Furono gli istanti più lunghi delle loro vite; nessuno dei due avrebbe potuto pensare al tempo in quel momento.

Nikolaj si ricordò di come gli era stato devastante il primo tocco delle labbra di quella donna, e pensò che ora si sentiva solo pervaso completamente da un'estasi che non credeva possibile.

Esisteva al mondo qualcosa di più piacevole dell'avere finalmente le sue mani su di lei? Dell'avere finalmente il contatto con la sua bocca?

Passarono un'inquantificabile lasso di tempo uniti in un surreale gioco di respiri e palpitazioni che sembravano trascendere il tempo e lo spazio. Nikolaj pensò che sarebbe potuto vivere così fino alla fine del suo tempo.

Alla fine, mentre erano stretti nel più soffice degli abbracci, Natal'ja ruppe il silenzio:

“Nikolaj, mi è quasi impossibile separarmi da voi; ma io debbo tornare al mio lavoro, come voi dovete tornare al vostro”

Nikolaj si alzò in piedi, e in pochi minuti torno alla sua indole ferrea.

“Natal'ja, amore mio... voi mi avevate tirato fuori da un mondo di ordine e razionalità per buttarmi violentemente nel caos delle passioni; e ora mi avete regalato i momenti più belli della mia vita. Adesso, vi dico, ora che mi date il vostro amore; posso dire solo che la vostra immagine non abbandonerà mai il cuore, poiché in questo amore ho finalmente trovato un senso; e ora che la Patria mi chiama, so bene in cuor mio che nella crudezza e nell'orrore della guerra avrò sempre e solo voi nel mio cuore. Difendendo questa terra, mi ricorderò di difendere voi; e allora io vi giuro, in nome del nostro amore: combatterò questa guerra con tutto il mio corpo, la mia mente e la mia anima. Potrei non rivedervi più, ma se anche dovessi morire, morirò con voi nel cuore, e sarò morto della morte migliore”

Nel frattempo, anche Natal'ja era tornata alla normalità.

“Andate ora, dunque... io combatterò a mia volta la mia guerra, e ogni giorno attenderò qui il vostro ritorno. Tornate con il fucile in braccio o sopra il vostro petto, ma fino al giorno del vostro ritorno nient'altro che voi occuperà il mio cuore; e in nome vostro dedicherò tutta me stessa alla nostra causa. Andate ora!”

Si scambiarono un ultimo, veloce bacio e si separarono guardandosi negli occhi.

Andandosene, Nikolaj pensava se l'avrebbe mai vista. La guerra sarebbe durata appena due mesi, con ogni speranza; ma la paura di morire in battaglia lo pervadeva. Comunque, pensava, aveva a casa Natal'ja ad aspettarlo, e aveva finalmente trovato una ragione per combattere.

Quando Nikolaj arrivò alla base militare russa di Donec'k, nelle sue vecchie vesti di soldato; la base era immersa nella tensione: c'erano bandiere di svariati colori mentre i soldati si preparavano a marciare su Kiev. Nikolaj pensò a tutte quelle persone che erano lì con lui quel giorno; dai militari Russi, agli Ucraini che avevano deciso di ribellarsi al nuovo governo, fino a quel manipolo di Ungheresi che con i loro modi e i loro aspetti nobiliari contrastavano tanto con il portamento rozzo degli altri soldati.

Ripensò a come il mondo intero domani sarebbe piombato nel caos nella battaglia, e pensò che, in tutto quel caos, la sua causa era quella giusta.

Ripensò ancora a Natal'ja, alla sua sublime immagine; e pensò a come il giorno dopo avrebbe dato tutto se stesso solo per lei.