Rileggevo i miei vecchi racconti, quelli che non riguardano i Pokémon (con le mani tra i capelli, perché anche se adesso non sono questo granché come scrittore, cinque o sei anni fa non ero di certo meglio, anzi!) e poi, così, sono andato su Efp.
"Controlliamo un po' le uscite..." mi sono detto, e infine vedo: IVAN.
Autore? Lycia.
Lycia.
Lycia! Ha scritto, dannazione, finalmente. E mi ci fiondo, cara mia. Mi ci fiondo.
Allora, innanzitutto parto con questa recensione nel mio classico modo, ovvero parlando del titolo, che è la prima cosa che ho visto. C'è un punto di troppo, punto che c'era in tutte le tue altre storie tranne che in Growlithe.
Hai l'abitudine di utilizzare titoli che sono sostanzialmente dei nomi. Ivan, Growlithe, Zero (anche se su quest'ultimo c'è comunque l'applicazione metaforica della questione personale, senza me stessa sono diventata zero).
Insomma, approvo e mi piace tanto la presentazione della storia, la sua introduzione, quella che dovrebbe essere in pratica la seconda di copertina.
Poibboh, cominciamo con ciò che c'è dentro la storia.
Impaginazione buona, simile a quella di Zero, e di Growlithe, del resto.
Non è molto lunga, effettivamente, anzi, è davvero piccolina. Ed è molto bella.
Lo stile è buono ma mi ha dato una delusione assurda la frase alla fine, molto... come dire, infantile.
No, la parola giusta è banale. Dovevi riuscire a renderlo più cazzuto, più epico, qualcosa che anche chi non ha giocato ai Pokémon riesce a capire. Magari puoi anche riprendere la metafora dell'accqua che batte il fuoco, ma non farei riferimenti proprio ai tipi Pokémon, quanto agli elementi veri e propri presi in considerazione: "È proprio vero: l'acqua lo spegne, il fuoco...".
Preferirei una cosa del genere.
La delusione è stata maggiore anche perché sostanzialmentela storia mi è piaciuta (nonostante apprezzi poco le cose brevi). Sei riuscita a riportare in maniera ottimale i pensieri e le sensazioni, era palpabile l'ansia ed il rimorso di Max per ciò che aveva fatto.
Inoltre hai lasciato intendere un passato da amici, spezzato dalla diverse ideologia, probabilmente.
Piccoli tecnicismi che probabilmente vedo solo io:
"Ascolta, io... ho sbagliato, non avrei dovuto... si può risolvere tutto a parole..." - L'unico errorino, Si può deve andare in maiuscolo perché cambi argomento della discussione e non è il continuo di un'interruzione.
Per il resto so good, toscanaccia (ricordo bene, no?). A presto e grazie!
Andy Black |