Comincio col dire una cosa: io ADORO Parigi, il mio è un amore viscerale! Ma non è solo questo che mi ha fatto amare la tua fanfiction. Ci sarebbero così tante cose da dire che non so da dove cominciare. Del resto non posso mettermi a scrivere un poema di giudizio, quindi sarò costretta a condensare il tutto nel... uhm... facciamo 30% circa di ciò che avrei voluto dire, altrimenti questo, più che un giudizio, diventerebbe una recensione chilometrica Q_Q
Ortografia, punteggiatura e grammatica: 4 / 5
Se la punteggiatura è pressoché perfetta, ho adocchiato diversi errori di ortografia, alcuni di distrazione, altri più eclatanti. Ho notato che gli errori, sia di ortografia che di grammatica, crescono in maniera esponenziale nel terzo e quarto capitolo, come se su questi ultimi avessi perso la concentrazione (forse perché ti eri focalizzata maggiormente sull’apice del racconto?). Ti elenco alcuni esempi: “aveva passato ore intere a cercando...”, “quasi come se Maurice si trattasse di una mamma”, “vennero interrotti da un’improvviso”, “lo vedeva più come un amico di letto di un vero e proprio ragazzo”, “i suoi pensieri vennero interrotti”, “dopo quasi mezzora”, “ne mancava solamente più una” (se non mi avessi detto che eri di Torino, lo avrei capito da questo refuso del nostro dialetto :3 ), “in forno si stava cuocendo un enorme sgombro”, “sul suo ventre, il linguine”, e via dicendo. È un vero peccato, perché la storia mi è piaciuta così tanto che mi piacerebbe rileggerne una versione rivista e corretta.
Anche le frasi in francese hanno avuto la loro parte nel giudizio sulla grammatica: mi dispiace, ma molte sono palesemente sbagliate, e alcune in particolare stravolgono il significato dei dialoghi (oltre al rovinare la drammaticità di alcune scene, in cui hai involontariamente aggiunto l’effetto buffissimo dei personaggi che si danno del Lei, come in Avez-vous jamais aimè?, che scritto così suona praticamente come “scusi, ma lei ha mai amato?”. Invece, quando Rin chiede ad Haru come si chiama, il Lei può andare bene, visto che ancora non si conoscono, ma la frase deve essere “Excusez-moi, monsieur, comment vous vous appelez?” ). So che tu stessa hai scritto che non eri sicura della correttezza delle frasi, però, a mio avviso, se si sceglie di inserire dei passi in una lingua straniera non si devono commettere errori, al pari di tutto il resto della fanfiction. Per esperienza personale ti sconsiglio vivamente di usare il traduttore di Google. In questo forum c’è una sezione dedicata alle traduzioni, potresti chiedere aiuto là; sicuramente otterrai risultati migliori ^^
E, a proposito di termini francesi, confesso che avrei visto bene quel “basta” di Makoto reso con un bel “ça suffit!”: è una parola importante all’interno del tuo racconto, perché non trasformarla in francese come hai fatto con le frasi che volevi sottolineare maggiormente? ;)
Lessico, forma e stile: 4,8 / 5
Premetto che ho letto questa fanfiction dopo Liberum. Già l’incipit mi ha colpito, ma quando ho terminato il primo capitolo mi sono chiesta: “Ma l’ha scritto veramente la stessa persona?!”. Tra le due storie c’è un salto di qualità notevole, sia dal punto di vista dello stile che della forma. Non è facile costruire una storia saltando in continuazione da passato a presente, rischiando di anticipare particolari che rovineranno la sorpresa; ma tu, sebbene sia partita dalla fine, e quindi abbia già rivelato al lettore la conclusione, sei riuscita ugualmente a costruire una trama interessante e a tenermi incollata per quattro capitoli.
Ti ho dato un voto alto, quindi non sto a dilungarmi in noiose spiegazioni. Come avevo già detto riguardo Liberum, tendi ad abbondare con gli aggettivi possessivi (esempio: “strinse le sue lunghe dita alle sue”, anziché alle proprie), e a volte ti scappano degli errori nei pensieri resi con il discorso indiretto libero (esempio: “eppure, da quando finalmente il suo scopo era stato raggiunto, nemmeno un contatto fisico era avvenuto tra i due” --> in questo caso ti riferisci al pensiero di Rin, avresti dovuto scrivere “era avvenuto tra di loro”).
Caratterizzazione dei personaggi: 4,2 / 5
Questo è stato il voto più difficile da assegnare. A mio avviso, alcuni personaggi, pur muovendosi in un’ambientazione completamente estranea a Free, sono stati resi ugualmente bene, in linea con il loro carattere; altri si perdono. Tra questi, Haru e Makoto.
Makoto secondo me è reso bene al 50%: rispetti il suo carattere dolce e altruista (ho interpretato la sua decisione di lasciare Haru più per il bene di quest’ultimo, che per se stesso), ma qui sembra perfino stupido. Soprattutto, in Free una delle caratteristiche principali di questo personaggio è quella di sapere praticamente sempre cosa sta pensando Haru. Non credo che Makoto non si possa accorgere fin dal primo momento della tresca tra Haru e Rin, come non me lo vedo a festeggiare il compleanno di Haru in un modo che quest’ultimo non possa apprezzare pienamente. Ma, più importante di ogni cosa, Makoto deve essere tenuto lontano dalla cucina, si sa che è l’unica situazione in cui può diventare pericoloso! (Va beh, questo era solo uno scherzo XD )
Anche Haru non mi convince. In Free Haru ha sempre protetto Makoto al tempo in cui erano entrambi bambini, e continua a farlo anche in età adulta, tanto da arrivare a mettersi sempre tra il mare e Makoto quando camminano insieme sul lungomare. Non dico che non possa preferire sentimentalmente Rin a Makoto (anche perché la coppia Rin-Haru è la colonna portante della tua serie), ma non me lo vedo nemmeno a separarsi per sempre dal suo amico d’infanzia, o a ferirlo così profondamente. Inoltre, come avevo già detto per Liberum, secondo me Haru per molti aspetti è la persona più dolce dell’universo, non lo definirei un garçon méchant ^^
Per questo non me la sono sentita di assegnarti un voto pieno :)
Tuttavia, ho apprezzato molto la tua versione di Rin-Haru. Per tutta la fanfiction me li sono immaginati come nella fanart che hai messo all'inizio di ogni capitolo, e ciò ha conferito un'atmosfera di dolcezza e malinconia per tutto il corso della storia: dolcezza per il loro rapporto speciale, che li spinge a riconoscersi attraverso un arco di secoli, malinconia per il senso di incompletezza che pervade Haru nel ritrovarsi imprigionato, con Makoto, in un rapporto che gli toglie la libertà che invece raggiunge con Rin.
Gradimento personale: 5 / 5
Non posso dire perché questa storia mi ha colpito così tanto, altrimenti non la finirei più di scrivere :D Credo che il voto sia già di per sé abbastanza esplicativo, no?
Forse mi spiegherò meglio in questo modo: io amo Parigi, i miei ricordi più belli sono legati a questa città, e amo Makoto, tanto da possedere un carinissimo e stupidissimo gashapon. E vedere Makoto sfoderare il coraggio di lasciare Haru e soffrirne, non so, ha avuto un certo impatto su di me, così come l’ha avuto vedere Haru e Rin rincorrersi per ben tre epoche diverse, cercarsi e desiderarsi. Credo che tutto questo sintetizzi in maniera abbastanza accettabile quello che ho provato durante la lettura.
E di più non so, o non posso, o non voglio dire :)
Bonus: 0
Totale: 18 / 20 |