"La luce andava man mano affievolendosi,
mentre ancor nell'aria
risuonavano
gli ultimi accordi
di un impolverato pianoforte."

Chissà chi suonava quel pianoforte, forse la stessa bambina che era nata?

"ad attenderlo...
un mozzicone fumante,
un'anima vagante."

presumo che fumava, e che l'anima vagante, era sua moglie, che a differenze dell'altra coppia, non gli dava tanto importanza.

"Condividevano ormai solo un tetto,
fatto di consumate travi,
costruito senza prospettiva alcuna."

Condividevano la stessa vita, ma senza le prospettive di un futuro.

"come
dalle pericolose notti
assassine
figlie della cruda giovinezza "

Presumo che siano gli sbagli fatti in giovinezza.

Il resto non lo voglio commentare ì... Devo dire che le poesie mi piacciono di più dei racconti...
Stupenda.

Leggi la risposta dell'autore

Quanta malinconia in queste parole bellissime.
Non sempre il poeta o la poetessa comprendo a pieno i loro testi.
Non prima di aver avuto un confronto con un esterno.
Ti assicuro, e lo dico in modo disinteressato, che questa più che una semplice poesia diventa, ad un certo punto, una lunga metafora della vita.
Potrebbe essere la tua, la mia o di chiunque altro. Ma questa lunga metafora è davvero forte, come tutti i tuoi scritti.
Pezzi di realtà trasmessi con gli occhi di bimbo, ma l'intensità di una donna vissuta.
Sei forte, perché percepisco dolore, tanto, malinconia, tantissima.
Un dolore che oscilla oltre la fisicità, un malessere dell'anima.
Ma spero, che con i tuoi occhi di bimba, e la forza della donna matura, che così tanto bene convivono nei tuoi scritti, riuscirai a trovare la strada maestra, quella che così difficilmente sembra palesarsi nei momenti bui.
Sii fiera delle tue storie, perché sono bellissime.

Leggi la risposta dell'autore