"Sorrise, perché il suo compito era terminato; sarebbero venuti a salvare Albus e sua madre ed Harry Potter avrebbe assicurato alla giustizia Luzhin e i suoi seguaci.
C’era riuscito, ma non gli importava di fasti o onori, né della redenzione che aveva cercato disperatamente in quei cinque anni. Non gliene importava nulla.
Vorrei solo rivederti, Liebchen…
Per favore, … per … favore …
Posso rivederla?"
Non voglio commuovermi per qualcosa che normalmente, con altri personaggi, non mi commuoverebbe mai. Non voglio...ma è inutile, mi commuovo..Sul serio, Soren e Lily (ma in particolare Soren quando pensa a Lily) raggiungono delle vette di romanticismo e Romanticismo (con la R maiuscola) puro. L'amore come luce, l'amore che non può bastare come redenzione perchè al massimo può essere il premio che bisogna sudare per meritarselo, l'amore che però non può essere davvero un premio perche un premio viene consegnato dall'alto e con obiettività in base al merito, mentre l'amore nasce da affinità elettive e irrazionalità inspiegabili e soggettive, l'amore che eppure non è soltanto sentirsi irrimediabilmente attratti da un'altra persona e non poter far nulla che cedere a questa attrazione, ma anche e soprattutto una scelta consapevole di iniziare con questa persona un cammino, di spalleggiarsi a vicenda e tenersi per mano nonostante tutto, nonostante i giudizi, le paure e le difficoltà, e la vita che continua a bussare alle porte degli innamorati rovinando la bolla perfetta dell'idillio. L'amore che non basterà come redenzione per la società, ma è la prima e più importante redenzione dell'anima. L'amore come speranza, l'amore come carburante, l'amore come Ideale, l'amore come forza per cui andare avanti.
Quando Soren pensa a Lily, anche se per poche righe, a me viene in mente tutto questo.
E questa purezza e forza di sentimento è ancora più sconvolgente se si pensa crescono, tra tutte le coppie, sono quella che partiva dalle premesse più sbagliate e malsane. Lei quindicenne in Aul, lui diciannovenne, lei ingenua e infantile, lui con un'identità finta e l'obiettivo di ingannarla e usare la sua amicizia per infiltrarsi tra le maglie della sua famiglia. Sarebbero il tipo di coppia che io in una serie tv non shipperei mai, per dire. Però tu in Opera Al Nero me li hai fatti amare così tanto che sono diventati la mia seconda coppia preferita. E non solo perchè la loro love story può essere in realtà lo spunto per molte riflessioni a proposito di perdono, colpa, responsabilità e quant'altro. Ma anche perchè è vero, sono la coppia che vince la medaglia di caso più evidente nella tua storia trauma bonding (che nella vita reale fa schifo ma nelle storie romantiche è sempre un bel clichè, che da quel tocco di gotico a ciò che altrimenti sarebbe troppo sdolcinato), ma sono anche l'opposto di tutto ciò. Sono il clichè dell'eroe sfortunato e tutto d'un pezzo che pensa alla sua ridente principessa di luce prima di cadere a terra stremato. Solo che l'eroe dal codice d'onore infallibile è un ex-bambino soldato tormentato dai demoni per aver combattuto per le persone sbagliate, e collateralmente è anche un disadattato sociale che davvero, non vorrebbe essere scortese o inopportuno, ma davvero non ha la minima idea di come ci si relaziona con gli altri in contesti informali, anche se sa quali posate e convenevoli utilizzare a una cena di gala e quali tecniche psicologiche usare per far cantare un sospettato. E la sua principessa nata e cresciuta nella luce è una ventenne complessata e viziata che vorrebbe solo divertirsi senza dover pensare al futuro, e maschera il suo non credersi all'altezza delle aspettative altrui con un fiume auto-ironico di egocentrismo. E cerca di dimenticare i propri problemi ora immergendosi nevroticamente nel lavoro, ora affogandoli nei cocktail di un bar troppo rumoroso...
Ho amato la scena di Hugo e Lily- il loro rapporto non è stato granché approfondito in precedenza, e forse va bene così. Dopotutto, durante l'adolescenza, come spesso succede, erano intrappolati nei rispettivi stereotipi liceali, quello della reginetta popolare e festaiola e quello del suo valletto un po' sfigato ma fedele, che grazie alla cugina più cool raccimolava qualche appuntamento con le ragazze più carine del loro anno, e in cambio le portava le borse, evitava di spifferare la maggior parte delle sue geniali trovate e dei suoi flirt al resto della famiglia, fingeva di ascoltare i suoi deliri di onnipotenza adolescenziali.
Sono stati entrambi sottovalutati a lungo, Lily e Hugo, in quanto piccoli delle rispettive famiglie, ma ora entrambi hanno trovato la loro strada, ed è bello vederlo, così come è bello leggere di una loro scenetta di complicità in questo capitolo. È stato bello leggere di un loro gioco che a quanto pare era comune per loro appena usciti da Hogwarts, e che ormai è già venato di nostalgia. Ormai Lily e Hugo non passano più tanto tempo insieme come tra le mura di Hogwarts o durante la loro infanzia, Lily ha altre cose a cui pensare e Hugo ha (finalmente, oserei dire) il suo giro di amici e colleghi separato da quello della cugina. Eppure questo non vuol dire che non siano legati l'uno all'altra. Il modo in cui Hugo ha parlato ad Ama di Lily mi ha commosso, e mi ha ricordato un po' Rose quando in Doppelgaenger pensava che, in quanto figlia di Ron ed Hermione, si sentiva *in dovere* di badare ai Potter e ai guai che causavano o in cui finivano in mezzo. Ecco, direi che ora Rosie si è liberata del fardello (che comunque accettava con un sorriso perchè, se in quanto figlia di Hermione fingeva di rimproverare i tre Potter per il loro mancato rispetto verso regole e autorità, in quanto figlia di Ron era la prima a sguazzare in questo tipo di situazioni, nonostante le lamentele), ma Hughie ogni tanto torna a portarlo per Lily. Ed è stato bello che abbia trovato qualcuno come Ama che *capisce* quello di cui sta parlando, perchè anche lei ha il suo eroe tragico a cui badare e a cui pensare con un misto di affetto ed esasperazione. In generale tutte le scenette tra Ama e Hugo sono state adorabili, e anche non so se li vedo bene a lungo termine, una storiella tra loro ci sta tutta. Se la meritano entrambi (e le uscite a quattro con Lily e Soren sarebbero troppo spassose).
...non pensare che non mi sia accorta dell'Orbis Allius! Argh, un'altra di quelle cose che è un peccato siano state inserite così tardi nella trama, perchè mi sarebbe piaciuto scoprirne di più, ma capisco anche che dopo nove o dieci dovevi *davvero* finire questa storia è, più in generale, questa Saga. (E ti ammiro per questo, perché avere il coraggio di mettere la parola fine a un progetto così lungo e ambizioso deve essere altrettanto difficile che continuare a portare avanti il progetto nel tempo senza perdere voglia e determinazione.) Comunque, poco male, l'Orbis Alius è praticamente un easyer-egg per noi lettori sia della Dp Saga che del Ciclo di Malacena. Non posso fare a meno
Ho ovviamente AMATO (letteralmente) il modo in cui Al e Tom ingannano insieme Luzhin nel fargli credere che il Guaritore Potter sia ora un suo alleato, mettendo ognuno a disposizione dell'altro le migliori (o peggiori, dipende sempre dai punti di vista) tattiche di manipolazioni. È stato interessante soprattutto perché evidenzia quali sono i punti di forza e di debolezza di ognuno dei due in questo genere di cose. Tom, come abbiamo visto in Dp e Aul, ha più di un tratto caratteriale simile ai villain sociopatici tanto cari alla Thule, e in un certo senso capisce intuitivamente come questi "funzionano" in un modo in cui non gli capita con le persone "normali". Però il suo essere simile caratterialmente agli antagonisti, se da un lato gli rende più facile capire i loro piani, dall'altro lato rende rischioso per lui confrontarsi con loro, quando si tratta di fingersi umile e compiacente e di mettere da parte il proprio ego in nome della propria incolumità...Tom fa schifo in tutto questo, ecco. Pregi e difetti dall'avere l'anima di Voldemort. Thomas è migliore di Al a interpretare il giovane spregiudicato assetato di conoscenza che Luzhin può trovare *relatable*, ma Al è più bravo a gestire Luzhin evitando che scatti contro di lui (loro), a fingere di essere innocuo e obbediente e non un elemento imprevedibile del piano. Tom è più bravo a ignorare la paura-ansia se si parla di pericoli ipotetici, ma è anche il primo a scattare (trasformando la paura-panico in aggressività) se si sente messo con le spalle al muro. Entrambi sono abili manipolatori ma in modo diverso, Tom recita, nel vero senso del termine, e recita anche bene, ma nel momento in cui scatta qualcosa che fa finire la recita rivela subito le sue vere emozioni; Al invece si sforza di entrare in empatia con la persona che sta manipolando, cosicché tutte le sue manipolazioni hanno un fondo di verità, e viceversa. Ognuno dei due è, insomma, fedele al proprio nome nell'universo di Harry Potter. Ma in questa generazione sono entrambi al servizio delle forze del Bene...e di se stessi, da bravi, adorabili, insopportabili stronzetti Serpeverde. (Recensione modificata il 30/12/2022 - 06:05 pm) |