Recensioni per
Non amo che le rose che non colsi
di meiousetsuna

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
21/10/18, ore 22:02

Recensione premio per il contest "The Breaking Point" 1/2 - Recensore Sostitutivo mystery_koopa

Buonasera carissima Setsy!!!
Non chiedermi perché ho scelto questa storia, perché non lo so nemmeno io... stavo per leggerne un'altra che compariva lì vicino nella tua pagina, ma poi ho visto il titolo di questa... e non so, ho cliccato senza nemmeno pensarci. Sarà stato Guido Gozzano? Sarà stato quel Character Death che avevo associato istintivamente a John? Intanto, sono qui.
Allora, iniziamo dalla cosa più importante: ma davvero Mycroft ha solamente sette anni in più di Sherlock!? Ok, forse non era fondamentale, ma dovevo davvero stemperare l'atmosfera da fiumi di lacrime di questa shot... ma questo è più il mio genere, rispetto a quella che mi hai presentato per l'altro contest, e non posso che essere soddisfatto di questa lettura. Però, leggere che Sherlock gli ha scritto per vent'anni bruciando tutte le sue lettere, "come se il fil di fumo che producono potesse arrivare da te, portandoti un messaggio"... è stato davvero un colpo basso, anche per un Non-Johnlocked come me! E in un certo senso è stato davvero terribile vedere il tempo passare, Mycroft e la Signora Hudson morire, Rosie studiare medicina all'università e dire al padre di rivedere Sherlock... è dura immaginare quei personaggi che sembrano eterni ridotti così, a rimpiangere il passato, a bruciare e a cancellare ogni cosa che li potrebbe riportare a loro a da cui non riescono a staccarsi...
In più, la "serata del rimpianto" è davvero tratteggiata magistralmente: Sherlock che lascia Baker Street, che taglia i ponti col mondo che aveva conosciuto non per due anni, ma per sempre, che piange un fratello a cui è stato troppo distante e un uomo che, ostinatamente, non ha più voluto vedere per... perché annegare nel dolore è più semplice che affrontarlo, forse. E devo dire che il finale che mi sono immaginato per questa storia è, come all'inizio, la morte di John: forse, la mail che Rosie scriverà a Sherlock sarà la prima a giungere a destinazione... e anche l'ultima, temo. E la canzone fin troppo malinconica che Sia sta cantando da mezz'ora nelle mie cuffie devo dire ce non aiuta...
Possibile, che per una volta una storia che leggo è solamente un pozzo di pessimismo, abituato come sono a certi drammi di nostre comuni conoscenze...?
Beh, complimenti. Davvero tanti. Ma come hai potuto fare una cosa del genere!!!???? :( :( :(
Alla prossima, e sappi che questa storia qui va tra le ricordate... anche se dubito che potrò mai rileggerla!
Ciaooo
°Koopa°

Recensore Junior
30/07/18, ore 13:57

Adesso piango, piango davvero, sai?? Questa storia è struggente, carica di angoscia eppure perfetta per descriverli perché in un universo possibile (molto possibile) ritengo che quanto hai delineato sia il modo in cui è andata davvero la storia. Sherlock e John così chiusi nelle loro paure da non avere il coraggio di superarle, di affrontarle insieme. E si ritrovano a un certo punto della loro vita a fare un bilancio tristissimo. Il tutto annunciato dai versi di Gozzano (feci il monografico di italiano I su di lui, una bellezza carica di tristezza e rimpianti, appunto). Si conferma la tua bravura magistrale, sei straordinaria con la tua fluidità e la tua musicalità. Bella questa storia anche se un po' a testate quei due li prenderei.
Un abbraccio fortissimo.
Elisabetta

Recensore Veterano
16/02/18, ore 15:55

Devastazione... Ecco la parola che mi viene in mente... Mi ha letteralmente devastato il cuore, capisco perfettamente cosa intendeva Moriarty quando disse "ti brucerò il cuore". Mi è arrivato chiarissimo leggendo questa storia, il mio cuore si è frantumato in tanti pezzetti piccoli piccoli sparsi un po' ovunque... Ora asciugo le lacrime che hanno iniziato a scendere all'inizio della storia e ancora adesso non hanno smesso di uscire. È bellissima comunque, straziante ma bellissima

Recensore Master
02/11/17, ore 13:06

3° posto al contest Schippate lo schippabile

3° posto

Non amo che le rose che non colsi – Setsy 40.8
Stile: 10/10
Per questa storia bisognerebbe parlare di uno stile principiale (la lettera, in quanto mezzo diverso dal parlato presuppone un altro modo di comunicare) e i due mandanti.
Ho davvero apprezzato il fatto che tu abbia creato due diversi stili per ogni personaggio completamente opposti sempre risultando credibile e senza sforare nel “ botta e risposta”. Lo si stile di Holmes è complesso, il ritmo è lento ma cadenzato e il lessico è arzigogolato come il cervello dell’autore, mentre al contrario Jon… è John. Semplice ma diretto.

Trama: 10/10
In realtà più che una trama abbiamo due flash, uno del passato in cui Holmes si confessa al suo John, dichiarandosi ad un foglio, il suo amore e la sua perdita e John, che parla dal futuro e ci fa vedere la storia dall’altro punto di vista, quello di un padre che ha dato tutto alla figlia tranne forse un padre veramente felice. Mi ha incuriosito questo gioco di tempo, in cui entrambi si parlano senza potersi sentire. Hanno bisogno di stare vicini.

Originalità: 9.8/10
Leggendo la storia mi è venuto subito in mente un film con Sandra Bullock in cui lei scrive ad un uomo del passato; non che siano identiche (i temi, l’ambientazione… in pratica tutto cambia) ma in qualche modo ha influito nello scrivere in questa categoria. Credo che la parte più originale sia come tu abbia sviluppato l’intera vicenda ovvero di un amore finito. Non c’è la conquista, ma la malinconia.
E’ un tratto davvero peculiare e assolutamente originale.

Personaggi: 7/10
So che mi ucciderai, ma devo dirlo: Holmes mi è sembrato troppo… romantico e dolce. Non ho ritrovato quella sua verve che lo caratterizza; nella storia traspare solo una parte più “umana” ma mi manca quella che ce lo fa amare.
John credo sia invece lui, nel senso che nelle sue stesse parole ho potuto immaginarmi la scena come se fosse presa dalla serie ed è un pregio

Resa della coppia 4/5
Che posso dire? E’ la coppia meno coppia che ci sia eppure lo sono. Mi spiego: non stanno insieme né fisicamente né emotivamente eppure si amano, si vogliono come una vera coppia.
Anche a distanza di tempo nulla è cambiato

Recensore Veterano
15/09/17, ore 01:07

Cara meiousetsuna (nel mio cuore sarai sempre Setsy, un po' per una ragione affettiva e un po' per una di ordine pratico e spelling più agevole 😂)

Da dove partire a commentare la storia?
Prima di tutto, devo confessarti che la tematica degli "amori mai nati e potenzialmente bellissimi" è sempre stata un mio punto debole anche per ragioni personali e trovo che tu sia riuscita a renderla con grandissima maestria.
E semplicitá.
Due lettere - entrambe scritte e non spedite, entrambe vere (forse troppo), entrambe difficili.
Correggimi se sbaglio, ma ho sempre trovato il genere epistolare estremamente complicato da scrivere, anche per una veterana della scrittura e del sito come te, perchè dovendo il più possibile mantenere l'illusione di realismo le lettere non possono avere troppi dialoghi nè troppe descrizioni (che invece sono gli elementi base di una fanfiction strutturata in modo standard). Quello che serve nelle lettere è una fortissima introspezione e tu, Setsy, sei riuscita a crearla: ho amato moltissimo il primo flashback della lettera di Sherlock, in cui sei riuscita a delineare benissimo quello che sarebbe potuto succedere dopo la quarta stagione - John e Sherlock a Baker Street, la Signora Hudson che di solito cucina ma tiene a precisare che non diventerà un'abitudine, Sherlock che brontola sugli ingredienti e John che se ne frega allegramente. E anche sul punto "non-canon" (e qui intendo canon nel significato del termine, ovvero "l'amore fra John e Sherlock che ovviamente esiste ma che Moffat e Gatiss non ci hanno voluto confermare" 😡) hai mantenuto entrambi molto In Character. Ovvio che Sherlock le cose le urli senza parole (si pensa alla sua mente come ad un Palazzo Mentale immacolato e perfetto, ma il suo cuore io me lo immagino più simile ad una città in fiamme in mezzo al deserto). Sherlock prova emozioni, anche se non vorrebbe, ma si impedisce che esse abbiano il benchè minimo effetto sulla vita che tanto faticosamente ha reso emotion-free. Per questo trovo molto azzeccata l'idea che magari Sherlock usi la scrittura come sfogo per esprimere finalmente quello che prova, senza però mai farlo davvero.
Splendida simmetria: Sherlock brucia le lettere ("te le spedisco bruciandole nel camino, come se il fil di fumo che producono potesse arrivare da te, portandoti un messaggio"... ma quanto brava sei a scrivere? 😍), John non le invia mai (e il pezzo sul tasto Invio è il solito colpo di genio).
Infine, mi è piaciuto molto anche il fatto che il pretesto per cui scrivono queste lettere per entrambi sia quello di un cambiamento - un lutto per Sherlock, un abbandono per John. Forse è proprio essendosi ritrovati di nuovo soli - soli come lo erano prima di incontrarsi e andare a vivere insieme dopo un paio d'ore - che hanno ripensato a quello che avevano perso (o meglio rinunciato ad avere)
Che altro dire?
Sei davvero, davvero brava e non so se si è capito ma ho trovato la tua storia un piccolo gioiello. Ho letto tutte le altre storie in gara nel contest e non ho dubbi nel dire che per me, a prescindere dal risultato, dovresti vincere tu.
Davvero complimenti e, se mi permetti, un abbraccione.
Ciao cara 💙

Itsamess

Recensore Veterano
03/09/17, ore 22:29

Ciao, come non commentare, mia cara? Complimenti per questa storia molto triste, certo, ma anche molto dolce per quanto riguarda il loro infinito sentimento dannato. Una tua lettura sicuramente particolare del futuro di questa coppia che non vorrei mai che accadesse, ma che ho letto sicuramente con piacere. Molto diversa dal tuo più solito modo di scrivere e di narrare; queste missive hanno davvero avuto un che di poetico, e sono state molto belle anche alcune frasi che hai usato, a partire dal titolo che mi ha sinceramente colpito. Non conosco l'autore che hai citato, ma ti ha ispirata bene, direi. :) Mi è piaciuta molto anche la frase "per le cose che contano sono sempre stato un uomo al di fuori del suo tempo": direi che è azzeccata, mi piacque molto già nel finale dell'abominevole sposa, ho apprezzato il tuo inserimento ed il contesto del camino in cui Sherlock brucia le sue lettere. Mi dispiace tanto che il loro destino sia stato questo; la tua storia è pregna di malinconia e di rimpianto, un amore triste ma che dura nel tempo, nella lontananza e forse vincerà anche la morte. Io lo spero, perlomeno, perché è l'unica speranza che ci hai lasciato con questa tua ff. Cattiva! ;) Scherzo, ovviamente, perché comunque mi è piaciuta un sacco anche perché apprezzo la tematica della loro vecchiaia, con tutte le inevitabili riflessioni introspettive che ne conseguono. Quindi ti faccio i miei complimenti perché ci hai regalato una bella creatura angst ed infine ti mando un bacio. A presto! :)

Recensore Master
03/09/17, ore 17:41

Commovente, è la prima impressione che mi è venuta in mente dopo una prima, veloce lettura.
"...Non amo che le cose che potevano essere e non sono state...": completo il tuo suggerimento poetico, usando ciò con cui hai introdotto l’intervento di John nello scambio di “lettere” che costituisce l’altra parte del titolo di questo pezzo. Infatti trovo davvero efficace il tuo gettare un ponte tra la malinconica atmosfera dei versi di Gozzano, con i suoi sguardi che si soffermano su realtà dalle dimensioni quotidiane ma che racchiudono tutto l'amore ed il dolore del mondo, e le difficoltà e le tragiche circostanze che hanno impedito alla Johnlock, che “shippo” e “shipperò” sempre, in quanto è da me ritenuta più che un’ ipotesi, di esprimersi e di costituire finalmente una certezza da vivere per i due protagonisti. Non è azzardato il tuo pescare in quell'atmosfera crepuscolare, dalle tinte delicate e dai colori dolcemente spenti, per esprimere ciò che ha sempre legato Sh e John e cioè un insopprimibile ed eterno bisogno l'uno dell'altro, tenuto prigioniero da mille paure e dalla maschera livida del malinteso e delle ingerenze velenose del mondo. Commovente, dicevo all'inizio, perché la tua storia scioglie e rende concrete le nostre malinconie, le nostre tristezze e ci sentiamo impotenti di fronte a quel tempo che passa, inesorabile, e viene scandito da lettere bruciate o mail cancellate dallo schermo del pc, parole uccise prima di essere dette e lette. Vent’anni di vuoto e di disperata ricerca di comunicare con l’altra metà di se stessi. Tutto inutile, tutto sfumato. Terribile ed angosciante quel “ Buonanotte, John” che stringe in una morsa il cuore di Sh, ammutolisce quello di Watson e costituisce il precipizio in cui scompare la speranza.
“…te le spedisco bruciandole nel camino…CANCELLA…”: e questa è la parola “fine”. Un pezzo, questo, scritto con sensibilità, dolcezza e, tecnicamente, con il rispecchiare efficace della dimensione chiusa e ripiegata su se stessa e sulla propria solitudine dei versi di Gozzano. Un’ottima prova, brava.