Recensioni per
La ballata di Heer Halewijn
di yonoi

Questa storia ha ottenuto 36 recensioni.
Positive : 36
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
03/08/18, ore 06:50

Finalmente sappiamo qualcosa anche di Larse: i suoi disegni sono hià inquietanti quando era un ragazzino. Mi è piaciuta soprattutto la figura della suora,una che cerca di aiutare i suoi allievi a esprimere le proprie potenzialità anche quando lei stessa ne è turbata e incerta sul da farsi. Mi è sembrata una figura molto realistica!
Povero, povero Indaco. Certo, dopo un po' ad essere costantemente schernito tutti i bisbigli diventano su di lui e lo stressano; è ammirevole che sia riuscito a conservare il suo affetto verso quelle povere bambine. E Madame Grisi è stata semplicemente fenomenale: apparentemente ha accettato la scusa di Indaco, per poi punire con la massima disinvoltura quella stronza bionda.
Davvero interessante la vicenda di Leah Abramovich, e la sua battuta finale mi ha fatta davvero morire dal ridere!
Aaaaw, la scena finale con i ballerini maschi mi ha fatto una tenerezza assurda. Inmagino che a un certo punto tutti loro siano passati per la fase di essere l'unico maschio nella loro classe e possano simpatizzare. E meno male che Indaco ha trovato un altro emofiliaco, per il conforto di avere qualcuno nella stessa situazione.
Di nuovo un bellissimo capitolo, complimenti!

Recensore Master
19/07/18, ore 22:35

Ciao yonoi ^^
Dunque... cominciamo dall'inizio!
La prima impressione che ho avuto è che suor Diletta sia stata per Larse la Madame Grisi di Indaco. Entrambe le donne hanno avuto un ruolo fondamentale nella vita dei due ragazzi, spingendoli e spronandoli a fare ciò per cui sono portati: rispettivamente la pittura e la danza.
In questo capitolo conosciamo anche la signora Abramovich, un personaggio a tutto tondo come si usa dire in gergo, davvero "curiosa". Povero Larse, mi ha fatto una tenerezza enorme quando ha chiesto se il marito si occupasse di orologi e -“Ma allora come mai tutti quegli orologi?” - “Ragazzo mio”- soffiò Leah Abramovich, alzando gli occhi al cielo -“secondo te, sul tavolo cosa dovrebbe metterci?”-
Meraviglioso! ahahahahahaha
Ma sbaglio o la scena della porta è ispirata alla favola di Cappuccetto Rosso? E' una cosa voluta?
Infine scopriamo che Indaco ha incontrato dei nuovi amici e sebbene sembrasse sconfortato dal fatto che Larse non avesse risposto, ho l'impressione che lui stia per rimpiazzarlo (in un certo senso), trovando qualcuno che ha le sue stesse "malattie".
Che dirti yonoi, ormai le tue storie sono una certezza e non annoiano mai!
A presto,
Nina ^^

Recensore Master
14/07/18, ore 16:29

Ciao^^
per prima cosa, qui c'è il passato che ritorna... Una volta mi raccontarono una barzelletta che non faceva ridere (così la definì chi me la raccontò), ed era per l'appunto quella del tizio che si occupava di circoncisioni e aveva il tavolo pieno di orologi. Tutto ciò è inquietante, se ci pensi.
A parte questo, abbiamo due bambini problematici, chi da una parte e chi dall'altra: un ipercinetico e uno con le turbe e i mostri. Ci pensa suor Diletta, e spedisce il primo a ballare, e il secondo a dipingere con un'inquietante signora del ghetto...
Hai reso molto bene tutta la fatica, ol sacrificio, le privazioni, la competitività e il patimento della danza, che dietro l'apparenza eterea e aggraziata, è in realtà violentissima.
Inquietante il motivo per cui Indaco si chiama Indaco. Certo ha predecessori illustri, ma quella è una patologia che di sicuro non va molto d'accordo con la danza...
Complimenti come sempre, alla prossima!^^

Recensore Master
11/07/18, ore 08:09

***A differenza di Indaco Hansen, che in classe non riusciva a stare immobile al banco per più di una manciata insopportabile di secondi***
A proposito, l'altra volta quando ho letto Indaco volevo domandarti se ti sei ispirata ai "bambini indaco", quelli iperattivi, complicati da crescere, che quasi tutti gli adulti trovano ingestibili e per questo "maleducati", che in realtà sono più senbili/intelligenti e geniali. Ora non ricordo tutte le caratteristiche e non so nemmeno dirti se è una "teoria" diffusa o solo quella di uno dei vari divulgatori del sito in cui ne lessi (uno di quei siti che per fare informazione fanno controinformazione, tanto che poi non si sa a cosa credere e a cosa no).
Larse Kruse, l'hai chiamato quasi Kruspe. <3
Invece Diletta Dahl è un chiaro omaggio a Roald Dahl. ;)

***alcuni erano ritratti, eseguiti nello stile approssimativo tipico dell’infanzia, ma che già rivelavano una mano sicura e un tratto visionario. C’erano bimbi al parco, accompagnati da lunghe ombre di adulti, in tutto simili ad alberi, o a pali vestiti di nero. Gli occhi dei bambini erano orbite vuote, i volti inespressivi e disegnati con brevi tratti: il naso verticale, la bocca simile a un taglio.***
Ricorda jiokE. :P

Tutti dovrebbero avere un educatore, un parente stretto o un adulto di riferimento saggio come suor Diletta, che invita i bambini ad assecondare le proprie inclinazioni, invece quasi sempre ci troviamo con adulti che vedono l'arte, la musica, lo sport come attività extra e che interpretano impara l'arte e mettila da parte nel senso di "se ti piace impara ma accantonala e tirala fuori solo se per le cose importanti dimostrerai di essere una nullità e che non hai speranze di diventare una persona di valore". Pensa che solo un annetto fa sono arrivata a comprendere che impara l'arte e mettila da parte non significa che le attività "extra" sono da accantonare, da seguire in segreto sennò la gente che cosa penserà e ti rovinerai la reputazione! Ma che sono da considerare come tesori da custodire, non sono segreti ma faccende intime tra noi stessi e che non sono per chi non può sperare di avere un lavoro vero, un futuro vero, una vita vera, ma per quegli eletti che hanno la fortuna di poter arricchire la vita inventarsi un lavoro, elevarsi come persone.
Logicamente in famiglia pensare a questi extra era motivo di rimprovero e di scherno.

***i muscoli di Indaco, già contratti un unico blocco per la tensione, si rilassarono all’istante.*** - IN un unico... 

C'è da dire che è il mondo reale di questi due amici a sembrare quello fiabesco e fatato, nella realtà vera e propria adulti simili sono rarissimi e loro li incontrano tutti, ma proprio tutti. 

***un sconquasso di molle*** - unO sconquasso...

Comunque del fatto che Indaco è emofiliaco l'avevo capito dal capitolo precedente, avevi accennato a problemi di coagulazione. Ma vedo che l'hai ambietata proprio ai giorni nostri, quindi con un bel po' di fondotinta può danzare davanti a un pubblico (senza turbare nessuno) come gli pare e piace! Con la danza può farsi molti lividi ma non può farsi dei tagli. L'unico sport che ho smesso di praticare perché mi causava di continuo il sangue al naso è il nuoto.

Recensore Master
10/07/18, ore 14:20

Ciao caro^^
Rieccomi qui.
In questo capitolo scopriamo qualcosa in più sul passato dei protagonisti e sulle origini delle loro passioni. I due sono molto diversi caratterialmente, ma hanno molto in comune, hanno avuto un passato difficile con famiglie in difficoltà...ma entrambi hanno trovato rifugio nelle loro passioni.
Larse è sempre stato timido e introverso, il suo unico modo per esprimersi sembra essere il disegno, ed è bello che abbia trovato qualcuno disposto a far crescere questo suo talento.
Indaco invece è alle prese con lo spietato mondo della danza, che richiede sacrificio e impegno, ma anche coraggio e un'enorme forza d'animo. Il destino però sembra avverso al nostro eroe, che si trova a dover fare i conti anche una malattia che potrebbe compromettere per sempre il suo futuro.
Mi chiedo come affronterà un ostacolo così grande, il giovane è determinato a inseguire il suo sogno e di certo non ha alcuna intenzione di arrendersi...ma questo quanto gli costerà?
Apprezzo davvero tanto come riesci a trattare temi complessi e addentrarti nell'animo dei tuoi personaggi con estrema naturalezza.
Complimenti, una storia davvero appassionante, come sempre adoro il tuo stile, veramente unico e particolare.
Attendo il prossimo capitolo^^
A presto! :)

Recensore Master
10/07/18, ore 11:39

Yonoi!
Eccomi qui con il nostro Indaco. Beh, sul fatto che sarebbe stato preso all'accademia della madame Grisi non c'erano dubbi, e nemmeno sul fatto che la ragazza/armadio Sorensen non si vedrà per un po'.
Allora è emofilia, ciò che lo rende così fragile e vulnerabile, così come quella di Aleksej Romanov (il figlio dell'ultimo zar)... non sai quante cose ci ho letto su quando ho "studiato" genetica (due pagine del libro di testo, poi ovviamente dovevo complicarmi la vita con altre ricerche).
Per quanto riguarda Larse, invece, credo che il disegno sia la strada giusta per lui, proprio lungimirante questa suor Diletta! Certo che la sua solitudine sta aumentando sempre di più, ma credo che almeno per quanto riguarda Indaco credo che quei ragazzi possano dargli l'amicizia che gli manca... anche se temo che per la malattia ci saranno molte complicazioni.
Cellulari? Ma quindi la storia è ambientata ai giorni nostri... beh, non credevo, pensavo qualcosa come gli anni settanta, non so perché ^^
Alla prossima allora,
mystery_koopa

Recensore Master
10/07/18, ore 07:49

Ah, ecco perchè lo chiamano Indaco. Ti confesso che all'inizio pensavo che il soprannome fosse dovuto al daltonismo. E invece, c'era un motivo molto più serio dietro. Emofilia, una brutta bestia che rischia di provocare la morte anche solo per un taglietto. Fortunatamente per il nostro protagonista non gli è mai successo nulla di troppo serio, giusto qualche livido.

In ogni caso, non si può certo dire che Indaco abbia avuto un'infanzia particolarmente felice. Tra problemi di iperattività, gli sfotto' dei compagni di scuola e l'odio di alcune compagne del corso di ballo, si può dire anzi che abbia sofferto le pene dell'inferno (forse esagero un pò, ma spero di aver reso l'idea). C'è di buono, però, che non si è lasciato scoraggiare dalle avversità. E questo gli fa onore.

Al prossimo capitolo!