Recensioni per
Il Tredicesimo Re - Agur, primo del suo nome
di Nirvana_04

Questa storia ha ottenuto 34 recensioni.
Positive : 34
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
30/09/18, ore 15:50
Cap. 5:

Ciao, eccomi nuovamente. Non vedevo l'ora di continuare a leggere e infatti noterai che la sto concludendo piuttosto velocemente. Anche questo è stato un altro bel capitolo corposo, in un primo momento sembra quasi essere di passaggio, letteralmente dato che Agur e gli esuli viaggiano, fisicamente, da un luogo a un altro. Pensandoci meglio, però e come spesso succede leggendo anche Il Tredicesimo Re, questo viaggio diventa motivo di crescita per il protagonista che lo compie. Abbiamo visto situazioni similari anche per Dareg. Qui la differenza è che la crescita di Agur è concentrata in capitoli più brevi e in una storia decisamente più corta. Ma è esattamente lo stesso tipo di struttura narrativa. Agur cambia di nuovo, la sua crescita costante per diventare il primo re, non si ferma. Anzi cresce frase dopo frase. L'avevamo lasciato che stava andando via dalla sua città natale e lo ritroviamo qui, con la responsabilità di un gruppo di persone sulle spalle e la realizzazione di che cosa sia, il diventare re. Per certi versi mi ha ricordato le parole del padre, quando parlava di dover tenere il popolo "buono" altrimenti il re non può fare il suo compito di tenerli al sicuro. Agur però ha un altro atteggiamento. Bada quasi troppo ai formalismi, sottolineando che tecnicamente è ancora un principe. Jhann però è colui che gli fa notare che non importa adesso, ora lui è al comando. Lui è responsabile di tutte quelle persone, tutto gli appartiene e lui deve iniziare a comportarsi come un vero re. La crescita avviene man a mano che procede nel viaggio, da quando Jhann gli dice quello che pensa, anche Agur inizia a cambiare atteggiamento. Fa impressione la così rapida crescita, ma perché sono abituata ai ritmi della storia principale che sono molto più lenti. Ma è sempre tutto quanto calibrato e sensato, non ho visto nulla fuori posto. E di questo non mi stupisco.

Vitahj è un luogo interessante. La sua introduzione fisica a metà capitolo, permette di assistere a una svolta. Fino a quel momento era stato tutto più sull'introspettivo, con i pensieri di Agur a prendere la scena. Da quel momento tutto quanto cambia, la sua presentazione è fatta stupendamente come al solito. Ti sei lasciata andare di meno alle descrizioni, mantenendoti più sul pratico. Tanto che il tutto risulta molto più spiccio, dici le cose essenziali ma sempre con belle frasi e concetti ben espressi. In tutto questo, ciò che mi ha colpita è indubbiamente l'Alto Cavaliere. Un personaggio che già dalla descrizione fisica mi sembra uscito dalla spada della verità... o qualcosa del genere! (Ovviamente scherzo). Ne hai dato una descrizione ottima e anche molto interessante. Con tutti i particolari che non trascuri, ma che anche sottolinei come la barba scura che cambia la visione di un volto altrimenti albino. Ma anche la tunica che indossa e la maniera che ha di parlare. Un personaggio misterioso e affascinante, che sembra quasi voler mettere alla prova il principe Agur, offrendogli agi e comodità per la notte. Agur, senza quasi rendersene conto, mette in primo piano il suo popolo e chiede immediatamente di visitare la biblioteca. Qui ci si rende conto che è veramente cambiato, non credo che la sua crescita si arresterà qui, ma di certo questo è uno straordinario punto d'arrivo.

Al prossimo capitolo (ci arriverò prestissimo).
Koa

Recensore Master
11/08/18, ore 11:05
Cap. 5:

Recensione premio per il contest "Di Lune, Torri ed Eremiti"

Che meraviglia!
Era da davvero tanto tempo che non ritornava qui, e solo ora mi rendo conto di quanto queste parole mi siano mancate.
Quindi, ora siamo a un bivio - o almeno, questo è quello che ho percepito: alle spalle il pericolo rappresentato dai mostri, da una città lasciata a sé stessa e nel mistero, quindi, della sua sorte; dall'altra l'ignoto di un futuro incerto ma che si rincorre a tutti i costi, che sembra approdare in un'altra città... sì, dove la gente, però, come dice Agur, "inquieta".
I pericoli, come è chiaro fin dalle prime righe, non sono ancora cessati; e neppure le prove che questo re e il suo popolo in fuga dovranno superare.
Un misto di disillusione e speranza, di scoramento e luce (o almeno, luce sembra... vedremo poi): ecco cosa vedo e sento, della sensazione di potersi fidare poco ma doverlo comunque fare per sapere dove andare.
Lo stallo fa male, i dubbi tanti; ancora una volta mi ritrovo a chiedere: che cosa accadrà?
Mancano ancora due capitoli, tutto può succedere; anche questo mi preoccupa, non lo nego.

Alla prossima,
Manto

Recensore Veterano
26/12/17, ore 10:55
Cap. 5:

Anche Agur ha dovuto affontare il suo rito di passaggio: da giovane scapestrato, dedito ai divertimenti, superficiale e sconsiderato è stato costretto ad assumere le responsaibilità e l'aspetto di un re fermo, deciso, autorevole che possa rappresentare un punto di riferimento per i suoi sudditi. I primi accenni a questa maturaione si erano già visti nei capitoli precendeti, ma è in esso che, finalmente, Agur diventa consapevole del suo ruolo, di ciò che esso implica e di tutte le difficoltà che porta con sé; parafrasando una tua frase: si rende conto della gabbia in cui è costretto, le cui sbarre sono fatte di responsabilità, ansie, decisioni.
Sono contenta che sia riuscito ad affrontare in maneira egregia la situazione, a farsi valere e a dimostrare quell'autorità e quella sicurezza richeste a un re, soprattutto in un momento tanto delicato e incerto come questo.
In pochi tratti sei riuscita perfettamente a rendere la situazione tesa, di angoscia e paura, senza bisogno di esplicitarlo: è bastato descrivere l'atteggiamento dei fuggitivi, la loro sfiducia, la loro stanchezza e la loro irascibilità. Come sempre riesci a calare perfettamente il lettore nelle situazioni che descrivi trasmettendogli in maniera precisa e limpida le emozioni, i pensieri e i sentimenti che le animano. 
Altro punto di forza delle tue storie sono sicuramente le ambientazioni e la fantasia e la creatività in ognuno dei tuoi lavori: nel primo caso, ho amato il modo in cui hai descritto Vitahj è qualcosa di talmente bello da essere indescrivibile, così come la città stessa; ho provato ad immaginarmela, simile a un sogno o a un miraggio e grazie alla tua descrizione precisa ed evocativa non solo sono riuscita a vederla ma anche a "sentirla" in un certo senso, provando gli stessi sentimenti di meraviglia e soggezione che quella città tanto particolare deve aver suscitato nei fuggitivi. Mi ha ricordato una Venezia onirica con tutti i suoi canali e le strade che si adattano ai corsi d'acqua, ma anche il biancore e il lucore di Minas Tirith oltre che lo stesso effetto di meraviglia e afasia *.*
Nonostante la sua bellezza diafana e sfuggente (bellissimo, il paragone con la donna, l'ho trovato davvero originale ed efficace), o forse proprio per questa, la città ha anche un lato inquietante, come se nascondesse qualcosa sotto il velo di edifici bianchi e belli, ma vagamente spettrali, come se nascondesse un segreto e gli uomini dagli occhi bianchi (il solo fatto che abbiano gli occhi bianchi è inquietante) siano i custodi di questo segreto e di una conoscenza andata perduta e dimenticata. La volontà di Agur di consultare la biblioteca rafforza questo mio sospetto. Attenderò con ansia il tuo prossimo aggiornamento nella speranza di svelare qualche mistero ^^
Passando al secondo punto, ovvero della tua fantasia e della tua creaitvità che sembrano illimitate, non posso non citare i Vorouk, che non so perché me li immagino come dei dodo giganti e piuttosto fieri; è incredibile come tu riesca sempre a lascciarmi a bocca aperta per le invenzioni che proproni: non solo i felica e gli Ent bruciati (non riuscirò mai a imparare i loro nomi) ma anche con le creature all'apparenza più insignificanti che abitano le foreste o la natura stessa che assume connotati favolosi e magnifici, come gli alberi bianchi dalle foglie rosso sangue (che nel contesto della città devono fare davvero un effetto estraniante e indescrivibile tanto ti colpisce e ti lascia senza fiato).

So che hai avuto dubbi e problemi con questa storia, ma posso assicurarti che è un racconto molto interessante, che ho letto con piacere: la trama è accattivante, i personaggi e i luoghi sono sempre attraenti e sono riusciti a conquistarmi. Il percorso di crescita di Agur, i disguidi sulla religione e le ambientazioni incatevoli sono elementi validi, sviluppati in maniera eccellente e interessanti. Solo per questi motivi, dovrebbe essere una storia da leggere anche come a sè stante.
A maggior ragione, questo racconto getta una nuova luce anche sulla principale, permettendo di capirla meglio e in un certo senso di asprirne e acuire la cupezza devastante delle atmosfere (sapere che tutto questo è stato causato dall'ignavia di un sovrano, dalle sue convinzioni cieche e dalla curiosità di un ragazzo suscitano parecchia rabbia per l'ingiustizia della cosa) e come tale dovrebbe essere letta da tutti coloro che amano la principale. Il senso di angoscia, impotenza e dolore che caratterizza la prima, si riscontra anche qui, quando ancora è agli albori, e sembra quasi che da questi capitoli si sia esteso e protratto verso la principale, mettendovi pianta stabile e creando quel denso manto che ricopre l'intero scritto.

Spero di poter vedere presto un aggioramento di questa storia, l'ho inserita tra le seguite proprio per non perdermelo, perché sono curiosa  di vedere come si svilupperà.
Complimenti anche per questo racconto, forse non sarà pieno di battaglie epiche (non ancora) e di colpi di scena, ma è un ottimo spin-off, più "tranquillo" e che assolve perfettamente al suo compito di svelare, spiegare e fare luce.

Alla prossima

Ayr
(Recensione modificata il 26/12/2017 - 11:10 am)

Recensore Master
02/12/17, ore 16:02
Cap. 5:

Ciao^^
eccomi finalmente a commentare questa tua bellissima storia. Troppi contest, uno passa le giornate a scrivere e non ha il tempo di leggere mezza riga...
Detto questo, mi sembra di aver notato un tema ricorrente nelle tue storie: il giovane impetuoso, "ribelle" e tendente a stare per conto suo e a gestirsi in autonomia, che abbandona tutto questo in favore del ruolo di capo, più perchè gli altri glielo riconoscono che per sua spontanea accettazione. Dareg da una parte, Agur dall'altra, sono due giovane scapestrati, passami il termine, ma con grandi potenzialità, che un po' per scelta loro (molto poco) e un po' perchè spinti dagli eventi, vengono ad assumere un ruolo di capo carismatico al quale gli altri conferiscono il compito di guidarli.
Qui in aggiunta abbiamo anche la descrizione di un mondo gelido, spaventoso, ma al tempo stesso popolato di creture strane e magnifiche, come il grande uccello che ricorda un po' i "Roc" delle Mille e una Notte. Il clima è cupo, serpeggia la paura, il mondo è ostile.
Veramente un bel capitolo, complimenti!^^

Recensore Master
17/11/17, ore 10:19
Cap. 5:

Buongiorno.
Agur non è re, ma pensa come un re.
Le scelte che è stato obbligato a fare sono state toste; c'era la possibilità che qualcosa non fosse andato per il verso giusto, e allora... beh, la situazione sarebbe potuta precipitare.
Però, sembra che se la stia cavando, e il suo popolo con lui.
Bene, un testo davvero ben scritto e appassionante ^^
Buon proseguimento di giornata e a presto :)