Grammatica 8/10
Allora, direi che hai un’ottima grammatica.
Ti ho segnalato le D eufoniche perché, al contrario di quello che molti pensano, non possono assolutamente essere usate “a piacere o a orecchio”, hanno regole ben precise. (Nella prima segnalazione sulla D eufonica nel documento, nelle note a lato, il link alla regola e all’uso)
Sulla punteggiatura, a parte poche regole precise, non c’è una vera regolamentazione, va a suono, piacere, musicalità… ma purtroppo alcune le hai proprio sbagliate, dove è accaduto te l’ho segnalato, con il link al complemento di vocazione che pretende la virgola.
Hai fatto alcuni errori di battitura, nulla di eclatante, sopratutto considerata la lunghezza della storia. Un paio di termini non mi hanno convinta e te li ho segnalati nel documento, dettagliando lì le mie motivazioni.
Un paio di concordanze mancate, qualche ripetizione, nulla di che.
Insomma, a parte la D eufonica oserei dire che solo errori di distrazione. Ripeto che, considerando la lunghezza del testo, se non ci fossero state così tante D eufoniche, avresti preso il 9. Invece mi tocca darti 8, perché, davvero, le hai beccate praticamente tutte XD
Lessico, stile, espressività 9.5/10
Ho amato l’uso che fai delle parole. Davvero, hai un’ottima tecnica narrativa, la capacità di portare il lettore dentro la storia e di tenercelo.
Ma approfondiamo un po’ questa parte.
Mescoli descrizioni e narrazione con maestria, senza mai risultare pesante, dando quel che basta nel modo e nel momento giusto. Non ti soffermi su descrizioni a “catalogo”, cosa che personalmente mal sopporto, ma riesci, pezzo dopo pezzo, a svelare un quadro ricco di ogni sensazione. Non solo “aspetti fisici” ma anche colori, sapori, riesci lentamente a portare il lettore in quel quadro, in quell’ambiente, a VEDERE ciò di cui narri. Usi le parole come andrebbero usate, come musica. Nella mia ottica di lettrice una narrazione deve avere un ritmo e una musicalità adatta al momento. Che si sposi con ciò che descrive. Tu hai avuto questa capacità rara e per questo hai i miei più onesti, sinceri e ammirati complimenti.
Parole non “ricercate” per il gusto di, ma perfette, espressive, insomma, più che i miei complimenti, credo di doverti un applauso.
Sviluppo della trama 10/10
Mi sono trovata davanti una cosa che raramente vedo usata così bene: una rielaborazione.
Appassionata di D&D, i Drow sono una delle razze che mi piacciono maggiormente per la loro crudeltà insita. Ho amato giocarli e avevo un po’ paura di trovarmi davanti a una cosa… non scopiazzata, ma priva di impronta personale, unicità e originalità.
Invece hai saputo sorprendermi in modo estremamente piacevole!
Hai creato un’ambientazine unica e originale sfruttando le potenzialità di una “prefatta”, e lo hai fatto benissimo. Ho visto un tocco di “fantascienza”, passami il termine, più esattamente dal sapore quasi steampunk sotto certi aspetti. Hai immesso un dettaglio, quasi buttato lì con noncuranza, parlandomi di universi/mondi che si sono incontrati. Hai dato in due righe la spiegazione di questo universo alternativo con una noncuranza talmente perfetta che ti ho amato.
Due *censura* righe per farmi dire “genio”.
Inoltre la rielaborazione tecnologica del mondo Drow mi è stata molto gradita. Ma ora direi che è ora di passare alla trama in sé.
Iniziamo con un momento di confusione. Donna? Uomo? Lentamente dissipi le nebbie, ma la domanda resta: “come cavolo ha fatto a passare per una donna, insomma, non ha mai visto le altre nude per credersi femmina in modo così convinto?”.
La domanda rimane lì, sospesa, mentre la storia di Rakart(a) prende forma. Ho adorato la sua schizzofrenia e solo in un punto ti ho fatto l’appunto sul femminile, perché trovavo, vista la situazione, stonato l’uso in quel preciso punto, ma come al solito a lato trovi la nota con i commenti e le spiegazioni dettagliate.
Ti muovi in quel mondo con naturalezza tale da farlo risultare quasi “scontato” anche al lettore. E non intendo scontato nel senso negativo, anzi, ma positivo: ti sembra davvero di conoscerlo.
Lo sviluppo è lineare, e non l’ho trovato scontato, anche se su certi aspetti era prevedibile sei lo stesso riuscita a tenermi incollata alle tue parole. Per tutte e quattro le riletture.
Ho apprezzato molto la corsa, ma devo dirlo, alcuni aspetti non mi sono stati chiarissimi.
Chiunque sarebbe stato sacrificato?
Anche il vincitore?
Non c’è speranza di salvezza e, se sì, Jarakas non poteva comprare o qualcosa di simile Rakart alla fine di essa? Può essermi sfuggito, innegabile, ma il rapimento… non è stato molto capito da me.
Inoltre affermi che Jarakas, un dhampir, vive a Che’el Phish e suppongo che l’arena sia lì a sua volta.
Nessuno ha avuto da ridire che Rakart sia finito a combattere nell’arena?
Sacerdotesse, corsa e arena sono nella stessa, per quanto enorme, città… no? Nessuno ha “annusato” qualcosa?
Inoltre, quando finalmente veniamo a scoprire come è accaduto “l’errore di genere” di Rakart, ho pensato: “Ma mai, mai si sarà chiesto perché non le spuntavano le tette? Non ha mai visto una compagna in mutande e reggiseno, se non nuda? Anche in mutande beh… qualche differenza la vedi.
Queste sono le uniche cose che mi hanno lasciato leggermente dubbiosa.
Oltre ciò posso solo dire splendido. Rakart mi ha quasi impietosito quando pensa di essere lui/lei a comandare, nella casa di Jarakas. È uno schiavo come gli altri, favorito, prezioso, ma anche lui non è altro che una proprietà privata di libertà. Ho amato la sua ricerca della superficie, ho trovato la cosa profondamente simbolica e l’ho enormemente apprezzato. Così come la piega che, dal momento in cui capisce davvero la sua posizione, senza più illusioni, prende la storia. Una svolta aspettata ma non per questo meno piena di emozioni.
La fine mi è piaciuta moltissimo, Rakart che combatte, troppo vigliacco per usare la via di libertà che gli è stata mostrata, troppo orgoglioso, spaventato, debole e forte allo stesso tempo.
Attende chi, più forte di lui, abbatterà il “vecchio re” per diventare il “nuovo re”.
Lo sguardo che si eleva, l’anello luminoso, i suoi pensieri di quell’istante mi hanno fatto solo venir voglia di applaudire, non avevo parole.
Ottimo sviluppo di una trama sì lineare, ma trattata con un’attenzione meravigliosa.
Caratterizzazione dei personaggi 9/10
Direi che l’indiscusso protagonista è Rakart.
La sua psicologia mi ha affascinato in una maniera viscerale e, te lo assicuro, non mi capita facilmente. Hai donato una profondità e una dualità che ho trovato splendidi a questo drow, a questo maschio che, sconvolto dalla scoperta del suo vero genere, sviluppa una doppia personalità. Rakarta e Rakart, intrecciati senza la possibilità di avere, nessuno dei due, quello che davvero vogliono. Senza che l’uno, o l’altra, possano raggiungere il “pieno potenziale”.
Rakarta perché, a conti fatti, è in un corpo maschile, un limite invalicabile che la priva di quello che, per parte della sua vita, le era dato di diritto. Rispetto, -entro certi limiti posizione- e dell’orgoglio di una femmina Drow.
Lentamente vediamo come le due parti giungano ad un trattato di non belligeranza, collaborando, saggiamente direi, per lo scopo comune: non solo sopravvivere, ma “primeggiare”, anche se in un modo oscuro e contorto, pieno di illusioni di libertà.
Jarakas l’ho trovato meno delineato, quasi una spalla, sappiamo qualcosa di lui ma non arriviamo a capirlo veramente, eppure non è una comparsa, direi che è un comprimario.
Trova intrigante la storia di Rakart e lo vuole per sé, lo fa rapire, diventa il suo gladiatore, si fa scopare e gli da davvero ogni lusso… eppure non entriamo davvero nella sua mente.
Ok, è intrigato, Rakart gli piace, ama vederlo combattere.
Mi pare un attimo superficiale come tratteggio psicologico e, dato quello che ho visto sei in grado di fare, non capisco perché sia passato così in secondo piano nonostante non sia una comparsa. Avrei apprezzato molto di più sapere di lui qualcosa di più intimo…
Sì, accenni alla “triste discendenza” e questo fa intuire certe cose, ma immagino che probabilmente sia la mia curiosità a voler sapere di più, magari.
Utilizzo dell’immagine all’interno della storia 15/15
Beh, direi che hai estrapolato il protagonista e i suoi connotati più evidenti con maestria, ma non hai usato proprio tutti gli elementi dell’immagine, anche separati dal contesto sono venuti a mancare.
Direi che per questo non posso darti il punteggio pieno.
Utilizzo dell’obbligo all’interno della storia 15/15
Punteggio pieno, hai saputo inserire il prompt quasi di soppiatto, fino a renderlo il perno finale della storia con una profondità che ho apprezzato moltissimo.
Cos’è la vera libertà?
Ho amato le massime dell’altro schiavo, il suo “da noi si dice”... e da lui si dicono un sacco di cose! XD
Comunque, dicevo, il modo in cui hai usato l’obbligo è stato ottimo, dal nulla, perché il concetto di libertà è solo un vago sentore, agli inizi. Non ci pensa mai davvero, mentre verso la fine diventa il perno attorno cui ruotano le dinamiche che ci portano alla conclusione di questa storia.
OTTIMO!
Anche qua, i miei complimenti!
Gradimento Personale 20/20
Se non si fosse capito, mi è piaciuta.
Tanto, davvero, davvero tanto!
Hai saputo tenermi incollata alla storia, appassionarmi, interessarmi.
E te lo assicuro, e ho dei testimoni pronti in caso, farlo è davvero difficile. Perché io dica “cavolo, che originalità, mi è proprio piaciuta!” ci vuole un mezzo miracolo e tu lo hai compiuto. Ho apprezzato molto la storia, la figura di Rakart e la sua tormentata dualità, l’ambientazione che ho già ampiamente elogiato (ma un BRAVA! ci sta anche qua) e le dinamiche.
Davvero, nonostante non sia esattamente originale al 110%, nel senso che alcune cose me le sono aspettate, mi hai davvero entusiasmata.
Punteggio pieno, qua, assieme al mio grazie per aver scritto una storia così bella!
TOT 86,5/90
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