Giudizio per il contest "Le notti bianche di San Pietroburgo", premio speciale Miglior San Pietroburgo Fantastica
L'eco del sangue - Melian
85/100
Aspetto formale 22/30
Correttezza grammaticale e ortografica: 7/10
Sintassi e punteggiatura: 7/10
Stile e lessico: 8/10
Partiamo dalle note positive: mi è piaciuto lo stile. Quando si parla di vampiri, di demoni, di esseri sovrannaturali in generale, mi aspetto sempre – lo apprezzo, diciamo – uno stile un po’ decadente, che ben si sposa con queste figure misteriose e oscure, poi hai ambientato la storia nell’Ottocento quindi l’utilizzo di un linguaggio più ricercato ci sta. Qualche termine risulta un po’ altisonante e per me a volte metti troppi aggettivi, comunque nel complesso non stona troppo. Mi hai ricordato un po’ Anne Rice, senza la ridondanza spesse volte grottesca dello stile della Rice, quindi l’impressione è stata positiva. Poi ho apprezzato le immagini che sei riuscita a suscitare: per esempio quando mostri (non racconti) Nastasia che riemerge dalla tomba oppure la cena-carneficina di quella povera disgraziata legata come in una ragnatela di seta; o le descrizioni dei paesaggi e di San Pietroburgo. Tutto molto vivido, un’atmosfera che si riesce a toccare con le parole.
Ed ecco la nota dolente: da un punto di vista tecnico ho riscontrato invece degli errori.
Partiamo dalla punteggiatura: alle volte l’ho trovata eccessiva, metti molti incisi, per esempio tra locuzioni come “allora” “quindi” “perciò”, magari è un tuo tratto stilistico, però ti posso dire che leggendo si ha l’impressione di andare troppo a “scatti”. Qualcuna ci sta, però non sempre. Altre volte invece le virgole te le dimentichi, ma niente di grave. A volte proprio non ci dovrebbero stare: per esempio quando scrivi “tuttavia” poi non c’è bisogno della virgola perché devi ancora collegare la frase che si lega a quel “tuttavia”. Fai scarso uso del punto e virgola, che invece, considerate le frasi che intessi, ti sarebbe comodo per dare scorrevolezza al testo.
Poi c’è la questione della punteggiatura dei dialoghi. In materia non ci sono regole precise: se si cercano si vede solo che ogni casa editrice ne ha una sua. Non direi niente, quindi, se non che, leggendo la tua storia e cercando anche su internet (sai, per non sparar inesattezze), non ho trovato nessuno che mettesse una virgola dentro le caporali e poi un punto dopo le caporali.
Ti spiego con un esempio che se no non si capisce bene. Proprio una delle prime battute:
«È morta.», rispose Alphonse
Ecco, c’è un punto dentro le caporali, poi la caporale, poi una virgola. Non ho mai visto una cosa del genere. Di solito o si mette il segno di punteggiatura prima della caporale o dopo.
Altro esempio:
«Posso dirti come ho avuto origine io. Sono molto più vecchio di quanto immagini. Dovrei esserti grato per avermi svegliato, probabilmente.», l'egizio fece una pausa.
Qua oltre il “problema” dei due segni di interpunzione, c’è pure il fatto che “l’egizio” è senza maiuscola, quando il discorso è finito. Io avrei scritto semplicemente:probabilmente.» L’egizio fece una pausa.
Ora, non so. Come dicevo non ci sono regole precise, ho guardato in giro per sicurezza, alla fine dipende dalla consuetudine degli editori, però questa cosa di mettere due segni di punteggiatura non l’ho trovata da nessuna parte. Forse non è scorretta, però è strana perché, alla fine dei conti, si mettono due segni quando ne basterebbe uno. Non l’ho contata nella valutazione, ma ho voluto evidenziarla anche per chiederti delucidazioni – magari l’hai vista in un libro.
Chiusa questa parentesi fiscale, parlando di correttezza grammaticale e ortografica ci sono alcuni errori. Alcune son solo sviste, per esempio “sopravviverà” invece di “sopravvivrà” o “:imparatore” invece di “L’Impalatore” o “rimasti” invece di “rimasi”, altri sono proprio errori ripetuti più volte (“sopratutto” e non “soprattutto”) e altri ancora errori grammaticali. Non usi in modo corretto la prima persona singolare al passato: “scoprì” invece di “scoprii”, “lo seguì” invece di “seguii”, “annuì” invece di “annuii”. Ci sono poi un paio di “che” mancanti.
Il testo è moderatamente costellato di questi errori, quindi, sebbene lo stile mi sia piaciuto, l’ho trovato zoppicante da questo punto di vista. In realtà si tratta di cose facilmente rimediabili con una rilettura o una beta. Nel documento che mi hai inviato ho segnato tutto, se vuoi te lo mando.
Un’ultima cosa: non è una scorrettezza, però visto che a volte sono dovuta ritornare indietro a rileggere… c’è un po’ di confusione nei flussi di coscienza. Nel senso: Alphonse racconta, poi tutto ad un tratto alle volte si rivolge direttamente a Sanakht senza che la cosa sia evidenziata. È qualcosa che spezza bruscamente la narrazione. Non dico di metterci il corsivo, perché fino a prova contraria il suo racconto è proprio indirizzato a Sanakht, ma visto che ciò traspare poco, solo in alcune frasi dirette, forse andare a capo sì, quando le fai, giusto per non confondere il lettore che legge velocemente perché catturato. Io, valutando la storia come giudice, sono stata più concentrata, facevo attenzione ad ogni rigo, te lo dico dunque in generale: stai attenta quando utilizzi la prima persona, c’è rischio di confondere se l’interlocutore a cui è rivolto il racconto non è così palese – e che l’interlocutore sia Sanakht traspare poco.
Aspetto contenutistico 26/30
Narrazione e coerenza interna: 8/10
Originalità: 8/10
Caratterizzazione dei personaggi: 9/10
La storia e come l’hai raccontata mi è piaciuta: intriga, viene voglia di andare avanti, scoprire il passato di Alphonse e cosa ha da dire Sanakht. È stata una bella idea costruirla attraverso un racconto che si snoda mostrando ambientazioni e personaggi diversi. Sei stata sempre dosata nei dettagli, non troppo pedante, e tutto l’alone di mistero oscuro si sente, accompagnando il lettore in questo mondo sovrannaturale nascosto agli umani. I personaggi sono delineati bene, emergono tra le righe nei gesti e nelle parole, mi è piaciuto soprattutto Alphonse che rispecchia la figura del vampiro tentatore, niente roba buonista, insomma, ma neanche cinismo artefatto. È la sua natura e si vede. Anche i personaggi che appaiono poco, come Larion e Baba Yaga, sono mostrati con tratti incisivi così da dargli consistenza anche in poche righe.
Ho trovato, ti confesso, eccessivamente semplicistico l’inganno a Baba Yaga. Insomma, è una creatura potentissima, che governa l’intera Russia, possibile che non abbia pensato che i vampiri potevano cavarsela grazie alla luce tenue delle Notti Bianche? La scappatoia è stata troppo semplice, hai chiesto troppa sospensione dell’incredulità al lettore, comunque il racconto nel complesso non perde efficacia per questo. Cioè, trovo che hai costruito un mondo credibile, sfruttando il limite di parole del contest; non era così facile. Di vampiri poi se ne sono sentite di ogni tipo, la banalità è dietro l’angolo, mentre la tua storia ha un tocco fresco, originale nei suoi limiti, suggestivo e interessante.
Uso San Pietroburgo storia 19/20
Utilizzata benissimo a mio parere. Considerando che appare solo nel terzo capitolo, le hai dato l’importanza che ha poi nell’economia della storia. Descrizioni accurate, mai troppo pedanti, poi inutile che dica quanto mi ha fatto piacere veder descritta una notte bianca. Sei quasi riuscita a farmela vedere davanti agli occhi, coi suoi colori tenui e quel senso di meraviglia, grazie al tuo stile che suggerisce più che raccontare – uno stile che sempre apprezzo.
Aderenza alla sezione scelta 10/10
Indubbiamente piena aderenza, ho apprezzato soprattutto il senso di mistero con cui hai contornato la storia. Che poi alla fine non si arriva a risposte certe, la natura dei vampiri rimane un mistero, ma è anche questo che rende affascinanti queste creature.
Gradimento personale 8/10
La storia mi è piaciuta, come si sarà notato. È stato bello leggere un racconto di vampiri con tutti i crismi senza cose troppo scontate o banali. Certamente ti rifai a stilemi già dati, molte situazioni le definirei “tipiche”, ma quando si tratta di vampiri è alla fine inevitabile. L’importante è non fare, come si suol dire, “imitazione servile”. Il tocco personale si nota ed è quindi stato un piacere leggere. Ti consiglio di stare più attenta con la punteggiatura e di rileggere più volte così da evitare gli errori che ti ho segnalato. Scrivi bene, anche se tendi ad aggettivare troppo, è un peccato che per stupidi errori di distrazione o altri più gravi che proprio non potevo non contare (la prima persona singolare al passato) la storia risulti inficiata.
|