Recensioni per
Uccideteli nel ventre delle loro madri
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 42 recensioni.
Positive : 42
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
17/06/17, ore 12:37

Eccomi qui col tragico ritardo di una settimana lavorativamente difficile u.u

Come ti avevo già premesso in separata sede questa seconda parte mi è piaciuta più della prima, perché forse l'epica del racconto bellico, l'incalzare degli eventi perde qualcosa, nel senso che il ritmo si fa più lento, ma il racconto ne guadagna in profondità.
L'apparire della figura femminile aggiunge valore agli eventi, non alleggerisce la tensione, ma in un certo senso le conferisce una dimensione umana e convince il veterano che nonostante la resa del Fuhrer ci sia ancora qualcosa per cui lottare, qualcosa che vale la pena di preservare dalla distruzione e dall'oblio.
E il fatto che la donna riesca a salire sull'aereo col giovane ferito da un senso di speranza.
Forse ce la faranno, forse no, a me piace credere di si.
Il finale è giustamente epico e tragico e non poteva essere altrimenti.
Se spogliassimo Koch dei simboli e delle divise ne verrebbe fuori comunque la figura del "soldato" nei suoi valori essenziali: spirito di sacrificio, difesa, onore, integrità applicabile a qualunque contesto e qualunque tempo e questo gli conferisce un valore universale, che va al di là dell'episodio bellico.

Recensore Master
16/06/17, ore 12:51

Ed ecco, è finita.
Berlino cade in un cumulo di macerie, l'apocalisse giunge sulla Germania insieme alle note sfumate del Gotterdammerung che la filarmonica di Berlino suonava in mezzo alle bombe. E il mondo trasforma in vittime i carnefici di ieri, macellandoli non per un senso di giustizia o di karma ma solo per un rovescio della vita.

Il nostro protagonista si arrende, cede al passare del tempo e non è un caso che sia un rottame, residuato di altre guerre e senza intenzione di sacrificarsi più di quello che ha già fatto. Vede la morte, metaforicamente e probabilmente anche fisicamente, mentre da qualche parte, a Praga, le ultime divisioni tedesche tentano disperatamente di sfuggire ad un accerchiamento e di arrendersi agli alleati.

Le tue descrizioni sono deliziosamente apocalittiche, perfettamente in tema e - anche questa volta - mi hanno ricordato una scena dei leoni morti: per la precisione quella del vecchio colonnello centenario, a cavallo, convinto di essere illuminato dagli incendi di Kiev che brucia e pronto a caricare i cosacchi dello zar.

Sei bravissimo, cosa che Morgen mi ripete spesso ma che posso confermarti anche io.

A presto
Morgengabe

Recensore Junior
16/06/17, ore 11:20

Buondì!
E'...una bella storia. Dopo un capitolo di scontri violenti e senza tregua, dove ogni soldato era ben disposto a sacrificarsi per la patria, per tutto ciò che gli rimaneva, anche se era palesemente una guerra senza speranza, abbiamo un capitolo finale dove la disperazione è ben diversa da quella precedente. Non è più votata all'ultimo sforzo bellico e non dà forza di lottare e resistere. E' più come una corrente, che trascina via gli animi per lasciare spazio al vuoto. Reinhardt non aveva conosciuto altro che quella realtà. Il nazismo lo aveva coccolato, allevato e dato in pasto ai leoni come tanti altri altri giovani. La  signora von Oettingen era palesemente una sostenitrice del partito e per molti di loro il fervore non era molto diverso dai ragazzini indottrinati, dato che alcuni arrivarono perfino al suicidio perchè non riuscivano a concepire un mondo diverso, senza Reich.
Koch...sembra quasi sollevato, in certo senso. Aveva compiuto la sua missione e poteva andarsene in pace. Aveva servito la sua nazione fino all'ultimo ed è morto con essa e forse la sua vita non aveva nemmeno più senso, dopo quasi cinquant'anni in cui non aveva fatto altro che combattere e vedere come la patria, mai sazia, continuasse a chiedere tributi. Quasi tragicamente romantica la sua morte, se vediamo la figura equina come una specie di tristo mietitore. 
Si ritrova a faccia a faccia con esso e non ha paura. Ha messo al sicuro la signora Von Oettingen e, soprattutto, il giovane che, perchè no, gli ricordava un po' il figlio.
E così, di sfuggita, mi viene in mente un telefilm, Generation War, con i cinque protagonisti che avrebbero dovuto nuovamente incontrarsi a Natale. 
Quante promesse, a Natale.

Beh, penso di aver detto tutto. Ovviamente sono andata di libera interpetazione, su quello che questa storia mi ha lasciato impresso.
In bocca al Tiger per il contest! (Che, a giudicare dal tema trattato, si adatta meglio del lupo) che, per quanto mi riguarda, questa storia merita assolutamente un primo posto. Non mi soffermo sullo stile che è sempre magistrale ma sulla storia, su questa apocalisse (che era il tema del contest, no?) reale e cruda che colpisce tutti, indifferentmente dal loro credo. Chi combatte per il Reich, chi per tornare a casa, chi perchè non ha alternativa. 
A presto! 

Recensore Master
16/06/17, ore 07:20

Alla faccia del c...ehm, del piffero. Mai mi sarei aspettato una storia così...cupa, per usare un eufemismo. Anzi, più che cupa direi "una pugnalata al cuore". Voglio dire, si può capire fin dall'inizio che le cose non andranno bene, eppure si spera fino all'ultimo che accada un miracolo e che si salvino tutti. E invece...bum, arriva un cecchino e ti riporta alla realtà.

In ogni caso, devo farti i miei più sinceri complimenti per questo piccolo capolavoro. Non solo hai ricreato perfettamente l'atmosfera tragica degli ultimi giorni della Seconda Guerra Mondiale, ma sei anche riuscito ad evitare lo stereotipo "i tedeschi sono tutti bastardi". E' vero che i nazisti erano dei pezzi di merda, ma oltre a loro c'erano anche delle brave persone, esseri umani che credevano sinceramente di stare combattendo per la loro patria. Come il buon Koch. E’ un militare, quindi una persona dura, abituata ad uccidere, ma che in fondo cerca solo di fare quello che ritiene giusto (almeno, questa è la mia interpretazione del personaggio), per difendere la sua Germania e onorare la memoria del figlio caduto. E forse è stato proprio questo il motivo che lo ha spinto a salvare il giovane soldato. Ottima anche l’idea del cavallo come messaggero della morte, affascinante e inquietante al tempo stesso.

Ti saluto, carissimo. Alla prossima storia.

Recensore Master
15/06/17, ore 14:52
Cap. 1:

Ciao^^
Ho letto l'introduzione e appena ho visto che la storia trattava della battaglia di Berlino mi sono precipitata al primo capitolo!
Come sempre tantissimi complimenti per le tue approfondite conoscenze sia storiche che militari.
Giustamente in questo racconto hai reso tutta la violenza e la crudeltà della battaglia.
Il nostro protagonista, un soldato tedesco dedito soltanto a compiere il suo dovere, è testimone di una terribile tragedia.
Le immagini che hai creato sono molto forti, ma anche molto realistiche e suggestive.
Personalmente mi ha colpito molto la figura di Schirmer, il ragazzo della Hitlerjugend che combatte come un vero soldato, ma in fondo è ancora un bambino che gioca a fare la guerra.
Un racconto profondo e scritto in maniera magistrale. Hai usato uno stile davvero particolare, che riesce ad essere crudo e poetico allo stesso tempo, io lo apprezzo moltissimo.
Ancora complimenti, appena avrò tempo leggerò la seconda parte.
Alla prossima :)

Recensore Master
13/06/17, ore 19:55
Cap. 1:

Eccomi... non sono uno stomaco forte, per cui la tua storia mi ha turbata... ma continuerò a leggerla, perchè questa parte della Seconda Guerra Mondiale è molto intensa, drammatica e disperata. E tu l'hai descritta benissimo, come sempre, con una crudezza reale. La Germania ha avuto quel che si meritava, ma dal punto di vista della popolazione civile, e dei soldati costretti alla guerra, le cose cambiamo prospettiva... un orrore senza fine che, purtroppo, l'umanità non imparerà mai.

Alla prossima... se il mio stomaco regge.

Micia

Recensore Master
12/06/17, ore 01:02
Cap. 1:

Eccomi. Ho tentato di leggere e recensire tramite pc ma è stato impossibile per cui mi sono arresa al piccolo schermo del cellulare, che non rende giustizia a quest'opera.
Ti faccio innanzitutto i miei più sentiti complimenti per lo stile che hai usato. Le descrizioni sono terribili, i passaggi narrativi sono eccezionali e la crudezza delle scene resta impressa. Questa storia è un concentrato iperrealistico di orrore, in una città che resiste ma che sta esalando l'ultimo respiro, e vedere questi uomini che fanno di tutto pur di continuare a combattere fa stringere lo stomaco e salire un nodo alla gola.
Non so bene come complimentarmi con te per questa opera, che stilisticamente parlando è probabilmente la migliore che ho mai letto su questo sito, nonché nella mia vita. Sicuramente ti faccio i miei migliori auguri per il contest a cui partecipa, ma non credo che ce ne sarà bisogno: hai la vittoria già in tasca.

A presto e ancora complimenti, e scusami se il commento è breve ma questo tastierino è veramente una schifezza inutile.

~Sky

Recensore Master
11/06/17, ore 12:19
Cap. 1:

Ciao!

Essendo un grande amante della produzione drammatica ambientata durante la seconda guerra mondiale non ho potuto fare a meno di trovare meraviglioso questo piccolo capolavoro che hai scritto. Descrivi fin da subito una situazione davvero disperata, a giudicare dalle forze che descrivi in campo dobbiamo essere a cavallo tra l'inverno del 1944 e la primavera del 1945 e ormai si combatte in Germania e non più in Polonia. I resti del "Gruppo d'armate centrale" si stanno sfaldando e presto si combatteranno le ultime battaglie nei dintorni di Berlino.

Rendi benissimo la disperazione e il cameratismo di questo gruppo di uomini. Tra chi voleva conquistare il mondo e chi in guerra non ci voleva andare, tra chi ricorda i fuochi del 1918 e chi invece non ha ancora 18 anni, tra chi ha commesso crimini atroci e chi invece ne è rimasto vittima. In questo carnaio che non fa distinzione e non conosce giustizia ognuno ha il suo ruolo e tu fai capire immediatamente chi è chi, anche giocando sapientemente con alcuni stereotipi.

Non vedo l'ora di continuare la lettura e, se non l'hai già letto, ti consiglio la lettura di "I Leoni Morti" un resoconto degli ultimi giorni di combattimento della divisione Charlemagne tra le macerie di Berlino, un libro - considerato purtroppo un feticcio dell'estrema destra - davvero notevole!

A prestissimo
Morgengabe

Recensore Junior
11/06/17, ore 00:42
Cap. 1:

Bene, bene cos'abbiamo qui?
Dalle prime righe mi hai afferrato con forza, una forza che mi ha spinto poi a leggere tutta l'interminabile storia di questo caos.
L'immagine di questa Maria, così incorporea ed umana, così tanto che le tue parole mi hanno portato subito a pensare alla Pietà di Michelangelo.
Così bella e giovane, eppure circondata da quella devastazione.
Mi hanno colpito molte cose per quanto riguarda la tecnica che hai usato per il testo.
Il modo in cui hai presentato quasi ogni cosa attraverso i fatti, seguendo con fedeltà incredibile la regola "mostra e non spiegare".
Le descrizioni sono stupende, come d'altronde il modo in cui scrivi. Così raffinato e crudele.
Allo stesso modo posso parlare delle presentazioni dei vari personaggi (la mia preferita è quella di Jager).
Ma devo confessare che ho apprezzato la storia solo fino a metà, e ora ti spiegherò il perché.
La scena della guerra portata avanti in questo modo, in questo caos (normale in una guerra, ma ne parleremo dopo), per tutto il testo mi è risultata molto ridondante e confusionaria, fino ad annoiarmi.

Questo è perché nel caos si perde quello che tu vorresti raccontare, si perdono trama e personaggi.
L'unico protagonista che sono riuscita a trovare nella storia è la guerra stessa, cosa che si può fare, ma che in questo caso mi ha solo confuso.
Ed eccomi a riprendere il discorso del caos; se si vuole dare l'idea del più completo disordine si può, ed è d'obbligo in una guerra a mio parere, ma non bisogna lasciar sprofondare il lettore nel più completo disorientamento.
Il caos deve seguire la trama specifica e non farne perdere traccia.
Il risultato purtroppo è stato di non farmi capire la trama fino ad annullarla e a ucciderla, facendomi perdere ogni bellissima e utile immagine fra altri inutili mille avvenimenti.

Mi è dispiaciuto davvero perché hai talento da vendere e un bellissimo modo di scrivere; spero tu mi faccia ricredere nei prossimi capitoli.

Ci si vede in altre recensioni cara,
Holy (o Larval dipende da quando leggerai la recensione)

Recensore Master
10/06/17, ore 10:38
Cap. 1:

Di solito chi sa scrivere con levità e garbo, con spirito caustico, sa anche scrivere al meglio le storie drammatiche. Direi che tu non faccia eccezione, con questo incipit che ti lascia ammutolito.
Siamo alle prese con una Berlino ripiegata su se stessa.
Gli stendardi e gli addobbi rossi e neri sono spariti chissà dove... stracciati e sporchi a spazzar la polvere negli angoli delle strade. Accade questo dopo anni di tronfio regime e di invasioni nei territori altrui... specialmente quando le invasioni si fanno in modo incauto.
L'ex Santa Madre Russia ha risposto all'appello e lo fa con una violenza inaudita, senza guardare in faccia a nessuno: soprattutto i civili inermi, anzi, sono quelli che devono pagare il prezzo più salato. 
Io non ce l'ho mai avuta con i Tedeschi... per il Nazismo, intendo.
Distrutti e puniti dopo la Grande Guerra, con il marco svalutato  e senza più lavoro, avevano sognato una rinascita e si erano affidati ad Hitler, rassegnandosi a rinunciare alla libertà di ragionare con la propria testa (e coscienza). Ma non tutti i Tedeschi approvavano le leggi razziali e quasi nessuno dei bravi Berlinesi (tanto per citare loro, in esempio, come cittadini tedeschi) sapeva dell'entità vera dei campi di concentramento. Ora però la stanno pagando, ed in modo atroce. 
Ci offri una scena di guerra di ordinaria follia, caro Autore.  
E'  talmente rapido e crudele, come la zampata di un orso feroce, che quasi non ci si vorrebbe credere.
Vai, ammazza, stupra, bombarda, abbatti.
Tutti giù per terra, come una versione perversa del noto gioco infantile...
 

Recensore Junior
09/06/17, ore 23:14
Cap. 1:

Buonasera!
Indubbiamente, come mi avevi avvertito, questa è una storia molto forte.
E triste. Non perchè faccia strappare i capelli dalla disperazione (?) ma per questa sensazione di...caducità. Di una lotta senza speranza. Di una guerra che oramai era completamente persa ma che comunque andava combattuta fino in fondo perchè il pensiero di ciò che poteva succedere dopo era terribile.
Abbiamo un protagonista già avanti coi gradi e con gli anni, con una guerra alle spalle ed un'altra davanti agli occhi e che continua imperterrito a combattere perchè ogni millimetro di terra che conquista è vendetta personale. Come biasimarlo? ha perso un figlio pochi anni prima, probabilmente giovanissimo, e non ci è dato sapere le condizioni del resto della sua famiglia. Ma, data la disillusione con cui legge la vecchia cartolina, immagino non abbia fatto una bella fine. 
 Le morti violente sembrano quasi non toccarlo più, osservando il circostante in modo quasi asettico, limitandosi a descriverli per quello che sono in tutta la loro brutalità.
D'altronde è una guerra disperata per disperati, fatta per la maggior parte da ragazzini esaltati ed indotrinati e vecchi veterani stanchi, armati al minimo ed affamati, contrapposti ai russi che, nonostante avessero subito immense perdite durante la guerra, risultavano comunque molto più floridi, senza carenza di mezzi e di cibo. 
Chissà cosa succederà nel prossimo capitolo. E' una storia molto intensa e senza speranza, fatta di uomini fragili ed appesi ad un filo. Tutti, indistintamente dall'età, dalla nazionalità e dal grado. La cura nei dettagli è fenomenale e non posso dirti altro che...complimenti. Sinceri e vivissimi perchè questo capitolo preannuncia una grande storia che si, è ambientata nel passato dunque storica, ma è il dramma è l'ineluttabilità del destino a farla da padrone. I soldati sono fragili pedine di una scacchiera senza re e regina. E, forse, senza nemmeno alfieri, torri e cavalli.
Complimenti sentitissimi, ancora una volta! 

Recensore Master
09/06/17, ore 15:04
Cap. 1:

Non è il tuo primo racconto di guerra che leggo e ho imparato ad apprezzare la tua accuratezza delle ricostruzioni storiche, la descrizione realistica e credibile sia delle scene corali, che degli scontri corpo a corpo, il dinamismo e l'incalzare degli eventi, ma in questo pezzo hai aggiunto una dimensione nuova all'epica del genere ovvero la dimensione tragica.
La guerra è sporca, è crudele, imparziale nel prendersi bambini, anziani, civili, feriti, prigionieri, donne e uomini.
Ci sono guerre più crudeli e più sporche di altre?
Guerre più giuste?
Guerre con danni collaterali "accettabili"?
Qui vediamo l'ultima disperata resietnza dei berlinesi di fronte alla marea Rossa.
I russi insieme agli americani, secondo il nostro criterio scolastico, sono i "buoni" o dovrebbero esserlo, hanno liberato il mondo dal nazismo e forse questo può essere accettabile ad un livello "alto" di lettura dei fatti, ma scendendo a livello delle strade distrutte, dei palazzi in macerie, dei tunnel e dei rifugi antiaerei si scopre che le differenze tendono pericolosamente ad assottigliarsi e la guerra, vista da questa prospettiva rasoterra, è un alibi per giustificare le peggiori eferratezze dell'uomo.
Ti avevo detto che se avessi dovuto dipingere i fondali per ambientare questo racconto avrei usato del grigio, del nero, del rosso e del bianco, impastati insieme, sporcati di fuliggine e calce; io me lo immagino esattamente così il tuo contesto: un bianco e nero contrastato sporcato di sangue.

NB grazie di aver messo i termini tecnici, sono profondamente indotta in materia, mi ero persa già alla descrizione primo cingolato russo >.<
(Recensione modificata il 09/06/2017 - 03:05 pm)

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