Leggendo questa Storia mi viene in mente una canzone che sarebbe perfetta come sottofondo musicale. Non è Drammatica o dalle sfumature crude e spietate come potrebbe essere interpretata (parzialmente questa storia): LUND-BROKEN. È una canzone lenta, triste, dalla sfumatura bluastra della notte e dal ritmo triste e incline ad un finale senza via d’uscita, un finale che continua come una lunga ed infinta strada stretta e buia, con una grande luce alla fine di essa. La luce però cos’è? La luce è l’illuminazione, qualcosa di divino, “un tocco divino che accende il cuore e che dalla sua energia accende pure la mente.
Comunque sia, questa storia mi è piaciuta. Nulla di esagerato, o di troppo macabro, ma che mozza il fiato e ghiaccia il sangue nelle vene. Dalla prima all’ultima parola ho temuto il peggio per la povera ragazza senza nome, anche se a me viene in mente una lettera con cui chiamarla: A. Il poveruomo invece non so… così tanta sottomissione, non conta la religione, la civiltà o altre banali etichette “civilizzate”: egli è qualcuno che incute timore. L’uomo nero, il mostro nell’armadio, il demone nella bottiglia. Una persona mi disse “scegli bene i termini che usi”, ed è quello che ho fatto.
Molti vedono come vittima la povera A ed il mostro, l’aguzzino, il bastardo senza coraggio, L’uomo. Io invece ho imparato a levitare di pochi centimetri dal terreno ancorato da dei pesi ai piedi e ad aprire il mio occhio. Io non vivo tra le nuvole di un’utopia, “Nel paese degli uomini ciechi, colui che ha un occhio solo è RE!” io ho aperto un occhio ormai del tutto cicatrizzato nella nostra era: Il terzo occhio, l’intuizione.
Will you end my pain?
Will you take my life?
Will you bleed me out?
Will you hang me out to dry?
Will you take my soul in the midnight rain?
While I'm falling apart
While I'm going
Questa è la strofa di A, il suo incessante ritornello. Ormai la paura ed il dolore la sottomettono al mostro. La sua codardia non è idoneo al suo carattere. Nessuno nasce codardo, ma lo diventa a causa dei “Mostri”. Ma io vedo anche questo ritornello idoneo per il Mostro. Io ho usato termini specifici:
L’uomo nero, l’essere fatto di ombra che striscia sulle pareti sbraitando e gorgogliando frasi senza per i bambini, come l’uomo violento della storia che hai identificato come l’ombra mostruosa nell’immagine a inizio capitolo.
Il mostro nell’armadio, una creatura che angoscia i bambini dentro ad un mondo cupo e misterioso diviso da una porta socchiusa. Non molto diversa dalla porta socchiusa della cameretta di un bambino mentre sente i mostri che ringhiano e urlano dietro di essa, accompagnati da suoni orrendi e disturbanti di bottiglie rotte e urla di dolore smorzate.
Il demone nella bottiglia, “In vino Veritas”, una frase tanto saggia quanto errata. Il demone dai mille colori e tanti gusti che ti scruta con i suoi occhi rossi da dentro il contenitore di vetro non solo uccide il tuo corpo mangiando il fegato, ma anche la tua anima. “La fatina verde che vive nell’assenzio, l’afrodisiaco dell’Io, vuole la tua anima”. Io vedo quel demone che fissa dritta negli occhi A, mentre viene ingerito dall’uomo nero, e man mano, negli occhi bui e spenti di quell’uomo nero disperato, si accendono gli occhi del demone. Questo elisir divino fa uscire tante cose, è una porta che conduce all’armonia, all’intuizione o…alla Corruzione.
See I'm a waste of life
I should just kill myself
Yeah, I could slit my wrists
But it really wouldn't help
Wouldn't fix my issues
Or change your mind
Cause I broke your heart
And you buried mine
Now I'm 6 feet deep and I can't breathe
I got dirt in my eyes
And blood on my sleeves
But I dig my way up
Through these roots and leaves
So I can get some air
So I can finally breathe
And now I'm on my knees
Oh baby begging please
Will you
Will you
Io vedo questa strofa come descrizione dell’uomo nero. Ma chi è che prega? La propria bambina accucciata a terra? La moglie e madre della figlia che non lo comprende e che scatena in lui rabbia a ricordare dolorosamente il suo matrimonio ed il concepimento di sua figlia? Mentre il sangue dentro il suo cervello annega quei ricordi corrompendoli?
Io vedo due vittime e due aguzzini. Adesso il mostro è l’aguzzino e A è la vittima, ma mi domando…chi erano prima di adesso? E nella loro vita passata? Magari il mostro una volta era anche lui schiacciato al muro con e ginocchia strette al petto, e il suo Mostro stava davanti a lui, con una cinghia in mano o con il bastone… O forse una volta è stata A ad essere l’aguzzina del Mostro, in una vita che nessuno dei due ricorda. Loro due: Il mostro e A, sono le facce della stessa moneta che fluttua nell’aria dell’universo e nelle mani del Karma, e la loro "frustrazione" è che entrambi percorrono la stessa strada senza fine e sentono le proprie forze che li abbandonano lentamente scemando..E come cercheranno la loro Armonia? L'alcool? Le droghe? L'autolesionismo? Il suicidio? La ricerca di un partner più grande per trovare una figura paterna surrogata? IO NON LO SO. Siamo troppo piccoli ed ignorati per essere giudici. Io mi vedo come uno spettatore che osserva con il terzo occhio a qualche centimetro da terra, nascosto in un angolo buio per evitare di esser troppo presente e imperativo. Io mi metto a guardare e basta, il passato è passato, io opero solo su presente, per creare un futuro.
Comunque, sappi che questa storia mi è piaciuta molto, davvero profonda, davvero violenta, davvero introspettiva. Complimenti.
Spero che questa mia breve recensione non faccia cascare ne gli occhi ne le palle hahaha a presto!
-Mary |