccanica di Bertholdt sembra sempre più in procinto di entrare in crisi ma il tutto avviene con moderazione lasciando la sensazione che la parte tecnica sia superiore a quella umana, ma sempre meno... ;)

Ciao, se sono qui è perché amo tante cose di cui parli. Amo Shingeki no Kyojin e, in particolare, Reiner è il mio personaggio preferito in assoluto del manganime, senza ombra di dubbio. Prima di lui amavo comunque la storia ma quando ho poggiato lo sguardo su Reiner e ho iniziato a leggere di lui c'è stato un vero e proprio colpo di fulmine che non ha fatto altro che portarmi verso un amore sempre in via di crescita, e che continua a crescere. Purtroppo non ho trovato moltissime fan fiction con Reiner protagonista (o co - protagonista) ma credo e spero che questo sia dovuto principalmente al fatto che sono nuova sul sito e che quindi ho ancora tutto un mondo da scoprire. E oggi ho scoperto qualcosa di tuo. Mi piace il fatto che parli di loro due e che, finalmente, ho trovato qualcun altro che ama i "cattivi" della storia e cerca di comprenderli e di dargli spazio. Ci sarebbero un mondo di cose da dire su Reiner e Bertholdt, davvero molte, ma la tua è una sorta di rivisitazione della trama originale e, almeno per ora, preferisco evitare di perdermi in discorsi che magari nella tua storia saranno assenti o trattati in modo diverso, quindi passo . Un'altra cosa che amo è il genere fantascientifico. Su questo aspetto non vedo davvero l'ora di saperne di più. Altra cosa che apprezzo è il coinvolgimento di altri personaggi che mi piacciono moltissimo, come Connie. Insomma, questa storia odora tantissimo di originalità e io non posso non dargli una possibilità, quindi eccomi qui super soddisfatta del capitolo.
Trovo che il tuo modo di scrivere sia molto curato e descrittivo, leggere le scene è un po' come guardarle perché, almeno in questo capitolo, lasci poco all'immaginazione dando quasi l'impressione di vedere un film. Come per esempio tutta la parte iniziale sullo scorrere dell'acqua che poi è stata un po' il filo conduttore della storia, qualcosa con cui hai iniziato e qualcosa con cui hai concluso in una sorta di cerchio perfetto.
Bertholdt è subito sembrato molto concentrato su quello che faceva ma al contempo attento a ciò che gli succedeva attorno, mi è piaciuto molto il fatto che l'entrata in scena di Reiner abbia alterato i sensi di Berth rendendolo conscio della sua presenza e delle sue movenze, al punto di essere diventato il centro della sua attenzione, anche perché Reiner stesso l'ha reclamata chiudendo l'acqua con cui il compagno si lavava.
Mi ha strappato un sorriso la presenza di Connie, ehehehhehe, bello di mamma. Beh, sono cose che capitano ed è perfettamente da Connie agire un po' impulsivamente senza stare troppo a controllare chi c'è o chi non c'è prima di fare qualcosa che avrebbe dovuto essere privata. Ma, quello che mi è piaciuto ancora di più, è stata la reazione di Reiner a quella vista, nonché quella più dolce di Bertholdt (più per la reazione di Reiner nei confronti di Connie che per il gesto di Connie in sé e per sé). Tuttavia, siamo solo all'inizio quindi non so proprio cosa pensare, di certo mi piace l'idea di fondo e la struttura del testo quindi ti faccio i miei più sentiti complimenti per questo primo capitolo.
Al prossimo capitolo
un saluto
xoxo

Recensore Master
29/12/14, ore 14:11

GIUDIZIO PER AVER PARTECIPATO AL CONTEST «MY BEVOLED ONE» CONCLUSOSI CON AUTOGESTIONE
«FLESH - PUSH UP TO MY BODY, SINK YOUR TEETH INTO» DI ROTA
La schiena aderiva perfettamente al metallo dell'imballaggio, sigillata e mantenuta ferma non solo da cinghie di cuoio che avvolgevano e stringevano il busto, ma anche attraverso quel pezzo di metallo in più all'interno della spalla che ogni soldato aveva trapiantato.

- Sviluppo della trama e dei personaggi
Una storia decisamente interessante, che comincia a prendere pian piano il suo ritmo durante tutto il corso della narrazione.
Abbiamo un prologo che serve per lo più a rendere partecipe il lettore di che cosa accada, anche se, ad esser proprio sinceri, inizialmente non sembra spiegare molto: vediamo Bertholdt sotto il getto dell'acqua e viene fatta una rapida spiegazione, ma il prologo è più atto a descrivere fisicamente ogni azione che sta capitando in quel frangente - il pulirsi di Bertholdt, la corsa forsennata di Eren e Armin, il breve discorso con Reiner e il masturbarsi di Connie - senza però soffermarsi troppo sui pensieri del narratore principale, ovvero Bertholdt stesso.
Dal secondo capitolo in poi, si ha finalmente un rialzamento della trama, dove vengono incanalate molte più cose e si comincia ad entrare nel vivo di essa, spiegando passo dopo passo gli sviluppi creati intorno a questo voler quasi ripercorrere a ritroso il manga, interagendo con personaggi come Reiner e Bertholdt in fase di addestramento, e inserirlo in un contesto futuristico; un'idea alquanto interessante da un punto di vista di originalità e sviluppo, sfruttando elementi cyberpunk come le ali metalliche e piegandole in modo tale da rientrare nell'oggettistica della storia, sostituendo ad esse la classica manovra tridimensionale presentataci nel fumetto originale.
Vengono inserite scene nude e crude senza risparmiarsi nei particolari macabri che potrebbero essere trovati anche all'interno del manga stesso, riuscendo però a non cadere nello splatter inutile e nel rendere quelle scene troppo pesanti alla vista, amalgamandole invece a poco a poco e diluendole, spiegandone l'esistenza e il perché durante tutta la narrazione; sono essenziali, si sente il bisogno di esse, poiché servono per tinteggiare la storia di trame ancor più cupe, così da non allontanarsi troppo dal punto essenziale, inserendo persino i giganti in un modo che oserei dire fantasioso e ben centrato nel contesto del racconto che prende forma dinanzi agli occhi.
Dimostrazione pratica di buona padronanza lessicale e descrittiva l'interazione tra i due protagonisti che diventa mano a mano più intima ed umanizzata, trattando così il loro rapporto in modo logico e coerente con l'andazzo del racconto, senza strafare e senza risultare ridicolo per il modo in cui si pongono tra loro: non si tratta infatti di due persone normali alle prese con una relazione, ma di una sorta di mezzi cyborg - passami il termine - che devono fare i conti con sentimenti e sensazioni che sono prettamente umane, cose che a loro, almeno inizialmente, sono abbastanza estranee e che si fanno largo nel loro animo solo passo dopo passo, fondendo il meccanico all'antropomorfo.
Qui mi aggancio alla scena di sesso, scene che spesso e volentieri annoiano o sanno fin troppo di artificioso, descrivendole in un modo così meccanico che risultano a volte ridicole e ben poco invoglianti; posso affermare con certezza che in questo racconto, per fortuna, tutto ciò non accade, anzi, si riesce a vedere pian piano il modo in cui essa si evolve e, oltre a diventare un atto puramente fisico in cui Reiner e Bertholdt si studiano a vicenda, comprendendo piano a piano la fisionomia dei propri corpi e l'anatomia di cui essi sono composti - dal più piccolo lembo di pelle al muscolo più sodo di un braccio, dalle strutture metalliche al più piccolo organo fittizio e non -, getta le basi per quello che andrà oltre a questo, oltre al semplice sesso descrittivo e passionale, rendendo il rapporto intimo e profondo; si riesce così a intravedere, passaggio dopo passaggio, come quella loro interazione venga analizzata punto dopo punto, abbattendo a poco a poco gli schemi e i muri precedentemente creati. In certi punti era persino divertente immaginarli mentre si studiavano a vicenda e sentirli ribattere su ogni cosa, fino all'atto stesso in cui si vedono uniti un po' di tempo dopo.
Da questo punto di vista, ammetto che mi hanno un po' ricordato C-18 di Dragon Ball, specialmente quando Bertholdt comincia ad esternare i propri dubbi a Reiner e a parlargli dei sentimenti che comincia a provare, cercando una sorta di rassicurazione da parte sua; anche questo modo di fare, però, forse senza che lui se ne renda conto immediatamente - almeno fin quando non gli viene esplicitamente detto e lui afferma di saperlo - è qualcosa di prettamente umano, poiché è umano l'esser rosi dal tarlo dei dubbi e dalla continua ricerca di rassicurazione e bisogno nel viso e negli occhi di qualcuno che può capirci e può dunque cercare in qualche modo di rasserenare il nostro spirito. Da qui in poi si va in discesa verso l'umanizzazione, e lo si fa senza fretta, senza correre, dando alla cosa il giusto spazio che deve avere.
Durante tutto il racconto, non si corre per arrivare al sodo e si sviluppa la cosa con la dovuta cura e coerenza, dote non da tutti quando si tratta di storie abbastanza lunghe come questa. Passo dopo passo, capitolo dopo capitolo, si ripercorrono sotto una chiave diversa gli avvenimenti del manga e ci si ritrova alla fine quasi senza rendersene conto, risalendo a fatica da quel mondo futuristico in cui ci si era immersi con così tanta passione e voglia di conoscenza per ritrovarsi in un passato che magari è solo un sogno, un passato così lontano che lascia solo amarezza e nostalgia.

- Stile, sintassi & grammatica
Come ti dissi tempo addietro su ben altre storie, la grammatica è buona e anche la padronanza lessicale, ma, da quanto ho visto durante il corso dell'intera storia, resta sempre il solito problema: la costruzione delle frasi. Stavolta ci sono state meno parole cambiate di posto, però quelle presenti hanno comunque il loro peso e potrebbero rendere ostica la lettura proprio a causa della presenza delle virgole che, poste in posizione strategica per dare un senso alla frase con la costruzione diversa, risultano maggiori di quanto non dovrebbero essere.
Stesso dicasi per l'andare a capo: ho notato che quell'abitudine resta, pur essendo minore rispetto a storie che ho precedentemente valutato. Molte frasi continuano nella stessa riga com'è giusto che sia, mentre altre, invece, vanno a capo anche quando potrebbero tranquillamente stare insieme per costruire lo stesso periodo.
Le descrizioni, invece, in alcuni punti oserei dire che risultavano addirittura suggestive; si riusciva quasi a vedere, a causa della minuziosità con cui venivano descritti i particolari - cosa che a me, personalmente, piace molto -, ogni singolo movimento dei personaggi, persino l'acqua che, durante il prologo, scivolava in rivoletti lungo il corpo, goccia dopo goccia. Tanto di cappello, quindi, per il modo in cui sei riuscita a giostrare la cosa. C'è anche un lato negativo, però, e cioè il voler rendere le azioni un po' troppo meccaniche durante i primi capitoli; per quanto potesse essere una cosa voluta, il testo ne risente e si fanno un sacco di giri di parole per il compimento di un'azione che si potrebbe risolvere in poco, rendendo tutto molto più fluido.
Ti appunto anche un paio di cose, suddivise per capitoli in modo che tu possa trovarle molto più facilmente. Alcune sono pignolerie, altri errori e altri ancora accorgimenti. Spero di non aver dimenticato nulla, dato l'orario notturno in cui ho valutato:

※ Prologo ※
e oltre il suo sguardo tra il preoccupato e l'attento, seguì il movimento anche un rumore di scolo quasi gutturale → e, oltre il suo sguardo tra il preoccupato e l'attento, seguì il movimento anche un rumore di scolo quasi gutturale
Aveva sudore addosso → Non è sbagliato, ma trovo suoni più godibile un “Era sudato”
Gli sarebbe venuto da sorridere → Stesso discorso di cui sopra. “Avrebbe anche sorriso”, suona molto meglio
che lì si erano rintanati → che si erano rintanati lì
che dal petto si delineava lungo i confini dei muscoli formati e curvava proprio sopra l'ombelico per arrivare al bacino e dirigersi verso la gamba destra → Per la lunghezza con cui si presenta, rivedrei un po' la punteggaitura assente dell'intera frase, così da renderla molto più leggibile e fluida
Percepì cosa accarezza la sua pelle, sentì cosa gli si allunga sui muscoli → Probabili errori di distrazione. In linea più ristretta si parla delle parole “Accarezzava” e “Allungava”, messi al presente anziché al passato
Eppure, non si era mai soffermato troppo sul significato di quel preciso suo senso, in quei brevi anni di vita consapevole, sia perché non ne aveva avuto effettivamente l'opportunità sia perché non ne aveva mai avuto davvero il motivo → Eppure, in quei brevi anni di vita consapevole, non si era mai soffermato troppo sul significato di quel preciso suo senso, sia perché non ne aveva avuto effettivamente l'opportunità sia perché non ne aveva mai avuto davvero il motivo
ma quello che gli uscì fu solo un ghigno sghembo.
E Reiner tentò di aiutarlo ancora.
→ Le due frasi possono benissimo continuare l'uan sulla riga dell'altra, essendo complementari
Cadde un'ultima goccia, dalla chioma scura sopra la sua testa → Dalla chioma scura cadde un'ultima goccia

※ Capitolo uno ※
Non c'era terreno morbido e rispondere ai passi della loro corsa, solo una lunga scia di lastre larghe di metallo → Non c'era terreno morbido a rispondere ai passi della loro corsa, solo una lunga scia di larghe lastre di metallo
L'aria gelida della prima mattina → Giacché suona male, o scrivi “l'aria gelida della mattina” oppure “l'aria gelida del primo mattino”, al maschile
non c'erano bulloni che cedevano o particolari gravi che cadevano a terra, cedevano in rumori molesti → Qui non ho capito se la seconda parte fosse un errore di battitura o cosa, visto che letta in singolo la frase non ha senso
Per questa linearità di intenti e di esecuzione generale fu fin troppo rilevante il patimento del piccolo Armin → Per questa linearità di intenti e di esecuzione generale, fu fin troppo rilevante il patimento del piccolo Armin
Con ogni probabilità si trattò di qualcosa di molto simile alla pena, ciò che lo mosse → Con ogni probabilità, ciò che lo mosse fu qualcosa di molto simile alla pena
una forza ancora più incredibile che quella delle macchine stesse → una forza ancora più incredibile di quella delle macchine stesse
Reiner era a conoscenza che queste fossero → Reiner era a conoscenza che quelle fossero
o un minimo di empatia.
E quando la sua mano
→ Puoi tranquillamente unire i due periodi
che si modificò due volte attraversi lineamenti → che si modificò due volte attraverso lineamenti
Riprese/Riprendere → Utilizzerei un sinonimo per una delle due espressioni
Quanto fosse un mistero l'imprevedibilità che toccava la volontà umana era una cosa che neppure il suo cervello poteva affrontare con la consapevolezza di essere davvero pronto → Quanto fosse un mistero l'imprevedibilità che toccava la volontà umana, era una cosa che neppure il suo cervello poteva affrontare con la consapevolezza di essere davvero pronto
ogni superficie dove era possibile schiantarsi, se era sfortunata capitava che → ogni superficie dove era possibile schiantarsi; se era sfortunata, capitava che
questa era e sempre sarebbe stata → quella era e sempre sarebbe stata
Non lo mettevano troppo a disagio le telecamere che scorgeva di tanto in tanto, dagli occhi attenti e dalle voci squillanti prive di pietà → Le telecamere che scorgeva di tanto in tanto, simili ad occhi attenti e voci squillanti prive di pietà, non lo mettevano troppo a disagio
Era quasi arrivato alla soluzione che uno sfrecciare scomposto lo distrasse e vide Mikasa che roteava sopra il cadavere della sua terza vittima → Era quasi arrivato alla soluzione, prima che uno sfrecciare scomposto lo distraesse e vedesse Mikasa che roteava sopra il cadavere della sua terza vittima
naso non era impastato/naso poco propenso → Cambierei la parola “naso” su una delle due frasi
Bertholt alla fine notò lo sguardo che aveva su di lui → Bertholt, alla fine, notò lo sguardo che aveva su di lui

※ Capitolo due ※
Zampettò qualcosa, nei tubi dell'aria sopra le loro teste, in un rumore sottile e soffuso difficilmente riconoscibile → Nei tubi dell'aria sopra le loro teste, zampettò qualcosa in un rumore sottile e soffuso difficilmente riconoscibile
Tutto ciò che poteva vedere in quel momento, di Reiner, era la sua testa bionda → Tutto ciò che poteva vedere di Reiner, in quel momento, era la sua testa bionda
aveva lasciato la coperta finita chissà dove esattamente dove era stata buttata → Qui non ho esattamente capito cosa intendessi. Giacché dici che la coperta sta dov'era stata buttata, si suppone che si sappia dove sia e che quindi non sia finità chissà dove. La frase, dunque, andrebbe così: “aveva lasciato la coperta esattamente dove era stata buttata”
per quello, da lui.
Farlo a quel punto era evidentemente
→ Anche qui ti dico che puoi unire i due periodi senza andare a capo
Non lo farà a patto che tu sia sempre con me → Non lo farà, a patto che tu sia sempre con me
Quindi, implicitamente la nostra stessa natura rivela che l'umanità è più perfetta della macchina? → Quindi, implicitamente, la nostra stessa natura rivela che l'umanità è più perfetta della macchina?
Reiner però non gli aveva ancora lasciato la spalla → Reiner, però, non gli aveva ancora lasciato la spalla
Il rumore dell'acqua che si scontra contro gli scogli e riduce a pezzi qualsiasi cosa rese fragili → So che a volte è voluto, ma trovo che il presente spezzi il senso del discorso, essendo la storia al passato

※ Capitolo tre ※
Aveva scorto nel volo un movimento leggero tra le mura crollate e il cemento distrutto → Nel volo, aveva scorto un movimento leggero tra le mura crollate e il cemento distrutto
Ma benché il suo orecchio sentisse anche bene, sensibile com'era → Ma, benché il suo orecchio sentisse anche bene, sensibile com'era
doverne simulare altrettanta, nelle proprie espressioni → doverne simulare altrettanta nelle proprie espressioni
muovere in quella direzione lo sguardo → Il verbo “muovere” legato a “sguardo” lo trovo un tantinello sbagliato. Magari riscriverei in maniera più semplice, come “volse lo sguardo”, che da un senso molto più netto e rapido sull'azione che si sta compiendo, senza però risultare strana per il verbo scelto
Si dispersero, un po' ovunque → Si dispersero un po' ovunque
Lui non smetteva di essere sé stesso → Per quanto sia da considerarsi giusto anche scritto così, trovo che “stesso” sia già di per sé un rafforzativo senza quel “sé” accentato e, graficalmente parlando, preferisco la comune versione “se stesso”, essendo pressoché la stessa e identica cosa
perché se lui possedeva un cuore molte delle cose che aveva decapitato non avevano neanche un cervello vagamente simile in perfezione a quello umano → perché, se lui possedeva un cuore, molte delle cose che aveva decapitato non avevano neanche un cervello vagamente simile in perfezione a quello umano
come se la morte per loro come il pericolo, potesse essere fonte di paura → Qui c'è qualcosa che non va, a meno che tu non abbia dimenticato una virgola per distrazione. Se così fosse, la frase reciterebbe: “come se per loro la morte, come il pericolo, potesse essere fonte di paura”
paura sotto forme → paura sotto forma
Entrambi loro mandavano avanti lo stesso → Trovo che “loro” sia di troppo e stoni con la musicalità della frase
chi con certe regole chi seguendone altre → chi con certe regole, chi seguendone altre
guardando non solo Reiner ma anche tutti loro → guardando non solo Reiner, ma anche tutti loro
Ma se era ormai evidente che qualcosa dentro era cambiato, → Ma, se era ormai evidente che qualcosa dentro era cambiato,

※ Capitolo quattro ※
La prima volta che l'aveva fatto si era giustificando dicendo di averlo visto fare a qualcun altro → La prima volta che l'aveva fatto, si era giustificando dicendo di averlo visto fare a qualcun altro
gli presero la testa, il volto poi, schiacciandolo appena → gli presero prima la testa e poi il volto, schiacciandolo appena
sentì attraverso il contatto con i palmi di lui di avere le orecchie appena rosse → sentì, attraverso il contatto con i palmi di lui, di avere le orecchie appena rosse
ma quando Reiner spinse fino al bacino il proprio ginocchio lo pressò appena contro di lui e Bertholt seppe che non era stato un gesto casuale → ma quando Reiner spinse fino al bacino il proprio ginocchio, lo pressò appena contro di lui e Bertholt seppe che non era stato un gesto casuale
fece arretrare il ginocchio con un'espressione quanto meno delusa gli fosse possibile → Rivedrei questo periodo, poiché il “gli fosse possibile” suona in più in questo tipo di frase
e pur di interrompere quella pausa che gli stava facendo sorgere più dubbi del dovuto, si arrischiò a fare una domanda banale dal dubbio intento → e, pur di interrompere quella pausa che gli stava facendo sorgere più dubbi del dovuto, si arrischiò a fare una domanda banale dal dubbio intento
arrivando a essere a quattro zampe su di lui → sistemandosi a quattro zampe su di lui
Gradevole/Gradito → Userei un sinonimo per uno dei due termini
Il biondo però volle sincerarsi → Il biondo, però, volle sincerarsi
Ruotò il polso attorno a quello che stava stringendo ma l'espressione dell'altro non mutò affatto → Ruotò il polso attorno a quello che stava stringendo, ma l'espressione dell'altro non mutò affatto

※ Capitolo cinque ※
La grande ruota della macchina che gli fungeva da veloce trasporto sollevava polvere e anche un po' di terra → La grande ruota della macchina, la quale fungeva da veloce trasporto, sollevava polvere e anche un po' di terra
vani i suoi sforzi gentili.
E per quanto potesse fingere,
→ Le due frasi possono continuare sullo stesso piano
Una volta che il cuore avesse smesso di pompare, quel che sarebbe rimasto di lui risultava essere un ammasso di lamiere e carne artificiale, occhi vitrei e un parrucchino chiaro → Una volta che il cuore avesse smesso di pompare, quel che sarebbe rimasto di lui sarebbe stato un ammasso di lamiere e carne artificiale, occhi vitrei e un parrucchino chiaro
In quel momento però non doveva preoccuparsi di un problema del genere → In quel momento, però, non doveva preoccuparsi di un problema del genere
In linea di principio, il nemico vero per Reiner, Bertholt e Annie era rappresentato specialmente dalla sua misera e scarna figura → In linea di principio, il vero nemico per Reiner, Bertholt e Annie, era rappresentato specialmente dalla sua misera e scarna figura
Lo sentirono tutto → Lo sentirono tutti
nessuno di loro riuscì a percepì → nessuno di loro riuscì a percepire
Neanche un pensiero volò → Non volò neanche un pensiero
Tremava per le spalle → Gli tremavano le spalle
Ma quando il cervello fu svuotato si riempì di ben altri pensieri → Ma, quando il cervello fu svuotato, si riempì di ben altri pensieri

※ Capitolo sei ※
L'edificio vecchio che avevano occupato dava l'impressione di essere stato dimenticato da tempo → Il vecchio edificio che avevano occupato, dava l'impressione di essere stato dimenticato da tempo
Tra la sterpaglia qualcuno aveva persino riconosciuto un muretto di recinzione, → Tra la sterpaglia, qualcuno aveva persino riconosciuto un muretto di recinzione,
E proprio ascoltando questo Reiner si era svegliato → E, proprio ascoltando questo, Reiner si era svegliato
In quella stanza avanzò verso di lui → In quella stanza, avanzò verso di lui
Sì, come qualcuno che si aspetta qualcosa dalla propria vita ma è rassegnato all'idea di non poterlo avere → Sì, come qualcuno che si aspetta qualcosa dalla propria vita, ma è rassegnato all'idea di non poterlo avere
e se anche ho appreso la conoscenza del mio animo, non so come
gestirlo
→ Oltre l'essere andata a capo con la parola “gestirlo”, forse per sbaglio, la frase suona meglio così: “e, se anche ho appreso la conoscenza del mio animo, non so come gestirlo”
A questo punto però Bertholt cominciò ad avere qualche dubbio → A quel punto, però, Bertholt cominciò ad avere qualche dubbio
Non rispose ma percepì i suoi movimenti → Non rispose, ma percepì i suoi movimenti
quella cosa che neanche era umana ma addirittura bestiale → quella cosa che neanche era umana, ma addirittura bestiale

※ Capitolo sette ※
e allo stesso tempo più disperate.
E prive di qualsiasi arma che fosse offensiva,
→ “E, prive di qualsiasi arma che fosse offensiva,” e la frase può anche unirsi alla precedente
Fu un quel frangente → Fu in quel frangente
Era stato solo questo, d'altronde, non altro, non un comportamento strano o insolito, → Per evitare tutta quella presenza di virgole, riscriverei la frase in questo modo: “D'altronde era stato solo quello, non altro, non un comportamento strano o insolito,”
quando vide sbucare dal terreno → Vide sbucare cosa? Credo che qui ci manchi qualcosa
E l'importanza sottolineata dal gesto di affetto, di fiducia e amore è quella che porta avanti le cose degne → E l'importanza sottolineata dal gesto di affetto, di fiducia e amore, era quella che portava avanti le cose degne
facendosi accanto a lui → affiancandosi a lui
e grazie alle sue mani e alla sua forza finì quel pezzo di frase → e, grazie alle sue mani e alla sua forza, finì quel pezzo di frase
Non lo toccò fisicamente ma fu come lo stesse comunque facendo → Non lo toccò fisicamente, ma fu come lo stesse comunque facendo
Il dubbio che quella creatura appartenesse già a dei ricordi da lui posseduti gli venne e lo pungolò con cattiveria e ostinazione → Gli venne il dubbio che quella creatura appartenesse già a dei ricordi da lui posseduti, e lo pungolò con cattiveria e ostinazione

※ Capitolo otto ※
Le nuvole cominciavano ad addensarsi, in cielo → Le nuvole (ometterei in cielo) cominciavano ad addensarsi
facendo perno su entrambi i suoi piedi → facendo perno su entrambi i piedi
Lo capite
questo, assassini?”
→ A capo quando non andava fatto, possibile errore di formattazione
Quando la sera aveva afferrato il cucchiaio del brodo della mensa. Quando durante l'addestramento aveva maneggiato i prototipi delle sue armi. Quando nel corso delle battaglie aveva stretto mani umane e aveva sorretto il peso di tutte quelle anime. → Cambierei con dei punti e virgola anziché con dei punti fermi, essendo una continuità di pensieri
decreto emanato.
E quello non era il tempo di aggiungere altro.
→ Si può continuare sulla riga precedente
Urlarlo nelle sue orecchie non l'aiutò certo a farglielo capire meglio → Urlarlo nelle sue orecchie, di certo non l'aiutò a farglielo capire meglio

※ Capitolo nove ※
Primi brividi/Primo tocco/Primo gelo → Userei dei sinonimi per non ripetere in continuazione la parola “primo”
il vicino deserto → il deserto vicino
fintanto che il biondo non fosse pronto per qualche sforzo → fintanto che il biondo non fosse stato pronto per qualche sforzo
Aveva un poco di malizia, lui, nella voce, → Per rendere la frase molto più fluida e priva di virgole che potrebbero rallentarne la lettura, la sistemerei in modo molto più pratico: “Nella voce si sentiva un po' di malizia”
sé stessi → se stessi
E invece per noi? → E per noi, invece?
Alzò il braccio ancora presente, per prendergli la mano, → Alzò il braccio per prendergli la mano
trarsi indietro → “tirarsi indietro” suona meglio
Ma quando Bertholt gli prese le gambe, entrambe, e le sollevò, sentì chiaro il cigolio della sua anca → Ma, quando Bertholt gli prese entrambe le gambe e le sollevò, sentì il chiaro cigolio della sua anca

※ Epilogo ※
Il sole non è così forte da impedirgli di aprire gli occhi, ogni tanto, → Il sole non è così forte da impedirgli di aprire ogni tanto gli occhi
Ride di lui e Bertholt si imbarazza, di fronte alla sua espressione giocosa → Ride di lui e Bertholt, di fronte alla sua espressione giocosa, si imbarazza
lì dove c'è Annie che ancora litiga con il fuoco cercando di accenderlo senza spargere tutta la cenere nelle vicinanze → lì dove c'è Annie che ancora litiga con il fuoco, cercando di accenderlo senza spargere tutta la cenere nelle vicinanze

- Parere personale
Ammetto che, in un primo momento, la storia non mi convinceva del tutto. Il prologo non dava poi molti spunti che avrebbero potuto incuriosire in qualche modo il lettore, anzi, scorreva abbastanza lento e non dava svolte interessanti come invece avrebbe dovuto fare per riuscire a dare una marcia in più all'intero racconto. So che trattandosi di un prologo non avrebbe poi potuto contenere chissà quanto cose per renderlo ancora più piacevole dinanzi agli occhi del lettore, ma io sono una di quelle persone che, se il prologo di un racconto non la convince, prende in seguito con le pinze tutto ciò che si legge in seguito e cerca anche il più piccolo pelo nell'uovo.
Ciononostante, mano a mano che leggevo, mi sono ritrovata davanti ad una storia ben costruita e articolata, una storia che seguiva il proprio andazzo e che sapeva già dove sarebbe andata a parare, senza lasciare niente al caso e invogliando così pian piano a continuare a leggere per saperne sempre di più, passo dopo passo, fino a giungere alla totale conclusione; inoltre l'inserimento di elementi cyberpunk ha stuzzicato la mia curiosità, e credo che avrebbe avuto ancor più la mia totale approvazione se ci fosse stata anche una spruzzatina di steampunk qui e là.
Ho sorriso nel vedere il modo in cui interagivano fra loro e il modo in cui si aprivano l'un l'altro, portando rapporti che al principio avrebbero potuto sembrare solo amichevoli anche su un piano intimo e più espansivo, mostrando così come ci tenessero ad entrambi; ho ridacchiato di gusto nel vedere l'approccio con cui si avvicinavano e i tentativi un po' goffi, rivedendo in parte, nonostante la chiave futuristica, i personaggi come ci vengono presentati nel manga.
Forse sono risultata un po' troppo puntigliosa - ho praticamente fatto le pulci alla storia anche quando avrei potuto prendermela comoda e tranquilla, chiedo perdono -, ma, pur essendo ormai un contest in autogestione, ho pensato che una valutazione ampia, che potesse descrivere tutto e al tempo stesso aiutare, sarebbe stata molto meglio di una recensione che magari avrebbe detto poco o nulla e avrebbe lasciato il tempo che trovava. Essendo poi la tua storia una long di ben dieci capitoli con elementi cyberpunk inseriti in un determinato contesto, necessitava della giusta attenzione. Approfitto dello spazio personale per dirtelo, spero non sia un problema tutta questa puntigliosità.
La tua storia era comunque ottima e, anzi, è un peccato che abbia così poco seguito.

Seconda classificata Flesh – Push up to my body, sink your teeth into di Rota | 44,4/45 

Grammatica e stile: 9,4/10 
- Il tuo stile è scorrevole, intenso e molto particolare, di quelli che capita di rado di trovare in una storia. Né semplice, né troppo difficile da seguire, ha una sua giusta perfezione che non può non catturare. Il lessico ricco e curato, armonioso... il modo in cui le parole si incastrano le une con le altre... tutto questo rende il tuo modo di scrivere bello (e "bello" è riduttivo, ma sorvoliamo). All'inizio la lettura può sembrare difficoltosa, ma dopo poco diventa più facile e nasce il bisogno di leggere ancora. 
Per quanto riguarda le sviste: le avevo messe in conto. 
Una long-fic di 50 pagine non può non presentare degli errori - a meno che tale storia non sia betata, ma spesso credo scappi qualcosa anche correggendo, per cui non li conto tutti come errori, eccetto quelli un pochetto più "no". 
Ti segnalo quel poco che ho trovato: 
1) '[...]per bisogno estremo di dare un regolare srotolarsi del tempo, dichiarava ben tre volte la data precisa che si era raggiunt.' 
2) '-Beh, il 100% della parte fisica, dire.' -> direi 
3) '-Qual'è la tua, invece?' -> Qual è. 
4) Guardo[ò] il corpo di Bertholt e provò una soluzione che gli fosse propria. 
5) '[...]gli bastava vedere il viso di Reiner con [un 'con' selvatico sbucato dal nulla] per essere soddisfatto.' 
6) “Allora cosa vuoi da noi? Come vorresti che ci scusassimo? Vorresti che dicessimo che uccidere è male? Questo ti soddisferebbe? La persona che conoscevi non esiste più! Se urlare ti va[fa]sentire meglio, allora urla!” 
7) 'Noi non potremo mai scusarci[,] ma qualcuno... vi prego, che qualcuno ci trovi[provi].” 
L'altra questione riguarda due punti, due scelte che non considererò errori, anche se per il primo punto devo far notare una svista X'D 
L'uso del "se stesso" come "sé stesso" [non considerato errore dall'Accademia della Crusca, epperò ci sono i grammar nazi che t'avrebbero scorticata]. Non lo considero errore, ma lo segnalo comunque, aggiungendo che poi in una frase hai scritto "se stesso" senza accentare la 'e'. 
Il secondo punto riguarda il cognome di Armin. Conosco le versioni "Arlert" e "Arelet", ma "Arlet" mi mancava, quindi non sapendo ormai quale sia la versione giusta (sebbene io sia propensa per "Arlert"), te la dò per buona, ecco. 
Come a tutti, che tanto fra i vari "Erwin", "Elvin", "Irwin", "Irvin" e "Ilvin" c'è l'imbarazzo della scelta X'D 
Originalità: 10/10 
- Ho trovato questa storia molto originale! Proponi la stessa storia del manga in chiave fantascientifica mantenendone però ogni caratteristica con poche scelte azzeccate, descrizioni a tratti cupe e a tratti molto analitiche. 
Premetto che non leggo mai storie fantascientifiche [né fanfiction, né romanzi veri e propri], ma quello che tu mi hai proposto mi è piaciuto e mi ha colpita particolarmente, soprattutto perché sei riuscita a stupirmi con poco, rendendo il tutto molto realistico. 
IC: 10/10 
- 'Quindi, nel caso si leggano alcune cattiverie riferite a qualcuno, si sappia che è soltanto per colpa del punto di vista di parte, ecco.' <- ciò è forse riferito a Mikasa? XD 
In ogni caso, qua mi sento di darti il punteggio pieno. Per il semplice fatto che Reiner e Bertholdt sono Reiner e Bertholdt. Quelli del manga (e dell'anime di conseguenza). 
Li hai analizzati riga dopo riga, esplorando e raccontando le loro paure e le loro incertezze, le loro domande e i loro bisogni, le consapevolezze e i rimorsi, creando contrasti interessanti. 
Il punto di vista di Bertholdt, poi, è quello più profondo, quello che crea maggior empatia verso il personaggio e le situazioni in cui esso si trova. 
Molto bello anche il modo in cui sono vesti certi personaggi dal loro punto di vista [cito Connie e poi, un poco, Mikasa, per poi passare a Ymir e Annie]. 
Trama: 10/10 
- Una trama ben delineata, che segue fedelmente anche il manga soffermandosi sulle scene più salienti che riguardano i due protagonisti, senza mai annoiare, e analizzando e rivedendo ogni cosa in base ai cambiamenti apportati [basta citare la scena in cui Reiner è morso dal Gigante al braccio]. 
Le scene che ci mostrano il rapporto sempre più profondo fra Reiner e Bertholdt, che poi sono fondamentali per analizzare i due personaggi, sfumatura dopo sfumatura, condiscono il tutto, regalando una storia profonda e piacevolmente introspettiva. 
Giudizio personale: 5/5 
- Punteggio pieno. Ho amato questa storia come nemmeno immagini. Premetto che non ho mai letto nulla su Reiner e Bertholdt, non essendo mai stati fra i miei preferiti [e poi perché, amen, su EFP non leggo quasi mai niente, lo ammetto candidamente]. Tuttavia sei riuscita a farmeli amare - sia nel bene che nel male. 
E mi hanno fatto persino ridere - sì, nelle scene più intime, perché a volte passavano dal sembrarmi terribilmente carini all'apparirmi estremamente divertenti, soprattutto a causa delle perplessità di Bertholdt di fronte ai tentativi di Reiner X'D. 
In ogni caso, questa storia è trattata in maniera ottima, dando risalto al genere introspettivo e a quello fantascientifico ed emozionando riga dopo riga. 
Davvero bella! Complimenti! 

Totale: 44,4/45 

Recensore Junior

Ciao ^^ lo letto la tua fanfiction un po' di giorni fa ma ho trovato soltanto adesso il tempo di recensire e ci tenevo davvero a farlo.
Che dire? La tua fic mi ha presa subito sin dalle prime righe. Ciò che più mi ha compìta è la naturalezza con la quale riesci ad esprimere la caratterizzazione dei Bertholdt e Reiner, due personaggi che - sebbene abbiano un ruolo fondamentale - non sono comparsi tantissimo. Ebbene, sei riuscita a renderli perfettamente IC, sembrava proprio di essere lì e di sentirli parlare. (tra l'altro, il loro è un pairing che ho rivalutato soltanto recentemente)
A proposito della capacità di immedesimazione, passo al secondo punto di cui volevo parlarti. Le azioni sono espresse perfettamente, così come le descrizioni spaziali e temporali. Ci si può facilmente immergere in una piacevole lettera, densa di particolari e introspezioni - che amo tantissimo.
Inoltre lo stile è fluido e regolare, non annoia mai, sebbene tu sia abbastanza prolissa. L'unica cosa che mi sento in dovere di farti notare (?) è il 'qual' che va senza apostrofo. Quanto al resto, la grammatica sembra perfetta - o almeno, così mi è parso, ho letto la fic a notte fonda, come al solito.
Ancora complimenti e al prossimo capitolo!

Dynamis
(Recensione modificata il 27/12/2013 - 12:17 pm)

Giovani robottini scoprono il sesso: parte 1
Ok, questa storia si fa sempre più, non so, oserei dire adorabile. Reiner e Berth che non sanno nemmeno da dove partire per fare sesso e a poco a poco scoprono e studiano i loro corpi a vicenda mi fan tenerezza.
E poi il Berth che vai delineando è adorabile, adoro il modo in cui analizzi le sensazioni che provano proprio come una macchina farebbe.
Fai comprendere come pensano, perchè dicono e fanno determinate cose. Non lasci al caso neppure la struttura dei loro corpi, parli delle lastre al posto della cassa toracica, degli organi interni... Devo ammettere di aver riso, e non poco, su quel "un pezzo di plastica ricoperto della stessa pelle sensibile di tutto il corpo" riferito ai gingilli dei nostri protagonisti.
E poi mi fai venire voglia di sapere sempre di più!
Nulla, ti sommergo di cuoricini ❤️❤️❤️
Uni. (<- che ti vuole bene ❤️)

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