Oggi dev'essere la giornata dello yaoi in Saint Seiya. È la seconda fic che commento con questa tematica. Alla terza inizierò a vederlo come un segno del destino.
In tutto ciò - deliqui a parte - Buon Anno! Torno a riaffacciarmi dopo un periodo complicato. Ti avevo avvisata che i miei tempi sarebbero stati biblici, nevvero?
Mi sono piaciute entrambe le storie che ci hai proposto in questa strenna di fine anno. Pur se con qualche perplessità. Ma le dolenti note le lasciamo a dopo e puntiamo i riflettori sulle piacevolezze. Ammesso che si possa dire piacevolezze...
La canzone da cui prendi spunto è forse quella col ritmo più ossessivo, con quel coro che ripete Now, where do we go? per tutta la durata dell'inciso. Come se ci si aspettasse una risposta da qualcuno. Tu hai scelto di puntare l'attenzione sulla dicotomia vado/resto e sul vorrei/non vorrei/ma se vuoi tanto caro a Battisti e Mogol e che racchiude perfettamente le indecisioni dell'animo umano davanti ad una soglia durissima da valicare. Quella che ci trova col piede a mezz'aria e che ci costa tantissimo mettere giù, hai presente?
E li ho cpaiti benissimo Hyoga e Shun, ché tutti noi abbiamo nella vita dei momenti in cui si vorrebbe restare ma qualcosa, dentro di noi, ci dice che no, si deve prendere il fagottino in spalla e andarsene. E momenti in cui cerchiamo con tutte le nostre forze di trattenere qualcosa che sappiamo ci scivolerà via dalle mani come la sabbia asciutta tra le dita.
E anche se no, io non ce la faccio a vederli innamorati uno dell'altro, anche se sì, per me sono irrimediabilmente etero, Shun compreso - e questo sì che è un atto di fede - ho apprezzato il tuo usarli come attanti proppiani (va à che paroloni!) per descrivere le sfumature dell'animo umano. A prescindere dalla coppia di cromosomi con cui siamo venuti al mondo.
Quel Non puoi decidere anche per me! di Shun, pensato ma non espresso, tenuto per sé, dentro al cuore, con una rabbia montante come la marea che sbatte sugli scogli, fa male al cuore. Fa male al cuore perché è vero. Perché a volte subiamo le decisioni degli altri, specie in campo sentimentale, quando il nostro fidanzato (o fidanzata, a seconda dei casi) decide di andarsene a scorrazzare per altri prati e per altri fiori. E a quel punto che fai? Gli dici "No, tu resti qui con me?". Sì, lo dici. ma dentro di te sai che non puoi fermarlo. Non puoi costringerlo. E allora puoi solo guardarlo andare via, lo zainetto in spalla e le mani in tasca. O lo scrigno, fai tu.
E mi è piaciuto anche Hyoga. Che si aggrappa a tutto, pur di non varcare quella soglia. Pur di non andarsene. Purché qualcuno lo fermi. Ché lui non ha abbastanza fegato, evidentemente.
E se Atene piange, Asgard non ride.
Io odio visceralmente Freja. Con tutto il cuore. La trovo una solenne gattamorta, e me ne scusino le fan, ma io preferirei vedere Hyoga assieme ad Erii o ad una scopa rovesciata piuttosto che con... quella!
Eppure ho capito i suoi sentimenti. Quella che parla qui è una donna ferita ed umiliata e delusa. Perché lei ha capito cosa è successo nel cuore del Cigno. E ha altresì capito che no, non fa parte dell'equazione. E che è nata colla coppia di cromosmi sbagliata, si vede.
Ora, da sua detrattrice dovrei mettermi a ridere di cuore, tipo cattiva da operetta, con tanto di tuoni e fulmini e rami scheletrici fuori dalla finestra alle mie spalle.
E invece no. Invece no perché la capisco. Accidenti a te, ma ti pare che devo provare solidarietà per quella sciacquetta bionda?!
Scherzi a parte, sei stata bravissima ad 'usare' Freja come strumento per mostrare i sentimenti di una donna delusa, tradita, ingannata (con buona pace di Baglioni) che sputa veleno come un cobra anche su sua sorella. Rea di non schierarsi dalla sua parte. Anche se quel "E tu hai sempre avuto Artax" Hilda se lo poteva anche risparmiare, detto tra noi.
E cominciamo con le dolenti note. O con quelle che mi hanno lasciato perplessa.
Ti avevo già spiegato come io intendo la punteggiattura degli incisi, per cui non vi tornerò sopra. Mi occuperò dei pensieri cancellati. Ho inteso una sorta di sperimentazione grafica, passami il termine, per cui quei pensieri si ritrovano una riga nera sopra perché è come se i nostri signorini non avessero il coraggio di pensarli davvero. Come se se ne restassero lì, a galleggiare sul fondo delle loro coscienze.
Ti dirò, data la puntale e precisa sequenza di botte e risposte tra i due, la vedo difficile che quei pensieri così precisi e puntuali se ne siano rimasti ammollo nel brodo primordiale dei cervelli (bacati) di Cigno e Andromeda. Magari poteva essere il Cosmo? Non lo so. Chiedo. perché messa così sembrerebbero dei pensieri. Ma allora non mi spiego quella riga nera, se non con la motivazione espressa sopra.
Sinceramente, se le cose stanno come le ho ipotizzate, mi sembra una scelta superflua. Superflua perché comunque a) rallenta la lettura - e per me viene prima questo di ogni altro artificio o sperimentazione tecnica; b) mi sembra superflua perché i pensieri che quei due esprimono hanno sufficiente forza ed intensità da bucare qualsiasi ritrosia. Cavoli, nemmeno se avessero urlato avrebbero avuto tanta intensità!
Se accetti un consiglio, prediligi sempre prima la scorrevolezza della lettura. Sempre. In poesia fai come ti pare, ma in prosa fai conto che la scorrevolezza viene da destra. Sempre. A tutti gli incroci.
C'è poi un guazzabuglio di nomi che non mi spiego. Mi rendo conto che il nome Lemuri suoni meglio di Caça, così come Artax abbia un fascino tutto suo (anche se io mi aspetto di veder apparire Atreju da un momento all'altro); ma se usi Hyoga e Shun e Seiya e Shiryu allora, per coerenza con la storia di partenza, dovresti usare Freja, Caça e compagnia. Sì, lo so. Sono una scassamaroni.
Il verbo sopravanzare è un rafforzativo di avanzare, ma inteso non come verbo di movimento, ma col significato di "restare". Hai presente quando dici "È avanzato un po' di cous cous, lo metto in frigo"? Ecco. Sopravanzare significa quello. E non riesco a vederci alcun significato legato al movimento, mi dispiace.
E in questa frase:
Come hai potuto farlo? Come hai potuto farmi questo, sorella!”
io ci vedrei bene un punto interrogativo, piuttosto che un solo punto esclamativo, visto che Freja sta porgendo alla sorella una domanda. magari, aggiungi il punto interrogativo, ché la sorpresa nella bionda principessa è papabile e palese, e qundi l'esclamazione c'è. Eccome. Ma è subordinata alla domanda, seppure retorica. Perché Freja sa che Hilda non poteva trattenere Hyoga con la forza. Anche se avrebbe tanto voluto che sua sorella ne fosse in grado.
In conclusione, torno a ribadirti le mie impressioni più che positive per questo capitolo. Non lasciarti spaventare dalle mie perplessità, dunque, e abbi pazienza. Ti sei trovata una lettrice rompiscatole!
Alla prossima! |