Credo non potessi scegliere titolo migliore per questo momento narrativo.
Il fato o la giustizia compensatrice si presenta qui sotto due diverse forme: abbiamo Walker, che nella sua mente violenta si propone come la nemesi di Joe contro l’infausto destino del suo amico Leon; ed il confronto tra Nakamura e Hatsuyo.
Il momento di confronto tra i Walker e Joe è talmente intenso che il lettore riesce a palpare la tensione tra le dita. Grazie ad una componente descrittiva sapientemente dosata e intessuta con i dialoghi, la parte visiva che si materializza davanti agli occhi del lettore è estremamente vivida: i muscoli tesi di Joe, nonostante il volto apparentemente rilassato; gli sguardi infuocati che traghettano tra i due giovani pugili. E quei “due paia di intensi occhi neri che si fronteggiano, di diverso taglio ma dalla medesima espressione”, da soli sono in grado di trasmettere tutto.
L’armonia della legge del fato e della nemesi, filo conduttore di questo capitolo, prosegue successivamente. Vediamo infatti Hatsuyo immersa in una delicatissima immagine, quasi bucolica, nel tempio shintoista, da te magistralmente descritto. Ancora una volta, la componente narrativa da te sapientemente dosata ed intercalata armonicamente alla componente di dialogo, materializza davanti agli occhi un acquarello sfumato. Il sottile ed impalpabile kimono di seta di gelso che avvolge le forme delicate e non più giovani della raffinata signora creano un effetto visivo onirico, arricchito dalle aeree movenze della donna. Magnifica la scelta di un tempio più raccolto e silenzioso rispetto ad altri più frequentati, perché il lettore riesce anche a percepire un effetto uditivo, quello del silenzio che circonda la scena che si svolge.
L’arrivo di Nakamura rompe quell’equilibrio di fragile cristallo tra natura, preghiera, spirito e figura femminile, accelerando il ritmo narrativo. Anche qui si entra nel tema della nemesi: Nakamura è certo la nemesi di Hatsuyo, ma forse, anche le parole di Hatsuyo sono presagio di un fato: “Joe Yabuki sarà ben capace di distruggersi da solo. Dovrò solo starmene ad aspettare.” E Nakamura, da padre che ama il figlio, sente chiaramente il peso insopportabile di quelle parole, del fato che potrebbe avvolgere con i suoi tentacoli negativi il figlio e cambiare radicalmente le sorti del periodo positivo vissuto sinora da Joe. Infatti, il padre del ragazzo si sente sconfitto, per la prima volta.
La chiusura del capitolo ci riporta ad un’atmosfera soffusa e notturna, delicata come la ragazza di Joe, Yoko: da donna che ama profondamente, Yoko percepisce che il nuovo avversario di Joe ha un’aura negativa intensa, carica di odio e di rabbia. Joe non vuole lacrime, infatti “le beve”, direttamente dalla pelle della sua donna. Un’altra immagine fisica ma eterea al tempo stesso, che corona questo momento intimo ed intenso tra i due giovani.
Ci hai proposto un capitolo denso di immagini vivide e soffuse al tempo stesso, intriso di magnifici e ricercati simbolismi. Ti rinnovo i miei più sinceri complimenti: talento e passione trapelano in ogni singola parola di questo lavoro, da te curato in ogni dettaglio narrativo ed introspettivo.
Un abbraccio,
gratia
addendum: credo che la figura di Walker si ispiri a Mike Tyson (pur trattandosi di un'altra categoria di peso rispetto a Joe e Walker... ma il morso mi ha ricordato qualcosa!... spero di aver indovinato :) (Recensione modificata il 12/06/2016 - 07:05 pm) (Recensione modificata il 12/06/2016 - 07:12 pm) |