Ciao, sono in un ritardo astronomico, lo so. Avevo detto che l'avrei finita il prima possibile, ma poi mi sono accorta che il capitolo era davvero lungo e corposo e volevo ritagliarmi un attimo di tranquillità per poterlo leggere. Ora però l'ho letto e una volta finita questa storia, ormai in dirittura d'arrivo, mi metterò in pari anche con la storia principale.
Devo dire che, come sempre, resto impressionata ogni volta che ti leggo e sempre per motivazioni differenti. Da un certo punto di vista questo è un capitolo più statico, non c'è azione, non è di passaggio, ma di approfondimento. E l'ho trovato molto interessante, specialmente tenendo in considerazione la storia principale. Ma andiamo con ordine. Mi è piaciuto tantissimo come hai descritto questa città, e non soltanto per certe frasi enfatiche o per le descrizioni accurate, ma proprio per quest'aura che le hai dato, direi che è proprio magica. Quasi mistica ecco. Il lettore si immedesima ovviamente in Agur, il quale cammina per le strade e si guarda attorno vedendo tutto questo per la prima volta e interrogandosi su quello che si trova ad avere davanti. Ogni angolo è una sorpresa, ma devo ammettere che la parte più interessante è stata quella che riguarda Hyria e non soltanto perché ciò che ha detto, e spiegato circa la magia, sarà poi utile anche nel Tredicesimo Re, ma perché approfondisce di molto la caratterizzazione di Agur, mettendoci davanti a una sorta di dilemma (non so nemmeno se è la parola più adatta per descrivere ciò che ho pensato, ma ora proverò a spiegarlo). Il confronto con Hyria mette in luce l'assoluto ateismo di Agur, il quale si ritrova a sottolineare e anche con una certa forza, che lui non crede negli Dei, che affidarsi completamente a loro significherebbe condannarsi a morte, perché le preghiere non portano a niente. E, ora, tralasciamo un istante il concetto di "preghiera" che poi viene completamente ribaltato. Ma mi concentro un istante su Agur, perché mi sono resa conto che il suo ateismo, il suo non credere in nulla è sia un vantaggio che allo stesso tempo un limite, perché ciò non gli permette (non ancora almeno), di credere nella magia. Eppure ce l'ha davanti agli occhi, l'intera città trasuda e respira magia in ogni istante. Diciamo che c'è un rovescio della medaglia, perché da una parte il suo non credere alla cariatide, gli ha permesso non solo di salvarsi ma di salvare anche parte della sua gente, ma dall'altro il non credere a quello che ha davanti, potrebbe far sì che questa fuga risulti del tutto inutile. Molto interessante anche il concetto di "preghiera" che come accennavo viene del tutto ribaltato. Hyria ha un'idea precisa di che cosa sia e sono sicura che non menta ad Agur, semplicemente lei ha una visione completamente diversa dalla sua e qui nasce il fraintendimento. In un certo senso la visione di Agur delle cose è molto più limitata di quanto egli stesso non creda. E capisco proprio per questo la sua rabbia e la sensazione che gli siano state dette delle bugie. Ora spero davvero che riesca a superare i propri limiti. Anche se, da ciò che si vede dalla parte finale, sembra essere davvero così.
Sulla parte finale non ho molto da dire, mi è piaciuto come Agur riesca a farsi valere in quanto discendente di sangue reale e di conseguenza a imporsi su tutti quanti, di fatto riuscendo a sedare quello che sarebbe potuto diventare un gigantesco problema. Certo, è ancora molto giovane e forse il suo piano avrà delle conseguenze disastrose. Ma quello che mi sono sempre chiesta, anche ricordando alcuni capitoli del Tredicesimo Re è se ciò che, in quella storia si viene a sapere, corrisponda a quanto è effettivamente successo al Primo Re, oppure se sono stati tramandati fatti che non corrispondono propriamente al vero. Diciamo che me lo sto chiedendo da un po', anche se forse prenderò una cantonata.
Mi manca soltanto un capitolo, ma lo recupererò prestissimo.
Koa |