E così è finita, gli ultimi atti di una storia che ho apprezzato tantissimo.
Mi è piaciuto il genere d'epilogo che hai scelto di dargli: tutto alla fine si è ricongiunto, tutto sembra aver riottenuto una stabilità nuova, vero, ma pur sempre ferrea. Lo trovo più che giusto: ci hai sin dalle prime righe avvertirti, c'era una profezia in circolo, la quale avrebbe dovuto trovare la sua conclusione con il finale della storia.
Una storia che, personalmente, ho amato leggere: l'ho divorata, nei limiti temporali che mi sono stati permessi e, nonostante la lunga pausa, mi è rimasta impressa come un'ustione. Non è un caso che, ritornando sulla piattaforma, abbia deciso di ricominciare proprio da qui, da questo trampolino di lancio verso il cielo.
Ho letto con moltissimo piacere della parabola di Orion, un alieno diverso - particolare controsenso - ma uguale all'uomo. E' qui che si cela la diversità del personaggio stesso: nella la sua essenza contraddittoria. Orion è la bellezza di un ossimoro, potremmo dire. E' un alieno diverso, il che vale a dire un uomo. E' un ragionamento che, se applicato al prossimo di cui ogni giorno ci circondiamo, aiuterebbe l'umanità ad essere più misericordiosa nei confronti dei suoi simili.
Dove inizia la normalità e dove invece finisce? Cos'è la diversità, se non un'altra normalità, talvolta impossibile da definire diversa da quella a cui siamo abituati? Mi è piaciuto leggere questo nella tua storia, non solo soffermarmi alla trama che di per sé mi ha affascinato non poco.
L'espediente del calcio, in questo caso, è il nucleo che costituisce l'unione tra alieno e terrestre, ciò che rappresenterà d'ora in avanti - tramite l'incoronazione di un hiloniano-terrestre - l'anello di congiunzione tra Hilon e Terra. A questo, si aggiunge poi il sentimento d'amore che ha animato la storia sin dalle prime righe. L'amore degli hiloniani per Hilon, quello di Orion per la giustizia e il regno, quello dei ragazzi reciproco e per le loro individuali passioni (il calcio, la
musica, la ricerca degli alieni...), quello di Ireon per il figlio... e via discutendo.
Insoma, la storia vuole essere un monito: non esiste diversità per chi sa amare e condividere.
L'epilogo non è stato drammatico: ne sono felice. Ireon alla fine non era stato giustiziato, come avevo creduto. Non mi sarei aspettato di rivedere anche l'unicorno di Orion, ma sono felice della sua apparizione. L'ordine è stato ristabilito: mi è piaciuta tantissimo la cerimonia d'incoronazione di Orion, con la procedura di scalata di quei dieci gradini, simbolo della divisione geopolitica di Hilon. Orion sarà un sovrano giusto, non solo perché il fato lo ha designato quale vincitore, ma soprattutto perché lui è in grado di amare. Lo ha dimostrato ancora una volta, cedendo il suo potere al popolo: segno profondo della devozione e dell'ammirazione che nutre per le sue genti. Che ha salvato anche per merito di Melissa: poetico il gesto della ragazza nel salvare la vita al suo Orion, sfruttando le capacità che lui stesso le aveva insegnato. Si tratta di un circolo che si richiude nel migliore dei modi e che, ancora una volta, dimostra come non c'è battaglia che tenga contro l'amore. Kipsoron o Skorpion, come lo si voglia chiamare, lo ha appreso a sue tristi spese. Mi domando che ne sarebbe stato di lui se solo avesse mostrato un po' d'amore nei confronti di sé stesso o del suo popolo.
E così finisce la storia: un saluto ai compagni, un altro più importante a Melissa, nell'augurio e nella speranza che le parole di Orion si avverino e che i due possano tornare insieme. Un arrivederci struggente, che mi ha fatto pensare al futuro: potranno mai davvero rivedersi? Orion potrà mai lasciare Hilon e ritornare sulla Terra o si tratta di un'utopia? Romantico al massimo poi il desiderio di guardare la notte la luna, ciascuno la propria, così da emulare un incontro di sguardi. Il tutto ha un non so che di Shakespeare. Sono sicuro che la luna, ancora una volta, custodirà i due amanti e il suo protetto Orion come ha sempre fatto, sin dall'infanzia.
Davvero complimenti, mia cara Cristina: la storia è conclusa, ma io non sono mai sazio di ciò che leggo. E come quando fu di Cuore di ghiaccio, anche questa volta continuerò a divorare le tue storie. So che mi aspetta un'altra long, e tu puoi già sapere che non tarderò ad approdare anche di là. Per il momento io ho finito, qui.
Gli alieni forse esistono, forse no, nessuno potrà mai saperlo... almeno nel presente che viviamo. Ci si attende da un giorno all'altro di venire a conoscenza dell'esistenza di forme di vita sviluppate fuori dal nostro pianeta. Un'ipotesi, a mia personale opinione, infondata. Siamo lungi dall'essere vicini alla risposta che dagli albori tormenta l'umanità: siamo soli nell'universo? Esistono forme di vita simili a noi?
Giordano Bruno asseriva che, ipotizzando che la moltitudine di stelle siano moltitudini di soli, perché mai non dovrebbe esistere un altro centro solare col suo personale sistema uguale al nostro? Ad oggi, nessuno può crederlo: l'universo è fin troppo grande per poter essere certi persino delle sue dimensioni. La vita esiste, e non è una prerogativa umana, questo è tutto quello che si può immaginare. Ma di chi ne sia in possesso oltre noi esseri viventi... questo sfugge ad ogni comunità scientifica. Aspetteremo, per millenni ancora, forse, ma l'umanità non smetterà mai di interrogarsi sull'argomento.
Finché avrà vita, cercherà sempre degli inaspettati e vertiginosi messaggi dal cielo...
Sempre complimenti, mia cara. Mi auguro di essere da te presto, per cominciare una nuova avventura: nel mentre, vediamo se potrò fare qualcosa per allestire il ritorno di Bartimore e compagnia bella su efp. Un abbraccio,
Makil_ (Recensione modificata il 23/06/2019 - 03:12 pm) |