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Autore: mattmary15    02/01/2016    1 recensioni
'1996 collection' è il titolo di un album ispirato a Saint Seiya composto da 10 canzoni. Ogni titolo è diventato l'ispirazione per raccontare, ogni volta con due versioni diverse, frammenti di vita dei personaggi di Saint Seiya. Dal primo capitolo ... Rodorio non credeva nel Natale.
La Dea era tornata in un giorno di Settembre che con la neve e gli alberi decorati con palline colorate non aveva nulla a che fare...
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Gemini Saga, Nuovo Personaggio, Pegasus Seiya, Saori Kido, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il destino di una vita intera'
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Chi: Seiya e i Bronze Saints.
Quando: Dopo lo scontro con Artemide e il primo attacco di Marte.
Dove: Santuario, Grecia.
Perché: Perché dire addio è quasi impossibile.

 

Sayonara Warriors
-E’ solo un arrivederci-


Il frinire delle cicale ha lasciato il posto a quello dei grilli dopo che l’aria si è rinfrescata appena un po’ al tramonto.
I bagordi della festa sono terminati.
Svuotati i bicchieri di ouzo. Consumati i dolciumi preparati da Lucina. Hanno lasciato solo un alone nel cielo i fuochi d’artificio preparati con esuberanza da Death Mask. Nessuno più di lui sa come si organizza una festa. Nelle regioni meridionali d’Italia, l’estate puntella di feste e sagre tutti i paesini e i litorali.
Milo s’è ubriacato col vino rosso, quello che macchia persino le labbra per quanto è corposo. Camus se l’è trascinato via di peso.
L’entusiasmo della festa ha contagiato addirittura Shaka. Lo hanno visto sorridere mentre, con il grande sacerdote, accendeva le lanterne da liberare nel cielo. In Oriente propizia la buona sorte, libera le anime. Sono diventate piccolissimi punti luminosi nel cielo e poi sono scomparse.
Solo un fuoco rimane a intrattenere un gruppo di persone radunato intorno ad esso. Il profilo di cinque ragazzi, no, di cinque uomini, trema come le fiamme ravvivate di tanto in tanto.
Sono rimaste solo lattine di birra da bere. Birra giapponese. Come ci sia finita laggiù, tra le colonne dei templi del santuario, è un mistero.
Seduti sulle rocce su cui un tempo alcuni di loro hanno temprato i pugni e il cuore, chiacchierano del più e del meno. Si prendono in giro l’uno con l’altro. Si danno pacche sulle spalle e spintoni mentre ridono di quanto si siano presi sul serio più del necessario. A guardarli da fuori, non si direbbe che hanno anni di battaglie sulle spalle, vite difficili, legami spezzati per sempre o ricuciti, a volte, col sangue.
Hanno bevuto troppo. Ancor prima di aprire le lattine di Asahi. Nessuno di loro, comunque, è davvero ubriaco. Fa comodo dare la colpa alla sbornia se diciamo una parola di troppo. E quante parole sono rimaste sopite nei loro animi finora! Non c’era mai tempo per dirle per bene. Hanno rischiato di dirsele di fretta, nel timore di non poterle più esprimere, perché la vita di un cavaliere può essere breve come quella di uno dei fuochi d’artificio di Death Mask.
Così, se capita di ritrovarsi dopo tanto tempo intorno ad un focolare improvvisato, si trova il modo di tirarle fuori quelle cose non dette. E se lo si fa tra i fumi dell’alcol, va bene lo stesso.
Sono cresciuti insieme. Sono diventati grandi insieme. Talmente grandi che potrebbero reclamare per se stessi il ruolo per cui sanno di essere nati. Un destino scritto nelle stelle, dalle stelle. Le stesse stelle che li proteggono.
Qualcuno di loro lo farà, qualcun altro ha scelto un altro cammino da seguire.
Stanotte però, intorno al fuoco, sono cinque amici e basta. Quando l’ultima lattina è vuota, la sbornia diventa  triste. Forse perché il momento dei saluti è vicino. Il fuoco brucia l’ultimo ceppo e la fiamma si assottiglia. Uno di loro ricorda agli altri che somiglia a quella azzurra che fa la meridiana dello zodiaco.
Il tempo è passato. L'ultima fiamma si spegne. Il santuario, avvolto in un'atmosfera sospesa tra passato e presente, dorme placidamente al sicuro. Atena è salva. Come sempre.
Non c’è più bisogno di loro ed è una cosa che fa bene e, allo stesso tempo, maledettamente male al cuore.
Sono liberi di lasciare Atene. Di raggiungere luoghi in cui il cosmo che scorre nelle loro vene non serve.
Ché sanno che non potranno mai lasciare Atena. La dea non lo consente. Sono stati definiti cavalieri della speranza per un motivo.
Si stringono in un ultimo forte abbraccio. Un legame che desiderano non si sciolga neppure a questo giro.
Il cigno volerà a nord tra nuovi ghiacci.
Un inferno completamente diverso aspetta la fenice.
Il drago tornerà a riposare tra le acque del monte Lu.
La nobile principessa deve ancora sciogliere tutte le sue catene.
Solo Pegaso indugia ancora tra le colonne del tempio. Sorride alle sue stelle.
“Sayonara minna” *dice mentre una luce dorata l’avvolge.
Ha ali nuove Pegaso, capaci di portarlo dove non ha ancora osato volare. Perché qualunque cosa accada, sa che non li perderà. Nulla di ciò che è accaduto sarebbe stato possibile senza di loro. Non capiscono perché proprio lui, il più ribelle di tutti, ha deciso di accettare il morso dell’armatura d’oro. Ma ha fiducia Pegaso. Ne ha sempre avuta. Capiranno. Perché sono amici, perché sono fratelli.
Forse la loro vita è stata davvero come uno dei fuochi d’artificio di Death Mask, pensa Pegaso volando nella prima luce dell’alba. Libero nonostante tutto. Troppo veloce è esplosa nel cielo e si è consumata. Troppo veloce. Ma che splendida, splendida luce ha fatto!

 

Chi: Kanon e Syria.
Quando: Dopo la guerra contro Marte.
Dove: Porto del Pireo, Grecia.
Perché: Perché è sempre bene riconoscere il valore di un avversario.

 

-E’ solo un arrivederci-
Otherverse version


Non se lo spiega.
Davvero, Kanon non capisce.
Ha lottato tredici lunghi anni per avere la possibilità di fuggire da lui, da loro, da quel mondo fatto di cieli d’acqua salata. **
Eppure adesso che la sua pelle assorbe il calore del sole di Grecia, che si fregia dell’armatura d’oro di Gemini, ora che tutte le sue colpe sono state perdonate, sapere che ogni legame con Nettuno è stato reciso gli procura un fastidioso disagio.
Scuote le spalle. Che gliene importa, in fondo, che partano? Che lui non sia più parte di quella schiera di generali? Sa che non è mai appartenuto a Nettuno, che è sempre stata Atena a proteggerlo. Anche se il dio dei mari gli ha detto, in un ultimo gesto di nobiltà, che l’armatura del dragone del mare sarà idealmente sua fino a quando non nascerà la nuova generazione di cavalieri.
Perché sta facendo di questi pensieri? Lui che non voleva essere cavaliere neppure di Atena? Veste quell’armatura d’oro solo perché ha fallito miseramente nel tentativo di proteggere Saga. ***
La vista delle onde che si ritirano dalla battigia per lasciare il passo al loro signore e ai suoi lo riporta alla realtà. Non è facile accantonare il pensiero della perdita del fratello. E’ come se avesse perso un braccio o una gamba con la differenza che, in quei casi, non farebbe tanto male.
Ormai Nettuno è sparito tra i flutti come la maggior parte dei generali. Andati, tornati a casa. Casa è un luogo che Kanon conosce a malapena e che spera di scoprire tra le braccia di Shaina.
Si volta e fa per lasciare la spiaggia. Voleva assistere alla loro partenza quasi per propiziare un’ultima catarsi.
Qualcosa, un richiamo, lo trattiene. Si volta e lo vede. Ritto e immobile. Guarda nella sua direzione e a Kanon scappa da ridere. Non poteva sperare di passare inosservato a lui. Infila le mani in tasca, affonda i piedi nella sabbia e cammina finché non se lo ritrova davanti. Occhi negli occhi. Quegli occhi così particolari e carismatici.
“Sei venuto a salutarci?”
“Solo ad assicurarmi che ve ne andiate davvero!” Syria scuote appena le spalle in un gesto elegante. Da quando lo conosce non lo ha mai visto perdere la calma, la signorilità che lo contraddistingue.
“E’ davvero finita, stavolta.”
“Conto sul fatto che tu saprai consigliare Nettuno sempre per il meglio.”
“Nonostante ciò di cui sei stato capace e quello che credi, Kanon di Gemini, sono convinto che non si possa influenzare il volere di un dio.”
“Sei troppo fedele al tuo re per dubitare del contrario!” esclamò Kanon.
“Sono lieto che, alla fine, tu non lo sia stato abbastanza!” risponde Syria allungando una mano. Kanon la guarda con la stessa diffidenza con cui Ulisse dovette aver guardato il cibo offerto alla tavola di Circe.
Tra tutti i generali di Nettuno, Syria è stato quello che non ha mai ingannato. Quello che gli ha messo sempre i bastoni tra le ruote e, facendolo, gli ha impedito di scoprire le terribili conseguenze che le sue azioni avrebbero potuto avere.
Allunga la mano e stringe quella tesa che aspettava.
“Sei stato un buon avversario, Syria della Sirena.”
“Tu ti sei rivelato un pessimo compagno ma so riconoscere le virtù nel cuore di un uomo e tu ne possiedi molte, Kanon. Forse per questo non ti ho mai sottovalutato.”
“Io invece l’ho fatto e l’ho pagato. Sono contento di aver sbagliato a giudicarti, Syria,” dice guardando le loro mani unite “addio.”
Mentre le loro mani si separano, Kanon avverte finalmente il dolore dell’abbandono. Non si può mentire a se stessi. Per anni ha vestito le scaglie dorate del mare e quella forza ha paura di perderla.
Syria ha raggiunto l’acqua che si ritira davanti ai suoi piedi. Tra poco anche lui sparirà tra i flutti come non sia mai stato lì, alla stregua delle sirene che lo proteggono. Potrà credere di aver sognato tutto.
Improvvisamente il generale volta la testa verso di lui e sorride.
“Arrivederci, non addio. I compagni d’arme rimangono uniti fino alla morte sul campo di battaglia. Fino ad allora è solo arrivederci.”
I flutti lo avvolgono e lo trascinano in fondo al mare. Kanon ride. Fa bene al cuore sapere di non essere l’unico a non saper tagliare i ponti. Dà le spalle al mare e alla malinconia.
La terza casa attende il nuovo custode. Alza il passo, ché è lunatica e non è bene farla aspettare.


Note dell’autrice appesantita dai pranzi infiniti delle feste!
*’Sayonara, minna’ vuol dire ‘Addio, ragazzi’ in giapponese.
** Ne ‘Il destino di una vita intera’ Kanon viene creduto morto da Saga dopo la battaglia contro Hades per mano degli dei (ha ingannato Nettuno e deve essere punito) ma il dio dei mari lo imprigiona nella colonna portante fino agli avvenimenti della mia storia. Per tredici anni, appunto.
*** Al termine della storia già citata, Saga scompare e Kanon prende il suo posto al Santuario nei panni del cavaliere dei Gemelli.
Spero che abbiate passato un buon principio d’anno. Il mio augurio è che tutto il 2016 sia per voi un susseguirsi di momenti lieti.
Un abbraccio e, mi raccomando, non dimenticate di bruciare il cosmo dentro di voi!

  
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