cara, la storia è più bella ad ogni capitolo. ora la cosa che spero tanto è che passi ancora di qui e che la continuerai, anche se so che così è difficile. il fandom di Sherlock era diverso, pochissimi anni fa, ora vive tanto (quasi solo)di "scambio recensioni" e se non ci sei..sei fuori |
Questo è senz'altro il capitolo che preferisco. Il nostro Sherlock, nella sua enorme fragilità. fa una terribile rabbia vederlo ricadere nella droga, e non una qualunque. Bè, io sono contraria anche a quelle "stupide" ma l'eroina in vena è il prototipo di quella della persona persa e disperata, non del ragazzetto che cerca un modo di divertirsi in discoteca. Tutto è sporco e brutto e come tale inadatto a lui, senza contare il pericolo dell'overdose, della contaminazione... ma non può farci niente, il mondo gira troppo piano, e troppo male, per i suoi standard. Sono felicissima di trovare John il ragazzo intelligente che è , non quella versione solo bonacciona che si fa infinocchiare da Sherly senza se e senza ma. Li per li la spiegazione ci stava, l'omicidio era vero e un killer non va certo per il sottile, ma forse - anzi - sarebbe stato troppo buono a non sparargli, o accoltellarlo. Adesso mi dispiac eaver capito che John crede che Sherlock sia co-responsabile, perchè si chiede "cos'hai fatto?" e se lo troverà in pieno effetto degli stupefacenti... |
Oh, eccomi a leggere delle disavventure del povero piccolo Sherlock D: |
buongiorno, cara. devo dire che avevo rinunciato a leggere questa storia, perchè gli aggiornamenti molto lontani mi scoraggiano...per l'avevo sempre lasciata tra le salvate da recensire. oggi ho un po' di respiro e devo dire che appena l'ho ripresa mi sono subito calata di nuovo nella situazione, come se non 'avessi mai smesso di leggere. |
ciao cara, come avrai capito sono un po' in crisi e quindi in ritardo... ma questa bella storia non la mollo |
Ciao, sono leggermente in ritardo ma in mia difesa al mio computer ne sono successe di ogni e non avevo modo di lasciare recensioni senza che si spegnesse da un momento all'altro (cancellandomi tutto quanto). Arrivo qui in questo momento, dopo aver appena finito di leggerla. Sono molto contenta di averlo recuperato, e che tu abbia aggiornato, perché questa storia mi piace sempre moltissimo e sono sempre curiosa di capire come la farai evolvere. Specie per quel che riguarda la caratterizzazione dei personaggi e il rapporto tra John e Sherlock, che poi è quanto di maggiormente plasmabile esista. In questo capitolo si ritrovano di nuovo immersi nel passatempo di Sherlock, ovvero le indagini. Uno Sherlock giovanissimo che però sa tener testa a poliziotti esperti come Lestrade, oltre che a tutti gli agenti che preferiscono non far domande e obbedire senza discutere, perché farlo si rivelerebbe troppo umiliante. Ho riso moltissimo in quel passaggio, molto verosimile. Insomma, non mi figuro niente di diverso. |
cara, bentornata! devo, per prima cosa, spezzare una lancia a favore dello psicologo. va bene, non è il nipote segreto di Freud, però non ha sbagliato nulla, se vogliamo. Peccato che dal capire al saper prendere per il verso giusto Sherlock ci passi un mare, possibilmente quello blu delgi occhi di John. Mi dispiace che abbiano un battibecco riguardo la presunta insensibilità di Sherly. certo, dire: dispiacersi non serve a risolvere casi è giusto, ma non suona bene. Per fortuna però il nostro Johnnino è comprensivo e abbastanza intelligiente da rendersi conto che è la comunicazione, non il cuore, il problema di Sherlock. Sai che ancora non riesco a inquadrare davvero il movente dell'assassino? mi sento un po' tonta ma è così :( |
Ciao, sono contenta che il capitolo sia stato molto incentrato su Sherlock perché ci ha permesso di capire un po' più cose su di lui, quello che gli passa per la testa, i sentimenti che ha... Certo, Sherlock non è ancora consapevole di nulla, sta bene accanto a John, ma sembra confuso. Sembra non riuscire a comprenderlo del tutto e soprattutto non pare avere ben chiara la natura delle proprie reazioni. Lo trovo però molto giusto, alla fine si conoscono da davvero poco tempo. Tempo in cui a fatica sono riusciti a interagire in maniera sana. John spesso equivoca quel che Sherlock dice e viceversa. Ci sono certi passaggi in cui sembra che parlino due lingue diverse, da una parte John è una persona davvero molto impulsiva che spesso parla senza pensare bene a quel che dice, dall'altra Sherlock è davvero molto chiuso in se stesso e parla una lingua un po' tutta sua. Non ha ovviamente piacere al fatto che vengano uccise delle persone, ma non può fare niente per fermare il serial killer e quindi, per poterlo prendere, deve per forza aspettare che questi uccida qualcun altro. In realtà quello che sembrerebbe un ragionamento spietato, è invece di un realismo brutale. Sherlock lo è, e nella serie ha fatto anche ragionamenti di questo genere quindi è davvero molto IC che lo dica. Lui è consapevole di non poter fare niente per fermarlo, non ora e non con le poche cose che ha capito, sta aspettando che faccia un errore come qualsiasi altro detective intelligente avrebbe fatto. Ma John non lo capisce del tutto, non subito e quindi ha una reazione stizzita e quasi delusa davvero molto forte. Sherlock si sente colpito quando John reagisce in quel modo, è sicuro di aver contravvenuto a qualche non scritta regola sociale e per questo si tira subito sulla difensiva. Sono contenta che poi abbia capito e gli sia corso dietro, mi ha fatto davvero piacere vedere John comparire sulla scena del crimine e scusarsi per aver reagito male. Io credo che siano in realtà due persone molto diverse, entrambe con difetti davvero pronunciati e che devono entrambi limare in maniera importante, ma che vanno tanto d'accordo insieme. A confermarlo c'è il fatto che dopo già diverso tempo di convivenza, John non è scappato a gambe levate. Lo dimostra il fatto che comunque e nonostante le incomprensioni, John continui a cercarlo e soprattutto lo dimostra il loro stare insieme così naturale. Il breve dialogo finale che hanno dentro al taxi l'ho trovato significativo in questo senso. Mi piace come John cerchi di conoscerlo, come tenti di capirlo e come lo faccia magari attraverso domande un po' banali (o che Sherlock reputa banali) ma a cui lui comunque risponde. A Sherlock non è sfuggito il fatto che John sia la prima persona a cui interessa davvero ciò che Sherlock ha da dire. Nessuno ha mai chiesto il suo parere su qualcosa, nessuno ha mai trovato interessante quanto aveva da dire né era interessato a lui come persona. Questo è quello che sorprende Sherlock, quello a cui ancora non si deve abituare. Come coppia di amici, Sherlock e John devono ancora rodare per bene ma ci arriveranno. Arriveranno a qualcosa di più profondo e allora io credo che i lati più spigolosi di Sherlock verranno smussati. |
Ciao di nuovo! Eccomi finalmente in pari con questa storia, ora non mi resta che aspettare il tuo aggiornamento, ma per in tanto ti lascio qualche considerazione anche su questo capitolo, che è stato tutto tranne che poco movimentato, anzi. |
Ciao, eccomi di nuovo. Quasi in dirittura d'arrivo... inizio da questo capitolo nel quale ci rendiamo conto che il rapporto tra Sherlock e John si è consolidato ulteriormente. I due hanno trovato diversi punti in comune, o meglio, John si è reso conto di apprezzare molte delle cose che Sherlock fa come i casi di cui si ritrovano a discutere. Questa atmosfera che si è creata tra i due, una sorta di intimità, richiama molto la serie ma soprattutto i racconti di Conan Doyle. Non so, prima non lo avevo notato, ma quando mi hai detto che ti sei ispirata ad A study in Scarlet, ho notato che il rapporto che stai costruendo tra i due ha qualche sfumatura leggermente diversa rispetto alla serie e molto più inerente con i libri. Ma si tratta di dettagli davvero microscopici. Mi piace molto ad ogni modo questo senso di intimità che si creato tra i due, è nuova per entrambi e questo è molto chiaro dal modo in cui vivono la cosa. Per John è tutto nuovo, ma nel senso che era quella parte che mancava della sua vita. E qui capiamo che aveva davvero tutto, amici, una buona posizione a scuola, ottimi voti, un'ottima nomea come capitano della squadra di calcio... ma che gli mancava qualcosa, qualcosa che sembra aver trovato in Sherlock e nel rapporto che sta costruendo con lui. Abbiamo anche un piccolo scorso nella mente di Sherlock, in cui ci rendiamo conto che in realtà lui l'intimità non sapeva nemmeno cosa fosse. Si ritrova a fare paragoni con i rapporti che già conosce, con i soli che ha, ovvero con la sua famiglia e si rende conto di non aver mai avuto niente del genere con loro. Senza quasi rendersene conto ha trovato qualcuno da poter chiamare amico e forse anche qualcosa di più. Certo, quello che mi è parso di capire è che Sherlock sembra molto acerbo da un punto di vista sentimentale e sessuale, ammette di non essere interessato alla sessualità né a quella degli altri né alla propria, e di non volere relazioni o altro di quel genere. Che può essere una scelta specifica, ma se la storia vertesse su questo non ci sarebbero gli avvertimenti che invece hai messo e che mi portano quindi a pensare che quella di Sherlock sia più che altro poca consapevolezza di sé e che la troverà proprio in John. Ma come dicevo, queste sono solo teorie, in realtà di Sherlock ho capito proprio pochissimo e quello che ho letto qui mi sta dando ancora più da pensare. A un certo punto parla di segreti, ha stanato l'omosessualità di John e in quel frangente mostra una certa empatia, mostra di sapere cosa vuol dire avere un segreto, qualcosa che di sé non vuole mostrare. E qui ho ripensato a tutti quegli spezzoni che di tanto in tanto inserisci a fine capitolo e che hanno per protagonisti due personaggi di cui non conosciamo l'identità. Avevo già pensato potesse essere un qualcosa dentro la mente di Sherlock, ma qui ne sono ancora più convinta. Anche se ovviamente non lo posso sapere con certezza. |
Ciao, prima di tutto mi dispiace per il tuo problema alla schiena e non preoccuparti affatto se gli aggiornamenti sono molto dilatati. Credo che la cosa più importante sia riguardare se stessi, senza pensare a questioni come le fanfiction che devono essere un piacere, e non un obbligo. E hai fatto bene a chiarire i tuoi motivi, se era quello che volevi fare. |
Il protagonista assoluto della prima parte di questo capitolo è senz'altro il "non detto" ovvero il peso che John si porta dentro, quello che non ha avuto il coraggio di rivelare a nessuno. Le sue preferenze sessuali e il suo conseguente interessamento per Sherlock, pesano nel suo rapporto con Greg in modo di cui Lestrade non si rende ancora pienamente conto. Credo abbia la sensazione che gli sfugga qualcosa nel motivo della decisione di John di accettare lo scambio con Anderson e condividere quindi la camera con Sherlock Holmes. La sua reazione è stupita, quella di chi non ha ben capito cosa sta succedendo. Credo non se lo aspettasse e questo perché non ha la minima idea di cosa stia succedendo dentro la mente del suo migliore amico. Questo irrisolto che c'è fra di loro crea un'incomprensione su una cosa un po' sciocca come un cambio di stanza, ma che scatena un po' di imbarazzo. Almeno questa è stata la mia impressione, nel senso che ho percepito molta pesantezza fra di loro. John e Greg hanno sempre condiviso tutto, come ci hai fatto tu stessa notare nel capitolo precedente John portava con sé Greg al tavolo dei "vip" calciatori... Ma questa parte della vita di John, questo segreto che non gli ha confessato invece non lo condivide con lui e questo crea un'invisibile frattura che col tempo potrebbe notarsi. Per ora quello di Lestrade è semplice stupore, questo è molto chiaro dal modo in cui descrivi le sue reazioni. Poi il capitolo devia più su altro, i movimenti di trama ci permettono di fare la conoscenza anche di Mycroft Holmes e di capire come si muove Sherlock in un contesto scolastico. |
Beh, lo si può definire come un vero e proprio capitolo di svolta nel quale succede ciò che prima avevo sperato ovvero John che dice di sì, che accetta di condividere la camera con Sherlock Holmes. La cosa non avviene come avevo immaginato, cioè è passato un giorno da quel momento in camera di Anderson. Un giorno che a quanto pare non è bastato a calmare i pensieri di John che sulle prime ha detto di no, ma che non smette né di pensare a Sherlock né di cercarlo con lo sguardo. Sembra che si senta in colpa per avergli detto di no, ma più di tutto sembra essersene pentito, almeno è quanto si legge fra le righe del loro dialogo al laboratorio. Un dialogo rivelatore sotto molti punti di vista. John anzitutto, che analizzo per un istante. Chiaramente ha un interesse verso Sherlock, ma questo non è ancora del tutto evidenziato anche perché John ha un rapporto conflittuale con la propria sessualità. Pare averla accettata, ma non l'ha detto ancora a nessuno e ancora ricopre un ruolo che non gli è congeniale. Lo si nota bene quando descrivi i tavoli per il pranzo, come lui sia "costretto" dalla maschera che porta a sedere a quello dei calciatori, come si senta obbligato a farlo anche se odia i discorsi vuoti e non si trova bene con quelle persone. John sta facendo tate cose contro la propria volontà, non riesce a uscire dal proprio guscio e anzi si rintana dentro di esso senza trovare il coraggio di fare un passetto in avanti. E il perno di tutto è l'essere se stesso, che John non riesce ancora a superare nascondendosi dietro ciò che è meglio e più comodo sembrare. Per assurdo inizia a diventarlo adesso che sta conoscendo Sherlock, fa cose che prima non avrebbe mai fatto. Lo nota al laboratorio e molla tutto per inseguirlo senza sapere nemmeno perché gli sta correndo dietro, accampa una scusa per Sherlock lo smaschera e quindi si inventa un po' una scusa. Che forse è più un modo per convincere se stesso d'aver fatto la scelta giusta, che fallisce perché alla fine accetta di scambiarsi di camera con Anderson e questo mi ha reso una persona molto felice. Davvero. |
Ciao, di nuovo. Cerco sempre di leggere piuttosto frequentemente così da non perdere il filo del racconto, aiutata anche dal fatto che sono davvero molto curiosa di capire cos'hai pensato per questi John e Sherlock adolescenti. Questo capitolo porta molto avanti l'azione, nel senso che per quanto John sappia perfettamente chi è Sherlock Holmes (perché lo ha già visto per i corridoi) e per quanto sia logico pensare che sia vero anche il contrario ovvero che Sherlock abbia già notato John Watson, non si erano ancora mai parlati o incontrati ufficialmente. Succede qui. Dove rispondi alla domanda che mi ero fatta nel capitolo precedente ovvero su cui era il coinquilino di Sherlock. Un coinquilino col quale avevo sperato, speranza vana, che le cose andassero bene e che Sherlock non avesse troppi problemi a farsi accettare. Come dicevo, speranza alquanto vana. Non solo il compagno di stanza è Anderson, ovvero uno degli esseri più odiosi in cui mi sia mai imbattuta dopo la Umbridge in Harry Potter, ma ovviamente Sherlock è brutalmente se stesso e questo gli impedisce di andare d'accordo con chiunque. Tutto molto IC, molto verosimile. A iniziare come dicevo da Anderson, che è odioso e "sclerotico" esattamente come lo è nella serie. Nella quale non assume mai atteggiamenti troppo sopra le righe, ma nella quale è evidente (specie nella prima stagione) la sua antipatia nei confronti di Sherlock. Poi, io resto convinta che il suo non sia odio fine a se stesso, ma che sia un enorme complesso di inferiorità che maschera con l'aggressività, ma questo è un altro discorso. Che qui non c'entra, perché qui è puro e semplice fastidio. Dico che mi è piaciuto molto come personaggio, assolutamente detestabile. E mi è piaciuto ovviamente anche Sherlock, che qui è filtrato dallo sguardo di un John molto curioso e attento (ma di lui ne parlerò dopo). Sherlock è lui al cento per cento. Con i bulbi oculari e le dita mozzate in frigorifero, con le sue stranezze, il violino in piena notte, il suo non sopportare i rapporti umani, il non capire il perché di un'amicizia stretta come quella che c'è fra Greg e John... è lui anche nel rifiutare un piccolo approccio amichevole da parte di John, come si scosta e poi li caccia via, come ritiene ogni reazione di Anderson spropositata e fastidiosa. No, Sherlock non fa niente per farsi amare dalle persone. Anzi le tiene a distanza e bisogna capire anche fino a che punto questa sua sia una scelta dettata dal bisogno di stare solo e quanto dalla timidezza, ma non si rende conto (perché ancora non lo conosce) che non fa altro che attirare a sé una persona in particolare, uno che non si spaventa troppo per i pezzi di corpi nel frigorifero e che davanti al modo di fare di Sherlock ride e ne vorrebbe ancora. John è chiaramente attratto da lui, anche se non lo conosce per nulla è evidente che non faccia altro che pensarci. Non dico che è innamorato, perché oltre a essere troppo presto sono davvero molto giovani per poter parlare di un sentimento simile. Però John è indubbiamente attratto e anche parecchio aggiungerei. Segue Anderson non perché gli interessi tanto di lui, ma soltanto perché sa che potrebbe incontrare Sherlock. E questo ormai sta diventando palese agli occhi di chi legge, non fa che pensare a lui e quando questi si scosta brutalmente come infastidito, ne rimane quasi deluso. Naturalmente ci sono cose che John non sa, come la timidezza per esempio e questo gesto un po' seccato la nasconde tutta quanta. Non sa ancora le cose più belle di lui e io spero le scoprirà prestissimo. Sherlock è chiaro che non va d'accordo con Anderson, non sono l'accoppiata adatta per dividere una stanza e ora che il cambio di stanza è stato introdotto, spero che succeda qualcosa, un miracolo non so... John e Sherlock sarebbero perfetti insieme, ecco e andrò presto a leggere il prossimo capitolo perché voglio vedere come continua. |
Ciao di nuovo, come avevo accennato sarei tornata molto presto su questa storia perché non vedevo l'ora di andare avanti anche per capire come avresti sviluppato il racconto. Come dicevo le teenlock vanno molto a interpretazione, anche perché si devono prendere due personaggi molto definiti come Sherlock Holmes e John Watson e calarli in un'età neanche propriamente facile. Un'età di cambiamenti, in cui non si è ancora del tutto e pienamente ciò che si diventerà da adulti. Quindi non è semplice trovare i giusti equilibri, rendere le diversità che sicuramente hanno, credibili e coerenti col fatto che il suddetto personaggio non è ancora del tutto maturato. Nel caso di John per esempio di lui abbiamo già visto certi lati ma altri invece non sono stati ancora accennati. Come l'amore per il brivido, per il pericolo per esempio. Il suo essere un soldato proprio nell'anima, il sentirselo dentro e che cozza col suo essere un dottore ovvero uno che si prende cura degli altri. Per il momento tutto questo non è uscito, ma perché non aveva nessun senso che ci fosse. Quello che abbiamo capito e su cui tu hai calato molto la mano, sono le relazioni interpersonali. Siamo all'inizio di un anno scolastico e John si ritrova a non voler davvero interagire con nessuno, ce lo descrivi come una persona burbera quasi, mal tollerante nei confronti delle chiacchiere vuote, dei vaneggiamenti atti solo a pavoneggiarsi. Addirittura ci fai intuire che non ha molti amici, ma perché non li vuole nemmeno avere e questo nonostante giochi a calcio. Di solito gli sportivi nelle scuole hanno una certa fama, mi riferisco a una sorta di status sociale insomma. John non approfitta di niente, è vago e se ne sta sulle sue. Quello che si capisce molto chiaramente è che John è tormentato, il modo in cui descrivi la sua amicizia con Greg non lascia alcun dubbio. John è consapevole di non essere affatto etero, così come sa che Lestrade è l'unica persona con la quale si confida, il suo unico amico diciamo così, e probabilmente è il solo che potrebbe accettarlo. Questo lo abbiamo più o meno capito, dato che John sembra emotivamente quasi distaccato dalla sua famiglia. Greg sembra essere il solo al mondo a capirlo, ma non ha trovato ancora il modo e forse anche il coraggio di confessargli che a lui le ragazze non interessano. Si percepisce il peso del dover fare una confessione del genere che non lo rende propriamente sereno, e in questo sono davvero curiosa di capire come succederà e soprattutto quando glielo dirà. Per il momento John ha già visto Sherlock e ne è rimasto subito affascinato, e lo credo. Ci mostri uno Sherlock che non fatichiamo a riconoscere, i ricci, il cappotto, il fare freddo e distaccato, il sembrare già uno strano, l'essere geniale... Sherlock è tutto lì, con la sua passione per le cose macabre, per i misteri e la voglia di risolverli senza preoccuparsi dei cadaveri o di quanto sia socialmente rispettabile che un ragazzo abbia un hobby del genere. A questo proposito, mamma Holmes è stata straordinaria nel rimproverare il padre di Lestrade. Non so dire effettivamente se nella serie abbia potuto fare una cosa simile, i genitori di Sherlock sono un mistero in quanto a educazione dei figli. Però a me è piaciuto molto che tu le abbia dato questa spinta a difendere Sherlock da quello che, alla fine, era niente di più che un giudizio. Uno Sherlock che probabilmente non avrebbe minimamente considerato l'opinione di quel poliziotto, conoscendolo almeno. |