2° POSTO: Clouded skies di SaprkingJester (86/100)
-Grammatica:
Ortografia e lessico 9/10
Non ho riscontrato errori ortografici, refusi o sviste.
Il lessico è molto ricercato, accurato e raffinato, hai cercato delle soluzioni che non fossero banali, vocaboli più particolari e inusuali, denotando una grande ricchezza e proprietà di linguaggio.
Sintassi 8/10
Proposizioni molto lunghe, complesse, ricche e pregne. Forse troppo.
Hai una prosa molto barocheggiante, in cui ogni sostantivo ha il proprio aggettivo, in cui ogni minimo dettaglio ha una connotazione, una qualità, appesantendo, però, tutto l’impianto e rendendo le frasi ancora più lunghe e faticose. Una sovrabbondanza in tal senso, spesso, porta alla ridondanza, alla ripetizione di uno stile molto ricco che alla lunga stanca. Come se su una torta a strati già estremamente decorata aggiungessi figure di pasta di zucchero piene di particolari, che la arricchiscono maggiormente, ma la rendono anche più pesante e distolgono l’attenzione dalla sostanza. Il mio consiglio è di snellire le frasi, renderle più asciutte e limitarti nell’uso di aggettivi e avverbi, lascia che sia il lettore a intuire certe sfumature, non descrivere ogni minimo dettaglio, non cesellare ogni minima proposizione, ma punta su qualcosa di semplice a cui aggiungere qualche decorazione.
Stile: 8/10
Hai uno stile molto ricco, decorativo, che ama dettagliare e cesellare ogni particolare. Non è ancora esagerato e barocco, ma la tendenza è questa, dal momento che prediligi frasi lunghe, complesse, con aggettivi e avverbi diffusi, che precisano un aspetto dell’azione, di un personaggio o di un tono di voce, ma spesso sono inutili e rischiano di appesantire il tutto.
Nonostante questo, è uno stile piacevole, che si lascia leggere; a volte, incappi in qualche rallentamento o difficoltà, ma riesce a rimanere piuttosto scorrevole e non ho faticato a leggerlo. Non è farraginoso, è solo troppo ricco, ingioiellato e imbellettato: queste aggiunte non dispiacciono, ma rischiano di diventare esagerate; l’eleganza è fatta di semplicità e togliendo qualche orpello, potrebbe risultarne uno stile davvero gradevole, il cui punto di forza è un lessico ampio, ricco, ricercato e ardito, che mi ha davvero conquistata.
-Trama:
Originalità:9/10
La storia di una maledizione e di una guerra, di per sé, non sono nulla di originale, ma tu hai aggiunto così tanti elementi innovativi e particolari, che la canonicità di base ha assunto aspetti e sviluppi interessanti, che mi hanno colpita: il misterioso Caldo Condottiero, gli animali parlanti (che mi hanno sconvolta e inquietata), quella città così particolare (che mi ha ricordato quelle che leggevo nei miei libri da bambina e mi ha riportato all’infanzia), i personaggi strani e folli che la popolano, il mago-ragazzo-capra (non saprei esattamente come definirlo) e i suoi incantesimi! Sono state trovate una più portentosa dell’altra, molto creative, che mi hanno davvero sorpresa e affascinata.
All’inizio ho letto la storia con scetticismo, devo ammetterlo, era tutto abbastanza confuso e assurdo, sembrava il frutto di un qualche sogno o della penna di Lewis Carroll, o di un film di un Tim Burton particolarmente ubriaco; ma a mano a mano ho proseguito nella lettura, si capisce come ogni cosa abbia un suo senso e sia collegata all’altra, sia frutto di una terribile maledizione o di maldestri tentativi per arginarla. A quel punto ho spalancato la bocca e sono rimasta sorpresa del modo con cui hai deciso di svilupparla, lasciando alta la curiosità del lettore e svelandola solo alla fine, e tirando tutti i nodi mostrando il disegno completo che hai creato.
Coerenza: 9/10
Per coerenza intendo tanto la connessione tra i vari eventi, il fatto che comportamenti, azioni e situazioni siano collegate con il personaggio, con il contesto e con le altre azioni e sia tutto continuo e sensato. All’inizio credevo che le tue trovate fossero solo idee creative gettate nel testo per sorprendere, ma senza un vero e proprio scopo, solo alla fine si comprende come tutto sia intimamente legato e ho apprezzato il fatto che tu abbia deciso di svelare il mistero solo alla fine.
Per coerenze intendo anche l’inerenza con il contest e le mie richieste; chiedevo una storia che fosse angosciosa, cupa e trattasse argomenti che spesso non vengono presi in considerazione (me che meno in un racconto fantasy), mostrando i tratti più oscuri del genere.
Hai inscenato la violenza, la follia, un rito di evocazione di un essere mostruoso e malvagio, e la scena con gli animaletti parlanti è stata piuttosto inquietante, ma nel complesso non è un’atmosfera troppo tetra e buia. Mi ha dato l’impressione di essere più una fiaba (e alcuni tratti favolosi e favolistici sono presenti) nera, ma che mantiene, comunque, una certa infantilità e luminosità. Non è una critica, in quanto, alla fine sei riuscito a capire cosa volessi e a proporlo, ma non è un racconto interamente cupo e grottesco, che rievochi atmosfere troppo angosciose (anche il fatto che ci sia un lieto fine, rende il tutto più positivo e meno opprimente).
Scorrevolezza: 9/10
L’inserimento nel mezzo della narrazione della leggenda ne spezza il ritmo. Ho avuto un momento di confusione e turbamento, non riuscendo a raccapezzarmi e a capire perché tutto a un tratto i personaggi fossero cambiati; forse cercherei di amalgamarla meglio all’impianto principale che, nonostante le frasi molto lunghe e pompose e l’ampiezza della storia stessa, scorre bene. Il ritmo è incalzante e il lettore è spronato soprattutto dalla sorpresa e dalla curiosità derivate dall’immersione in un mondo tanto particolare e bizzarro.
-Personaggi:
Caratterizzazione: 8/10
I personaggi meglio caratterizzati sono sicuramente il Caldo Condottiero e Lys, con una particolare attenzione per quest’ultimo, che mi sembra il più completo e complesso.
Nulla da ridire sulle descrizioni fisiche, sempre molto precise, puntuali e particolareggiate, ma avrei preferito la stessa attenzione anche per la parte caratteriale, soprattutto dei personaggi secondari che risultano un po’ scialbi e limitati. Soprattutto Mor, a mio avviso, non risalta come dovrebbe, il suo animo tormentato, i suoi sensi di colpa, la sua volontà di riparare ai suoi danni dovrebbero essere maggiormente insistiti, sviluppati e indagati, perché le basi per un personaggio straordinario e coinvolgente ci sono. Capisco che, non essendo la protagonista della vicenda, la sua figura non debba oscurare quella degli altri e la narrazione non dovrebbe concentrarsi solo su di lei, ma la donna mi è sembrata piuttosto distante e inafferrabile, come una figura sullo sfondo senza un particolare spessore.
Anche il carattere di Qerqewil è piuttosto limitato. È un uomo impetuoso, tenace, valoroso e testardo ma la sua caratterizzazione si ferma a questo, si accenna anche al suo tormento, all’angoscia per la sua condizione, ma non viene sviluppata e approfondita, lasciando di lui solo l’immagine di un prode uomo d’arme.
Lys, invece, è un personaggio che ha tantissime sfumature e strati diversi (ed è il mio preferito): è il figlio di un demone, una punizione, ma, nel contempo, anche uno strumento di redenzione; nonostante la sua natura demoniaca è votato al bene, è gentile, comprensivo e altruista e ha le tipiche insicurezze di un ragazzo che sta crescendo e cercando il suo posto nel mondo; all’inizio potrebbe sembrare arrogante e spavaldo, ma sono solo maschere per nascondere la sua fragilità e la sua tempesta interiore. Con lui il tormento è finalmente palpabile, e si capisce come sia diviso tra la paura per la sua natura, la consapevolezza che questa stessa lo renda potente, e il terrore di fallire. È un personaggio in crescita, che si è appena avviato lungo questo cammino e ha ancora molta strada da percorrere.
Originalità: 9/10
Ho trovato i personaggi davvero molto originali e incredibili, soprattutto per quanto riguarda il loro aspetto, nonostante abbiano una base piuttosto canonica e tipica: si tratta pur sempre di un guerriero, di uno stregone e di una strega; ma ognuno di loro ha elementi sorprendenti e originali che mi hanno lasciata spiazzata: Qerqewil con un becco e una spada fiammeggiante è già di per sé un personaggio alquanto bizzarro, ma se è unito a un ragazzo che indossa dei candelabri, la coppia piò essere tranquillamente definita la più assurda del momento. Eppure, anche le trovate più inaspettate hanno tutte un senso e questo le rende, oltre che stravaganti, anche sensate e giustificate.
Così, i candelabri sono un incantesimo per tenere lontana l’ombra di Lys (la sua parte demoniaca) e il concetto è pazzesco! Il becco e la spada fiammeggiante di Qerqewil sono il frutto della sua simbiosi con l’Araba Fenice.
-Gradimento personale: 9/10
È una storia che mi ha lasciato il segno, per la quale ero partita molto scettica, perché, per quanto ami il fantasy, non sono un’appassionata delle cose troppo assurde e senza senso (i libri di Roald Dahl li detesto proprio perché non hanno un filo logico) e ho storto il naso leggendo di città di folli e gente che gira indossando candelabri, ma quando ogni cosa ha acquisito un senso con la rivelazione finale e i miei occhi si sono spalancati assieme alla mia bocca e mi sono detta “allora non è tutto a caso, meno male!”
Ho trovato davvero geniale l’idea di inserire queste rivelazioni alla fine, così che il lettore, incuriosito dalle bizzarie in cui si ritrova invischiato, è costretto a leggere fino in fondo per capire a cosa siano dovute. È una storia molto coinvolgente, sorprendetene e intrigante, che mi ha lasciata con il fiato sospeso e incollata alla storia fino all’ultima pagina.
Dopo la leggenda, infatti, si apre tutto un nuovo mondo, in cui si scopre che la maledizione non si è limitata a loro, ma si è estesa. E ciò prospetta nuove, mirabolanti avventure che non vedo l’ora di leggere.
-Utilizzo pacchetti 8/10
Obbligo: 5/5
La guerra è un elemento imprescindibile di questo racconto: si apre con una guerra di conquista, piuttosto canonica e prevedibile, per concludersi con una guerra più ampia e difficile, mossa contro un demone e che abbraccia l’intera umanità. Inoltre, la storia è costellata di tante piccole guerre, soprattutto interiori: Mor combatte con se stessa per cercare di perdonare i suoi errori, Lys combatte contro la sua natura di demone che cerca di nascondere e di cui ha paura.
Creatura: 2/2
Ne hai fatto una descrizione molto precisa e dettagliata, che corrisponde all’immaginario collettivo, unendola anche ai suoi significati originari (il fauno come aspetto di una creatura demoniaca che ricorda la rappresentazione del Diavolo con gambe e corna di capra). Mi è piaciuto molto anche il fatto che la creatura coesista con il ragazzo, forse non è un’idea originale, ma conferisce importanza alla creatura che diviene il motivo del tomento di Lys e la causa delle sue insicurezze e delle sue fragilità.
Bonus 0/2
L’accenno alle relazioni del re sono effettivamente slash, ma è, appunto, solo un misero accenno; non si ha una vera e propria relazione e per questo, non posso considerare inserito l’elemento. Avrei gradito qualcosa di più palese e sviluppato (che non scadesse necessariamente nell’erotico) ma che mostrasse un amore tra due (o più) uomini, sentimenti e un rapporto che li mettesse in relazione in maniera ampia e approfondita.
Citazione 1/1
Hai preferito un’applicazione della citazione piuttosto basilare, senza ricorrere a soluzioni particolari che la evidenzino: non avevo colto fin da subito la sua presenza, perché non è insistita, ma serpeggia nel background sostenendo l’intera struttura. La storia racconta di una guerra, che presenta elementi canonici e comuni, ma bisogna prestare una maggiore attenzione per comprendere come questo tema non si esaurisca con essa: i personaggi combattono contro un nemico, un demone, se stessi, per poter raggiungere la pace (una vita serena, la pace interiore, l’accettazione di sé). Ma è un aspetto che non si comprende subito e bisogna ricercare e scavare, perché è intimamente tessuto nella trama del racconto e nascosto.
-Totali: 86/100 |