Recensioni per
La chimica dell'arte
di hikaru83

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
16/06/20, ore 16:31

Ecco un altro titolo che mi viene incontro dalle profondità abissali delle mie “Storie da recensire”. Molto tempo è passato da quando l’hai pubblicata e mi dispiace questo mio ritardo così imbarazzante. Ma tutto rientra nelle mie abitudini e, dopo una prima veloce lettura, la tua ff mi ha convinto a “farle un po’ compagnia”, lasciandole e lasciandoti delle osservazioni.
Sinceramente non è che io ami molto gli AU in genere ed il contesto in cui Sh è studente e John professore ma, ciò che hai scritto, ha vinto le mie resistenze e così eccomi qui.
Ritorno alle impressioni che ho ricevuto dalla prima lettura, quella in cui posso farmi subito un’idea di ciò che, poi, mi inviterà a qualche riflessione: mi trovo davanti ad una storia corposa, ben scritta, avvincente ed originale. Non c’è banalità o immagini trite e ritrite ma il racconto di un legame profondo, raro. Inoltre i fatti si svolgono su un tessuto di riferimenti IC che, pur trasportati in AU, mantengono intatta la loro magia. Un altro elemento, che contribuisce ad arricchire di uno spessore particolare ciò che succede, è costituito dai solidi riferimenti culturali che danno assoluta credibilità al delineare con precisione quel contesto scolastico particolare. Non è solo un legame tra professore ed alunno che potrebbe avere degli echi inquietanti di plagio ma è un flusso incessante di sapere che scorre in entrambe le direzioni e che rende più intrigante ciò che succede tra i due.
Infatti Sh non è certo un alunno ignorante o non consapevole di quello che sta rivelandosi tra lui ed il professor Watson, anzi, è protagonista, con quest’ultimo, di uno scoprire progressivo e meraviglioso di un qualcosa che sembra veramente destinato ed irrinunciabile.
Dicevo, quindi, dei riferimenti culturali grazie ai quali la tua storia fa presa anche per il qualcosa “in più” rispetto ad altri pezzi. Certo che non è necessario sempre uno sfondo enciclopedico per parlare d’amore, ma qui la mia amata Johnlock esprime, in più, un significato che supera la pura dimensione del sentimento e dell’attrazione reciproca.
Hai dato uno sguardo all’arte, alla chimica, addirittura pensando ad un legame tra i colori e gli elementi che li caratterizzano al di fuori del puro ambito visivo. E tu hai usato questi riferimenti per dare a John un linguaggio che andasse dritto nel cuore di Sh, comunicando con le stesse modalità di espressione da lui predilette, razionali e logiche. Magnifico.
Lo sfondo ideale dei loro gesti e del loro progressivo, ineluttabile avvicinarsi e scoprirsi necessari l’uno all’altro, è costituito dalle opere di quel genio incomparabile che fu, ed è, Van Gogh, con il suo linguaggio universale espresso con i colori che, in lui, vivono brillanti di una luce irripetibile rispetto ad altri Autori.
Ma, a proposito dei riferimenti culturali di cui parlavo sopra, non ci sono solamente quelli riguardanti la pittura e la chimica. Questi, infatti, appartengono alle modalità di cui si serve il cuore di John per comunicare quello che prova per Sh. Infatti hai pensato anche a qualcosa che attenesse al mondo di Holmes ed ecco la musica (“...il buon caro vecchio Wolfgang...)
Inoltre hai inserito anche quella che, forse, è la frase più citata di Lorenzo il Magnifico... Proprio un tessuto “di rinforzo” alla trama che arricchisce veramente ciò che racconti.
Altro elemento che caratterizza ulteriormente, dal punto di vista qualitativo, la tua storia sono i riferimenti IC. Questi riaffiorano qui e là, assolutamente coerenti con il contesto AU in cui ci si muove.
In prima battuta, si notano le connotazioni psicologiche e caratteriali dei protagonisti e dei personaggi di contorno che si presentano pienamente “canonici” relativamente alle Stagioni BBC.
Ovviamente mi riferisco a John, a Sh, ma non sfugge la figura di Anderson, quelle di Greg e di Mike, e la pennellata veloce con cui ci hai riportato Mycroft. Infatti, a proposito di quest’ultimo, perfettamente IC ed evocativi sono i particolari del suo perenne appoggiarsi all’ombrello, quel suo essere “vestito di tutto punto” e l’eleganza con cui ricambia il saluto di John.
A proposito di Donovan, poi, il “trasporto” in AU, l’ha trasformato in un professore, ma la negatività del personaggio c’è tutta, purtroppo, in tutto il suo essere falso, viscido ed ostile. A mio avviso non manca, inoltre, una buona dose d’invidia nel constatare che il professor Watson ha attirato l’attenzione del miglior studente della scuola. Con pochi tratti ne hai davvero reso un ritratto credibile e ben caratterizzato.
E poi ci sono Greg e Mike che compaiono qui con le loro particolarità che li rendono unici e, qui, perfettamente IC.
Infatti di Mike metti in risalto il suo carattere da “uomo per bene”, di Greg la sua umanità generosa ed accogliente.
Per quanto riguarda le tue caratterizzazioni di Sh e di John, le ho lasciate per ultime rispetto alle altre perché meritano tutta l’attenzione possibile. Infatti li hai fatti agire ed essere in un modo decisamente efficace rispetto a quelli che, ormai, almeno per me, sono la vera dimensione ed il vero significato della mitica Johnlock: in qualsiasi epoca, in qualsiasi Universo, lontano spazialmente e temporalmente dal 221b della BBC, Sh e John rimangono uno degli esempi più coinvolgenti e meravigliosi di un amore grande ed irripetibile. Come ho già scritto all’inizio di queste mie osservazioni, io non amo troppo il legame in cui loro due sono professore e studente, ma qui questo tipo di pairing diventa splendidamente accettabile, perché non c’è divario d’età o di ruolo sociale che tenga. In effetti l’uno ha qualcosa da donare all’altro e viceversa, su un piano assolutamente paritario di un sentimento profondo e segnato dalla ineluttabilità del destino. In qualsiasi mondo si trovino, Holmes e Watson sono sempre destinati ad attrarsi fatalmente ed indissolubilmente.
Dicevo di quello che l’uno dà all’altro. Sh è il genio, la bellezza, l’affetto mascherato ma profondo e ineguagliabile in quanto a fedeltà ed attaccamento. John è l’umanità che si tinge di mille sfumature diverse, anche contraddittorie, ma l’intensità di ciò che prova è travolgente, senza mezze misure.
Il loro trovarsi è sempre emozionante, come fosse la prima volta che la BBC ha ambientato nel laboratorio del Barts, con quel gioco magnifico di sguardi più eloquenti di mille discorsi.
Qui l’ambiente ed il contesto temporale sono diversi, ma la magia di ciò che accade in un loop emozionante, che si ripete nelle vostre storie, l’hai saputa rendere con la medesima intensità (“...Mi volto in tempo...”) di quanto visto nell’ormai mitica ASIP. Qui, da te, la “scintilla” di una comunicazione diversa da quella limitata allo scambio studente-professore, secondo me, è nel sentirsi decisamente diversi entrambi dalla banalità di una persona come Donovan, tipologia umana sicuramente opposta alle loro.
Dal punto di vista tecnico, molto ben riuscito è l’uso che fai della prima persona, servendoti del POV di John. Questa scelta non è assolutamente, a mio avviso, più semplice rispetto a quella relativa a Sh perché il personaggio di Watson è solo apparentemente più lineare rispetto ad Holmes. Infatti la sua è una personalità piena di luce ma anche con zone d’ombra a volte decisamente inquietanti, come quella che l’ha portato, in TLD, al pestaggio brutale di Sh nell’obitorio dell’ospedale di Culverton Smith. Dunque, una scelta non facile la tua, per questo ti faccio i miei complimenti anche perché l’esito è decisamente positivo ed accattivante: riusciamo a percepire nettamente ciò che gli passa per la mente e per il cuore, come affacciati ad un palco riservato da cui si può vivere ciò che accade sul palcoscenico.
Mi sono piaciuti anche i riferimenti al contesto familiare di John in cui metti in risalto maggiormente, rispetto a quanto visto nelle Stagioni BBC, il conflitto sulla propria identità sessuale che si agitano sotto traccia ed influiscono sui suoi comportamenti, resi inquieti da paure e
pregiudizi. Su questo aspetto mi trovi perfettamente d’accordo, basti pensare all’insistenza di quel “I’m not gay” dietro cui vengono, secondo me, mascherati insicurezze e disorientamento.
Tra i riferimenti IC che mi hanno colpito di più quel “...Come portatore di luce lei è imbattibile, lo sa?..” che ho trovato veramente travolgente. Ma il momento in cui hai espresso, a mio avviso, tutta l’emozione ed il vero volto di ciò che lega Sh e John, è quello in cui, attraverso i colori ed il linguaggio della pittura Watson fissa per sempre, sulla tela, ciò che loro due esprimono, diventando un’unica, magnifica entità. È un passaggio narrativo che, personalmente, ritengo importante perché è sempre travolgente quando Sh fa parlare il suo cuore attraverso il violino ma, lasciare che la passione che lo travolge, evochi dei colori su una tela, è un’idea narrativa davvero emozionante ed originale. Ed il particolare non trascurabile è che si affida completamente a John per far sì che tutto ciò che prova venga liberato.
Questa bellissima storia si chiude con Baker Street, “casa”, che li accoglie come coppia sposata. Molto suggestiva, a questo proposito, l’immagine del raggio di sole che rivela l’esistenza della fede al dito di Watson: mi piacciono davvero questi modi per raccontare degli sviluppi importanti, come il matrimonio tra i protagonisti, senza scadere nella banalità di un mero resoconto di fatti.
Concludo facendoti i miei complimenti per questo splendido pezzo.

Recensore Master
03/10/19, ore 14:28

Questa non te l’aspettavi, eh? E invece, surprise surprise, a più di un anno da quando ho letto questa storia… arrivo a recensirla. Perché dopo tutti i nostri discorsi non potevo non farlo.
Come sai, è la primissima storia che ho letto sul fandom e ne sono totalmente innamorata. Ricollego a lei tutta l’emozione provata nell’entrare in questo fandom, visto che ero sempre stata sulle mie riguardo a Sherlock.
Poi, oh, la vera domanda è questa: come si fa a non amarla? Perfino la prima persona, che a me spesso crea problemi, mi è piaciuta tantissimo. Perché non forza nulla della psiche di John, è come se tutto fluisse in modo naturale.
Oh mamma, ci sono talmente tante cose da dire che non so da dove cominciare. Vado in ordine seguendo qualche appuntino che mi son segnata rileggendo la storia (e che bello, rileggerla!).
Ho amato come il discorso sull’arte sia stato “sfruttato” per un discorso più universale, che ha finito per coinvolgermi ancora di più nella storia. In più, a quel “imperfettamente perfetti” qualcosa è scattato nella mia mente, qualcosa che centra con alcuni dei nostri discorsi che ben sai. È stupendo, no? Risultare perfetti proprio per le nostre imperfezioni: credo anche che sia ciò che Sherlock e John trovano l’uno nell’altro. Perché nessuno saprebbe guardare John con gli occhi di Sherlock e viceversa. Per questo, poi, ho trovato così adatta anche la frase “l’arte è ovunque se si impara ad osservare e ascoltare”: è come in amore. Ciò che Sherlock e John hanno trovato l’uno nell’altro, imparando a osservar(si) e ascoltar(si).
Altra cosa bellissima è il modo che ha John di prendersi cura di Sherlock: in quanto professore ha uno sguardo “privilegiato” perché al di sopra delle dinamiche della classe. Eppure non è un prof come gli altri, perché ai suoi studenti ci sta attento, cerca di vedere la persona che c’è dietro oltre all’identità di alunno. John è attento alle relazioni di Sherlock perché vuole che non lui non sia escluso: vuole che tutti lo vedano speciale come lo vede lui. Non forza un legame tra lui e gli altri, ma crea le condizioni perché ciò avvenga. Da qui l’idea del laboratorio di chimica, dove sa che Sherlock può essere valorizzato. È una cosa troppo bella: un’attenzione sottile e discreta, come lo è John.
“Come da certi legami possano nascere sfumature inaspettate”. C’è della premonizione, in questa frase? No perché tu hai appena scritto una fic intitolata “sfumature”. Con la johnlock è così: tutto si collega perché è destino che loro si amino, sempre e comunque. E a parte la premonizione, anche questo è un concetto stupendo nato per l’arte ma che in realtà va ben oltre. Riguarda ciò che c’è tra loro: due persone così diverse, per certi versi emarginati (anche John che dice che non si aspetta visite da nessuno…), che però si trovano e danno vita a qualcosa di unico e stupendo. Loro sono arte, e questo naturalmente avrà il suo culmine nella scena della tela (sappilo, io la chiamo così), dove loro diventano letteralmente arte.
Fin dall’inizio del loro rapporto si capisce come ciascuno dei due sia disposto ad abbassare le proprie difese con l’alto. Sherlock che gli dice che ha bisogno di lui per la tesi mi ha ricordato Sherlock in TBB che ammette di aver bisogno del parere di un esperto. Ma con quanta riluttanza lo fa, in quel caso? Qui, invece, lo confessa quasi senza problemi – “John, ho bisogno di te.”
E anche John mostra una gratuità pazzesca, degna del suo animo generoso: anche se si sente attratto da lui, è disposto a soffocare tutto, a stargli vicino solo come prof, purché possa aiutarlo ed essergli utile in qualche modo. Senza rinunciare, allo stesso tempo, a fargli capire che per lui è speciale; forse proprio perché ha capito che in questo ambito per Sherlock nulla è scontato. Lui non dà per scontato di essere bellissimo, né che la sua intelligenza possa risultare interessante… eppure John sente tutte queste cose, sa che ci sono e non può non rimanerne abbagliato, e quindi dirglielo. Forse vorrebbe anche che Sherlock si guardasse con gli occhi con cui lo vede lui.
Per due volte John ci dice che il proprio studio, in università, gli sembra più vuoto quando Sherlock non c’è. Anche al museo (ho amato il momento in cui si è messo a parlare col quadro), John sente che è Sherlock a dare vita ai dipinti. Insomma, mi sembra troppo una premonizione della fic che avresti deciso di scrivere per quest’ultimo evento: vedere il mondo in grigio finché non si incontra il proprio amore. Ecco, qui, in modo molto più realistico e vero, è ciò che succede a John. E io mi rendo conto che è davvero così, che accade.
Ho amato, profondamente amato, quel paragrafo su Sherlock che è tutto e il contrario di tutto: perché dalle descrizioni di John capiamo che siamo entrati nel campo dell’intimità, della quotidianità. Sa che Sherlock può essere pigro, ma anche goloso, ma anche… un sacco di cose. Cose che forse parrebbero difetti (anche se in realtà non lo sono), ma il fatto che Sherlock gli permetta di vedere tutto questo è segno di come abbia abbassato ogni muro con lui. Vuole essere conosciuto per tutto ciò che è. Ed è su questo che si costruisce la relazione.
E a proposito di quotidianità, mi ha fatto sorridere il particolare del violino, cioè che Sherlock lo abbia dimenticato prima a casa di John, poi nel suo ufficio. Non posso non pensare che l’abbia fatto di proposito: sia per lasciargli qualcosa di sé, sia per dirgli “io sono qui, non vado da nessuna parte.” Cosa che poi verrà riconfermata più avanti, quando John ammette di avere la casa sempre più piena di cose di Sherlock.
Il racconto di John sul proprio passato mi ha colpito per tanti aspetti, ma più di tutto, ancora una volta, a predominare è il modo che ha John di raccontare: offre la verità senza fronzoli, senza inutili drammaticità. Racconta la propria verità non per essere compatito ma per amore della verità stessa. Non so, mi ha lasciata spiazzata (assolutamente in positivo, naturalmente). Ci vuole tanta forza per fare una cosa del genere, e John ce l’ha.
Il tuo John non teme di rischiare con Sherlock: mi piace perché ha una consapevolezza che gli fa capire che non può perdere un istante con lui. Come se avesse ben in testa che la vita è troppo breve, troppo importante, per perdersi nei rimpianti. Certo, è una persona responsabile e finché è suo prof non può fare nulla con lui. Ma questo non gli impedisce di fargli capire quanto tenga a lui: ha bisogno che Sherlock lo sappia.
La scena del bacio, forse anche per questo, è meravigliosa. E mi ha fatto capire una delle cose che trovo più affascinanti e belle in questa storia: che le cose sembrano possibili. Siamo (o per lo meno io) talmente abituati a leggere angst e difficoltà e ostacoli… forse perché ce ne sentiamo circondati nella vita reale. Ma qui, dalle tue parole, emerge un sentimento confortante. Ci si può amare, si può fare.
Da questo momento in poi è tutto un climax senza stop. Un’ascesa costante all’amore e alla gioia più totali.
Mi sono commossa da quanto è luminoso il tuo racconto. Nella semplicità delle parole di John, e nella facilità con cui ammette tutto, la sua voce ti arriva dritta al cuore, riempiendolo proprio di qualcosa che definirei conforto. Tutto fluisce in modo naturale, tutto va come deve andare.
E poi… c’è bisogno che lo dica? La scena sulla tela è spettacolare. Me ne sono innamorata fin dalla prima volta in cui l’ho letta. Ricordo ancora che quando ci siamo incontrate per la prima volta, qualcuno l’ha nominata, tu hai detto di essere l’autrice e io ti ho puntato il dito addosso al grido di “oddio ma l’ho letta!!”. A parte l’infarto che ti ho fatto prendere, è per dirti che per me era tutto nuovo: l’idea di incontrare altre autrici e soprattutto il ruolo che ha avuto la tua storia in tutto quello.
Ti sono profondamente grata.
Questa storia è meravigliosa, non c’è altro modo di definirla, e tu sei spettacolare.
Un abbraccio grande,
izu

Recensore Master
24/07/19, ore 17:35

Uuuhhh! Quanti film mentali mi sono fatta con questa! AHAHAHAHAH Non ti posso dire cosa immaginavo, ma mi conosci, quindi puoi arrivarci da sola. LOL
Le ambientazioni AU non sono il mio genere, ma visto che non ho mai visto la serie e continuo a editarti le storie, per me è come leggere tutte AU, quindi non ha molta importanza dove siano ambientate. AHAHAHAH

Recensore Master
14/10/18, ore 10:04

Ciao, allora, come ti avevo preannunciato nella precedente recensione, avevo già letto anche questa storia per la quale, però, ho preferito avere più tempo da dedicare perché ho diverse cose da dire. Faccio una brevissima premessa: non ripeterò il discorso sullo stile perché sarebbe identico a quello che ti ho fatto per l'altra storia, qui vale lo stesso discorso (che era infatti generico e non focalizzato su una fic nello specifico). Eviterò però di ripetermi perché non avrebbe senso ribadire le stesse identiche cose.

Il primo punto che vorrei analizzare riguarda proprio l'arte, che si può dire sia l'indiscussa protagonista. Prima però una considerazione: nelle note autore hai detto che lavori a questa storia da tanto tempo e posso dire che lo si vede. E già soltanto per come hai usato l'arte, sia in modo creativo che raccontandocela attraverso le parole di John. Hai fatto un immenso lavoro, non solo immaginandoti John che dipinge, ma anche parlandoci di storia dell'arte in una maniera precisa e molto accurata, come avrebbe fatto davvero un professore, ci hai parlato di tecnica del colore, di dettagli pratici e non solamente teorici. Il lavoro enorme che hai fatto lo si vede perfettamente. Io non so che studi tu abbia fatto, ma se non hai studiato arte e questa è tutta conoscenza assimilata (anche) per questa storia, allora i miei complimenti sono doppi. L'arte in questa storia non è soltanto un qualcosa che viene citato, diventa parte integrante della trama. John fa il professore di arte in una prestigiosa università, Sherlock frequenta un suo corso (ma su questo mi soffermerò poi). John dipinge e la insegna, ma non solo, insegna a Sherlock come fare. Diciamo che è un qualcosa più di viscerale, che di semplicemente citato. L'hai resa parte integrante della vita di John, il che influisce sulla caratterizzazione, sulla sua storia... Insomma, le hai dato una parte importante e questo non è usuale nelle fanfiction che trattano l'argomento (che di solito sono più legate al disegno pratico). Ecco, per certi versi, John mi ricorda il personaggio di Katherine in Mona Lisa Smile (che tra l'altro di cognome fa Watson, guarda i casi delle volte). Non so se ti sei ispirata a lei per il John professore, ma ci ho visto alcuni tratti in comune, anche se poi il film parla di tutt'altro rispetto a questa storia.

Il secondo punto sono proprio i personaggi. Dunque, siamo in un universo alternativo e ci sono per forza di cose delle differenze. La prima è il gap di età. Non è chiarissimo quanta differenza ci sia, ma è John stesso a far presente a Sherlock che una differenza esiste. Sherlock ha vent'anni, John si presume che ne abbia almeno trentacinque o giù di lì. Di solito mi dà un po' fastidio la differenza di età, ma qui non pesa per niente. Sherlock è in carattere in tutto e per tutto, un ragazzo giovane ma già molto maturo e che sa ciò che vuole molto più di quanto non lo sappia John (almeno secondo me). E poi la differenza di età è una caratteristica delle studente/professore. E in genere nemmeno quelle mi piacciono troppo, ma qui non pesa per niente. La storia ha un proprio perché, la trama è tendenzialmente molto semplice ovvero John si innamora del proprio studente, il quale deve laurearsi e così il professore non può lasciarsi andare perché altrimenti passerebbero entrambi dei guai. Quindi in fatto di trama non ci sono innovazioni particolari. Direi che la bellezza della tua storia sta tutta nella caratterizzazione dei personaggi. Iniziando da John, beh, lui è quello che arriva di più al lettore, perché il punto di vista è il suo. John è un uomo tendenzialmente molto solo, somiglia molto all'uomo che si vede all'inizio di A study in pink. La differenza sostanziale è che qui fa un lavoro che ama e che gli piace moltissimo, i suoi studenti lo amano a loro volta ed è tendenzialmente felice di aver scelto la carriera universitaria. Ma l'eco di ciò che è stato pesa e non se n'è mai andato. E come se non bastasse ci sono delle altre aggravanti. Insomma John non vuole fare il medico e già su questo ci sarebbe da riflettere, anzi dopo la guerra ha scelto un lavoro completamente diverso, facendo il professore. Ma non è tutto qua, è completamente staccato dalla propria famiglia, suo padre e sua madre l'hanno cacciato già molti anni prima e non lo vogliono più vedere. Questa è una parte importantissima della tua trama, che è radicalmente differente rispetto alla serie. Lì intuiamo che gli è rimasta soltanto Harry con la quale non ha rapporti, ma qui invece ha rotto i ponti per ben altre ragioni. Nel caso della famiglia, ho trovato molto da lui il voler difendere la sorella dicendo di apprezzare la compagnia maschile quando all'epoca, razionalmente, non pensava nemmeno fosse verso. Quella frase forse l'ha detta più con l'istinto che non con il cervello, e che ho trovato molto da John. Insomma, non ha avuto una vita facile e lo si percepisce benissimo quando Sherlock parte per le vacanze di Natale e lui si ritrova da solo e capisce di essere per davvero senza nessuno. Fa di tutto per far credere che tutto quello non gli pesa (e parlo degli amici, ma anche di Sherlock) ma la realtà noi lettori la sappiamo ben diversa. A John pesa eccome, soprattutto pesa mostrare tutto questo a Sherlock. Che forse l'ha capito da solo, ma John a questo non pensa. Insomma, hai delineato un buon personaggio che viene fuori dalla scrittura, che non mi piace con questo narratore ma che comunque apprezzo, e dalla sua storia, dal suo rapporto con l'arte, da quello che costruisce con Sherlock. La caratterizzazione è sfaccettata e complessa, costruita da zero e raccontata senza tralasciare nulla come una qualsiasi storia (specie se AU) dovrebbe fare. Dall'altra parte invece c'è Sherlock. Di lui ho apprezzato tantissimo la parte finale, quando spiega a John che lo aveva già scelto prima che si incontrassero ufficialmente. John resta insicuro fino alla fine, crede di non essere abbastanza e non capisce cosa ci trovi in lui. Ma Sherlock persiste nel fargli capire non solo che lo ama, ma che lo ha scelto. Ho trovato fantastica l'idea che abbia aspettato l'ultimo anno prima di iscriversi al suo corso. La coscienza che, a soli vent'anni, Sherlock ha di sé è pazzesca. Sherlock non voleva far innamorare John di sé troppo presto. Perché sapeva di non essere lui per primo ancora pronto e perché i tempi non erano maturi. Era meglio aspettare la fine del suo percorso universitario. Credo che Sherlock fosse innamorato di lui da molto tempo, ma questo non è del tutto chiaro. Lo si intuisce da certi discorsi che fa, come dalla fretta che mostra quando lo bacia a casa sua. Insomma, mi piace questo Sherlock giovane ma consapevole. Molto timido, ma allo stesso tempo deciso. Anche qui ama la musica, suona il violino e inizia ad apprezzare anche l'arte (anche se non ci capisce niente!). Arriva di meno, ovviamente, perché non abbiamo il suo punto di vista e tutto è filtrato attraverso il modo in cui lo vede John. Ma è comunque un ottimo lavoro.

L'innamoramento arriva come un maremoto e sconvolge John in tutto, il quale addirittura arriva a non rendersi conto di mettere in pericolo lui e se stesso. Le parole del professor Donovan (il quale ha capito più di quanto non dica espressamente) sono come una secchiata d'acqua gelida e, giustamente, lo sconvolge. Ma non tanto per la minaccia in sé, quanto per il timore che il proprio innamoramento si veda dall'esterno. Sappiamo che John è un uomo limpido dal punto di vista sentimentale. Che non nasconde gioia e dolore, li tiene per sé e ci rimugina forse troppo, ma se ci sono e se un amore lo rende felice, non lo nasconde. Anzi, lo mostra e gli si vede su tutto il viso. Credo che lì avesse paura di far vedere troppo la sua cotta per uno studente. Da quel momento in avanti cambia tutto. Sapeva già prima di doversi trattenere, ma a quel punto la sua diventa una determinazione più forte. E per assurdo è proprio allora che succede qualcosa. Mi è piaciuto il loro voler aspettare e il riuscire a farlo, incredibilmente. E la scena in cui si baciano e John gli dice che dovranno farselo bastare è stata bellissima. Ma non mi è piaciuta quanto quella in cui John insegna Sherlock a dipingere. Lì ci sarebbe stata anche una bella scena erotica, perché in effetti c'era molta sensualità e molta tensione sessuale tra i due. E te lo dico da persona che non ama il rating rosso. Di certo era molto sentita e mi è piaciuta più di tutto quanto il resto.

Insomma, la lettura è stata molto piacevole e la storia mi è piaciuta molto. Contando anche che io non amo questo modo di narrare, come già ti ho detto nell'altra recensione. Sono contenta di averla letta.
Koa

Nuovo recensore
29/06/18, ore 19:56

è assolutamente una delle storie migliori che io abbia mai letto. Molto emozionante e coinvolgente; hai saputo catturare la mia attenzione ogni riga di più, dalle frasi ben costruite e talvolta illuminanti (una me la sono perfino appuntata su un post-it) alle scene piene di pathos. Davvero una storia ben scritta, con una trama impeccabile (poi io sono una fan delle storie d'amore professore-studente). Ho apprezzato anche i salti temporali, molto pensati e posizionati nei momenti più opportuni. Mi hai fatto davvero emozionare: ci sono stati punti in cui ero lì a pensare "No John non farlo", oppure momenti di pura ansia come quando Sherlock si è presentato da lui a Natale xD. Ti ringrazio davvero di averla scritta. Grazie Grazie Grazie

Recensore Veterano
07/06/18, ore 21:21

Ciao Elenina mia <3 da dove comincio?? Dalle lacrime di commozione per la scelta del mio prompt? Da quella per la dedica personale?? ( Nessuno hai mai scritto un chezz per me Salloh) O forse potrei innondare la tastiera di lacrime per la bellezza di questa storia?? Non lo so… Boh, nel dubbio piango T_T! Allora scherzi a parte grazie, grazie di cuore, sei stata un tesoro solo per averlo pesato! La cura con cui hai sviluppato l’intera trama, la precisione dei dettagli artistici mi commuove pure quella ( smettila di piangere cazzo non è una veglia funebre Chia!! Si ma sighhhhh la gioia) Vabbè… John professore e Sherlock studente è già di per sé una bomba alle ovaie e si sa…. Ma la tua gestione della crescita del loro rapporto è di una bellezza infinita, il fatto che tu abbia reso Jawn professore dopo essere stato ferito è un’idea fighissima a cui non avrei mai pensato le sue riflessioni sulla guerra sono delicate e toccanti, amo. Le sue lezioni??? No dico… no dico ne vogliamo parlare??? Perfette anche quelle!! Altro che la mia prof di arte Suor Stefania tacci sua ^^! Qui però la menzione speciale va a te… perché ok la figaggine di John ma quelle lezioni le hai progettate tu quindi, Elenì for professor now!!!!
Poi ummmm parliamo del professor Donovan? No… meglio non parlarne… sai che fine ho fatto fare alla sua Sally nella mia punk e questo basta per capire cosa io pensi di tutta la sua dinastia.
Ho amato Sherly sulla poltrona mentre Watson dipinge e lo scambio di messaggi al rientro a casa, patatiiiii!!!
E mamma mia il libro sui veleni?? No vabbè escilo o se non esiste scrivilo cazzarola sarebbe uno spettacolo!!!
Il primo bacio?? No vabbè le lacrime ( aridaje)… no words giuro.
Poi vediamo… sul punkettone ripulito sono morta. MORTA!!!!! ( Greg ti amo… così)
La bellezza di Sherly illuminato dal sole?? I fiori nella pittura??? Se saltassimo la cena e andassimo a casa??? Vuoi che muoro? NO DICO sei seria???? La bellezza di quel pezzo <3 !!!
Sherly geloso di Greg è il massimo… dove l’hai pescata^^?? Una John Strade ummmm non stimolarmi troppo che poi il mio cervello parte per la tangente e addio ninì!!!
Lo rciopone al cuore quando lo fa suonare?? Mamma che roba romantica, persino il mio cuore avvizzito cederebbe dietro una cosa del genere!
E concludiamo con l’opera d’arte… l’opera d’arte red orange o quel che l’è… tu sai come farmi morire di crepacuore, non è una novità, le tue gif mandate a tradimento ne sono una prova schiacciante ma questa… jesus questa idea è stata diabolica.
Ok, è uscita una recensione quasi in elense… bene, mi sto avvicinando alla maestra.
Bacio le mani signora XDXDXDX!
Cavolate a parte grazie di cuore tesoro.
E’ bellissima e me la rileggerò più volte per beccare tutti i dettagli che mi perdo con la foga.
Ah… me la sono mandata sul kindle ti dico solo questo.
Ti voglio tanto bene <3
(Recensione modificata il 07/06/2018 - 09:22 pm)

Recensore Veterano
07/06/18, ore 21:15

Questa storia è magnifica, davvero, motivo per cui l'ho subito messa tra le preferite. Ha tanto di quel sentimento...
Mi piacciono molto le teacherlock, non che se ne trovino tantissime, ma non è solo questo, è l'impegno, la passione che ci hai messo e che trapela tutta. Sono i sentimenti e le emozioni che mi sono arrivati forti, più di tutto il resto, questo amore così grande, immenso. Non posso poi che apprezzare tutti i riferimenti colti che hai fatto, non so se l'arte è il tuo campo o una passione, in ogni caso è un piacere leggere una storia del genere. Sono felice che tu non abbia dato troppo spazio a personaggi come Donovan, questa era la loro storia, di John e Sherlock, e di nessun altro. È una storia meravigliosa e io non posso che farti i miei complimenti!! Ah e vederli sposati mi ha riempito il cuore di gioia, adoro il fatto che tu ci abbia parlato anche un po' della loro vita insieme. Alla prossima!

Recensore Master
06/06/18, ore 00:06

Ciao :)
Per prima cosa: adoro questa storia! *-*
L'hai scritta molto bene, senza accellerare i tempi, nonstante fosse una oneshot.
Ho apprezzato il fatto che hai cominciato mesi prima della narrazione, facendoli conoscere e poi successivamente, innamorare.
Parlando per la struttura della storia: mi è piaciuta. Nessun errore di grammatica (solo per questo ti do 10), i punti e le virgole erano alloro posto e la scrittura era scorrevole e non pesante :)
Parlando della trama: personaggi perfettamente IC,mi è piaciuta l'ide aid un John ferito che si mette a fare il professore di arte, non lo avevo mai pensato in questa veste. Oxford sarebbe perfetta per Sherlock, un genio mal capito e denigrato.
Cosa poteva unirli? L'anatomia, ovviamente :)
Davvero un'idea originale; complimenti! Di solito non leggo le AU, però questa mi ha incuriosito subito.
Potevi anche non mettere il rating rosso, ma giallo o al massimo arancione ;)
Ho apprezzato il rigo lasciato in bianco tra una frase e l'altra, data un'aria di leggerezza della storia stessa.
Dopo il papiro che ho scritto ti saluto, facendoti ancora i complimenti, sperando di leggere altre tue storie in questo fandom :) a presto :)

Recensore Veterano
04/06/18, ore 02:27

Wow è semplicemente meravigliosa😍. Lo sai che ti adoro vero?? Per portare sempre un po' di meraviglioso fluff nella mia vita❤️. Non ti ringrazierò mai abbastanza per quello❤️❤️. passiamo una vita a cercare di essere come gli altri quando non ci accorgiamo quanto gli altri vorrebbero essere come noi. Questa frase è Bellissima, faccio ancora tantissima fatica a credere nella seconda parte per quanto riguarda me ma l'ho adorata. Mi sento un po' come John che ha allungato il tragitto verso casa perché sapeva di dover trovare qualcosa di importante prima di tornare a casa per cui davvero grazie ❤️ . È come se niente possa essere tanto brutto se quegli occhi guardano i miei. Quanto è preziosa questa sensazione? Quando gli occhi della persona che ami ti guardano ricambiando lo stesso amore? Ok in questo punto non si sono ancora dichiarati ma è così evidente nei loro modi, nei loro gesti, quell'amore è già presente e non potrà fare altro che crescere e diventare sempre più forte e meraviglioso. E poi Sherlock che vede dipingere John, John che porta a casa sua il violino di Sherlock ed è ovvio che il motivo sia per sentirlo vicino❤️ E Sherlock che bacia John, e lui che non lo respinge ma subito non risponde, l'uscita tra la neve di Sherlock, il suo riportarlo indietro e dirgli che gli piace, lo adora ma non possono finché saranno professore e studente. E quel bacio a rassicurarlo che non vorrebbe fare altro se non baciarlo ma dovranno essere pazienti e quella promessa che sarà lì ad aspettarlo quando finirà gli studi ed allora niente potrà mettersi tra loro❤️❤️❤️❤️ Ti adoro l'ho già scritto?? Mi piace molto anche il rapporto tra John Mike e Greg, sono sempre belle le amicizie vere che si mantengono forti negli anni❤️ Poi Sherlock si laurea ed appena finita la festa di famiglia va a riprendersi quello che gli è stato promesso, un bacio e l'amore libero finalmente ed incondizionato di John 😍. Adoro questo battibeccare su chi dei due sia più fortunato ad avere l'altro nella propria vita e adoro Sherlock che rassicura John dicendo che mai nulla cambierà l'amore che prova per lui e niente gli impedirà di tenerlo sempre stretto a sé. E Sherlock che aiuta John a suonare e John che aiuta Sherlock a dipingere❤️❤️ sono due scene piene d'amore e di fiducia nell'altro ma anche molto molto sensuali ( quando hanno iniziato a dipingere mi è un po' tornata in mente la scena del vaso di Ghost ❤️). E adoro quella cosa che scrivi che è un'opera d'arte perché l'anno fatta insieme❤️❤️. Grazie infinite anche per averli resi una coppia sposata che mi fa sempre tantissimo piacere e per questa frase con cui hai concluso la tua storia che ha davvero chiuso il cerchio Quel cartone telato pieno di sfumature meravigliose e uniche ci osserva, ricordandoci in ogni istante che fino a che siamo insieme nulla ci è impossibile. Complimenti anche per tutta la ricerca sui quadri, i colori, il come percepire l'arte cosa su cui sono davvero d'accordo. Quelle che personalmente riconosciamo come opere d'arte sono quelle che attraverso il nostro vedere e sentire dato dal nostro vissuto le rendono davvero tali. E complimenti anche per la connessione tra arte e chimica resa ancora più perfetta dal regalo di John per Sherlock. Che dirti, scrivi più spesso perché io adoro leggere questi capolavori ❤️ A presto Pri Scusa per essermi dilungata così tanto 😘

Nuovo recensore
03/06/18, ore 00:10

Ciao! Sono la ragazza de “la scienza della deduzione”.
Allora io sono così IN TILT che probabilmente scriverò un commento di merda ma tu non ci pensare perché IO HO ADORATO TUTTO!!! Cioè davvero, la maestrìa con cui hai descritto il tutto, sia le scene che le materie, sia la descrizione delle opere e della vita di Van gogh attraverso i suoi quadri (mi ha ricordato una lezione che fece il mio prof d’arte di cui ero follemente innamorata!!!!) ahahah e dunque niente, mi sono commossa a ogni cazzo di paragrafo. Cioè, tu sei pazza! La delicatezza della loro passionalità, la felicità con cui si conclude, il fatto che vivano una vita serena e che si siano trovati. Il quotidiano, il casalingo, il natale e GREG E MIKE come migliori amici! E l’università, il rapporto che si crea piano e dolce, dall’impossibile al Reale in un excursus che mi ha fatto vibrare! Hai ragione, il collage che ho fatto rispecchia davvero questa fan fiction e mi piace pensare che ci sia una connessione tra tutti noi fan che vediamo nell’eros la Splendida concezione dell’arte, quindi del bello e dunque del divino! Io davvero credo che questa sia la FF più bella mia letta da quando conosco Sherlock, e non è affatto un offesa nei confronti delle meravigliose persone che scrivono qui sopra, è che semplicemente ho rivisto tantissimo me nel personaggio di John e questo mi ha fatto sentire meno sola. Elena io ti ringrazio dal profondo del cuore, io credo davvero che per scrivere una cosa del genere bisogna essere delle persone spettacolari e anche se non ti conosco io sono più che certa che tu lo sia.
E per concludere, grazie per Miles Davis, cioè...basta. Vado ad urlare in un angolo fino a domani mattina!

Grazie! Grazie! Grazie!