Recensioni per
Mi basta vederti sorridere
di Nirvana_04

Questa storia ha ottenuto 32 recensioni.
Positive : 32
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
31/10/21, ore 00:40

Buonasera!
Ho letto un'altra tua fic su Marine e George ed oggi, cercando il tuo account per poterlo avere pronto per le NDA, se mai un giorno pubblicherò la fic del contest che hai indetto (che è stupendo, ma ammetto di sentirmi un po' in ansia xD) ho cercato tutte le tue fic nella categoria Kodocha e mi sono imbattuta in questa fic di due capitoli.
E... è la bellezza! Ho letto tutti e due i capitoli uno dietro l'altro senza riuscire a staccare gli occhi dal testo. Lo so, la storia è datata ormai, ma volevo spendere due parole per recensire questa bellezza!
Lo stile è sublime e si riesce benissimo ad immaginare ogni singola scena, più andavo avanti più speravo succedesse qualcosa, che si dessero una scossa, che qualcuno facesse la sua mossa.
Io non so davvero cosa ne possa uscire da questa recensione perché ho letto la storia, l'ho amata e mi ritrovo ad avere difficoltà a trovare le parole per riuscire a trasmetterti quello che sei riuscita a trasmettermi tu.
Più andavo avanti con la lettura e più sentivo il cuore (davvero!) battere, volendo leggere ancora di più. Avendo il desiderio di entrare ancora di più all'interno dell'introspezione dei personaggi ♥
Io non so se tu abbia letto il manga, ma il manga è consigliato per un pubblico maturo, avendo delle tematiche delicate - anche per via dell'infanzia di Akito (Heric, scusa non mi viene a chiamarlo con il nome italiano). E se non hai letto il manga, comunque, penso che tu abbia colto l'essenza di Sana. Perché è come la descrivi. Perché lei dentro ha un guazzabuglio di pensieri, di solitudine. Spesso, rileggendo il manga, mi ritrovo a pensare che per quanto lei sia famosa - e sappiamo che lo è - conosce pochissime persone e non cerca di conoscerne altre. Se pensa a qualcuno pensa soltanto alle solite persone. A scuola media, in pratica, stringe amicizia solo con Fuka/Funny. Le ragazze delle elementari (a parte Aya/Alyssa con la quale comunque non è che abbia un rapporto poi così stretto) sono soltanto conoscenti. Sana è esuberante e un'amicona, ma non si fa avvicinare davvero da tutti. Ma soltanto da quelle persone che sceglie con cura. Ama aiutare il prossimo, è nella sua natura, ma è la prima a non chiedere aiuto se ha pensieri negativi (e tutti li abbiamo).
Sana è sola e penso che voglia essere sola, spesso, esattamente come la descrivi tu seduta in riva al mare. E quella scena. Mamma mia quella scena. L'ho amata.
Akito che, cercando di sembrare noncurante, cerca di starle vicino, le regala il fiore (che ho amato), che la comprende, osservandola, che riesce a leggerle dentro anche se lei non parla. E quando gli dice di non baciarla e poi lo bacia lei. E lui... e lei. Ecco, niente, sono andata, addio! Morta di feels!
Ero lì che leggevo e speravo che fosse lei a baciarlo. E mi sono emozionata tantissimo quando è successo. E ho adorato anche la reazione di Akito, con molta nonchalance le dice che è strana, dice di non baciarlo e poi lo bacia lei. L'ho trovato molto IC per quanto una cosa del genere non accada nel manga/cartone.
Ok. Mi sono focalizzata sulla seconda parte - scusami vado un po' a casaccio, ma non riesco a mettere in fila il discorso xD - ma la prima parte, cioè il primo capitolo, è come il secondo, stupendo. Si sente tutto il dolore di Akito, quelle parole che gli sono state ripetute per tanto tempo, ed alla fine non può far altro che crederci.
Mi è piaciuto tantissimo ogni pensiero verso a Marine ed al fatto che non sia riuscito a chiederle scusa. La metafora delle lucciole, di Sana. È tutto, tutto, stupendo. E tu sei bravissima e mi piacerebbe tantissimo che tornassi a pubblicare in questo fandom con nuove storie. ♥ Sarebbe davvero stupendo.
Grazie. Grazie infinite per questa lettura ♥
Baci
Deb

Recensore Master
18/06/21, ore 02:56

Ciao!
 
Io so che ci sono un milione di motivi per cui non dovrei essere qui, partendo dal fatto che non sono mai certa che sarò all’altezza di scrivere qualcosa di decente e finendo con il mio cervello che per oggi ha decisamente dato forfait, ma non so quando avrò di nuovo abbastanza tempo per sedermi e scrivere una recensione. E si aggiunga il fatto che la storia è di qualche anno fa, e non ho idea se ti possa far piacere trovarmi qui (non mi stressa l’anima a sufficienza, dirai tu? A quanto pare no, rispondo io), ma io so che nei giorni scorsi per farmi passare l’ansia da esame sono capitata qui e ho letto, quindi ora ti sorbisci i mei deliri, anche se ho una – non indifferente – ansia da prestazione, trattandosi proprio di loro. Ma ehi, siamo o non siamo Grifondoro con tendenze suicide?!
 
Parto dalla cosa più semplice (?), vale a dire la citazione con cui apri i due capitoli. Ecco, io credo che sceglierla come “guida” – o meglio, io l’’ho usata come tale per muovermi nelle riflessioni sui/dei due personaggi, ma in altre parole potremmo anche dire che sintetizza benissimo parte di quella che è la storia di Sana e Akito (perché ti ostinavi a chiamarlo Heric? è_é) – proprio questa citazione sia stata la prima cosa che mi ha fatta innamorare della storia. Perché era dannatamente perfetta: prima di Sana, Akito non si conosce, e nemmeno gli altri lo conoscono davvero: è il piccolo demonio detestato dalla sorella, il demonio che ha ucciso la propria madre, è il teppista che non ha paura di niente ed è annoiato da tutto che vedono i compagi di classe e i professori, e lui stesso si vede così, si sente così, e nemmeno serve faccia cose terribili: quello è per tutti, lo credono e vedono così, e lui nel dolore in cui sta letteralmente annegando senza darlo a vedere a nessuno, di questa “fama” si circonda e finisce per vedersi come tale a sua volta. Ma poi arriva Sana, e Sana lo vede, impara a conoscere quello che veramente Akito è, e standole accanto Akito si conosce, si scopre, e gli altri a loro volta imparano a farlo, a partire dalla sua famiglia: è l’incontro con Sana che permette ad Akito di sentirsi ed essere visto come Akito. E niente, ho amato da impazzire che tu abbia trovato una citazione tanto perfetta per racchiudere il tuo lavoro che riflette meravigliosamente su questo punto. E lo stesso vale per la parte su Sana, che di nuovo è perfettissima e pare davvero scritta apposta per loro due: Sana, vuoi per come l’ha cresciuta la madre, vuoi perché comunque per il lavoro che fa è molto adulta e matura per la sua età (entusiasmo esasperante a parte – ma ti devo comunque dare il punto: ti è proprio uscita irritante il giusto con quel suo entusiasmo per le lucciole, i roveti e le casette di lucciole: era insopportabile esattamente come nel manga), sembra avere consapevolezza di chi è, di cosa vuole. Ed è vero, si conosce, ma è una cosa che resta parziale sinché non arriva Akito: ora affronta le sue debolezze più profonde, è costretta a “spogliarsi” di quell’entusiasmo che volte usa per mascherare la parte più dolorosa di lei, perché l’amore e le sofferenze che porta la costringono ad affrontare certe paure, certi momenti, la costringono ad abbracciare quello che è nella sua totalità: tristezza, dolore e incapacità di aere tutto sotto controllo, le ricordano che è solo una bambina. E sono cose a cui Sana tende a non guardare mai, prima, le nasconde con il sorriso, col sorridere per fare felici e tranquilli gli altri, le seppellisce sotto sempre più lavori, eppure sono lì ed è Akito a tirarle fuori e farla scendere a patti con il fatto che lei è anche quello. E io lo so che tu non avevi letto il manga, e tutta la parte della malattia di Sana ti mancava quando hai scritto questa fic, e che tanto di quello che sto dicendo deriva da quello che abbiamo visto nella parte diversa dall’anime, però, ecco, io ho fatto subito i collegamenti, e magari sto dicendo solo cavolate, però credo si senta fin troppo bene da questa fic quanto li hai capiti anche con il solo anime davanti, quanto hai saputo scavare dentro di loro e le dinamiche della coppia, e beh, io sono abbastanza senza fiato leggendo.
 
Bene, vediamo di andare oltre la citazione iniziale, vah (ma io avevo messo le mani avanti per avvisarti che non sarebbe stata un granché di recensione, quindi mi sento a posto).
Quindi ora parlo del mio piccolo, adorato Terence. La mamma chioccia che è in me sorride contenta, perché lo hai trattato bene e lo hai reso perfetto: mi è piaciuta soprattutto la parte in cui Akito riflette che Terence gli ha sempre parlato senza paura e che lui si ritrova sempre ad ascoltarlo. In poche righe credo tu abbia saputo cogliere al meglio quello che è il loro legame di amicizia, che porta due persone così diverse a volersi bene ed esserci per l’altro da sempre – anche se magari non riescono a capirsi o aiutarsi del tutto, ma ci provano, si impegnano, e boh, a me commuovono parecchio, e mi sono piaciuti anche qui: erano loro, con Akito che calma Terence (anche se dopo averlo fatto arrabbiare per motivi non certo validi!), e Terence che insieme a Sana è l’unico a considerare Akito per il ragazzo che è.
Ma torno da Akito, ché la storia è la tua, giustamente. La scena dell’incontro con Marine… non lo so, mi ha fatto più male del previsto, soprattutto il dettaglio di lui che le ha raccolto i bastoncini di stelle – era come Akito che cerca di lottare, venire fuori, ma gli altri non lo vedono, perché diversamente da Sana non hanno saputo fermarsi quei due secondi in più a vedere oltre. E io davvero non so dirti quanto mi abbia stretto il cuore e spezzata quel dettaglio piccolo piccolissimo, eppure ha avuto una forza grandissima posto proprio in quel momento sulla scia dei pensieri di Akito. E poi quel ladro di vite. È la colpa che credo faccia più male di tutte, è quella che lo segue sempre: la madre, Marine che hanno tenuto sott’acqua, Komori…
Ma, sempre perché l’ordine è sottovalutato, torniamo ai bastoncini, e il momento in cui Akito li porge a Sana. È stato di nuovo un passo per me molto forte, lui che fino a poco prima pensa “affrontala, feriscila, mordila”, ma quello che invece fa è metterle in mano le stelline luminose e accederle, e si ritrova totalmente disorientato davanti a lei, davanti a come lui stesso si ritrovi a essere diverso con lei, essere spinto da istinti che non conosce, pensieri così diversi da quelli che tutti si aspettano da lui e gli cuciscono addosso. E viene fuori l’Akito sepolto sotto la sofferenza, sotto il vuoto, l’Akito da tirare fuori per meritarsi Sana e il suo amore. E sì, nella profondità, nella preziosità della scena, come quello di Sana anche il mio cuore ha battuto più forte vedendoli così vicini in un momento tanto bello, sospeso nel vuoto, in cui sono rapiti in un’estatica meraviglia: Sana per le lucciole, le stelline, il momento di meraviglia, e Akito sempre e solo per lei (e io rzionalmente dovrei pensare che questo è il motivo per cui Sana ha forse una mezza marcia in più, però non è che posso esimermi dal voler abbracciare stretto i piccolo Akito tanto è prezioso, in questo momento, che sa che Sana gli fa male – perché amare è questo, perché lo costringe a guardarsi in faccia e poi a guardarsi dentro – eppure non si muove, non la ferisce, ma si lascia ferire dalla bellezza di quel momento, piuttosto, da quello che lei è è che non si sente ancora degno di meritare.
Ma vendendo alla parte dedicata a Sana (mi scuserai, vero, per fare una recensione unica? Ma se no so che chissà quanto tempo passerà dalla prossima volta che riuscirò a passare, e poi sai che ho una memori pessima, e addio), quando fai il paragone tra lei e la bambola (“giocate a fare le bambole – e tu lo sei davvero, in fondo”), io ho di nuovo perso qualche respiro: per l’ammirazione, immagino, perché so quanto abbiamo già detto su Sana, e sulla bambola, ma almeno io a molti di quei ragionamenti ci sono arrivata con la lettura della malattia, e invece tu c’eri già anni fa su questo punto, e lo avevi già trovato e mostrato così bene e davvero, non so, i complimenti mi sembrano poca cosa però non so che altro offrirti se non quelli e la mia ammirazione. E tutta la riflessione su come sia una bambola che si anima se la toccano, e la metafora con la farfalla… non lo so, la perfezione dell’immagine è tale che credo potrei rovinarla ragionandoci sopra io, ma sappi che l’ho trovata più che calzante e l’ho amata immensamente: non solo è perfetta, ma proprio riesce a ribaltare tutta la situazione di una storia da ragazzini e metterla nella giusta prospettiva: questa è una storia molto più matura, molto più profonda, e la tua fic permette di trovarvisi immersi in questa profondità, di toccarla con mano, e alcuni pezzi come questo ancora di più. eppure, allo stesso tempo, lo fanno con una delicatezza struggente, come una carezza a un bambino, appunto, e sanno quindi dare a questa profondità la dimensione di una storia che nasce come racconto per ragazzi (ti prego, dimmi che tutto questo ragionamento ha senso anche nella tua testa, è la terza volta che rigiro la frase ma non so spiegarmi meglio e ne sto uscendo matta: mi affido al tuo sesto senso di sorella).
E Akito che è l’ombra di Sana, anche se sembra sempre il più lontano… santo cielo, di nuovo, io sono senza parole per le immagini che hai saputo costruire – e so pure che meriteresti le analizzassi meglio, ma temo di non esserne in grado oggi.
Mi sto sentendo una cattiva persona che dedica troppo poco spazio a Sana, però credo anche sia quella di cui sia più difficile parlare: perché è “strana”, e complessissima e fatta di questi forti opposti, l’esuberante allegria e questa tristezza solitaria, il bisogno di aiutare tutti e il dimenticarsi e trascurare sé. E vedere come le hai dato voce e l’hai capita, per me che forse ho sempre fatto più fatica a capire e avvicinarmi a lei, sicuramente molta più che ad entrare nella pelle di Akito, è stato bellissimo. E l’avevo già imparata a capire dalle tue parole e dalle nostre discussioni a riguardo, ma non so, rifarlo attraverso questa fic mi ha aperto molte più porte, e mi ha dato molti più spunti e lasciata con qualcosa in più di Sana.
 
Mi prendo l’ultimo angolino per lo stile. I dialoghi sono qualcosa di canonico, se devo cercare l’aggettivo giusto: erano perfettamente in linea con le battute del manga (e, immagino, dell’anime, perché se sei riuscita a ricreare anche lo stile del manga prima di leggerlo ti vengo a tagliare le mani!) No, sciocchezze a parte, possono essere state anche dell’anime, ma il tuo mezzo di comunicazione era diverso – e diverso pure dl manga, a dirla tutta – eppure sei riuscita a mantenere lo stesso spirito, la stessa scintilla in ogni voce, e nessuna si confondeva: erano loro. e a fare da contorno ai dialoghi c’era la tua prosa – l’elemento in più rispetto ad anime e manga – e ha dato tutto un modo nuovo di approcciarsi alla storia di Sana e Akito, ma lo ha fatto con un tono che è rimasto sempre perfettamente unico nella sua delicatezza e poeticità e allo stesso tempo perfetto sfondo su cui ricamare i dialoghi che, ripeto, sono esattamente da anime/manga: ti giuro che li leggevo e me li immaginavo nelle vignette ed era tutto canonicamente perfetto e coerente. Ogni voce aveva quella sfumatura e quell’intonazione con cui ero solita leggerle nel manga e riconoscevo subito ciascuno senza bisogno di nomi. Non lo so, complimenti, davvero, l cura e l’amore che hai messo in ogni parola si sentono tutti e li ho amati, a mia volta, tutti.
 
Bene, direi che ti ho stressata abbastanza anche per oggi – e tu che da un po’ ti eri riuscita a liberare di me, povera illusa! – e che sia anche ora che io metta la parola fine e vada a dormire, che domani dovrei anche prendere un treno e possibilmente non addormentarmi perdendo la fermata. Però grazie: per la lettura, per la rilettura che scriverti la recensione ha richiesto, per le riflessioni che mi hai regalato, e sì, anche per avermi convinta a leggere il manga. E so che ti saresti meritata una recensione decente, soprattutto su loro due, e io spero di non aver detto castronerie (nel caso scusami infinitamente, ne sono mortificata già ora), ma non so se ne sono proprio all’altezza, mi hai lasciata un pochino senza fiato e senza parole (cosa che non si direbbe, ora come ora XD).
Grazie ancora, davvero, e complimenti.
 
Un abbraccio, spero tu stia bene 💜
Maqry

Recensore Master
30/11/20, ore 17:25

Ciao!
Finalmente sono riuscita a lasciarti questa recensione. Ammetto con una punta di imbarazzo che avevo pronto questo commento da un po', però avevo preferito aspettare un attimo così da poter aggiungere qualche altra considerazione. Certo, peccato che poi mi si sia rotto il pc e la recensione era salvata solo lì. Lo prendo come un insegnamento di vita: non procrastinare mai più e, soprattutto, fare più copie di ogni file.
(Nel caso tu te lo stia chiedendo, fortunatamente sono riuscita a recuperare i file, compreso quello della tua recensione. Almeno qualche volta, ho un po' fortuna).
Dunque, basta con gli indugi e passiamo a parlare di questa storia. Ti ho già fatto aspettare anche troppo.
Parto con una cosa che mi sono dimentica di dirti la volta scorsa: il tuo stile. Ti ho già detto che mi piace, ma se dovessi definirlo con una sola parola direi sorprendente. Spero di riuscirmi a spiegare senza fraintendimenti: è semplice, leggibile e coinvolgente, ma allo stesso tempo mi sembra di scorgere dietro un lavoro non indifferente. Non lo dico tanto per dire, ma riesci a formulare frasi e a trasmettere i sentimenti in una maniera così insolita che non può non lasciarmi ammirata.
Oddio, vedo di spiegarmi meglio perché sembro una pazza. Non solo ricalchi i comportamenti dei personaggi in maniera efficace – tanto che non risultano mai esagerati, e sappiamo bene quanto siano assurdi quelli di Sana! - ma vai dritta al fulcro, fornisci un'immagine completa della scena che descrivi tanto che sembra di viverla. In più lo fai in un modo tale da non risultare scontata.
(No, non credo affatto di essermi spiegata. Mamma mia, mi esprimo come un Troll di montagna. Che vergogna!)
Le prime scene che hai descritto mi ha fatto sorridere perché sembrava uscita direttamente fuori dal cartone (o anime, se proprio vogliamo essere pignole). Sana con la sua sbadataggine, la sua invadenza, le risate che condivide con le amiche... beh, mi hanno lasciato un senso di nostalgia assurda.
E sulle interazioni tra Sana e Heric io mi emoziono, lo sai!
Qua devo trattenermi perché altrimenti mi lascio andare ad una serie di parole entusiaste senza senso. Allora, come idea, il falò mi è piaciuta un sacco: non solo perché crea un po' di atmosfera ma soprattutto perché mostra le mentalità completamente diverse dei protagonisti. Quella di Sana, più sognante, e quella di Heric, più razionale. Poi quando Heric ha buttato lì l'ipotesi che forse aveva già scritto il suo desiderio, non ho potuto fare a meno di sorridere deliziata. Perché considerato tutto, non posso fare a meno di pensare che riguardi Sana. Sì, lo so, Heric ha una storia famigliare assurda e sicuramente questo non ha fatto a meno di preoccuparlo in passato – e soprattutto a farlo soffrire – ma in questo momento, secondo me, per lui esiste solo Sana.
E quando le ha detto che gli piaceva la sua maglietta, io stavo squittendo tutta contenta!
La parte in riva al mare è sicuramente la mia preferita, per tanti motivi.
Tanto per iniziare, ti focalizzi sul carattere di Sana. Sono assolutamente d'accordo con quanto hai scritto: apprezzo l'allegria della bambina – per me, nonostante gli anni, lo sarà sempre –, però, anch'io come Heric, spesso mi sono chiesta se non fosse forzata. Se i sorrisi esagerati di Sana fossero costruiti solo per rendere felici gli altri e non se stessa. E la cosa che mi esalta è che lui la vede per quello che è, non si lascia ingannare dalla sua maschera di attrice. Sarà perché Heric è un fino osservatore – anche se a volte le cose più ovvie gli sfuggono – e conosce Sana meglio di se stesso.
Ti dirò al verità: l'aquilegia non la conoscevo. Ho cercato l'immagine su internet per farmi un'idea.
Quando lei piange ed Heric si china su di lei, ero lì che squittivo tutta contenta.
E il fatto che sia lei a baciarlo, diversamente dalla storia originale, non può non farmi sorridere. Allo stesso tempo mi elettrizza perché è l'ennesima prova – non tanto per il bacio in sé, che comunque apprezzo molto – che dimostra che Heric c'è sempre ogni volta che lei ne ha bisogno. Con il suo carattere e i suoi modi, ovvio, ma lui c'è.
Davvero una storia splendida! Complimenti.
Blue

Ps: la mia frase preferita di questa tua storia è sicuramente: “Lo sai? Vivere per poi morire è triste. La morte è un tempo troppo lungo, e tu dirai: “Non c’è tempo per la tristezza o la paura”. Ma se non fosse esattamente così? Se tu morissi anche solo per un istante e poi vivessi di nuovo? Allora scopriresti che è proprio dalla tristezza che nasce la gioia e dalla paura il coraggio; e che aprire gli occhi dopo essere stata nell’oscurità fa vedere ciò che la luce aveva nascosto.”
È di una verità e di una bellezza assurda.

Recensore Master
29/07/20, ore 13:27

Ciao!
Come promesso, eccomi qui.
In realtà, ho letto entrambi i capitoli già da un po', ma ho continuato a rimandare il momento della recensione perché... perché non credo di essere capace di scriverti una vera recensione. Ma nemmeno un commento con un minimo di utilità.
Poi però mi sono detta che lasciare inespressa la mia gioia di essermi approcciata a questa lettura sarebbe stato un peccato, e quindi eccomi qui. Scusandomi in anticipo per l'approssimazione di questo commento, ma eccomi qui.
Come forse sai, ho ricordi davvero vaghissimi dell'anime: l'ho visto da bambina, saltando da una puntata all'altra e senza linearità, e di certo molti dei risvolti più maturi di questa storia mi sono scivolati addosso. Però l'ho amato davvero, davvero moltissimo, e anche se i miei ricordi sono molto vaghi, questa tua storia mi ha risvegliato tutte quelle belle sensazioni che provavo mentre facevo merenda a casa dei nonni dopo la scuola, davanti alla TV (che botta di nostalgia tremenda XD).
Ho apprezzato davvero tantissimo la struttura speculare che hai dato alla storia, concentrandoti sui punti di vista di entrambi i protagonisti: lo stile resta in entrambi i capitoli molto curato, fluido, capace di rendere al meglio le atmosfere e di farlo attraverso delle immagini davvero belle e molto efficaci. Pur essendo lo stile molto unitario e coerente tra le due parti, ho apprezzato che comunque il cambio di prospettiva si avvertisse: non tanto per un cambiamento nel modo di narrare, ma proprio perché la personalità dei due personaggi emerge in maniera molto chiara, rendendo impossibile rischiare di confondere le due parti .
Ho amato, poi, la profondità che hai saputo dare a entrambi: avendoli "conosciuti" da piccola, temo di essermi persa molto dell'angst che sta dietro a tutte le loro vicende, ma qui tu sei sicuramente riuscita a guardare sotto la loro maschera, e a rappresentarli in maniera diretta, per come sono, e non come cercano disperatamente di apparire. È bellissima l'atmosfera malinconica che avvolge tutta la narrazione, partendo dalle riflessioni di un personaggio come Heric, da cui in fondo un po' ce lo aspettiamo, fino ad arrivare a Sana: lei, in particolare, mi ha colpita davvero tanto, perché sei riuscita a cogliere tutta la malinconia che si nasconde dietro un personaggio che si sforza fino allo sfinimento di apparire solare, energico, capace di dare tutto agli altri. L'immagine di questa bambola sorridente che si anima solo quando è in relazione a qualcun altro, ma che in fondo ricerca la sua pace per potersi concedere le lacrime e il silenzio, è davvero stupenda, e in pochi tocchi ha reso perfettamente tutta la complessità del suo personaggio.
Le interazioni tra Sana e Heric mi sono davvero piaciute tantissimo: ci sono le battute più pungenti che mi ricordo dall'anime, ma c'è anche tutta quella maturità che li unisce, quelle esperienze dolorose che li rendono in un certo senso più grandi dei loro compagni, isolati, incapaci di unirsi davvero a loro.
Bellissima, davvero.

Scusa ancora per la confusione di questo commento, ma ti ringrazio di cuore per avermi fatto fare questo splendido tuffo nel passato!

Recensore Master
22/07/20, ore 15:25

Eccomi qua, ho letto entrambe le parti con gli occhi a cuoricino!
Hai rispettato l'IC dei personaggi alla perfezione e non solo, hai dato a questa fic delle caratteristiche più mature che sono proprie del manga.
Ho amato il fatto che ti sia riagganciata alla frase di Calvino perchè sembra essere stata cucita esattamente per loro due. A parte tutto, è chiaro e ben definito il legame che hanno entrambi, fatto di battutine ma anche di momenti più riflessivi, perchè entrambi si conoscono, si sentono. Heric che non esita nel fare le sue battute, Sana che ha il timore di venire baciata nuovamente,e già da questo dettaglio si vede l'IC.
Possono credere che sia facile scrivere di Heric, ma secondo me è molto complesso: Heric ha rabbia, ha i ricordi degli anni passati senza avere veramente una famiglia, ha ingurgitato per anni le frasi d'odio della sorella, deve mantenere il suo ruolo di bullo, ha una corazza, e soprattutto, deve interagire con Sana che per molti versi può sembrare il suo opposto. Tu hai caratterizzato entrambi in maniera splendida, mantenendo sì le riflessioni, ma mantenendo anche i caratteri dei personaggi e la vivacità di Sana o la vivacità dei loro dialoghi, che nella coppia non sono mai mancati.
Ho amato il fatto che tu abbia mantenuto i nomi della versione italiana perchè sono cresciuta con quelli e il nome Heric è troppo bello, a mio avviso.
Ma soprattutto, il tuo stile mi ha incantata, e secondo me è uno stile elegante e perfetto per loro, perchè sa scavare nel profondo dei loro pensieri ma dimostrare anche l'immensità del loro amore.
E poi le battute dirette di Heric sono proprio da lui: prima Sana lo avverte di non baciarla e poi è lei a baciare lui, e lui ovviamente glielo rinfaccia, perchè Heric fa sempre così, fa distendere l'atmosfera. Ogni tanto in modo indelicato, ma è proprio così che scuote Sana dai suoi pensieri e la fa andare avanti: e ho ritrovato anche questo dettaglio nella tua fic, per dirti quanto entrambi sono caratterizzati bene.
Bellissimo il significato dell'aquilegia, hai fatto un'ottima scelta. E poi il finale col sorriso di Heric, che sappiamo quanto sia raro, è la cosa vincente, la più bella per Sana. Loro sono così, romantici a modo loro, ma hanno un amore profondo come poche altre coppie, e in questa fic ho trovato tutto quanto.
Complimentissimi! Sono veramente felice di averti letta e trovata nel gruppo!

Recensore Master
18/06/20, ore 17:50

Come promesso, giungo (e in splendido ritardo) a recensire anche quest’ultimo capitolo di una fic che ho semplicemente amato.
Se il capitolo prima il pov era concentrato su Heric/Akito, questa volta si focalizza su Sana, ma c’è sempre una nota malinconica che aleggia per tutto il racconto e così come Akito in quello precedente nascondeva molto più di quanto mostrasse, anche Sana è molto più di come appare – e forse non è nemmeno perché lo nasconda volutamente, quanto perché semplicemente è la sua esuberanza e il suo buon cuore che prendono il sopravvento e tutto il resto (come la sua fragilità) scivola in secondo piano, visibili solo a chi sa dove e cosa guardare. E che questo qualcuno sia sempre e comunque Akito, non c’è nemmeno da stupirsene.

Intanto mi ripeto sul fatto che ho adorato dalla prima all’ultima frase lo stile che hai utilizzato. Non c’è una parola fuori posto, tutto è pesato ed inserito con un’attenzione chirurgica, bilanciando la profonda introspezione che fai di Sana con le stilettate di emozioni che ci tiri dritte al cuore, uccidendoci ad ogni maledetta frase. E non posso citarne una soltanto, perché dovrei copincollarti l’intero capitolo – ogni frase l’ho trovata così piena di significato e di emozione che non saprei sceglierne una. Però posso dire che la vera perfezione l’ho trovata in due scelte che hai fatto:
1. L’aquilegia. Non lo conoscevo come fiore, quindi sono andata a cercarlo su google ed è bellissimo *_* (e poi è viola… che in questo contesto non c’entra una bega, ma è il mio colore preferito e quindi è importante dirlo v_v). Ma anche il significato che hai rivelato nelle note “amore nascosto” si addice così bene in questo contesto, per Akito che è lui a donarlo a Sana, ma anche per Sana, perché è lei ad indossarlo e perché entrambi, in fondo, preferiscono tenerlo ben nascosto questo loro amore, anche se è chiaro come il sole che si appartengano.
2. La similitudine con la farfalla. Anche quella con la bambola mi è piaciuta (e mi ha spezzato il cuore il riferimento al fatto che come una bambola si animi solo quando qualcuno la tocca, mentre da sola perde il sorriso), ma la farfalla che batte le ali con energia, che dà tutto e non tiene niente per sé è esattamente Sana – lei che sceglie i fiori per le altre e non per sé, che le aiuta a scegliere i vestiti e dimentica i propri, che dà tempo agli altri e non ne tiene per sé…
È vero che l’anime ci ha mostrato questa trottola inarrestabile e piena di voglia di vivere sempre e comunque, ma mi trovo d’accordo nel pensare che da sola, senza nessuno per cui dover per forza sorridere, a Sana rimanga ben poco. In fondo, deve essere mortalmente stancante essere come lei e bruciare così tanto e così a fondo per gli altri. E la cosa più dolce è che Akito è sempre quello che se ne accorge e che le si avvicina quando nemmeno lo aspetta.

Il “e non provare a baciarmi” mi ha un po’ uccisa, ma è il fatto che sia poi lei a farlo che colpisce e che dà tutto un nuovo significato alla presa di coscienza finale, alimentata anche dalle parole dalle parole dello stesso Akito, quando le dice che va bene ogni tanto pensare anche a se stessi. E sì che è strana lei, ma visto che è nelle sue stranezze che si ritrovano sempre, questi due, tanto meglio così!

La citazione finale, infine, sembra sollevare completamente il velo di malinconia calato fin dalla prima riga. E poco importa che Sana non abbia visto le lucciole che tanto cercava, se alla fine ha potuto vedere qualcosa di più importante come il sorriso raro di Akito.

Bella. L’ho amata tanto, per l’analisi così accurata e poetica di due personaggi tanto complessi, per lo stile poetico e per il modo fiabesco con cui hai raccontato l’amore tra questi due, il loro rapporto e il fatto che l’uno riesca a vedere sempre sotto la maschera dell’altro e questo invece di allontanarli li rende ancora più uniti, come se fosse il loro segreto condiviso.
Boh, davvero, spero a questo punto di poter leggere anche il seguito della tua altra fic su kodocha <3

p.s. ti segnalo la frase “puoi muori sbattendo le ali,[..]”

Recensore Master
26/03/20, ore 21:14

Ho voluto leggere anche il secondo capitolo perché essendo solo due ed essendo la tua scrittura così gradevole, sarebbe stato un peccato non farlo.
Questa volta il personaggio principale è Rossana (Sana, pardon... uso i nomi dell'edizione italiana dell'anime per abitudine), che dietro alla sua allegria, alla sua bontà, nasconde una fragilità inaspettata.
In effetti è molto comune tra le persone che danno anima e corpo agli altri nascondere una certa malinconia, e tu hai colto questo aspetto di lei, sulla spiaggia, da sola, dopo aver fatto di tutto perché le sue amiche si divertissero.
Qui Heric compare a rivelarle che lui comprende, vede dietro l'apparenza dei suoi gesti, la sua indole più nascosta.
È bello, è l'amore delle fiabe.
Anche in questo secondo capitolo hai mantenuto uno stile e un ritmo davvero meravigliosi e hai dimostrato molta sensibilità nel trattare i personaggi. Mi piacciono in particolare le immagini vivide che usi: sono molto efficaci e chiare.
E l'aquilegia è un fiore bellissimo. Se ricordo bene, però, è anche il fiore dei folli. Beh, l'amore può rendere folli. ^^
Questa volta, però, ti sono sfuggiti un paio di piccoli errori:
"puoi muori sbattendo le ali," -> c'è una "u" di troppo in quel "poi";
"È un’eco acuto" -> un'eco acuta.

Inoltre, vorrei soffermarmi su due frasi:
"«Io non ho le orecchie a sventola!» erutti." -> qui trovo che "erutti" sia di troppo. C'è già il punto esclamativo a dare il tono della frase. È un po' messo lì, sull'orlo di un precipizio.
"donare a chi ti sta accanto allegria." -> io sposterei "allegria" dopo "donare" per rendere la frase più solida.
Ovviamente puoi avere tutt'altra idea. ^^

Rinnovo i complimenti.
Alla prossima. ^^

Recensore Veterano
25/03/19, ore 22:52

Oh che bella !!!! Molto poetica e dolce e’ durata troppo poco!!!

Recensore Master
10/10/18, ore 19:29

Queen, con un ritardo di paura comincio il recupero di quanto di tuo ho letto - e già da un pezzo! - ma era rimasto da parte...
che delizia questo finale: positivo ma lievemente aperto. Intendo non che sia vago, o che ci si aspetti un capovolgimento in negativo, ma che ha quella malinconia giapponese dell'impermanenza dei momenti
Sana è davvero così, è incredibile quanto tu abbia reso così IC una bambina, anche se non proprio piccola, di solito si diventa caricaturali
Sceglie i vestiti più carini, i trucchi e i fiori per le amichette e lei resta semplice com'era (gonna a parte, mi pare) perchè la sua natura è davvero altruista e solare, non superficiale
E il "non baciarmi!" seguito da un bacio? la rende ancora più umana, vera e adorabile
Non l'ho trovata contraddittoria - lei non lo è - solo spaventata e agitata, Eric è il suo grande amore ma è arrivato che sono così piccini che deve essere davvero difficile gestire un sentimento così
Anche noi adulti ci perdiamo tante volte. E se Sana può contare sulla sua freschezza degli affetti, la mancanza di esperienza fa sbagliare
ma qui c'è la mano del Destino, o sbaglio?
o la mano di Nirvana-sama?*-*
Tutte le ragazzine sono perfette, con i loro giochi da una parte ancora infantili, dall'altra con un tentativo di "sentirsi donne", col gesto del profumo che maschera i segreti. Mi sono ricordata con una certa emozione - e imbarazzo nel provarla - del primo lucidalabbra che mi hanno lasciato usare per una festa di compleanno (non ti dico a quanti anni perchè mi vergogno, sicuramente è molto più tardi del normale di oggi)e sono rimasta ristupidita davanti allo schermo. Poche volte sento questi colpi di fulmine autobiografici, e su storie che non c'entrano nulla con una mia realtà, diciamo. Mi hai lasciata sospirosa e bisognosa di coccole.
E con una visione molto interiorizzata del capitolo tanto che l'ho letto la seconda volta
è dolcissimo e significativo, come te
baci,
Setsy

Recensore Veterano
22/08/18, ore 11:24

Ciao! Sono qui per lo scambio del Giardino, ma sono contenta che mi abbia fatto approdare qui :D
Ho sempre seguito l'anime da piccola - non il manga, però - e in questi due capitoli devo dirti che sei riuscita a farmi tornare indietro nel tempo, è stato un po' come ritrovare vecchi amici. Ricordo perfettamente i loro caratteri e le loro personalità, l'infanzia difficile di Heric con il padre e la sorella e l'esuberanza di Sana, la stessa che mascherava quella malinconia che descrivi tu. Sono contenta di averla sentita in modo palpabile anche qui.
Probabilmente ti ho già detto che amo il tuo modo di scrivere, l'introspezione è il tuo forte e il modo in cui coinvolgi i personaggi, passando dai loro pensieri, alle azioni e poi ancora ai sentimenti è davvero sublime.
In due capitoli hai reso benissimo le mille sfaccettature dei personaggi, sono riuscita a cogliere praticamente tutto di ognuno di loro. Le metafore che hai utilizzato sono riuscite davvero bene, hai colto sempre il momento giusto per inserirle!
Hai descritto in modo preciso i loro veri caratteri, analizzandoli sia individualmente che con gli altri, assumendo benissimo il controllo dei loro sentimenti, nei cambiamenti e nei dialoghi.
Poi, come ultima cosa, il rapporto tra loro due - burrascoso, per quanto io riesca a ricordare - che ormai si vede tengano in modo particolare l'uno all'altra, nonostante la fatica di lui per esprimersi e che, comunque, riesce a guardare dentro il cuore di Sana. Li ho trovati perfettamente IC, molto belle anche le citazioni. Il tuo modo di scrivere è impeccabile; scorrevole e chiaro, le descrizioni sono accurate e non annoia, anzi. Ho particolare apprezzato l'utilizzo della seconda persona - sì, io ne sono una fan accanita xD - che non hai mai reso pesante nonostante la fanfic di due capitoli. Bella, davvero bella! Tanti complimenti.
È sempre bello leggere qualcosa di tuo.
A presto!
Ile

Nuovo recensore
28/07/18, ore 11:45

Ciao!
Questa storia è pura poesia, mi ha fatta emozionare tantissimo e struggere il cuore.
Il punto di vista che hai usato è molto particolare e assolutamente efficace, hai descritto in modo meraviglioso le introspezioni dei personaggi senza mai cadere nel banale.
Anche le immagini che hai creato sono molto evocative e raggiungono subito il punto, senza appesantire la lettura.
Sia Heric che Sana sono personaggi molto complessi: uno ritiene sé stesso un demonio e indegno di ricevere le attenzioni e l’affetto degli altri; l’altra dona anima e corpo agli altri, senza mai pretendere nulla in cambio, e nascondendo la sua malinconia sotto una maschera di continua allegria e spensieratezza.
Ho sempre amato il modo in cui queste due anime così diverse, ma uguali, si incontrano e si scontrano, unendosi e completandosi. Quasi fossero un piccolo mondo a parte.
Solo insieme possono levarsi le maschere ed essere loro stessi, e da quella rispettiva rivelazione nasce il loro amore. Il bello è che sono sullo stesso piano, nessuno dei due salva l’altro, si salvano a vicenda, un po’ come succede nella vita di tutti i giorni.
Ti ringrazio davvero per questa piacevolissima lettura e leggerò senz’altro altre tue opere!
Perciò, alla prossima ^^

Recensore Master
24/06/18, ore 23:27

Ehilà!
Pensavi mi fossi dimenticata, eh?
Scherzi a parte, era almeno un mese che volevo passare - alias, da quando hai aggiornato - e ho finalmente trovato il tempo! Yay!
Tra l'altro, ho recentemente riletto il finale del manga, quindi qual momento migliore per concludere questa meravigliosa storia? Una rispolverata mi faceva comodo, in effetti.
Voglio partire da una frase: "Giocate a fare le bambole – e tu lo sei davvero, in fondo –". Che dire? Hai incastonato benissimo Sana in quest'inciso. Sana è una "bambola", cosa che nel manga si vede benissimo, e tu hai sviluppato questo paragone in tutto questo secondo capitolo. Proprio nella frase in cui lo riprendi, "E questa la verità su di te, piccola bambola?", c'è l'unico refuso che ho trovato: ti è sfuggito l'accento della "E" iniziale, o almeno credo. Mi torna di più se è un verbo essere.
Comunque: mi è piaciuto tantissimo vedere i pensieri di Sana, il suo dedicarsi agli altri trascurando per contro se stessa, e ho amato che Heric se ne accorga. Lui la raggiunge, la raggiunge sempre.
Questa storia è stato un crescendo di emozioni, e alla frase finale, non lo nego, mi sono sciolta.
Lette le note, sono andata a rileggere la prima frase del capitolo precedente, e quanto è epico ciò che hai fatto???
Cioè. Hai racchiuso la tua storia nello spazio di una citazione.
Questa cosa è bellissima, non riesco nemmeno ad esprimerti quanto mi ha colpita.
Prima di fare ancora più danni, chiudo qui questo sclero, ma casomai non si fosse ancora capito: mi è piaciuta tantissimo.
Davvero un ottimo lavoro!
Ci sentiamo alla prossima ^^

Mari

Recensore Master
08/06/18, ore 13:41

Ciao, eccomi qui per il consueto scambio libero di recensioni del gruppo del Giardino. La volta precedente mi sono soffermata sul primo capitolo, dedicato ad Akito e ai suoi sentimenti ed emozioni: ora immagino sia il turno di Sana e della sua prospettiva.
Per quanto siano ancora così giovani i protagonisti, riesci davvero a gestirli bene: innocenti ma già con i loro primi problemi, i primi sentimenti genuini ancora a cui non sanno dare un nome. Desideri ancora da non poter rivelare, emozioni che sorprendono sempre di più. Riesci a creare atmosfera con la cadenza delle tue parole, evochi immagini odori e suoni nitidi, come fossero reali e percepibili nell'aria.
L'introspezione che fai dei protagonisti è in un certo senso spettacolare: riesci a mettere completamente a nudo la loro anima in una maniera che lascia a bocca aperta. Il finale è stato di una tenerezza spiazzante, un sentimento che nemmeno riconoscono ma che già percepiscono poco a poco.
Ti faccio i complimenti, e devo dire che questa seconda parte è ancora più bella della prima!
Ciao e buon lavoro ^^

Recensore Master
20/05/18, ore 20:41

Wow 😍😍😍😍 peccato che sia gia finita cosi anche se sono passati anni del anime quest Coppia non so mi e rimasta in mente forse x il finale Aperto:(

Recensore Master
18/05/18, ore 13:54

Ciao!
Ed eccomi qua, per il secondo e ultimo capitolo della storia che mi ha riportata indietro nel tempo, a quando ero piccola, dove forse non ero nemmeno in grado di capire certe cose così profonde ma che, col senno di poi, comprendo quanto fossero in realtà palesi, in questo manga/anime.

E tu hai mantenuto quel senso di malinconia e quasi tristezza che ha aleggiato in molti degli episodi, e sono sensazioni familiari che sono felice di poter capire e, soprattutto, che fanno di te la scrittrice che sei. Adoro il tuo stile.
Vedere che hai usato ancora la SPPS è un sollievo. Adoro questo stile, se potessi lo metterei ovunque e qui ci sta troppo, troppo bene.
In questo capitolo abbiamo il POV di Sana che, a differenza di Akito, è molto ma molto più luminoso, ma intanto anche pieno di dubbi e paure.
Cominci col botto, con similitudini così poetiche e allo stesso tempo così funzionali, che quasi fanno male. Quella della goccia nelle pozzanghere, poi, ha davvero preso il mio cuore e lo ha stretto in una morsa.

C'è questo senso di allegria quasi forzato, nella prima parte. Non in senso negativo, nel senso che hai completamente centrato il punto sul carattere di Sana. Lei ride, scherza, la forza degli altri è la sua ed è lei a trasmetterla, eppure ne sembra sprovvista se la si guarda dal di fuori. Riesce a vedere il buono in ognuno tranne che in se stessa e la cosa che le piace di più è riuscire a far tutti felici, nessuno escluso sperando che un giorno le basti ma non le basta mai.
Quando si trova sola, nei suoi pensieri, Akito torna a fare da soggetto, torna a galla dalla psiche e si fa domande romantiche, che però forse lei non riesce a vedere come tali. Le vede come premure, ma non capisce che c'è molto di più.

Nella scena successiva tutto questo viene confermato. Le ragazze chiedono aiuto a Sana, ed è talmente brava a non darsi importanza che nemmeno le altre se ne premurarono ma non perché non siano interessate è che forse lei le ha abituate troppo bene e a ripensare all'anime, penso che sia esattamente quello che vedevo ogni volta, e forse per questo ci rispecchiavo un po' e a leggere questa parte mi viene un senso di malinconia assoluto.

Sono tutti pronti per andare in spiaggia. Sei talmente capace nel descrivere certe cose, che sento quasi la salsedine addosso, il fresco sulla pelle. Riesco quasi a vedere le stelle riflesse nell'acqua scura e il falò che scoppietta.
Adoro il senso di coinvolgimento che riesci a dare, con poche righe, poche parole necessarie e nient'altro. Niente fronzoli inutili.
Davvero, in pochi ci riescono.
Akito arriva. E' alle spalle, come sempre. Arriva in punta di piedi ed è così. Mi piace da morire che Sana sia una specie di bomba atomica e che di lui non si senta mai un rumore. Per questo sono perfetti assieme.

Sono così dolci, eppure quando sono insieme cambiano totalmente. Diventano altre persone, forse le vere persone che sono davvero. Per questo la conversazione dura poco. Fa paura essere se stessi con altre persone a volte, e sei riuscita a descrivere questo senso con enorme maestria.
Si ha quel senso di tristezza vedendoli dividersi ma quasi di sollievo. Come se la conversazione potesse sfociare in qualcosa di pericoloso.

Poi, mentre Sana è sola, Akito torna. Lui torna sempre. In questa storia quasi sempre inaspettatamente. Mi piace molto il fatto che tu lo abbia reso impaziente di stare con lei, ma che allo stesso tempo finga che non sia così. E' molto IC ed è difficile saper padroneggiare un personaggio come lui. Si rischia di finire nel caos e cambiare totalmente rotta, tu invece sei rimasta salda al personaggio.

Esce fuori la solitudine di Sana, che dà tutta se stessa per dimenticare di essere sola, che nessuno può capirla, che sembra stupida ma fa la stupida, solo per non sembrare troppo umana... appunto, una bambola.
Akito conosce la vera Sana, per questo le va sempre vicino. Me sembra assuefatto. Mi piace questa cosa, è poetica e tu la rendi estremamente romantica, che non cade in cliché, che non è mai prevedibile.

«Stanno tutti bene, e tu piangi! Visto che sei strana?»
«È che… è che ho qualcosa nell'occhio…» ti sfreghi una nocchia. «E non provare a baciarmi!»

Qui si capisce, non è stupida. Lo sa già, ed è quello che vuole ma sa anche che pensare a sé significa perdere tempo prezioso per gli altri e Akito lo sa benissimo, per questo non vuole darle ascolto.

Alla fine di tutto abbiamo una consapevolezza, talmente grande che è Sana a baciare Akito e la descrizione di quell'azione mi ha sciolto il cuore. Ovvio che tutto rimarrà com'è. Che lei continuerà a dare se stessa, ma è cambiata un po'. Ha capito che esiste, che lei ha voglia di amore tanto quanto gli altri e se Akito è lì per dargliene, se lo prende. Adoro, tutto questo è assolutamente adorabile, pervaso ancora da un senso di malinconia che fa quasi malissimo.
E il sorriso di Akito, alla fine, è il colpo di grazia perfetto.

Sono belli, sono fatti per stare insieme, ma con ostacoli giganteschi che partono dal cuore. E' bello che cerchino di trovarsi sempre, ancora quando non possono ed è questo che rende questa storia così bella e struggente, poetica, con un bel finale che però ha qualcosa di agrodolce, qualcosa che ci fa capire che attimi belli come quello ce ne saranno sempre pochi, anche andando avanti con la fantasia.
E' stata una bella esperienza poter leggere questa tua creatura, mi ha arricchita. Ho adorato la tua caratterizzazione dei personaggi, così fedele e accurata e quel pizzico di te che ha lasciato che la magia si compiesse.
Che dire, spero di poter leggere altro di simile, in futuro.
Ottimo lavoro.
Miry

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