Recensioni per
La Rosa e il Pugnale
di Audwarth
Che dire, non mi aspettavo un finale così, devo essere sincera. Nonostante le mie diverse aspettative, però, non sono delusa, tutt'altro. Il senso del dovere che dimostra Nikolaj alla fine, soprattutto, non può che piacermi e farmi apprezzare ancora di più questa piccola storia, che rappresenta l'inizio di un amore che potrebbe "sconfiggere" addirittura la guerra. Il fatto che l'ambientazione sia nel nostro presente, inoltre, aumenta la partecipazione di chi legge, si sentono i protagonisti molto vicini. |
Molto bella questa reciproca dichiarazione, davvero. Si svela tutta la profondità di questo "neo-dolcestilnovo contemporaneo". NikolaJ ha scoperto il cuore pulsante della poesia, grazie alla sua Beatrice-Natal'ja, ha scoperto cosa significa essere trafitti e toccati dall'Amor, che dai tempi di Platone è sintomo di profonda spiritualità. L'estroversione di Natal'ja è qui spiegata e trova una coerenza incredibile, con quello che è il titolo, e con tutto il filo rosso della vicenda. Lei ha risposto al richiamo di essere Venere che av-vince Marte, come nella famosa immagine che ci donò Lucrezio, di Venere che soffia sulle labbra semi-aperte di Marte addormentato nel suo grembo. E' poi vero che le rose hanno le spine :) |
Eccoci ad un vero e proprio giro di boa! La parte iniziale, in cui Nikolaj discute sul significato del tatuaggio, mi ricorda molto un film che ho amato e che parlava della sacralità dei tatuaggi. Sto parlando di "Educazione Siberiana". Inoltre mi è piaciuto il chiasmo simbolico che hai creato partendo dal tatuaggio: la rosa trafitta è lui e Natal'ja sembra esserne perfettamente cosciente. Il riferimento alla Storia contemporanea, che dico, più che contemporanea, attuale! lo apprezzo moltissimo! Mi ha divertita molto il dialogo finale tra Nikolaj ed il suo amico, specie in alcune espressioni vernacolari che hai voluto inserire. In ogni caso, la Patria chiama, che farà la bella rosa d'acciaio, Natal'ja? |
Ciao, mi ero dimenticata di recensire uno dei capitoli che ho apprezzato di più, e proprio a causa dell'intreccio tra il dialogo con la bambina e la poesia di Puskin. Anche qui facciamo i conti con la lacerazione interiore che ha preso Nikolaj, freddo pugnale riscaldato dalla Rosa di Crimea. Interessante anche il rapporto cameratesco che hai descritto tra Nikolaj e i suoi amici stretti, che contribuiscono a delineare meglio la sua natura ferrea e marziale. |
Il pericolo torna a farsi presente e del resto la Storia bussa alle porte di ogni essere umano, specie di chi è chiamato a ricoprire certi ruoli. Ancora una volta c'è una buona digressione simbolica, sui tatuaggi, sulle rune e sulla mitologia germano-scandinava che dona al racconto una nuova linfa concettuale, intrecciandosi ancora ai richiami cortesi e cavallereschi. |
Un 'occasione peregrina per permettere ai due protagonisti di conoscersi meglio. Ho apprezzato che, più che le parole, sono state le descrizioni e l'ambiente circostante a far parlare di sé Natal'ja, in particolare il mare di Crimea. La rosa di Crimea non poteva che essere nata vicino alle brezze marine. |
Ciao! Come ti dicevo oggi, stasera avrei letto la storia, e così ho fatto. |
Ecco che il Dolcestilnovo torna a fare capolino nella storia. Natal'ja, la venusiana 'Rosa', riporta alla memoria del freddo e temprato acciaio di Nikolaj le antiche immagini cortesi e mistiche dei cavalieri e delle dame. A sua volta Nikolaj ci fa saggiare la durezza della guerra moderna, non più riscaldata dal sangue dello scontro ad arma bianca. Ecco che Nikolaj, si chiede se il suo cuore sia mai stato riempito da qualcosa di più grande e chi se non Natal'ja, poteva accendere questa miccia in lui? Trovo anche questo molto coerente con i richiami all'Amor Cortese che hai fatto sin dall'inizio della vicenda. l'Amor cortese infatti non è solo prerogativa del corpo ma essenzialmente mira a congiungere il corpo, l'anima e lo spirito... Anima e Spirito erano la Sposa e lo Sposo... |
Questo secondo capitolo è ancora più scorrevole e coinvolgente del primo. Siamo entrati nel pieno dell'atmosfera. Mi è piaciuto molto il confronto tra la Mediterranea Crimea, forte della sua impronta Italiana nonchè delle glorie dell'antica Tauride, Terra di Artemide, con il Nord Boreale della Russia. Natal'ja e Nikolaj incarnano queste due anime della Russia così come in Cime Tempestose i personaggi incarnavano anche lo spirito della Terra che abitavano. |
Che bell'esordio! Una scelta raffinata, non è da tutti debbo dire! Ho capito bene chi è la fanciulla protagonista di questo racconto e devo dire che si sposa alla perfezione con i riferimenti stilnovistici con cui hai impreziosito la sua descrizione! |