Buongiorno! Ho tre recensioni da lasciarti, con il tutore procedo lentamente ma arriverò anche alle altre, promesso.
Ho pensato di scrivere subito questa perché le cose che ho da dire premono per uscire e temo che aspettando ne dimenticherei qualcuna e mi dispiacerebbe. Te ne lascio una unica per entrambi i capitoli, spero non ti dispiaccia, è una cosa che faccio molto raramente ma avendoli letti uno dietro l'altro non ricordo più cosa concerne il primo e cosa il secondo.
Anzitutto ti confesso che non amo le incest. Ma proprio per niente. A meno che non si tratti di fratelli adottivi o robe così, ma è un genere che generalmente non leggo, fatta eccezione per una storia che stavo seguendo per uno scambio. Mi viene proprio da storcere la bocca e non posso farci niente.
Ma. Ovviamente c'è un "ma" e pure bello grosso.
Questa è una delle storie più belle che abbia mai letto. Prima di tutto è scritta benissimo, non si riescono a staccare gli occhi dallo schermo e l'uso che fai della seconda persona è magistrale. Anch'io l'ho usata qualche volta e non è per niente semplice, quindi non posso che farti i miei complimenti per come l'hai gestita. È tutto così fluido, ipnotico, sembra quasi che le parole vadano pronunciate sottovoce, come se fosse davvero la coscienza di Mycroft a parlare.
Secondo punto. Mycroft.
Dio, è magnifico. Al di là del fatto che sia di un IC spaventoso, nonostante l'AU, ma i suoi ragionamenti sono qualcosa di incredibile. Sembra che tu abbia interpellato uno psicologo, per rendere realistici i sentimenti e le elucubrazioni di una persona che ha commesso certe cose. Il modo in cui si vede, storto, brutto, malato, i sensi di colpa, il marcio desiderio che ancora lo consuma e la battaglia continua tra razionalità e istinto che ha luogo dentro di lui.
Tutto ciò è così reale da fate impressione. Ti avevo scritto di essere rimasta scioccata ma fidati che questo sgomento è totalmente positivo. Certe volte mi capita di cercare nelle storie, qualcosa che un po' mi turbi (che ci vuoi fare, sarò contorta pure io), qualcosa che mi faccia rimuginare su ciò che ho letto per giorni, e questo è proprio il caso, credimi. E a sconvolgermi non è stata tanto matematica, ma il realismo con cui l'hai trattata.
Se ci riflettiamo, obiettivamente, non ci sono lemon, descrivi a malapena un bacio e qualche carezza, perché il peccato vero e proprio viene commesso molti anni prima, durante "l'estate francese", quando ancora Sherlock era vergine e innocente. Almeno così lo vede Mycroft, che si dà tutte le colpe, anche per via dei suoi anni in più, che avrebbero dovuto renderlo più saggio e che invece non gli hanno impedito di approfittarsi di lui. Quello che per anni si rifiuta di prendere in considerazione è che il suo fratellino non è suo succube, semmai si potrebbe dire il contrario, ed è responsabile tanto quanto lui. È questo che alla fine inizierà a accettare, quando finalmente si diranno ogni cosa.
Mi piace che tu abbia scelto di contestualizzare la vicenda parallelamente alla nascita di Rosie, perché non riesco ad immaginare uno Sherlock che, avendo John nella sia vita, non ne sia innamorato perso. È tutto molto triste perché si tratta di un sentimento a senso unico, almeno così crede Sherlock, sebbene Mycroft subodori il contrario.
C'è tanto pining in questa storia, sia da parte di Sherlock nei confronti di John, che da parte di. Mycroft per suo fratello.
Il maggiore, in un primo momento, è disposto addirittura a farsi usare, per lenire il dolore di Sherlock, e per un attimo ho pensato che avrebbero davvero fatto sesso. È stato straziante vederli entrambi così disperati.
Cio che più mi ha lasciato l'amaro in bocca è che non può esserci un lieto fine per nessuno dei due, ciò che hanno fatto non può essere cancellato e ciò che desiderano è irraggiungibile. Non esiste un modo per accomodare le cose, se non un perdonarsi che può quantomeno lenire il peso che entrambi portano.
Penso davvero che tu abbia dato grande dimostrazione della tua bravura e sensibilità, sei scesa così in profondità da farmi perdere per un po' e non mi capita spesso, credimi.
Sono davvero felice che tu abbia nominato questa storia, altrimenti non penso che l'avrei mai cercata e mi sarei persa qualcosa di estremamente valido. Grazie per averla scritta e condivisa, l'ho amata in un modo che non so spiegare.
S. |