Recensioni per
Conforto
di Hades_sama

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
10/10/18, ore 23:12
Cap. 1:

Wow, una vera botta sui denti! Sai, penso che questa sarebbe stata esattamente la reazione di Milo. Aspetta aspetta che la aggiungo ai preferiti :)

Recensore Veterano
27/03/17, ore 22:55
Cap. 1:

Ha senso questo incontro: in fondo, lassù Milo è rimasto solo, isolato - non c'è più nessuno da cui poter salire e, scendendo, Shaka è sempre stato il primo che potesse incontrare.
Ha senso - oh, come ha senso! -, la sua domanda! Ed ha ancora più senso il silenzio di Shaka: a questo punto, anche lui s'è preso una bella ridimensionata, ha sofferto le sue perdite, e forse ha acquisito un po' di saggezza un tantino più vera di quella che aveva creduto di possedere nella sua arroganza.
Ha senso, oh, come ha senso! E, come molte delle cose che hanno senso, fa tanto male - e però lo fa deliziosamente.
(Recensione modificata il 28/03/2017 - 10:28 am)

Recensore Veterano
25/03/17, ore 00:54
Cap. 1:

Non serve indorare nessuna pillola, è solo quando accetti quanto amara sia che poi la inghiotti senza battere più ciglio.
E questo lo fai in Silenzio.

Nel vero silenzio puoi essere con Tutti, con Tutto.

Non serve dunque che mi dilunghi per dirti quanto mi abbia toccata questa...drabble?

Grazie
Un saluto!
(Recensione modificata il 25/03/2017 - 12:56 am)
(Recensione modificata il 25/03/2017 - 12:57 am)

Recensore Master
22/03/17, ore 16:32
Cap. 1:

Ciao! Molto bella questa flash fic (o drabble? Scusami ma a volte mi perdo nel semplice xD).
Mi hai fatto tornare indietro all'epica battaglia nell'undicesima casa tra Camus e Hyoga ed, in effetti, dopo la fine dello scontro vediamo solamente Seiya e Shun, dove quest'ultimo si perde a visionare un fiocco di neve. Nessuno ha mai menzionato il povero Saint che ci ha rimesso la vita :) e si può ben immaginare il dolore di Milo! Farà sempre male amico mio, anche Shaka non ha avuto parole in riguardo no? :P
Davvero complimenti, in poche parole ci hai reso partecipi del dolore dello scorpione (almeno per quanto riguarda me!)
Un bacione!

Recensore Master
20/03/17, ore 16:42
Cap. 1:

Ciao! :D
Beh, per essere giù, sono già giù di mio e questa fiction non ha fatto altro che abbattermi ancor di più. Ma è colpa mia perché mi vado a cercare queste fanfiction.
Ma lasciamo la tristezza da parte e veniamo alla storia.

Allora, il contesto descritto mi è piaciuto molto. L'idea di desolazione, morte e tristezza l'hai resa molto bene descrivendo non solo la situazione che il Santuario attraversa ma citando anche la morte dei vari Cavalieri.
La parte che più mi ha colpita è stato il dialogo tra Scorpione e Vergine: quella consapevolezza di dolore che non si affievolirà mai è ben resa dalle poche battute del dialogo che sono quelle che mi hanno abbattuta di più.
Anche la descrizione dello stato d'animo dello Scorpione è ben fatta, un po' mi sono immedesimata in lui.
Ti faccio i miei complimenti, in poche parole hai reso bene tutto :)

Per l'ispirazione.. ti capisco perfettamente. Le fiction si susseguono l'una dopo l'altra e mi stanno capitando diversi Cavalieri sotto tiro *peccato che nessun si fili le tue fiction nd Camus* *E non infierire tu! TT_TT nd Olivier_Rei*
Okay, concludo con questo siparietto e rinnovandoti i miei complimenti! :D
Baci alla prossima,
Olivier_Rei=)

Recensore Master
20/03/17, ore 12:55
Cap. 1:

Questa drabble giunge in un momento particolare della mia vita, uno di quelli dove il "Farà mai meno male?" non è ancora stato pronunciato, ma sta lì lì per uscire dalle mie labbra.
E posso dire come il silenzio, alle volte, è il miglior conforto che si possa ottenere, perché le parole o scavano solchi profondi in una ferita ancora aperta e sanguinante; oppure, promettono. Ed è forse il caso peggiore, ché ad una promessa ti ci aggrappi, come fa il naufrago col relitto che galleggia a pelo dell'acqua. E se ti aggrappi, pretendi che quanto ti è stato promesso - seppure indirettamente, seppur a grandi linee, seppure senza una data di scadenza - avvenga all'istante.
E invece, non avviene niente, perché niente può avvenire.
Il dolore passa. Certo che passa. Ci siamo passati tutti (scusa il bisticcio) e sappiamo che dopo un periodo imprecisato in cui faceva male anche solo respirare e sentire il proprio cuore battere, il dolore si è affievolito, è passato, è scemato. Solo che tendiamo a rimuoverlo, solo che tendiamo a farci accecare dal dolore - immenso, improvviso, lacerante - che ci ha travolto e perdiamo ogni possibile orizzonte.
E in questi casi - cioè sempre - è preferibile fare come Shaka: tacere. E dare una spalla - anche solo metaforica - su cui piangere e sfogarsi.


EDIT: rileggendo questa recensione mi sono resa conto di quanto il mio commento fosse personale, e non universale, e che quindi la mia è risuonata più come una geremiade infiocchettata, che una valutazione a caldo. Rimedio subito.
Il succo della recensione era - o meglio: avrebbe dovuto essere - che mi sono rispecchiata al 100% in Milo, nella sua domanda più che legittima e umanissima del sapere quando sarebbe finito quel dolore. Perché alle volte fa così male - specie quando è vivo e fresco e recente - che uno vuole solo che finisca. Senza contare che Milo, arrivato alla tenera età di vent'anni, oramai saprà senza ombra di dubbio che tutto finisce, anche il dolore; peccato che, quando il dente pulsa, per così dire, uno non riesca a concentrarsi che su quel dolore lì, dimenticando tutto il resto.
Insomma, voleva essere un: «Sì, è proprio così!! Ogni. Singola. Parola.», solo che la mia penna ha deragliato come al solito...

E per quanto riguarda l'angst spinto (maddove? Maddeche?), anche io riesco a scrivere angst solo quando sono felice e la mia vita scorre liscia liscia, senza intoppi. È una catarsi involontaria, credo, che avviene alla giusta distanza, quando il dolore provato è lontano quanto basta per osservarlo con occhio critico, come se fosse una cosa che non ci riguarda (non più) e che possiamo tagliuzzare, sezionare, analizzare come e quanto meglio ci aggrada.
Quando viviamo delle situazioni infelici, invece, sarà più facile mettere per iscritto e rendere tangibile il dolore che si prova - è materiale fresco fresco di giornata, dopotutto, l'urlo dell'anima così come ti esce dal cuore - MA da lettrice, posso dire che le cose troppo personali, quelle che toccano chi scrive in maniera intima e viscerale, sono poco percepite da chi legge se l'autore non ha compiuto la giusta depurazione dei sentimenti, e non ha reso quelle emozioni non più personali al 100%, ma universali. Cosa che a te, in questa drabble, è riuscita perfettamente.
(Recensione modificata il 20/03/2017 - 03:10 pm)