Quinta classificata e vincitrice del premio Katatonia al contest "Flashiamo! - III edizione"
Grammatica: 9.8/10
I miei complimenti, nonostante si tratti di una OS c'è soltanto un errore di distrazione. Sull'uso della "d" eufonica non detraggo mai punti, ma ricordo che sarebbe sempre meglio evitare d'inserirla in casi come "ad un", dove non c'è la ripetizione della stessa vocale nella parola che segue la preposizione. Ho notato imperfezioni sulla punteggiatura, che tuttavia incidono più sul lato estetico del testo.
• "Gellert Grindelwald non avrebbe mai potuto ammetterlo a sé stesso –non ancora, almeno–, ma quel compagnia: 'quella', errore di distrazione; tra i trattini e le parole ci va sempre uno spazio, è un errore ripetuto nel testo quindi detraggo punti (- 0.10).
Un altro errore ripetuto consiste nel mettere la maiuscola dopo i puntini di sospensione (- 0.10).
Stile: 8/10
Dal punto di vista formale questo stile non ha nulla che non vada, è curato e si uniforma al contenuto della storia stessa, seguendo l'andamento di "adagio", "presto" e "moderato" in maniera molto calzante. Hai osato in tal senso in una maniera che mi è piaciuta tantissimo, perché si capisce chiaramente che i punti in cui lo stile è libero non sono dovuti a un errore, ma a una scelta mirata. Per esempio "caldo frettoloso violento vorace" senza le virgole suggerisce un'idea di urgenza, la lettura è volutamente accelerata per esprimere la concordanza tra la forma e il contenuto. Utilizzi un lessico vario che non appiattisce il testo e non abusi di ripetizioni lessicali. Il punto critico riguarda l'impostazione dei periodi, la maggior parte dei quali sono veramente troppo lunghi; spesso le frasi che li compongono girano attorno allo stesso concetto, anche più di due volte, facendo perdere il testo d'incisività e provocando una calo dell'attenzione. Quando i periodi sono così lunghi inizialmente mi suggeriscono l'idea di un testo ben approfondito a livello introspettivo che vuole farti immergere intimamente nella storia, ma a lungo andare il tutto si rivela ridondante e prolisso, sento la presa emotiva e l'interesse per la trama calare di pari passo, a volte non riesco nemmeno a cogliere il significato stesso del testo perché perdo la concentrazione. Questo è quello che mi è successo più volte mentre leggevo la tua OS. Non sono contraria a questa scelta stilistica, più che altro penso che vada bene fino a un certo punto. Il troppo stroppia e appesantisce il testo. Ci sono alcune immagini, invece, che non mi sono proprio piaciute di suo e che ho trovato grottesche: "Gli concedeva di scorrazzare liberamente sul suo corpo, lui, affamato e voglioso, di abbuffarsi di ogni portata di quel lauto banchetto" mi fa pensare più a un uomo ingordo che si abbuffa senza ritegno al cenone di Natale, non certo a un passionale rimando al rapporto fisico. "Si faceva rincorrere, talora, si lamentava dolorosamente di non poterne più, provava a sfuggirgli tra le mani, capriccioso e incostante come un vento primaverile. Gli opponeva violenza, lo scacciava senza vergogna, lo allontanava solo per farsi riprendere… E quando lui avvolgeva con forza le braccia attorno alle sue spalle, quando sentiva le sue dita penetrare con uno scatto di violenza nella propria carne, quando lo riattirava a sé con quell’impetuosità possessiva, oh, Albus!"
Ti servi di una bellissima metafora che contrappone la forza di 'capriccioso e incostante' alla morbidezza della parola 'primavera' e all'innocenza che quest'ultima rievoca, poi l'immaginazione di chi legge declina con un "sentiva le sue dita penetrare con uno scatto di violenza nella propria carne", un risultato decisamente stridente. Da un'eleganza evocativa sei passata di scatto a un'evidenza visiva piuttosto cruda che ho trovato comica, e sono sicura che questo non fosse il tuo intento. Ad ogni modo nel complesso lo stile non mi è dispiaciuto. Secondo il mio punto di vista se l'avessi limato avresti comunque ottenuto un testo ricco d'introspezione e sentimento, anzi, li avresti esaltati!
Titolo e introduzione: 4/10
Ho assegnato 2 a entrambi. Sia il titolo che l'introduzione costituiscono il biglietto da visita di una storia e in questo caso mi hanno lasciata insoddisfatta. Il titolo "Il tempo di un bacio" non mi sembra adatto di suo alla coppia Albus/Gellert, personalmente lo associo ai romanzi rosa o ai libri che trattano di storie d'amore adolescenziale in maniera superficiale. Purtroppo il giudizio è "contaminato" da questa associazione immediata che non riesco a eliminare, capirai quindi perché secondo me stona con la coppia protagonista. La OS è lunga e ricca di particolari, approfondisce intimamente il rapporto tra Albus e Gellert, perciò credo che avresti potuto tranquillamente optare per un'altra scelta; il messaggio implicito che si porta dietro questo titolo può essere colto soltanto arrivando a fine lettura (bellissimi i riferimenti ai tempi "adagio, presto" e "moderato"!), ma a primo impatto fa pensare soltanto a qualcosa di dolce e romantico, mentre invece la trama è molto più tormentata e meno scontata di quanto si possa pensare. L'introduzione mi ha annoiata, dice solo che Gellert ha reso Albus partecipe dei suoi progetti e che stare in compagnia di lui non gli dispiace: è una cosa che già sappiamo, in più è rappresentata in maniera molto generica. Non mi ha incuriosito, mi è parsa fredda, complici le scelte stilistiche "si era preso la briga di renderlo partecipe dei suoi maestosi piani di gloria" e "qualsivoglia ricompensa" che rendono il testo meno incisivo e meno spontaneo. Credo avresti fatto meglio a estrapolare un'altra parte del testo, mi ha stupito questa scelta così arida, visto che nella tua OS è proprio il sentimento a prevalere!
IC e caratterizzazione personaggi: 9/15
Di Gellert valuto la caratterizzazione, di Albus l'IC. Quest'ultimo non mi ha convinta, è troppo remissivo, sembra che abbia addirittura paura di parlare con Gellert. Capisco che i Doni dell Morte costituiscano un argomento spinoso, ma in questa storia Albus non fa altro che ripetere gli stessi monosillabi, se si esclude il finale. Dal momento che nell'intimità lo descrivi così impetuoso, passionale e attento, il fatto che in altri contesti risulti bloccato da un lato penalizza anche la coppia: fa pensare a quelle relazioni in cui funziona solo il rapporto sessuale e manca il dialogo, con Albus in veste di ragazzina insistente e Gellert nel ruolo dell'amante che si scoccia a sopportarne le solite domande. Entrambi i personaggi hanno grande intelligenza e carisma, immagino che "la guerra e il dissenso" che attribuisci loro in amore fossero presenti anche nelle conversazioni. Non posso certo giudicare oggettivamente il loro modo di vivere nell'intimità, quindi su questo non ho nulla da ridire. Per quanto riguarda la caratterizzazione di Gellert sono rimasta più soddisfatta. Solitamente lo immagino dotato di una personalità capace di brillare anche quando è svilita dal dolore, ma non mi dispiace nemmeno questa versione più "opaca", completamente stanca e piegata da un amore destabilizzante. Si è rivelato molto coerente al se stesso che hai delineato in questa OS, Gellert vede nell'amore intenso un pericolo, desidera avere Albus al proprio fianco nella ricerca dei Doni e del Bene Superiore, infine si rassegna all'idea che tra di loro non ci sarà mai un punto d'incontro. Lo descrivi come una persona non votata alla calma e alla pace, caratteristica che è sicuramente propria di un idealista rivoluzionario, e questa assenza di pace la percepiamo anche nella sua continua lotta interiore con "la bestia" chiamata amore. In linea generale Gellert mi è sembrato ben costruito, ma purtroppo Albus non mi ha convinta, di lui non ho visto né l'orgoglio che dici appartenere a entrambi né la capacità di farsi valere.
Sviluppo della coppia: 13.5/15
Suppongo che l'invito di Albus a Gellert non vada interpretato alla lettera, ma che faccia riferimento al loro duello finale. A togliermi il dubbio è la descrizione che offri di Gellert nel finale, un uomo stanco che ha deciso di lasciarsi divorare dalla bestia - dall'amore per Albus - e che quindi si consegna volontariamente a lui e decide di perdere il duello. Mi piace da morire l'idea che il loro ultimo incontro-scontro sia stato deciso da entrambi. I dialoghi finali, frutto di un flashback in cui Albus mostra come da giovane avesse in realtà abbracciato l'ideale dei Padroni della Morte sono veramente pazzeschi! Da un lato vedo Gellert che ha sempre desiderato avere l'amante al suo fianco e che lo credeva contrario all'idea, mentre invece l'amante avrebbe voluto farlo e non è semplicemente riuscito a dirglielo; dall'altro vedo l'Albus adolescente che non essendo riuscito a parlare del tutto con Gellert si è salvato da un destino dannato. Vedo una coppia distrutta e una vita salvata, vedo l'infelicità di Gellert nella salvezza di Albus, vedo una verità disperata che viene svelata soltanto l'attimo prima che Gellert muoia: è un contrasto continuo e irrisolvibile, qualcosa di una tristezza sconvolgente che mi ha fatto sentire una morsa nel petto. Tra l'altro questa visione di Albus da giovane potrebbe essere verosimile, spiegherebbe ulteriormente il biasimo, il pentimento e il senso di colpa che ha provato per se stesso da adulto.
Ti avrei dato il massimo, se non fosse che in alcuni punti che ti ho segnalato nello stile e nell'IC il mio coinvolgimento emotivo è evaporato.
Bellissima la metafora sull'amore rappresentato come un mostro che continua a reincarnarsi, mi ha fatto pensare all'Idra e all'Uroboro, ma anche alla Fenice perché "rinasce dalle sue ceneri", inoltre l'idea che "si nutra del suo predecessore senza vergogna" le dona un velato tocco macabro che riflette il conflitto interiore di Gellert con forza. Per Gellert l'amore è, per citarti, una "malattia misteriosa" che lo allontana dai suoi progetti; questa è una rappresentazione molto evocativa, che in virtù della sua intensità espressiva riesce a comunciare i profondi sentimenti di Gellert per Albus, eliminando dalla mente l'idea che sia soltanto un'infatuazione a spingerlo verso il compagno. Ho amato la finale del "presto" che lascia impresso nella mente "finché non esplose la tragedia". "Presto" è sicuramente la parte della storia che ho trovato più emotiva di tutte, è irruenta sia quando esprime l'amore che la fine della coppia. Mi è piaciuta molto anche l'idea di presentare un rapporto sentimentale basato sulla guerra e il dissenso, con Albus e Gellert mi sembra una scelta più che appropriata, specie se ripenso al Bene Superiore. Curioso, inoltre, che questo concetto venga espresso proprio nell'ultima parte della storia, quella intitolata "Moderato". Presentando prima "adagio", poi "presto" e infine "moderato" nell'ultima parte ci si aspetta di vedere la coppia raggiungere un equilibrio, ma questo equilibrio per assurdo viene raggiunto con la fine della loro storia. Seppur struggente è una visione della Grindeldore che condivido e che mi piace parecchio, così come mi è piaciuta la metafora dei due meteoriti che si sono distrutti a vicenda!
Totale: 44.3/60 (Recensione modificata il 25/12/2017 - 06:25 pm) |