È stato bello leggere in così pochi caratteri dei pensieri che mi sono arrivati in modo tanto diretto. Tante volte avrei voluto io stesso scrivere qualcosa su un tema così delicato, ma mi sono sempre fermato di fronte alla barriera del "Come romanzare il racconto, come proporre metaforicamente questa sensazione stringente?".
Sono contento di vedere e ho molto apprezzato come tu abbia con grande eleganza e semplicità risolto il dilemma: semplicemente parlarne, così come hai fatto tu, gettando sulla carta o sulla tastiera le sensazioni grezze che ci stringono.
Non so se tutti riusciranno a capire fino in fondo quanto fedelmente e con quale chiarezza tu sia riuscita a definire lo stato d'animo con cui chi soffre di Ansia si ritrova a lottare giorno dopo giorno; specialmente nel punto più vero, dove cerchi di ricordarti che l'unica cosa da tentare è calmare un corpo e una mente che si sono allarmati senza alcun motivo, senza alcuno stimolo apparente.
Molti potrebbero convincersi che questo passaggio sia un po' inventato: come si fa a essere agitati senza sapere per cosa?
E invece questo è proprio il succo dell'Ansia, che non ha bisogno di alcuna ragione per assalirci, anzi, che sa trovare o generare lei stessa i motivi per aggredirci.
Ma, in effetti, non è necessario nemmeno che capiscano tutti.
L'importante è che tu l'abbia scritto, che gli abbia dato forma nel mondo esterno, fuori dal ring che è la nostra mente dove l'Ansia è più forte.
Anche se, comunque, rimane un avversario temibile, perchè, come hai perfettamente concluso, anche quando crediamo di essere riusciti a individuare un modo per affrontarla, subito essa pervade già anche quel pensiero, facendoci immediatamente dubitare di nuovo e aprendo un nuovo fronte nella nostra battaglia.
Un applauso per aver deciso questo argomento e un secondo per aver saputo esprimerlo in una forma così essenziale. |