Carissima,
eccomi qui per lo scambio libero.
Procederò in maniera il più metodica possibile, analizzando stile, trama, intreccio e trattamento; permettimi prima di farti i complimenti, però, perché la tua scrittura è davvero avvincente e mi ha in più punti emozionato. Ho letto per amore della lettura, e non con l'idea di recensire, e infatti adesso devo mettere in ordine i pensieri dopo le meravigliose immagini ed emozioni che mi hai lasciato.
Ciò detto, si incomincia!
STILE
Sto avendo molta fortuna, in questa mia esperienza di recensore; la gran parte dei testi che mi capita di recensire possiedono un buono stile, quando non ottimo, e tu sei certamente fra questi ultimi casi per maturità e ricchezza.
L’inizio è estremamente suggestivo; le immagini che evochi, i colori, la luce traspare dalla narrazione sono una parte integrante del fascino del racconto. La tua prosa è innervata di elementali e di fiamme come le scimitarre ed i tatuaggi delle tue sacerdotesse guerriere.
La cosa che mi ha colpito di più è la trama emotiva, la grande poesia che trasuda dalle tue descrizioni; si avverte una partecipazione, da parte della voce narrante, che prova pietà, tenerezza e passione per il mondo che anima con le sue parole, e li comunica al lettore.
Nella seconda parte del testo, a volte c’è qualche piccolo refuso e qualche relativa che appesantisce leggermente la prosa ma sembra il fruttp di una scrittura che tenta di tener dietro alle immagini e alle emozioni, e anche se l’ho notata non mi ha infastidito.
Per il resto, ti scopro la prima scrittrice di fantasy che mi abbia preso, dopo grandi nomi come Tolkien, Sapkowski o Le Guin (mi hai fatto pensare molto alla Le Guin, infatti, perché il linguaggio è terso, piano, ma rivela un’ottima padronanza del vocabolario e una capacità di descrivere con termini propri e con grande acutezza antropologica. Brava!
TRAMA e INTRECCIO
L’idea degli elementali e del loro controllo non è nuova; però, l’hai raccontata con tanta sapienza che non ho mai pensato “bah, banale”.
Come dico sempre, esprimersi sulla trama dal primo capitolo è difficile; posso però dire che, seminalmente, ci sono tutti gli ingredienti di una bellissima avventura.
Ci sono molti elementi che suscitano curiosità. Di alcuni abbiamo risposte, circa chi siano le Jinian, circa la complessa antropologia che emerge dalle descrizioni (l’ordinamento tribale, il posto degli umani all’interno della comunità, l’importanza dell’educazione, il rapporto con il mondo per ciò che concerne aspetti molto più concreti e prosaici come gli scambi commerciali e le contrattazioni al mercato, il mondo degli affetti e delle relazioni, la fuga dall’ingerenza umana). Ma intuiamo che c’è ancora molto da sapere (da dove viene il potere che consente alle Jinian di aprire portali? Quanti altri portali esistono, dove conducono, come funzionano, portano ad altre dimensioni o solo in altri luoghi della terra?) e che, al contempo, forse non riusciremo mai a sapere di più su tutto ciò che ci ha incuriosito, perché il mondo delle Jinian è minacciato dagli uomini e dai misteriosi predoni assalitori.
Un plauso alla bellezza dei costumi e alla divisa indimenticabile dei nemici, manti neri, maschera candida e una sola goccia rossa che ricorda le Lacrime della Madre (fanatici religiosi, forse? Chissà?) un altro mito che echeggia nella narrazione e dona profondità all’ambientazione.
Circa l’intreccio, il primo capitolo espone gli accadimenti in modo sequenziale, eppure termina con un denso cliffhanger e inizia con un piccolo (o grande?) mistero: dov’è stata Etheram? I suoi spostamenti hanno qualche relazione con l’attacco?
Ho apprezzato anche il transito da scene di quiete domestica (l’amore fra due sorelle, le piccole gelosie fra scolari) e il massacro delle Jinian, un transito che lascia frastornati e terrorizzati quanto deve essersi sentita Nimeria.
TRATTAMENTO
Ottimo. Ottimo perché Etheram emana un fascino irresistibile, nella sua solitudine, nella sua passione per quei meravigliosi disegni che sembra di vedere mentre apre anche per noi il suo misterioso quaderno di schizzi.
Ottimo perché l’affetto e la fascinazione di Nimeria per una sorella così unica e sfuggente come l’aria ci fa sentire a casa nella tenda dai vivaci colori e rende ancora più triste il distacco, forse per sempre, dalla guerriera dai capelli sempre più bianchi.
Ottimo perché riesci a descrivere l’alchimia degli elementi e il senso di sacralità e magia attraverso le parole e i gesti: l’ambientazione è vista con gli occhi dell’amore, della riverenza, dell’orgoglio. Geniale la paura del cambiamento di Etheram espresso da Nimeria, che cita le parole della maestra senza sapere cosa significhino, ma consapevole che la magia scaverà un solco fra lei e la persona che più ama al mondo.
Ottima, e umana, la fuga di Nimeria che sa di dover cercare il piccolo Rakhsaan, ma non riesce a farlo perché ha paura del suo inseguitore (tra l’altro, bellissimo il sorriso di sangue intagliato nel collo della povera Hediye).
Che dire? Ti rileggerò presto, ancora tanti complimenti,
Noruard. |