Recensioni per
Hostia Piacularis
di Shinji

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
19/11/08, ore 14:40

A differenza di Le fleur du Mal io ci ho pensato immediatamente invece, ho vinto il premio di monotematicità;PPPPPPPPPPP Ed è favolosa sia a leggerla in quel senso che nel senso di original a tutti gli effetti, fa venire i brividi ad ogni parola, ad ogni passo, appunto e come sempre la tua intensità emotiva mi colpisce profondamente, sa sempre lasciare qualcosa dentro. Io amo scrivere ma sono assolutamente negata con le recensioni, vorrei lasciartene di più decenti, perché te le meriti tutte, è che adesso ho la mente annebbiata dalla mattinata con le belve a scuola e gli occhi che mi si chiudono per il sonno, quindi non sono riuscita a fare di meglio, spero quanto meno di averti un poco trasmesso quanto amo quello che scrivi^*^

Recensore Junior
19/11/08, ore 10:58

Shin,è una storia splendida! Si sente la sofferenza insita nel racconto,a un certo punto mi son venute le lacrime agli occhi... "Un altro passo. Un altro. Un altro ancora." Queste parole danno ritmo all'intera composizione. Una delle tue opere migliori,a mio avviso!

Recensore Junior
19/11/08, ore 10:26

Ehm... ^///^
Forse ci sarebbe da preoccuparsi per il fatto che a qualcuno questo pezzo richiama alla mente visioni mistiche tipo Gesù Cristo & C, mentre a me fa pensare a Lestat sdraiato sulla sabbia in attesa che il sole del deserto lo incenerisca... *rolls*
Comunque sono qui a dirti che è uno dei pezzi più *belli* che tu abbia mai scritto. Non potevo esimermi, no!^^
E' come entrare in un gorgo di inelluttabilità, come salire molto in alto e cambiare totalmente la prospettiva sul mondo. Con in più qualcosa che ti serra il respiro a mani nude, però.
E boh. Non sono brava come Roh ad esprimere le emozioni, perchè questo pezzo si avvicina molto ad una poesia ed io di fronte ad una poesia rimango notoriamente senza parole...
Però ci tenevo a dirti quanto mi ha toccato. Dentro. A fondo.
E anche quanto ti voglio bene, Shin^^.
Un abbraccio
FATALOGGATACONLACCOUNTDIROH

Recensore Veterano
19/11/08, ore 03:13

é__è Poichè soffro di Sindrome di Gerusalemme in stato ormai avanzato ( e non so nemmeno perchè, dev'essere questo il bello delle sindromi ) questo brano mi ha spaccato a metà. Mica per niente. Mi ha richiamato al Cristo nel deserto, al Dodicesimo Apostolo sacrificato, ai pellegrinaggi delle carovane nella sabbia, alle tradizioni più antiche di un asino mandato a morire fuori dal villaggio per allontanarvi le pene e i peccati. Suggestivissimo. Me lo sono riletto, tanto per dirne una, con il Dies Irae di Mozart sotto. Prova a farti il viaggio anche tu *C* In quanto autore te lo meriti! >O< ...mi sento un po' chiamata in causa con le robe che hai scritto a proposito di Saint Seiya. XDDDD No, non ci avevo pensato. Ma poichè me l'hai fatto notare tu, me lo sono riletta una terza volta come se se guissi i passi di Aioros. Così impari. <3 XD Un bacione!

Nuovo recensore
18/11/08, ore 22:26

Ehilà MARITO^_________^ Poichè mi hai tenuto per troppo tempo a secco di tuoi racconti ho deciso di inaugurare questo tuo piccolo*come sempre, anche se io sono di parte* capolavoro^^ con uno dei miei rari commenti su EFP. La cosa che adoro è che io non scriverei MAI così. E mi piace PROPRIO per questo. E ti giuro che leggendo, l'effetto che dà è vagamente simile a quello di una crisi d'asma. Mi sembra di sentirla, la sabbia che scartavetra,la lingua gonfia e le papebre asciutte. Io ho percepito un senso di ansia soffocante, come la cappa di calore avvolgente stile cellophane. E poi...mi piace, la rassegnazione, che ho sentito. Forse sembrerà strano dirlo, ma ogni volta che produci scritti di questo genere- quanto di più lontano da quello che direi simile al mio- introspettivi ti adoro vergognosamente.E' che la rassegnazione,il non voler lottare, contro ogni istinto di autoconservazione,proprio, appunto, di ogni capro espiatorio che si sente e che SA di essere tale, è uno dei sentimenti più DIFFICILI da rendere, in uno scritto. Perchè contrasta anche con tutte le aspettative di qualsiasi lettore. La cosa che mi stupisce, è l'eleganza con cui ti muovi da passaggio a passaggio.Lacapacità, che hai, di rendere del tutto IRRILEVANTE il SOGGETTO e l'OGGETTO del discorso. Quoterei,non fosse che ciò contribuerebbe ad incrementare il tuo EGO spropositato :P. Quindi accontentati:*

Recensore Junior
18/11/08, ore 21:35

OK Shin.
Credo che tu sapessi, mentre postavi, che questo pezzo mi sarebbe piaciuto.
Non riesco neanche a trovare un termine adatto ad indicarlo. Non è un racconto, e non è una poesia. E'... Non lo so. Qualcosa di preciso e assoluto al tempo stesso. Una metafora adatta a rappresentare troppe realtà diverse. Troppi sentimenti, e stati d'animo. Drammi personali e sociali e interni.
Ha una struttura estremamente evocativa. Ripetizioni ossessive, ritmo circolare. Dà il senso di una strada lunga, persa all'orizzonte. Snodata lungo un terreno identico sempre a se stesso. Un deserto, forse, come dici tu.
Ma mi fa pensare più alle terre desolate di Eliot, che ad un luogo reale.
Perchè nel deserto reale c'è una magia, credo. Un silenzio. Un misticismo.
In questa visione, invece, i colori mi sembrano più aspri. Più duri.

Come ogni volta, ci sono dei versi meravigliosi.
Per questo mondo di fuoco arido e spento, che grida fragoroso. A parte la musicalità della frase. Fuoco arido e spento è una definizione *perfetta*. E quel grido fragoroso mi fa pensare ad una risata - crudele, quasi volgare. Dev'essere quell'aggettivo.

Adoro poi - credo di avertelo già detto - la maniera in cui usi le parentesi.
Perchè è come se incastonassi questi frammenti in nicchie scavate dentro il testo. E restassero lì, a brillare. Spandendo intorno una luce soffusa.
Un granello nel nulla di un Sole troppo grande è un esempio perfetto di quello che intendo dire. Davvero. A prescindere dall'immagine, a prescindere da tutto. Ha una cadenza speciale. Tua. Che io amo.^^

Lo hai sentito, l’odore dei loro peccati. Avevano l’odore dei campi dei nomadi del deserto, e di sangue; di acqua sporca, e di viaggi ignoti. Di parole non dette, di rimpianti arrugginiti.
Credo sia questo il passaggio che ho amato più di tutti.
Non saprei neanche dirti perchè. Non davvero.
E' la scelta degli aggettivi, credo. Delle immagini. Il fatto che hai accostato insieme molti miei *simboli*, ricreando quasi perfettamente uno dei miei mondi interiori. Non tanto per i peccati, quando per il resto. Sangue, nomadi, viaggi ignoriti. Parole non dette e rimpianti arruginiti.
Sono cose incise in profondo, senza saper neppure bene la ragione.

Ed è bellissima la definizione che dai delle dune.
Duomi di un Dio che non puoi vedere
E il paragone con la farfalla. Con le ali che si seccano e si distruggono in squame. Inserendo, forse senza volerlo, l'accenno ad un'altra metamorfosi: da farfalla a serpente. Da leggerezza a pericolo, sensualità, veleno. (In questa mia lettura, forse, ha influito Ash... *rolling-eyes*)
E boh. Vorrei riuscire a scrivere qualcosa di *conclusivo*, ma non mi riesce.
Solo, davvero. E' un pezzo magnifico.
Grazie di averlo postato. Condiviso.
Di avermelo fatto leggere, insomma.^^
Molto egoisticamente - perchè da un punto di vista molto interno l'ho letto - grazie.
Un bacio.^^

Nuovo recensore
18/11/08, ore 21:02

Intensa, con un finale che ti trapassa come una lama tanto è coinciso. Certo, ti invidio. Voglio dire, sei stato ispirato durante un tema sulla sofferenza... a me i temi delle superiori non ispiravamo mai un bel niente! XD Chissà perché! :P Bel pezzo, Fijonipello! Al prossimo tema! :D