Ciao!
Mi sento vicina anche a questa poesia. Credo tu parli di un'intensa amicizia che ha cambiato entrambi profondamente, ma che per un motivo o per l'altro è finita male, purtroppo. E' un tema che mi tocca molto da vicino, ultimamente. Adoro l'idea del "timido alone" che tenta di cancellare il ricordo dell'altro, come se all'improvviso non se ne volesse più sentire parlare. Ecco, mi ha commossa. Un altro pezzettino che mi ha colpita davvero è stato quello in cui parli delle "folle informi/note consumate/musica di plastica". Adoro questi accostamenti di parole, che apparentemente non hanno senso, ma che ne acquisiscono uno a seconda della persona che legge. Io l'ho interpretato a mio modo, e l'ho adorato. E' come se tu avessi trovato le parole per ciò che non mi sono mai accorta di pensare in questi termini. Adoro la descrizione della vostra amicia che fai. Parli di "frasi senza corpo": sembra quasi che l'amicizia fosse abbastanza intensa da permettervi di comprendervi anche con frasi che per gli altri sarebbero sembrate insensate. Il riferimento a Roma rende tutto più concreto e dolce. Anche la descrizione del tempo mi è piaciuta moltissimo, "ammantato di medicine e oblio". Quello del tempo che guarisce è un concetto vecchio come il mondo, ma tu lo hai reso a tuo modo, con eleganza e dolcezza. Sei un poeta meraviglioso, darei qualsiasi cosa pur di avere un tuo libro di poesie tra le mie mani! E poi anche il pezzettino che dice "dove tu fossi non lo so/ma io ora sono qui" mi ha incantata: è la descrizione del mio sentimento. Se ti ha colpita la mia memoria e l'organizzazione scientifica della mia recensione, in realtà ho preso appunti prima di scrivere qualcosa di decente :')
Bravissimo, mi piaci sempre di più. La tua poesia è incantevole.
Alla prossima!
Giulia |
