Davvero molto bello questo secondo capitolo malinconico. Molto poetico, proprio a livello stilistico, anche, specialmente il finale e la parte sul desiderio di essere un qualche tipo di divinità. Ha un eco come di un ritmo conosciuto, familiare e per questo in un certo senso intimo. Ora, non c'entra nulla, ma ho letto che nelle parti in versi Shakespeare utilizzava un metro che aveva lo stesso ritmo del battito cardiaco e per questo emoziona tanto. Ecco, più o meno la sensazione che mi dà è quella.
Comunque, metrica a parte, anche alcune immagini mi sono piaciute, specialmente quella di lui che le racconta delle sue avventure tutta la notte e lei a pendere dalle sue labbra, da brava ragazza che non si è mai mossa dall'isola e che giustamente si lascia affascinare.
Personalmente non sono una fan di Makino, nè una detrattrice (esiste come parola?), mi è abbastanza indifferente. Però tu le hai donato una luce di innocenza che mi ha coinvolta molto, pur rimanendo sempre nel canon.
Come del resto tutto quel che ho letto scritto da te, è bello. Ben scritto, ben pensato, coinvolgente. I miei migliori complimenti, ancora una volta, con la speranza che un giorno li leggerai.
Fino a quel giorno ti saluto,
Ram.