Recensioni per
(Non) cambiamenti
di TheHeartIsALonelyHunter

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
24/04/19, ore 03:46

Recensione premio

Ciao, cara!
Passo a lasciarti la recensione che ti spetta per il contest "All Together Contest 2.0 - VI edizione". Avevo già letto questa storia perché ho partecipato al contest di Rosmary e perché adoro il protagonista che hai scelto, soprattutto in relazione al prompt!
La storia è molto carina, anche se l'ho trovata un po' confusa in certi passaggi - più che altro per il limite di spazio, 100 parole, che imponeva una sintesi spietata. Nonostante tutto, devo dire che ho apprezzato moltissimo il parallelo che hai fatto mettendo a confronto il rapporto di Albus con Gellert e quello di Albus con Harry. Ho riflettuto spesso anche io su questo tema, che trovo davvero stuzzicante, e mi è piaciuto che tu l'abbia inserito nella tua storia - anche se, va detto, avrebbe bisogno di molto più spazio per essere sviluppato.
In ogni caso, devo dire che mi è piaciuto tanto l'utilizzo del prompt. E' una frase che amo molto (una canzone che amo molto!) e mi è piaciuto come l'hai rovesciata, dandole prima un valore negativo - è una sentenza tristissima, molto amara - e poi decisamente positiva. Un utilizzo originale e ritengo anche non scontato, nonché non semplice in una storia così breve.
Da fan sfegatata della Grindeldore, non ho potuto non amare i riferimenti alla coppia, l'amore che ancora li lega - non sono bastati anni e delitti a separarli, è un concetto difficile da capire se non lo provi, ma per mia fortuna e disgrazia sono perfettamente in grado di capirlo e di afferrarne tutti i risvolti, e tu sei stata magistrale con poche parole che sono letteralmente una frustata in faccia al lettore!
Per la caratterizzazione di Albus, bravissima. Mi è piaciuto molto e anche qua ti faccio i complimenti, perché inserire in 100 parole due momenti così diversi della sua vita - e di conseguenza due Albus estremamente "diversi" - non era affatto semplice e ti ci sei destreggiata egregiamente!
In conclusione una lettura davvero gradevole.
A presto!

Un bacio,
Mary

Recensore Master
18/10/18, ore 23:02

Ciao!
Eccomi qui a completare il giro di recensioni del contest ^^

Devo ammettere che ho dovuto valutare questa storia in due tempi, perché all'inizio non avevo compreso la storia.
Premetto che per scelta non ho letto le note prima del testo, perché – soprattutto quando si tratta di storie così corte – credo che sia importante godersi la storia 'da zero', a mente vuota, per avere una prima impressione reale. Poi mi piace tantissimo scoprire tutti i ragionamenti 'dietro le quinte'.

In questo caso, però, temo che questa scelta mi abbia fatto andare un po' alla deriva.
Credo che avermi confusa sia stato quel 'fatale' riferito a 'incantesimo', perché sappiamo che Gellert non è stato ucciso da Silente. La mia mente quindi ha pensato la faccenda al contrario: all'inizio credevo che stessi raccontando di quando Piton ha ucciso Silente, e credevo che 'sua superficie intaccata', 'sua anima macchiata' fossero riferite a Severus stesso (Piton dice proprio a Silente 'E la mia anima?', quando il Preside parla dell'importanza di salvare l'anima di Draco non forzandolo a uccidere), anche se non mi tornava lo spirito... e ovviamente non mi tornava il ragazzo che amava!

A quel punto ho fatto dietro front, e ho riletto la prima parte finalmente conscia che il pov fosse di Albus, e che l'avversario in questione fosse Gellert (d'altronde Piton non avrebbe considerato Albus un 'avversario).

Pur consapevole che il pov fosse di Albus, però, ho comunque fatto un pochino di fatica a capire a chi si riferisse la seconda frase, perché nella prima riga 'suo' è riferito a Silente ("l'avversario di Silente"), ma dopo è riferito a Gellert, e la cosa all'inizio mi era sfuggita. Come nel primo caso avevo creduto si parlasse sempre di Piton, qui credevo che si parlasse sempre di Silente, e che lui stesse ricordando come in gioventù avesse progettato cose tremende con Gellert, come avesse rimandato il fatidico scontro (macchiando ulteriormente la propria anima). Nella parte sullo spirito leggevo un'acclamazione popolare per aver sconfitto Gellert (ci avevo letto perfino la sensazione di non meritarsi quell'acclamazione, figuriamoci... ogni tanto vaneggio proprio!)
Poi finalmente ho capito che si parlava della superficie e dell'anima di Gellert, anche se ancora mi sfugge un po' la frase sullo spirito. Intendevi dire che aveva molti seguaci? Non so, mi sembra una frase con un'accezione positiva ('innalzare uno spirito' sembra qualcosa di nobile), quindi non sono sicura di aver colto l'interpretazione giusta.

Venendo alla seconda parte, mi sono trovata ad avere un problema simile. Questa volta ho capito subito che si trattava di Silente, visto che hai ripreso la prima parte, però la banchina desolata non mi diceva nulla, quindi ho immaginato che il personaggio si sarebbe svelato a mano a mano.
E infatti, ecco che si parla di un altro ragazzo con una superficie intaccata! E allora starà senza dubbio parlando di Tom Riddle, che infatti ha l'animo oscuro, e lo spirito spezzato dagli Horcrux, e... no aspetta un attimo, qualcosa non mi torna!
E mi rendo conto che è in gran parte colpa mia, perché era chiaro che 'battersi nell'oscurità' volesse dire 'battersi contro', e che lo spirito 'è stato spezzato' da qualcun altro, però il parallelismo sulla 'superficie intaccata' mi ha completamente deviata, e ancora un pochino mi sfugge la scelta di utilizzarlo in modo tanto distante sia per Harry che per Gellert (a meno che non intendessi che la sua superficie è stata intaccata dal settimo, involontario, Horcrux di Voldemort?).
Ammetto che anche la banchina mi ha lasciata perplessa, perché Silente non ha mai accompagnato Harry alla stazione (né di Hogsmeade, né di Londra). Poi mi sono ricordata di King Cross: era a quello che facevi riferimento? Se sì, la cosa mi lascia comunque un po' perplessa, perché ho sempre immaginato Harry lasciare Silente 'dietro al Velo' per tornare tra i vivi, piuttosto che Silente lasciare Harry alla banchina...

Ok, credo che a questo punto la mia recensione sia diventata assolutamente confusionaria!
Provo a rimettere ordine: non so quanto per colpa mia e della mia disattenzione, e quando per la natura della storia, ho fatto fatica a interpretarla correttamente alla prima lettura. Questo ovviamente ha intaccato un po' il mio giudizio in merito.

Detto ciò, pur rimanendo autentiche alcune delle mie perplessità (il 'fatale', la scelta di usare 'suo' sia per Silente che per Gellert nelle prime due righe, lo spirito innalzato, il parallelismo della 'superficie intaccata', la banchina), rileggendo la storia con i personaggi corretti in mente sono riuscita finalmente ad apprezzarla.

Innanzitutto, ho trovato assolutamente originale l'idea di descrivere Silente tramite queste due relazioni significative e contrapposte, non solo per la natura dell'altro personaggio (Gellert e Harry sono agli antipodi), ma anche perché sono relazioni completamente diverse: una tra due pari, una tra insegnante e studente.

Si capisce benissimo (e su questo ti tranquillizzo!) che nel primo caso Silente abbia sensazioni opposti nei confronti del (non)cambiamento dei due personaggi: sei stata bravissima a trasmettere questa sensazione con sole tre parole, anche se tendo a immaginare i maghi lontani dalla religione anche nelle espressioni – fatta eccezione per i Nati Babbani o similari! Comunque approvo appieno la scelta di evidenziarla con il corsivo.)

Mi piace anche molto l'idea che nella prima parte ci sia Albus, nella seconda Silente: anche se non sei riuscita a esplicitarla, credo che comunque si percepisca!
Inoltre, nonostante la questione della 'superficie intaccata' mi abbia tratta in inganno, stilisticamente ho apprezzato molto la scelta di riprendere non solo la struttura del paragrafo, ma anche parecchie frasi: sono un'amante delle ripetizioni ricercate, e credo che tu ne abbia fatto un uso magistrale.
Il fatto che poi due frammenti così simili si riferiscano a personaggi così differenti è molto interessante, anche se purtroppo io l'ho colto solo con il senno di poi.

Ti faccio i complimenti anche per l'uso del prompt, credo che tu sia riuscita a usarlo bene e soprattutto in modo assolutamente inaspettato: non l'hai riferito a Silente, infatti, ma a Gellert e Harry. Non mi sarebbe mai venuto in mente e l'ho trovata una scelta molto intrigante!

Il titolo invece confesso che non mi ha fatta impazzire: l'idea in sé è accattivante, ma per qualche ragione mi sembrava anticipare una commedia, come se fosse una cosa leggera, se non addirittura scherzosa (magari perché mi fa pensare al 'Buon non compleanno' del Cappellaio Matto, chissà XD)

Ok, spero di essermi spiegata a dovere: mi rendo conto che magari le mie parole potrebbero essere un poi difficili da digerire, ma ci tenevo a essere sincera sulla mia prima impressione della storia.
Ribadisco però che una volta capiti i personaggi sono riuscita ad apprezzarla lo stesso!

Isidar/cloe

Ps prima di chiudere ho letto la recensione di Rosmary: ecco, condivido in pieno i primi due appunti che ti h fatto sullo stile! Lei l'ha spiegato molto meglio di me, ovviamente XD

Recensore Master
16/10/18, ore 12:10

Valutazione del contest Sfida alle 100 parole – V edizione

Grammatica: 10/10
Perfetta!

Stile e lessico: 6.5/10
Iniziando dallo stile, hai scelto una struttura molto particolare e in un certo senso azzardata, perché hai articolato la drabble in due blocchi speculari che ripetono immagini simili e frasi identiche, dando quindi l’idea di leggere due testi indipendenti che però si riflettono l’uno nell’altro – un riflesso che restituisce similitudini e differenze. Essendo una struttura poco utilizzata, è anche originale, quindi da questo punto di vista ribadisco la scelta interessante e caratterizzante per il tuo breve testo. La scelta di usare il tempo passato e la terza persona è coerente, perché riesce a creare quel distacco tra personaggio e narratore utile a sottolineare la compresenza di questi due racconti distinti e connessi filtrati da un narratore onnisciente. Ciò che convince meno di questo testo è che dà la sensazione di essere sin troppo criptico: le immagini speculari mettono in relazione due momenti di vita diversi del protagonista, ma non riescono a esternare il suo stato d’animo né a creare un distinguo netto tra le due situazioni, che rischiano anche di sovrapporsi; probabilmente, il limite di cento parole è stato molto penalizzante in tal senso, perché una struttura così articolata avrebbe necessitato di più parole per rendere al meglio (non stento a credere, infatti, che tu abbia dovuto sintetizzare molto il testo – come mi hai scritto nelle note – e di certo riprendere a scrivere dopo tempo confrontandosi con una tale brevità non è per niente semplice). Al di là di questa mia sensazione generale sul testo, ho riscontrato alcune situazioni meno efficaci, te le riporto:

    • • L’utilizzo di “suo”: utilizzi l’aggettivo possessivo in varie flessioni sia per riferirti al protagonista che agli altri personaggi, creando un po’ di confusione sul referente. Ad esempio, quando scrivi “Un’ultima occhiata al suo avversario […] La sua superficie era stata intaccata” la grammatica suggerisce che il referente di “suo” sia lo stesso in entrambe le occasioni (idem per i casi successivi), mentre andando avanti nella lettura si capisce che il primo “suo” è riferito ad Albus, il secondo a Gellert (e così via). Il mio consiglio, se vorrai accettarlo, è di utilizzare l’alternativa “proprio” in questi casi per riferirsi al protagonista – ossia il soggetto privilegiato del punto di vista della narrazione –, così da evitare la confusione sui referenti. Riprendendo l’esempio fatto, con “proprio” l’effetto sarebbe stato questo: “Un’ultima occhiata al proprio avversario […] La sua superficie eccetera”, che annulla a priori qualsiasi dubbio sui referenti.
    • • “La sua superficie era stata intaccata”: questa è forse una delle espressioni il cui significato è stato penalizzato dalle poche parole a disposizione. Dato che dopo citi sia l’anima che lo spirito (già tra loro abbastanza simili quanto a sfere di significato), non è chiaro a cosa alluda il sostantivo “superficie”, se sia metafora di “aspetto esteriore” o a sua volta di anima o spirito – ma in quest’ultimo caso il concetto espresso risulterebbe ripetitivo. A rendere più complessa l’interpretazione della frase è il fatto che ricorre anche nel paragrafo di Harry, dove abbiamo un’anima e uno spirito salvi. Quindi, mi sono chiesta se la “superficie” intaccata possa essere metafora di un giovane che, per scelta o casualità, entra in contatto con la magia oscura e quindi ha l’anima e lo spirito a rischio di perdizione – rischio che annienta Gellert e che viene aggirato da Harry. Se l’interpretazione fosse questa, sarebbe molto affascinante e coerente alla trama testuale, ma purtroppo non ho elementi per averne la certezza (potrei essere del tutto fuori strada!). La cripticità, quindi, di questa espressione trovo sia un po’ penalizzante, perché impedisce al lettore di cogliere l’intero significato dei due periodi interessati. Un vero peccato.
    • • “Un’ultima occhiata […]” e “Un’ultima occhiata [...]”: le due espressioni sono le frasi di apertura dei due segmenti in cui si articola la drabble. La prima è in corsivo, la seconda no. In questo ho rintracciato un’asimmetria, considerando anche la struttura a specchio che caratterizza il tuo testo. Ho immaginato che avessi optato per questa scelta perché hai usato il corsivo per la frase conclusiva (“Grazie a Dio”), però trovo che essere speculare anche in questo frangente e rinunciare alla chiusura a cerchio (iniziare e finire col corsivo) possa essere più efficace nel caso di questa storia [ma ora sappiamo che questa mia considerazione è di troppo!]. A riguardo, mi soffermo anche sulla frase conclusiva, “Grazie a Dio”, che a mio avviso è una conclusione debole, mentre una conclusione forte sarebbe stata proprio quel “Alcuni uomini non cambiano mai” lapidario e di ripresa della conclusione del paragrafo precedente; credo di aver capito cosa volessi esprimere con quella frase (il ristoro di Albus, il fatto che lui alla fine abbia scelto la luce e non il buio), ma probabilmente come concetto avrebbe necessitato di più parole (e forse in origine ne avevi dedicate anche di più a questo concetto). Inoltre, trovo che chiamare in causa “dio” con tale enfasi strida un po’ con l’ambientazione potteriana, dove la religione è la grande assente (si intuisce ci sia, ma non viene mai citata né vengono fatti riferimenti); tuttavia, quest’ultimo appunto sul ricorrere al termine “dio” è un parere che non ha inciso sulla valutazione, te lo riporto come riflessione personale, ecco!
Pregio di questa narrazione è che malgrado la cripticità di alcune espressioni riesce a contestualizzare gli eventi con poche e mirate frasi. Sappiamo quindi collocare nello spazio e nel tempo entrambi gli episodi, e questo è veramente un gran pregio, perché arricchisce la cornice narrativa e al tempo stesso aiuta a caratterizzare i personaggi, perché sappiamo in quale fase delle loro vite collocarli. In questo, quindi, sei stata bravissima!

Passando al lessico, non ho nessun appunto da farti! Hai utilizzato un registro linguistico immediato e hai cercato di scegliere termini che potessero evocare immagini nella mente del lettore; a riguardo, sei stata brava a non eccedere con termini particolarmente ricercati o aulici, che avrebbero appesantito un testo strutturato sulla ripetizione di frasi e immagini. La tua scelta si è rivelata indovinata proprio perché è stata d’aiuto al testo, rendendolo scorrevole e, come dicevo, di immediata lettura. Bravissima, quindi.

Concludendo, la media dei pro e contro mi ha convinta ad assegnarti 6.5/10 in questo parametro. Ribadisco che la struttura stilistica sia interessante e credo di difficile gestione, e ribadisco anche che il tuo riprendere a scrivere cimentandoti in un testo di sole cento parole è stata una vera e propria sfida che, per quanto mi riguarda, hai vinto nel momento in cui hai scelto di confrontarti con una struttura stilistica tanto ostica. La drabble ha dei punti meno efficaci, ma nel complesso resta una lettura godibile, che lascia intravedere il grande potenziale di chi l’ha scritta. Leggerti, al di là di tutto, è sempre un piacere!

Titolo: 2/5
Il tuo è un titolo decisamente particolare, “(Non) cambiamenti” ha una struttura originale e insolita, sia per la scelta di inserire un elemento tra parentesi, sia per l’assenza di coesione grammaticale tra i due termini che lo compongono. Partendo dall’assenza di coesione, immagino sia stata una scelta per rimarcare la separazione già messa in atto dalle parentesi: il “non” è l’elemento in più, quello che l’autore aggiunge e non aggiunge, che c’è e al tempo stesso non c’è, a simboleggiare che questi “cambiamenti” ci siano stati senza esserci davvero – dei cambiamenti apparenti, quindi, ai quali non corrisponde anche la sostanza delle cose. Come concetto è in linea con il contenuto della storia, dove i due personaggi interessati dai cambiamenti, Harry e Gellert, attraversano fasi complesse delle loro vite e vivono su di loro dei cambiamenti (la superficie, l’anima e lo spirito intaccati e quindi in qualche modo mutati), ma questi cambiamenti non riescono a compiersi, perché entrambi restano ciò che sono sempre stati – “Alcuni uomini non cambiano mai”. Da questo punto di vista, quindi, il titolo convince ed è questo il motivo per cui il punteggio non è inferiore a 2/5. Il motivo per cui il punteggio non è superiore è dovuto al fatto che l’assenza di coesione grammaticale, per quanto abbia la sua ragione d’essere, non è un elemento attrattivo per un lettore; il titolo appare disarmonico e non riesce a comunicare a priori il genere di storia che anticipa né la tematica trattata – è un titolo “muto” da questo punto di vista e quindi penalizzante, perché non riesce a fungere da calamita per i lettori. Il mio consiglio, se vorrai accettarlo, è di evitare costruzioni così particolari per i titoli, o quantomeno di associare alla parentesi la coesione grammaticale, così da privilegiare in primis l’armonia, che è in genere uno dei primi elementi ad attrarre i lettori in tema di titoli.

Utilizzo del prompt: 7/10
Il tuo prompt era “Gli uomini non cambiano”, un vero e proprio concetto cui ispirarsi. Nella tua storia, il prompt ha assunto le sembianze di una consapevolezza che investe il protagonista in due momenti importanti della sua vita: la sconfitta di Gellert e il sacrificio di Harry. In questi due momenti il protagonista comprende che esistono alcuni uomini che non cambiano mai, malgrado la vita li metta dinanzi a situazioni che avrebbero implicato dei cambiamenti. Nel complesso, sei stata brava a dare un’interpretazione personale del prompt e a svilupparlo su due personaggi così diversi tra loro. Il motivo per cui il punteggio non è superiore a 7/10 è che il filo conduttore della drabble sembra essere più il parallelo in sé tra Gellert e Harry, e quindi tra le scelte di vita fatte, che non il prompt in questione. Il concetto espresso da “gli uomini non cambiano” ha una sua importanza nella storia, ma non è predominante – è la conclusione cui si giunge, ma non sembra il motivo da cui scaturisce l’intero testo. Anche in questo caso sono più che convinta che il fatto che tu abbia dovuto ridurre molto la storia per arrivare alle 100 parole abbia avuto il suo peso, perché questa drabble in alcuni punti mi ha dato l’impressione di un testo cui erano stati sottratti tasselli. Ad ogni modo, a parte questo fattore, è indubbio che il prompt ci sia, che abbia la sua parte di rilevanza nel racconto e che tu gli abbia dato una tua interpretazione, quindi il punteggio non può che restare buono!

Caratterizzazione e IC dei personaggi: 7/10
Nonostante il protagonista sia Albus Silente, non abbiamo una caratterizzazione centrata sul personaggio, ma la deduciamo dalle riflessioni di Albus su Gellert e Harry. Nel tuo caso, quindi, anziché trattare singolarmente i personaggi citati, farò un unico discorso.
Le considerazioni di Albus sui due rispecchiano una visione IC del personaggio: nel caso di Gellert emerge un amore mai sopito, ed è molto coerente il fatto che Albus lo ami proprio perché non è mai cambiato, ma è sempre il Gellert che arde di ambizione e potere, il Gellert che tanti anni prima lo ha fatto letteralmente capitolare; nel caso di Harry è coerente che Albus trovi ristoro nella consapevolezza che, malgrado le brutture vissute, l’animo di Harry non sia cambiato, non sia stato corrotto dal male – e quel “grazie a Dio” finale è interpretabile come un sollievo nel constatare che almeno Harry, diverso da se stesso e da Gellert, non ha mai ceduto al fascino del potere. Nel complesso, quindi, l’Albus Silente estrapolato dalla narrazione è coerente alla controparte cartacea, e questo è sicuramente merito della tua capacità di caratterizzare i personaggi! Albus non è affatto un personaggio semplice.
Il motivo per cui il punteggio non è superiore a 7/10 è legato all’aver messo in una relazione di equivalenza il rapporto che Albus ha avuto con Gellert e quello che ha avuto con Harry. Immagino che il tuo obbiettivo non fosse quello di far trasparire un’equivalenza tra i due rapporti (difatti per Gellert utilizzi “ragazzo che amava” e per Harry “ragazzo che lottava”), ma a causa delle poche parole a disposizione e della struttura stilistica fondata su paragrafi speculari si ha la sensazione che i due personaggi abbiano avuto un peso uguale o quantomeno simile nella vita di Silente. Dalla saga sappiamo invece che per quanto Albus abbia voluto bene a Harry e lo abbia seguito e stimato, il rapporto tra i due non è mai stato né pari né simile a quello che Albus ha condiviso con Gellert, né è ipotizzabile che Albus rivedesse qualcosa di Gellert in Harry; forse rivedeva in lui tratti di Tom, che pure è stato suo allievo, ma Gellert è una storia a parte, una storia tra pari, il suo grande amore, il suo peccato e il suo rovinoso segreto. Per questi motivi, questa sfumatura della caratterizzazione mi è parsa meno convincente e più lontana dal personaggio originale.
Trattandosi comunque di una sfumatura e considerando i pregi esposti in precedenza, ho optato per assegnarti un punteggio comunque alto. Nel complesso, sei stata brava!

Totale: 32.5/45

Recensore Master
25/09/18, ore 20:32

Ciao!
Pian piano sto facendo il giro di tutte le altre storie partecipanti al contest, quindi eccomi qui :)
Hai beccato uno dei personaggi secondo me pi< difficile da trattare, perché il rischio di appiattirlo e banalizzarlo, con lui, è particolarmente alto, quindi ti faccio i miei complimenti per essertela comunque cavata in questa situazione non semplicissima.
Credo che tu abbia adottato un punto di vista molto originale e interessante: paragonare Gellert e Harry, due persone a cui, seppur in maniera totalmente diversa, Albus è stato molto affezionato, non era semplice, non in 100 parole. L'espediente di evidenziare i loro punti di contatto e le loro sostanziali differenze utilizzando espressioni praticamente identiche è molto riuscito, e ti ha permesso di essere molto incisiva sui concetti che volevi evidenziare.
Se proprio devo essere rompiscatole, non mi ha convinta del tutto la frase di chiusura: adoro il senso (che è poi il senso di tutta la drabble), mi piace il fatto che sia incisiva, apprezzo la brevità e la sua espressività, però qualcosa non mi convince. Forse perché in un universo così spirituale ma tanto poco religioso un richiamo a Dio, sebbene solo come modo di dire, mi sembra un po' una nota stonata, non lo so. Forse sono solo paranoica.non so nemmeno io che cosa avrei preferito leggere. Insomma, lascia perdere i miei deliri.
La drabble mi è piaciuta molto :)
In bocca al lupo, e a presto!