Recensioni per
Leggiadre note di un canto selvaggio
di Nirvana_04

Questa storia ha ottenuto 25 recensioni.
Positive : 25
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Veterano
18/07/18, ore 01:48
Cap. 1:

Finalmente ci sono, anche se in indicibile ritardo, chiedo umilmente scusa T^T
Comunque, io. Ho avuto. I brividi.
Non sto scherzando, ho adorato il modo in cui hai descritto Adelaya e i suoi sentimenti, mi piace davvero, davvero tanto come hai pianificato il mondo dove vivono i giovani amanti e come hai decisamente descritto la noia che provano gli Dei nella loro immortale imperfezione, non ho nessun punto di farti notare da correggere perché, beh, non ce n’è bisogno, si vede quanto interesse hai messo nella storia che hai curato nei minimi dettaglio
Con questo chiudo

Saluti
HeartOfYoukai45

Recensore Master
21/05/18, ore 14:34
Cap. 1:

Ciao Ciccia!
Eccomi qui, ad iniziare questa avventura!
Inizio col botto, non c'è che dire... e tu che mi avverti con "lo stile non è un gran che", ma stai scherzando?

Praticamente leggendo le prime righe, in questa meravigliosa descrizione di questo essere quasi perfetto che nasce dai rami, te ne innamori e basta.
Non esiste altro sentimento, specie perché ogni dettaglio è come una pennellata in più ad un quadro che è già bello di suo.

Questa pelle, questi occhi allungati, orecchie leggermente a punta... penso che davvero potrei rimanere ammaliata dall'immagine che si è formata nella mia testa!
Poi, tra i dettagli come il tatuaggio e le foglie, inserisci piccoli frammenti di storia, come l'orecchino conservatore di un'origine a quanto pare umana e scopriamo i suoi capelli scuri da una minuscola ma significativa descrizione, ed è una cosa che personalmente adoro del tuo stile. Questo buttare lì dettagli importanti per l'immaginazione, legati a altri dettagli importanti.
Mi colpisce sempre molto.

Ogni riga non è scontata, c'è sempre qualcosa di nuovo che affascina e inserisci la musica, il canto, con questo orecchino che quasi suona una melodia che la creatura canta, come se fosse l'unica cosa da fare in una circostanza simile. Come se fosse una specie di nettare di vita.

E, andando avanti, scopriamo che lei è l'unica compagnia di se stessa. parlando solo di lei, sin dall'inizio, si percepisce questo senso di solitudine che tu ci palesi subito dopo e scopriamo che dove vive non esiste altra vita che la sua, ed è molto bella la figura di lei, che prova un senso di "freddo" dentro proprio per via della sua solitudine.

Ci dici che questo è quasi un sentimento che non può reggere, che quasi desidera morire di nuovo e questo afferma infine che lei è già stata viva, ed è già morta una volta ma che conoscendo la morte sembra non temerla comunque, sebbene la sua missione sia quella di aspettare Arket e unirsi di nuovo.

Passiamo poi ad Arket e scopriamo quanto sia etero questo amore; Arket e Adelaya sono anime gemelle e sembrano quasi destinate ad esserlo, da quel che leggo. Non è solo un modo di dire, è un dato di fatto.

E, oltretutto, veniamo a sapere che i due dovevano unirsi in matrimonio.
C'è questa descrizione di ogni cosa, addirittura del cibo, dei fiori, delle ghirlande che dà proprio l'idea di un giorno di festa, cambia il tono, cambia il colore della lettura, cambia il ritmo. E' tutto quasi rovesciato ed è riuscito questo tuo intento di "umanizzare" la cosa, di renderla più vicina a ciò che potrebbe essere per noi.
C'è questo accenno al divertimento, alle gare di scalata, che quasi mi ricordano le sagre di paese, dove ci sono queste attività particolari, uniche nel loro genere, dove c'è l'obiettivo di dare sempre il massimo per spiccare tra gli altri ma anche per sfidare i propri amici ed è, come dicevo anche prima, qualcosa di fattibile umanamente.

Scopriamo anche che Adelaya ama cantare, e suona l'arpa. Questo fa tornare per un attimo l'atmosfera da un'altra parte, e ci fa di nuovo innamorare di lei e della sua dolcezza.
Ovvio che Arket abbia un sorriso ebete, ce l'ho anche io XDDD
peccato che, al suo ritorno, la sua amata non sia lì ad attenderlo intonando un canto dolce e rassicurante e questo ovviamente rende Arket ansioso e preoccupato.

Di nuovo i toni cambiano. Il tono frenetico di quelle scalate cede il passo al tempo che quasi si ferma, che rallenta il suo corso, tutto diventa più irrelale, sale la paura. Ed è come sempre un passaggio non repentino, ma preparato, che ci pesa sul cuore ma non è brusco. Adoro questa tua capacità di cambiare da un'emozione all'altra senza confondere. Non è da tutti.
Adelaya ha la febbre ma non è una febbre normale, sono gli Dei a quanto pare ad averla mandata... ed è terribile.

Arket non riesce a crederci, tanto che se la prende con gli Dei ed effettivamente è un comportamento fin troppo naturale, quasi penso lo avrei fatto anche io e lui vorrebbe davvero sfidarli pur di salvare la sua amata, ma è lei a fermarlo, a convincerlo che non serve mettersi contro di loro e rischiare la vita, ed è così repentina la sua morte che mi ha lasciato un senso di amaro e dolce addosso. Non credevo potesse davvero morire dopo aver detto quella frase. Questo significa che era davvero arrivato il suo momento ma che ha aspettato l'arrivo di Arket, per rivederlo un'ultima volta. ed è così dolce, lei, anche mentre sta morendo... è una morte quasi poetica, lasciatelo dire.

poi capiamo perché Arket è rimasto a metà, come dici all'inizi del suo paragrafo. Scopriamo come sia possibile che Adelaya sia viva, di nuovo, nata da un ramo, persino i suoi tatuaggio.

Non credevo che la sua nascita fosse avvenuta per opera di Arket, è stato un bel colpo di scena, narrato con estrema cura nel dettaglio e con pezzi del puzzle che si assemblano e creano equilibrio. Ora è chiaro, ma si aggiungono altri dubbi: cosa ne sarà di Arket?

Mi hai voluta tentare e ci sei riuscita, mi sono immersa in questa lettura e non sono rimasta delusa, anzi. Mi sono affezionata già ai personaggi, li vorrei di nuovo insieme e felici! Quindi, tentami ancora, donna!
Sarò li a farmi tentare.
Miry

Recensore Master
12/05/18, ore 12:39
Cap. 1:

L'ho praticamente divorato, parola dopo parola e frase dopo frase. La sensazione di tristezza trasmessa da Adelaya è tangibile con mano, inizalmente durante la bellissima descrizione che ne fai, mi sono chiesta se questa formidabile creatura fosse la figlia di una qualche divintà, o una ninfa della foresta. Invece Adelaya prima era umana, e questa seconda vita le è stata donata dal suo amato Arket. Non so come hai fatto a creare un simile capolavoro, ma di questo racconto, oltretutto così ben eseguito, mi è piaciuto tutto. Non so se ti sei ispirata a qualche popolazione reale o sia tutta farina del suo sacco, ad ogni modo bravissima.
(Recensione modificata il 12/05/2018 - 12:43 pm)

Recensore Master
29/04/18, ore 12:22
Cap. 1:

Ciao Nirvana ^.^
come va? 
Approdo qui dopo un tempo infinito di indecisione, è da tantissimo che avevo adocchiato questa tua storia, e finalmente mi sono decisa a leggerla XD ho visto che fa parte della serie "racconti del veto" e spero di riuscire a capirla anche se non ho letto gli altri ^.^" è un problema?
Ma veniamo a noi :-) Già dal titolo mi piace tantissimo, è molto musicale e mi ricorda antiche leggende. 
Ho trovato curiosa la "differenza di narratore" tra la parte in rosso e quella pui in nero, la prima mi è parsa più una voce esterna, qualcuno che racconta e che sa già tutti i fatti, mentre la seconda più interna e vicina hai fatti che accadono pian piano.

L'ambientazione che hai scelto per questo racconto poi la trovo molto originale, particolare e mi sta incuriosendo un sacco! Da quello che ho capito ci troviamo in un mondo antico, fatto di caccia di tribù ma anche di grandi città... Le tue descrizioni sono sempre impeccabili, specialmente nella parte iniziale quando Adelaya si sveglia senza sapere ne dove si trova ne chi sia... sei stata veramente molto brava, si vede che ci hai lavorato molo, la narrazione è fluida e ti trascina in questo mondo quasi evanescente di foreste e piume, di nebbia e terra... mi piace tantissimo *-* sei veramente molto brava! tutte le sensazioni sono molto palpabili e realistiche! veramente, hai usato un lessico ampio e ricco, che mi piace moltissimo.
Poi fai un salto indietro, giustamente per spiegarci cosa è successo, e ammetto che ad una prima lettura mi sono un po' persa quando hai spiegato la cosa delle divinità, delle città e di come sia diviso questo mondo... ma sono io che mi distraggo, tranquilla ^.^
Arket già mi sta simpatico, è innamorato e farebbe tutto per la sua amata, da questo poco che ho letto mi pare un buono a cui è toccata una cattiva e ingiusta sorte, ma non credo sia uno che si arrenda e ce lo vedo a sfidare tutto e tutti pur di tornare insieme a Adelaya.
I nomi dei personaggi sono particolari, e anche questa società che hai abbozzato è molto interessante. Penso sempre che per scrivere storie come questa sembra essere ci deve essere dietro un gran lavoro e questa è una cosa che si puù solo apprezzare :-)
Pian piano recupererò i capitoli che mi mancano! ( ho visto che l'ultimo aggiornamento è ormai più di un mese fa.... va tutto bene? ho notato anche che ultimamente ti sei dedicata di più alle fanfictione che alle originali :-) ma spero che cmq porterai a termine questa storia perchè lo merita XD )

bene, questa era la mia piccola recensione, penso di aver finito con le farneticazioni XD
a presto cara :-*

Earth

Recensore Master
19/04/18, ore 08:07
Cap. 1:

Be', be', be', con un introduzione del genere, è difficile non restare intrigati.
Non sono fan né del Comic Sans né dell'impiego di colori diversi all'interno della pubblicazione, ma questi sono elementi estetici e non ci metto becco.
Un'altra cosa di cui non sono fan sono le super descrizioni in cui ogni elemento del personaggio viene dato al lettore in blocco ed è un po' così che questo capitolo comincia, anche se l'elencazione viene inframezzata da alcune espressioni di forma molto poetica che certo fanno la loro figura. Frasi come “Non provava freddo né dolore, Adelaya, ma tremava e soffriva” non passano inosservate.
Ad ogni modo, l'ambiente e la situazione in cui Adelaya ci viene presentata sono incredibilmente suggestivi, vaghi in principio, ma che lentamente vanno a delinearsi fino a mostrarci -ben poco, giustamente, ma- quanto basta a orientarsi... e capiamo che lei si trova in un limbo.
Poi l'atmosfera cambia, si fa un passo indietro, entriamo in un mondo più tangibile e persino la forma narrativa sembra adattarvisi, mantenendo la propria eleganza, ma facendosi più limpida e schietta, con cadenze vagamente epiche, quando si parla di creazione e di dèi.
In conclusione, il mio giudizio nei riguardi di questo primo capitolo non può che essere positivo.
Vedo che la pubblicazione non è molto assidua, ma sembra seguire un ritmo più o meno mensile. Adattandomi alle possibilità concessemi dal tempo che ho, mi rimetterò in pari e spero che tu prosegua nella pubblicazione, senza abbandonarla a sé stessa perché, per quanto ho visto finora, lo merita.
Alla prossima!

Recensore Master
07/04/18, ore 22:51
Cap. 1:

Ciao, eccomi qui per la recensione dal gruppo di Efp.
Ho deciso di optare per questa fic perché ho sempre amato il fantasy, e voglio vedere come se la cavano gli scrittori qui con le loro originali.
Già dalla presentazione ho riconosciuto uno stile costruito appositamente per questo tipo di racconti, molto dettagliato e intento a far comprendere appieno ciò che vuoi descrivere.
"Non provava freddo né dolore, Adelaya, ma tremava e soffriva." Quando ho letto questa frase, mi sono innamorata... è stupenda!
Gli dei descritti alla tua maniera sono assolutamente perfetti per distinguersi tra le future vicende: mi ricordano le deità greche.
Tutto quello che è successo nella seconda parte della fic, mi ha lasciata quasi senza parole: la descrizione del momento condiviso tra i protagonisti ed il saggio, la morte di lei, l'intervento di un dio forse più benevolo (o meno capriccioso degli altri), ha creato un mix di sensazioni che mi hanno portata a mangiarmi, se mi passi il termine, tutto il capitolo in un attimo.
Posso essere sincera? Se fosse un libro, lo comprerei. E' la prima volta che ammetto una cosa del genere.
Ai prossimi capitoli allora, e davvero: complimenti.

Recensore Veterano
16/01/18, ore 11:35
Cap. 1:

Ogni tua storia è sempre uno scrigno che si schiude su un mondo nuovo e magnifico, nonostante si tratti più o meno dello stesso contesto.
Con questa storia si apre un nuovo, ulteriore sguardo sul mondo che hai creato, questa volta concentrandosi sui Felichi.
La scelta mi ha spiazzata, lasciandomi piacevolmente sorpresa: hai deciso di mostrare l'altra parte, la controparte (esagerando, il lato oscuro delle luna...o della Forza. Sto delirando, scusami) che fino a ora è stata limitata nel suo ruolo di "nemico". Apri le porte di un nuovo mondo meraviglioso, in cui dai nuovamente prova di quanto sia sconfinata la tua immaginazione. Sorprendentemente, per quanto siano state inserite novità circa il modo di vivere, la religione, la società e l'economia, è un popolo simile a quello umano, soprattutto per quanto riguarda la religione (argomento a te sempre molto caro e che in questo racconto, in particolare, raggiunge la sua massima espressione) : il rapporto con gli dei è controverso, sebbene la visione che ne hanno sia piuttosto cinica e pessimista, e non so perché mi ha ricordato quella degli Antichi Greci, seppur in chiave più esacerbata e inasprita. È una visione molto cruda e disarmante, che lascia annichiliti per la sua crudeltà, in un certo senso.
Mi sorprende come, nonostante siano consapevoli che per gli dei hanno solo un ruolo di trastullo e distrazione, si ostinino ad adorarli: come fai a pregare qualcuno che ti ha creato solo per essere il suo giocattolo? Come puoi pretendere di chiedere la clemenza a un essere egoista ed egocentrico? Come riesci a sopportare di dipendere dal loro capriccio?
Queste domande ne implicano altre, che riprendono i grandi quesiti dell'uomo: esiste la libertà individuale o siamo in totale balia dei capricci di entità esterne, volubili e annoiate?
Il sentimento religioso dei Felichi è interessante e complicato, controverso, e affascinante proprio perché rispecchia, almeno in parte, quello che prova anche l'uomo e riprende le questioni che da sempre lo tormentano.
In questo contesto, giusto per rendere il tutto ancora più angosciante e cupo, scegli di inserire una storia d'amore, che viene stroncata fin dal suo principio (è un avvertimento per il lettore?): l'amata muore il giorno delle sue nozze, proprio davanti al suo promesso. I tuoi livelli di crudeltà hanno raggiunto picchi parecchio alti, scegliendo di devastare fin da subito il lettore e distruggere ogni briciola di felicità. Oltretutto, la situazione si complica ancora di più per la prova che pare che gli dei abbiano sottoposto si due innamorati. Mi domando in cosa consista; ho le mie opinioni a proposito e non vedo l'ora di scoprire se sono fondate e corrette.

Come sempre, una citazione a parte corredata dai miei più sentiti complimenti, è dovuto al tuo stile che, ancora una volta, si dimostra essere incantevole, fiabesco e evocativo. Soprattutto nella prima parte ha contribuito a creare un'atmosfera onirica e fiabesca che mi ha ricordato in parte la sfumatura immaginifica del "racconto dei racconti" e in parte il Sirmarillion, con lo stesso stile allusivo, prezioso e ricercato, e la narrazione di quella che, a prima vista, credevo fosse una genealogia o un mito di creazione.
La Felica sembra muoversi in un regno di sogno, sebbene sia arso, morto e vuoto e mi chiedo se non sia una sorta di limbo in cui è stata mandata per cercare l'altra metà della sua anima (questi ricorda molto Platone) rappresentata da Arket.

È una storia che promette bene, accattivante e con la giusta dose di angst, un amore impossibile (che con te non può mai mancare) e quelle lingue di pessimismo e cupezza che intessono ogni tuo lavoro.
Il mondo dell'occulto, dei segreti e delle allusioni (che ti piace tanto) dà l'impressione di fondersi con la cruda realtà crudele, la concretezza e la chiarezza (che è quella che preferisco io).

Non vedo l'ora di vedere come si svilupperà, hai acceso la mia curiosità...
Come sempre
Ayr


Recensione abbinata all'iniziativa "10.000 RECENSIONI IN UN ANNO!" proposta dal gruppo Facebook "Il giardino di EFP"
(Recensione modificata il 26/01/2018 - 11:31 pm)

Recensore Veterano
15/01/18, ore 23:07
Cap. 1:

Mio Dio. Sono qui per lo scambio di recensioni.
E sono folgorata. Avevo intuito dalla tua recensione alla mia storia che sapessi scrivere piuttosto bene, ma qui non si tratta evidentemente solo di questo: c'è proprio una specie di magia nel tuo modo di scrivere. Il tono di questo inizio di racconto è quello tipico delle storie fantasy: epico, piuttosto solenne, molto elegante. E mi stupisce che nonostante sia così, non perda la naturalità delle cose di cui parli. Cioè, non sono solo parole vuote, ma c'è sostanza e ci sono emozioni vere. E c'è tanto angst, il che non gusta mai - ora e sempre viva l'angst.
All'inizio ero un po' scettica, più che altro perché non stavo molto capendo cosa accadeva. Andando avanti tutti ha preso colore e mi sono davvero fatta trasportare dalla lettura. Solo in due punti mi sono un attimo bloccata: nella prima parte, leggendo della rinata Adelaya, secondo me abusi un po' troppo del pronome "ella": nel senso, capisco che è in linea col tono generale, ma verso la fine del pezzo ho cominciato a sentirne nausea. Te lo dico proprio a livello di impressioni, senza la pretesa di poter insegnare qualcosa a qualcuno che scrive come fai tu. In secondo luogo, in un punto in cui ho avuto invece l'impressione inversa: quando parli del "sorriso da ebete" di Arket. Lì ho avvertito ugualmente uno strappo rispetto al suddetto tono; ha avuto però l'effetto positivo di farmi tornare alla mente che si parla di storie di gente in carne e ossa, di sentimenti naturali e fatti di umanità. La prima impressione però è stata di stacco.
Gli dei, poi, sono proprio quello che sono nelle religioni politeiste, ed è una cosa che mi ha sempre affascinata: il dialogo tra Arket e lo Shalak mi ha fatto venire i brividi, perché viene denudato completamente il ruolo "meschino" di creature immortali nei confronti dei propri sottomessi. Mi ha fatto venire anche rabbia, a un certo punto. Un moto di ingiustizia, una volontà di sfida, che sarà stata sicuramente quella che ha imperversato poi in Arket. Farmi empatizzare così con i personaggi è una dote che possiedi abbondantemente.
E insomma, mi piacerebbe davvero continuare a leggere questa storia, per cui credo la metterò tra le seguite! Mi ha fatto molto piacere fare questo scambio con te, grazie mille!
Alla prossima!
Alex

Recensore Master
14/01/18, ore 17:24
Cap. 1:

Felice di vederti cimentare in una nuova long, ovviamente scritta con gli stessi amore e cura che contraddistinguono tutte le stue storie.
Come giustamente dice l'altro recensore, il tuo stile è impareggiabile, semplicemente perfetto per questo genere letterario: sai creare atmosfere oniriche, rarefatte, di un mondo incantato, con una raffinatezza tutta tua.
Parliamo di amore tra due giovani della tribù, che chiedono solo di onorare gli Dèi e di sposarsi, per iniziare una vita a due.
Parliamo, però, anche di ivinità capricciose e crudeli, capaci di mettere alla prova lo sventurato villaggio con una malattia. 
Il fatalismo, l'allargare le braccia in segno i resa, sarà l'unica strada?
Forse no: Arket ha deciso che non ci sta, e trasfonde la sua energia vitale nella sua amata, moribonda, che rinasce a nuova vita, a scapito della propria.
Una nuova occasione per Adelaya, quindi, anche se a carissimo prezzo...
Magnifica.

Nuovo recensore
11/01/18, ore 15:33
Cap. 1:

Ciao!

Eccomi qui per lo scambio a catena del Giardino.
Premessa doverosa: non mi sono mai cimentata in letture di questo tipo (e me ne pento amaramente, dopo ciò di cui si sono beati i miei occhi), ma in quest'ultimo periodo ho iniziato ad uscire un po' dal mio guscio e provare qualcosa di nuovo.
Motivo per il quale, non appena ho visto il tuo profilo, mi sono subito prenotata.

Inizio subito col scriverti che, nonostante questo sia solo il primo capitolo, non ho potuto fare a meno di amarlo.
Hai uno stile di scrittura estremamente... ti giuro, non riesco nemmeno a trovare le parole giuste per descriverlo.
Mi hai coinvolta dalla prima fino all'ultima parola: i miei occhi erano totalmente rapiti da ciò che leggevano e divoravano ogni singola parola, tanto che sono arrivata alla fine senza neanche rendermene conto.
Il tono aulico che hai donato al testo è stato a dir poco sublime: ogni parola era giusta, non è stato per nulla altalenante ma anzi, mi ha fatto anche capire l'impegno che si nasconde dietro tutto ciò.

La prima parte del capitolo è una profezia (correggimi se sbaglio, io l'ho interpretata in questo modo) che narra non solo di quello che avverrà ma del perché ciò deve avvenire.
Per diletto. Perché gli dèi hanno talmente tanto tempo libero da non sapere quasi cosa farsene o come passarlo, motivo per il quale si divertono, dalla loro postazione immortale e inarrivabile, a muovere le loro pedine a caso (o forse no) per "smuovere" lo stallo e divertirsi.
E le pedine non potevano essere altro se non gli esseri umani.

"Gli Dei sono giocatori che si annoiano facilmente dall’alto della loro immortalità. Così hanno creato pedine mortali, fallaci e imperfette, che gareggiano per loro in un campo di battaglia chiamato Vita." ---> dire che questo pezzo l'ho amato è estremamente riduttivo. É un'introduzione bellissima, che descrive perfettamente il modo di agire degli dèi.

Passiamo poi ai due protagonisti di questa storia, ovvero Adelaya e Arket.
Che dire... sono due personaggi meravigliosi.
Quando ho letto il risveglio e la descrizione fisica di Adelaya ero un misto di meraviglia e stupore: ho immaginato tutto nella mia mente, ogni singolo particolare (che tu ci hai meticolosamente fornito) e non ho potuto fare a meno di pensare che fosse una creatura di una bellezza quasi irreale e che questa bellezza si rispecchia anche nel suo animo, nel suo carattere e nei suoi modi di fare.
La purezza, ecco.
Ho apprezzato anche la descrizione del luogo che la ospita dal suo risveglio in poi: un posto calmo, ma che nasconde, nella sua tranquillità, una solitudine senza pari, dove la voce della ragazza riecheggia perdendosi poi nel nulla, dove la nebbia regna quasi sovrana e le foglie secche degli alberi ne fanno da giaciglio.
Meraviglioso e al tempo stesso spaventoso: la solitudine è una sensazione tremenda e così come la bellezza di Adelaya riflette il suo carattere, quel luogo spoglio e a tratti immenso rispecchia la solitudine che prova.
Parlando di Arket, non ho potuto fare a meno di paragonarlo ad un valoroso guerriero fin dalle prime righe a lui dedicate.
É un uomo forte, capace di fare tante cose, ma allo stesso tempo è sensibile, quasi fragile, soprattutto si si tratta della sua amata.
Inoltre, è anche coraggioso, tanto che non esita un istante a lanciare la sua sfida agli dei, pur di salvarla.

Posso dirti, in tutta sincerità, che questo è solo il primo capitolo e già amo i personaggi e le vicende narrate (per quanto strazianti possano essere), motivo per il quale ho aggiunto la storia alle seguite e non vedo l'ora di leggere il seguito.
Vorrei farti nuovamente tanti complimenti per questa piacevole lettura, hai davvero un talento eccezionale!
Alla prossima,

Jill ~ (la quale, dopo aver finito anche di recensire, torna strisciando e un po' depressa a studiare per l'esame di Letteratura Inglese).