Recensioni per
Canto di Natale
di Koa__

Questa storia ha ottenuto 50 recensioni.
Positive : 50
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
21/03/19, ore 23:21
Cap. 5:

Ciao :) Sono qui a concludere la storia, che cosa bellissima, sono emozionata. E lo sono ancora di più dopo quello che ho letto, mi ha scaldato tanto il cuore e mi ha fatto vivere un bel po’ di speranza tramutata in realtà. Fino alla fine hai rispettato in piena regola lo spirito del classico a cui ti sei ispirata, tanti tanti e tanti complimenti per questa tua costanza e pure attenta capacità. Il tuo livello è stato alto, è stato costante, ha seguito una linea che ci ha portato fino a qui. 
Fino ad uno dei più bei lieto fine che io abbia mai letto! La felicità di Sherlock è stata così dirompente che mi sono lasciata travolgere anche io mentre leggevo del suo ardore, dei suoi slanci. Slanci anche fisici verso John, la storia è giustamente a rating verde, ma nonostante ciò io ho sentito con loro una chimica pazzesca. Molte storie a rating rosso non raggiungono una passione tale, tra le parole e i legami, l’amore e i loro bellissimi balbettii. L’ho trovato davvero coinvolgente il loro abbraccio, il loro continuare a toccarsi. Ripeto: molto più forte e coinvolgente di descrizioni dettagliate o scene più spinte. 
Almeno questo è il mio parere. Le loro dichiarazioni sono state bellissime, la loro dolcezza. 
John che si fida di Sherlock, Sherlock che si confida totalmente. 
È stato davvero un epilogo sorprendente, sempre perfetto. 
Complimenti, il capitolo mi è piaciuto tantissimo e la conclusione è fenomenale :) 
A presto! 

Recensore Master
15/03/19, ore 17:43

Ciao Koa! Perdonami per il ritardo, purtroppo a volte è difficile riuscire a giostrarsi tra scrittura e lettura. Ma adesso sono qui e sono molto contenta, perché mi sono di nuovo tuffata in un’atmosfera natalizia, in un mondo bianco e ovattato dalla neve :) È bellissimo questo, riuscire a viaggiare con la mente e la fantasia quando quello che leggi è scritto tanto bene da farti immedesimare, da farti cambiare. Mancava un ultimo spirito, Sherlock doveva incontrare lo spirito del Natale Futuro. Ero curiosa di scoprire chi mai sarebbe stato (credevo in una comparsa di Eurus) e invece trovo la tua scelta ben più che perfetta, ottima. È un messaggio fondamentale il fatto che siamo noi il futuro di noi stessi, lo creiamo con le nostre mani, e Sherlock stava andando in un’unica direzione con il suo atteggiamento. Immaginavo che avrebbe visto la sua tomba, non pensavo invece che sarebbe stato sepolto insieme a lui anche John, talmente distrutto dal dolore da decidere di suicidarsi nonostante Rosie, sua figlia. È molto forte e dolorosa l’immagine di John che si uccide con in mano la fotografia di Sherlock, mi ha stretto il cuore naturalmente. Così come la descrizione di Sherlock così disperato e poi così deciso a cambiare proprio per l’uomo che ama. Sono state scene importanti, hai fatto crescere il pathos in maniera impeccabile, un crescendo di emozioni potenti e vere. Il dettaglio poi di citare apertamente Dickens l’ho trovato di classe. 
Che altro posso dirti? È tutto perfetto, come sempre. 
Tantissimi complimenti :) 
A presto! 

Recensore Master
28/02/19, ore 16:48
Cap. 5:

Ciao cara, eccomi finalmente a recensire quest’ultimo, bellissimo capitolo.
In verità non so davvero che dire, è tutto così bello e dolce che ogni mia parola temo possa sminuire la perfezione di quanto hai scritto.
Mi sa che mi conviene partire dall’inizio, da uno Sherlock che si risveglia stravolto in salotto, realizzando che tutto ciò che gli è capitato è successo davvero. Emblematico, naturalmente, è che sia proprio il pensiero di John a schiarirgli del tutto la mente. D’un tratto Sherlock si rende conto che quanto gli ha predetto l’ultimo spirito non si è avverato, che John quindi è vivo e lo sta ancora aspettando a casa di Mycroft. Ho adorato il modo in cui il nostro detective, di solito tanto impassibile, si lascia prendere dalla frenesia nel prepararsi per raggiungere la sua famiglia, ad ulteriore testimonianza che il cambiamento, dentro di lui, è già avvenuto. Ora si tratta solo di renderne partecipi anche gli altri, John in particolare: l’uomo deve sapere quanto Sherlock lo ama, e non importa se per spiegargli quest’improvviso cambio di rotta il detective dovrà raccontare al medico una storia ai limiti dell’assurdo. Sherlock decide che da questo momento in poi dev’essere la sincerità il punto cardine del suo agire, perché è l’unico modo per dare al rapporto che sta per nascere le solide basi di cui ha bisogno.
Lasciami dire quanto ho AMATO il momento in cui Sherlock arriva alla villa e fa il suo ingresso in salotto, e in pratica appiccica gli occhi su John e non riesce più a staccarli, totalmente inconsapevole e indifferente alla presenza degli altri invitati. L’immagine di questi due che si guardano, con le anime che già hanno capito cosa sta succedendo e sono volate una verso l’altra, è veramente potente e mi è rimasta profondamente impressa. Stesso discorso vale per Sherlock che si inginocchia davanti a John, supplicandolo quasi di perdonarlo, pregando che non sia troppo tardi. Per fortuna ci pensa Mycroft, da impeccabile fratello maggiore e padrone di casa, a fare in modo che i due possano rimanere soli per chiarirsi una volta per tutte. E finalmente, FINALMENTE Sherlock e John si parlano a cuore aperto, confessandosi il loro amore reciproco, e il modo in cui si avvicinano e abbattono le ultime barriere che li dividono è bellissimo e dolcissimo, come il fatto che Sherlock abbia indossato l’orribile maglione di John, per dimostrare in modo concreto che dalla strada che ha intrapreso non tornerà più indietro.
Il finale è veramente degno di una favola, un happy ending coi fiocchi in perfetta sintonia con il racconto originale e con lo spirito del Natale, e mi ha lasciata soddisfatta e con un senso di calore in petto che penso non si scioglierà tanto facilmente.
Grazie per aver scritto questa storia, ormai te lo dico sempre che il tuo modo di raccontare di John e Sherlock mi strega e mi rapisce ogni volta. Ti faccio tanti complimenti (ormai credo che ti sarai anche stufata, ma tant’è, te li faccio lo stesso), e ti assicuro che mi rivedrai presto di nuovo da queste parti ^^
Un bacione e un abbraccio grande :**

padme

Recensore Veterano
22/02/19, ore 16:39
Cap. 5:

3°posto al contest 'Mille e una fiaba'

Koa_ 

Grammatica e stile: 9.5/10 

Si era fatto due domandato quello stesso mattino e giusto per un paio di secondi netti – due domande 

Sebbene alcuni di giornali 

a un parte di sé faceva piacere – una 

scricchiolino del legno – scricchiolio 

lì per cercare un risposta. – una 

Di nuovo aveva sputando fuori le proprie parole 

di vedere felici che le persone che aveva amato in vita. Voleva che qualcuno che si occupasse di loro insomma. 

Era come se temesse soltanto l’idea di fare anche soltanto un metro in più. 


A parte questi non ho trovato ulteriori errori e anche la punteggiatura è inserita in modo corretto. 
Per quanto riguarda lo stile invece mi è piaciuto molto. 
L’ho trovato chiaro e lineare, mai banale e che mantiene costantemente l’attenzione del lettore. 
Il lessico, a tratti anche più ricercato, si addice molto al contesto e all’ambientazione e questo maggiormente aiuta e coinvolge durante la lettura. 

Caratterizzazione personaggi: 10/10 

Punteggio massimo in questo parametro, ampiamente meritato. 
Sherlock è esattamente come lo conosciamo. 
Scettico, apparentemente egoista, cocciuto, che se ha un pensiero in mente è difficile, se non impossibile, fargli cambiare idea anche se in realtà ciò che pensa è tutto il contrario di quella che è la realtà. Chiuso nel suo mondo, nel quale si immerge anche per evadere e scappare dai problemi. Mi è piaciuto vederlo messo a confronto con qualcosa di quasi paranormale e che lo mette totalmente in crisi. 
John, altrettanto, l’hai descritto benissimo anche nel modo di agire, di porsi, di sbottare, di andarsene, senza però perdere quella piccola speranza che l’altro capisca cosa prova e compia quasi un miracolo nel raggiungerlo. 
Un altro personaggio che mi ha colpito particolarmente, tra i tanti che hai inserito nella storia e di cui non hai tralasciato nessun dettaglio nemmeno in quelli più secondari, è Mary Morstan. L’ho letteralmente adorata, nel suo essere tanto diretta con Sherlock, nel suo cercare di fargli capire che sta sbagliando tutto quanto e di ammonirlo per ciò a cui potrebbe andare incontro e perdere definitivamente. E lei vuole il bene di John e della figlia, e sa che lui è l’unico a cui vuole affidare le loro vite. Tra l’altro l’accuratezza con cui hai scelto sia il suo ruolo che quello dei tre spiriti è un altro dettaglio importante su quanto siano ben caratterizzati i personaggi. 


Sviluppo del tema: 10/10 

Quando ho indetto il contest non mi aspettavo di trovare una vera e propria trasposizione del racconto ma soltanto un ampliamento del tema principale. Sono rimasta quindi piacevolmente sorpresa nel leggere la tua storia che rispecchia in tutto e per tutto quello che richiedevo, anzi supera di gran lunga le aspettative. Hai sviluppato il tema in modo completo e lo hai fatto anche in modo molto coinvolgente. 

Gradimento personale: 10/10 

Era impossibile non apprezzare questa tua storia. L’ho letta tutta d’un fiato, al termine di ogni capitolo non vedevo l’ora di aprire quello dopo per poter arrivare fino in fondo. Mi sono lasciata trasportare totalmente dal racconto, dal protagonista e dalla moltitudine di pensieri ed emozioni che lo travolgono, o meglio, lo stravolgono. E poi c’è il lieto fine, che speravo ma che non ero sicura di poter trovare e invece arrivata al paragrafo finale mi sono detta: ‘Finalmente! Le cose sono andate proprio come dovevano andare’ e anche in questo ha pienamente accontentato i miei gusti e le mie aspettative. 

39.5/40 

Recensore Master
19/02/19, ore 12:58
Cap. 5:

Ciao! Incredibile ma vero, finalmente arrivo a recensire l’ultimo capitolo di questa bellissima storia.
Moltissime cose mi sono piaciute e mi hanno colpito, come puoi immaginare, tanto che temo non riuscirò nemmeno a scriverle tutte. Ma ci provo.
Andando con ordine, la primissima cosa è che, risvegliandosi, Sherlock riesce a ricollegare tutto solo quando John, pensando a tutt'altro, gli balena in mente. Riesce sempre a essere il suo conductor of light.
Molto importante la nota sul fatto che non poteva iniziare con una bugia una relazione con John: è proprio ciò che li aveva allontanati e aveva spento ogni possibilità di relazione in TRF, quando il detective aveva deciso di proteggere l’amico e tenerlo all’oscuro del proprio piano.
Sappi che nonostante avessi già letto il capitolo, l'ho riletto per recensirlo e ho sentito la stessa frenesia della prima volta nel seguire passo passo Sherlock verso Pall Mall.
La stessa emozione nell'entrare a casa di Mycroft.
La stessa tensione nell'aprire la porta e vedere John.
Basta questo incontro di sguardi che tu hai descritto tanto bene, con un "Sherlock" sussurrato a bassa voce da John, per veicolare tutto l'amore che provano l'uno per l'altro.
E anche per far sentire il lettore un po' frustrato a riguardo: è così che dovrebbero andare le cose, accidenti.
La scena del loro incontro è un colpo forte al cuore. Molto intensa. Ammetto che non mi ci vedo molto Sherlock abbracciare le gambe di John in quel modo, ma mi è piaciuto anche che tu gli abbia fatto ammettere che, in effetti, era più imbarazzante di quanto non sembrasse.
È come se avessi fatto coincidere il punto di vista del lettore e di Sherlock, e funziona benissimo. Bisogna anche riconoscere che il gesto è in linea con il cambiamento radicale e, in fin dei conti, repentino, che il detective sta attraversando in questa notte magica. Inoltre, oh, davanti alla gioia di rivedere la persona amata, e di saperla sana e salva, che si fotta ogni imbarazzo (scusa il termine xD).
Ho amato il breve scambio tra loro sul divanetto, prima che Sherlock iniziasse a raccontare, e in particolare il riferimento a quel "I heard you": perché, insomma, non equivale forse a un "I love you"?
Lo sguardo che avevano l'uno per l'altro in quella scena, la dolcezza, la forza di ciò che li lega: è praticamente palpabile. In quel momento più che in altri, secondo me. E davvero, quando Sherlock dice "I heard you", nella mia testa è proprio un "I love you."
Perché è così, punto. Quindi ho apprezzato davvero tanto che tu l'abbia inserito nella tua scena.
Poi va beh, quando Sherlock dice che John è sempre stato più forte di tutto il resto volevo solo piangere. Mi son proprio commossa.
Perché è, ancora una volta, esattamente così.
Insomma, hai messo a parole tutto ciò che la serie sembrava volerci dire fino alla tragica s4.
Da quel momento in poi è tutto un crescendo di tenerezza e gesti d’amore, culminanti nel bacio che finalmente si scambiano una volta soli. Anche lì, Mycroft ne esce alla grande: così come Mrs Hudson aveva fatto uscire tutti dall’appartamento per permettere a John di vedere il video di Mary, così ora Mycroft padrone di casa fa uscire tutti dalla stanza per dare loro la giusta intimità. Qui si rivede il fratellone felice che non teme di mostrare davanti a tutti le attenzioni che ha verso il fratellino: sicuramente complice la relazione con Greg (che mi ha fatto spisciare, quando si è lamentato della mancanza di telecamere xD).
Quindi che posso aggiungere, se non tantissimi complimenti? Una lettura davvero meritevole, per la quale ti ringrazio!
Un abbraccio, a presto
Izu

Recensore Master
15/02/19, ore 18:58

Ciao cara ^^
Perdona il ritardo, sono giorni abbastanza complicati. Tuttavia, questa storia mi è piaciuta talmente tanto che ci tengo a completarla, per cui cercherò di commentare anche l’epilogo, a prescindere dagli scambi. Ti chiedo solo di avere un po’ di pazienza.
Mi è piaciuto moltissimo questo capitolo – al pari degli altri, del resto. È arrivato il momento per Sherlock di fare i conti con il suo avversario più temibile “l’uomo con cui sta combattendo da tutta la vita” (bellissima questa espressione): sé stesso. L’ultimo e il più terribile degli Spiriti gli appare assumendo le sue stesse sembianze, e per la prima volta il nostro detective si vede per come appare agli altri. Sprezzante, altero, con l’espressione sempre deformata dal disgusto, come se ogni cosa attorno a sé lo schifasse. Ma Sherlock non è così, non lo è nel profondo, ed è una consapevolezza che ha ottenuto combattendo – sempre contro sé stesso – con le unghie e con i denti: lui sa amare, è capace di sentimenti autentici ed intensi. Non è estraneo alla tenerezza, anche se a volte è la sua natura timida a prendere il sopravvento e a frenarlo. Ora però c’è da fare i conti con la paura più grande, quella che ben è rappresentata dall’aspetto mortifero del terzo spirito: Sherlock è terrorizzato, ma allo stesso tempo ne ha un bisogno disperato, di scoprire se per lui e per il suo amato John sia davvero ormai troppo tardi. Ciò che gli mostra lo Spirito dei Natali futuri è terribile: la tomba sopra la quale lo ha condotto contiene proprio le sue spoglie… e quelle di John. Morto suicida a pochi giorni di distanza da Sherlock perché incapace di sopravvivere senza di lui. Il dolore che prova Sherlock – il quale, fin dal loro primo incontro, non ha fatto altro che cercare di proteggere John in tutti i modi – a questa notizia è devastante e tu l’hai descritto benissimo, mi sono sentita male anch’io per lui. Dopo aver finalmente accettato il sentimento che lo lega a John, dopo aver scoperto – contro ogni più rosea aspettativa – di essere corrisposto, dopo aver capito che l’unica cosa che vuole nella vita è poterla passare accanto a John, amandolo e lasciandosi amare, realizzare che tutto questo non sarà più possibile è semplicemente intollerabile, è qualcosa che va oltre l’umano, e Sherlock rischia di uscirne spezzato. C’è ancora, però, un barlume di speranza nel cuore del nostro detective preferito, dentro sé capisce che non tutto è ancora perduto, e promette solennemente (anche se, come hai giustamente sottolineato, quello di Sherlock è più di un giuramento, poiché il suo cambiamento è già di per sé un dato di fatto) allo Spirito – ovvero a sé stesso – che farà di tutto per cambiare. Farà di tutto per essere felice. Per John, per Rosie, per la famiglia che potrebbero – e si meritano di – essere, per sé stesso.
È giunto il momento per Sherlock di “abbandonare” il mondo degli spiriti e tornare a quello degli esseri umani, per compiere l’ultimo e più importante dei passi… quello verso il suo amatissimo John.
Al prossimo e ultimo capitolo dunque, e ancora tanti, tanti, tanti complimenti **
Un bacione :*

padme

Recensore Master
15/02/19, ore 03:22
Cap. 5:

Ciao! Eccomi qua in abissale ritardo! Scusami!
Cavolo era una vita che dovevo recensire questo capitolo! Maledetta sia la procrastinazione!!!!
Questa storia è stata bellissima! Davvero hai fatto un lavoro meraviglioso!
Nella prima parte dove Sherlock rimugina su cosa dire o non dire a John è così umano e il momento tanto atteso di chiarimento tra Sherlock e John è stupendo.
John in alcuni momenti è così adorabile che viene voglia di stritolarlo in un abbraccio!
«Comunque non credo di meritarmelo perché come al solito ti ho trattato male, avrei dovuto rispettare la tua decisione di non venire oppure rimanere a casa con te, ma ero così deluso dal fatto che tu non volessi trascorre la viglia di Natale con me e Rosie che ho perso la testa.»
Come in frasi così, ma come non credi di meritarlo!
Dolicissimo e adorabile!
Dichiarazioni accalorate, di disarmante amore!
Mi sciolgo di nuovo! Avevo già letto tempo addietro, chiedo perdono di aver recensito solamente adesso.
Ma è di nuovo bellissimo come la prima volta!
Mi piace come John rimarchi i suoi difetti perché sono i dettagli che rendono unica una persona, soprattutto quelli fastidiosi,che ce ne fanno innamorare.
Finale dolcissimo e struggente, direi un degno, più che degno capitolo di chiusura!!!!
“…Oh, gli spiriti sapevano ogni cosa. Ed erano gli stessi che avevano scarrozzato Sherlock Holmes tra Natali passati e futuri e che ora osservavano il frutto del loro lavoro finalmente ripagato. Beh, loro erano più che certi che sarebbe andata così.”
Di nuovo complimenti!!
Non poteva esserci finale migliore!
Di nuovo scusa per il ritardo!
Boingo
PS: Adoro Mycroft ogni volta che appare! Però anche Mrs Hudson è fantastica!
“…Mrs Hudson doveva aver spifferato tutte le sue convinzioni a chiunque glielo domandasse …”

Recensore Master
15/02/19, ore 00:17

Cara Koa,

Rieccomi ad andare avanti con questa fiaba. Già dal primo paragrafo mi sembra d’entrare in sintonia con Sherlock: i ricordi felici, rivissuti a distanza di tempo, mettono nostalgia. Lo diceva anche Dante, quando sosteneva che non c’è “nessun maggior dolore/che ricordare i tempi felici/ne la miseria.” Sì, il Canto V lo amo in tutte le salse. Nel suo presente, Sherlock non vive esattamente nella miseria, dato che ha Baker Street ed è un uomo adulto e sano e, se fosse un po’ più malleabile, avrebbe John come fidanzato, ma il problema dei ricordi sta anche nella nostalgia e nel fatto che il passato non torna, se non nella forma di un fantasma natalizio. Rispetto alla versione Disney e dickensiana c’è un maggiore soffermarsi sulla scoperta che l’incontro con la prima apparizione porta con sé: la consapevolezza che Sherlock è capace di amare e che ama e può farlo è quasi un’epifania e assimila la scoperta di Sherlock quella di Scrooge di essere stato un semplice garzone pieno di sogni, così La scena di Mike Stamford mi ha fatto sorridere perché è quasi identica all’originale. Il Natale presente, però, è insidioso: apprezzo che tu lo abbia fatto interpretare a Stamford, perché noi, in fondo, non viviamo che una serie di attimi presenti? Il passato è fuggevole e non torna, il futuro è un’ipotesi incerta e la nostra vita si snoda attraverso una serie di momenti che formano il presente ed è qui che si trova John.

John. John è esasperato dall’assenza di Sherlock e ho adorato come Lestrange abbia dato il “la” al suo esplodere, che mi ha stupita. Il Natale porta a galla il meglio e il peggio di noi e rende più sensibili i nostri nervi. Credo che John qui non faccia eccezione e la sua rabbia è frutto sia della delusione che dell’esasperazione di un irrisolto con Sherlock che sembra destinato a non trovare una sua conclusione degna. Credo che sia proprio l’esasperazione la chiave di lettura per John, che condensa in sé la figura di Timmy e di suo padre. Non è l’unico a essere deluso: l’espressione triste di Mycroft e il posticipare la cena alle nove sono l’ultimo tentativo di vedere Holmes alla porta a condividere la festa di Natale. Anche in questo capitolo ti confermo ciò che ho detto dei precedenti: hai preso il via continuando a tessere connessioni non scontate tra l’opera originale, la versione disneyana e la serie TV di Sherlock. Il mix che si crea risulta inappuntabile e coerente, ma non privo di un guizzo che fa saltare sulla sedia il lettore (nella fattispecie, io). È un capitolo importante perché è nel presente, nel qui e ora che John e Sherlock ammettono ad alta voce di amarsi. Sono certamente sentimenti che entrambi nutrivano, ma non è un caso che vengano pronunciati apertamente come non mai proprio qui. Diceva Orazio (stasera sono in vena) che occorre cogliere l’attimo, carpe diem, e io spero che Sherlock lo colga. Lo smarrimento che prova alla fine è identico all’originale, ma la confessione d’amore e l’esplosione di John contribuiscono a drammatizzare e a rendere più romantico il tutto laddove, invece, nel Canto di Natale c’era più analisi socioeconomica e una lettura pietistica dei poveri. In questo senso, la tua versione più individualista è più moderna e si riallaccia ad altre versioni, come il non troppo dissimile “The Family Man” con Nicolas Cage, che partiva proprio da una situazione analoga, rivisitata opportunamente. Chiudo questa recensione chilometrica lodando lo stile: anche questa volta, ci ho messo più a scriverti che a leggerti perché il capitolo scivola con una rapidità incredibile.

Ti faccio i miei più vivissimi complimenti, sono rimasta molto colpita da questo capitolo. Un caro saluto e grazie, come sempre, della pazienza (i primi giorni della settimana per me sono sempre più impegnativi e purtroppo riesco sempre a passare intorno a mercoledì/giovedì, ma perché non amo recensire tanto per).
Un caro saluto e ancora brava, brava, brava.
Shilyss

Recensore Master
13/02/19, ore 23:04

Ciao! Eccomi di nuovo con immenso e non voluto ritardo. Mi dedico subito alla recensione.
Allora, primissimo punto che ci tengo a citare è la nebbia iniziale: mi ha fatto di nuovo pensare a The Hound of the Baskervilles e – anche se alla fine non centrava niente – mi ha fatto piacere in ogni caso.
Solo una volta iniziata la lettura ho sospettato che il terzo spirito potesse essere John o Sherlock, ma nel giro di un nanosecondo avevo propeso per John.
Errore! E meglio così, mi piace essere stupita.
Sappi che durante la lettura, in particolare il momento della scoperta della tomba, mi ha colta un vero e proprio senso di angoscia. Quando poi ho letto che la data di morte di Sherlock era quel giorno stesso, quello del Natale attuale, mi è venuta una morsa al cuore.
E questo lo devo non solo al concetto di per sé, quanto al modo in cui l'hai raccontato. Mi è piaciuto davvero tanto, l'ho trovato coinvolgente e in grado di creare la giusta suspence.
Il ritratto di Sherlock che ne fa la Morte è quanto di più veritiero potessi scrivere: non ovviamente perché Sherlock sia davvero così, quanto per il fatto che è come Sherlock si vede. O almeno penso così… sappiamo che ci sono tante persone che gli vogliono bene così com’è, che conoscono i lati peggiori del suo carattere ma anche quelli migliori, e lo accettano.
E ciò fa emergere quanto John e Sherlock siano simili, in una piccola (non davvero piccola) cosa: il modo in cui vedono se stessi, non meritevoli l'uno dell'altro.
Pensando al forte impatto emotivo di questo capitolo, mi rendo conto di quanto in realtà ciascuno lo sia stato per una diversa emozione: ricordo bene, ad esempio, la sensazione di gioia quando Sherlock si è reso conto di essere in grado di amare John.
Ora però domina la disperazione, la rabbia, che alla fine Sherlock riesce a convertire in forza per lottare. Ed è questo credo il punto fondamentale: il nostro protagonista capisce che può cambiare, ed è disposto a tutto per farlo. Deve farcela per se stesso e per John.
Il capitolo termina in una scena di pericolo, è vero, ma ammetto che la nuova conquista emotiva/spirituale di Sherlock mi rincuora.
Motivo per cui, ti confesso, che una volta terminata la lettura sono corsa all'ultimo capitolo e me lo sono divorato :) Non potevo proprio aspettare per leggere l’happy ending!
Inizio a farti tanti complimenti per questa quarta parte, sperando di riuscire a recensire il prima possibile anche l'ultima.
Izu

Recensore Master
07/02/19, ore 23:51

Cara Koa, ^^

Era un po’ che non ti leggevo, ma ricordo alla perfezione lo scorso capitolo e quindi eccomi qua. La prima cosa che ho notato leggendoti è che ci ho messo pochissimo a leggerlo e a finirlo. La cosa mi ha incuriosita perché dico che su Efp sono una lettrice lenta, mentre col cartaceo sono particolarmente svelta. Credo che sia per il fatto che la tua prosa è incredibilmente curata e fresca, priva d’errori, con un ritmo che riesco a leggere facilmente e quindi, quando leggo qualcosa di tuo, recupero qualcosa della mia proverbiale sveltezza, che non è affatto sinonimo di fretta, ci tengo a precisarlo. Anna Karenina lo lessi in dieci giorni perché mi appassionava, mi piaceva, non vedevo l’ora di vedere come sarebbe andato a finire. Piuttosto, ammetto che ho voluto lasciarti a questa sera perché i primi giorni della mia settimana sono sempre concitati e non riesco a dedicare la dovuta attenzione al testo. Trasporre una fiaba all’interno di un canone è una cosa complessa: la fedeltà all’opera originale deve andare in parallelo con l’IC dei personaggi, tanto che un lavoro del genere, così complesso, generalmente riesce solo a chi riesce a muovere con grande perizia i suoi personaggi all’interno di qualsiasi contesto, sia esso un AU, come era nel caso di Impromptu – che presto finirò - sia nel caso della rivisitazione di una fiaba che ha definito il Natale per come lo conosciamo, almeno in parte. L’apparizione dello Spettro dei Natali Passati mette Holmes, il razionale Holmes, di fronte a un fenomeno che la sua mente acutissima e perspicace non può catalogare o spiegare, per il momento. E quello che spaventa è proprio ciò che non possiamo controllare, che sfugge alla regola e all’ordine. Ecco perché se io vedo una falena inizio a gridare e del ragno, sostanzialmente, me ne frega poco e niente. Perché la prima ha un volo dalla traiettoria quasi indecifrabile.

L’ingresso di Mycroft mi è piaciuto moltissimo. Non me l’aspettavo. Rappresenta il passato e c’è un forte filo conduttore tra ciò che è la tradizione di A Christmas Carol e il tuo scritto. Scrooge, nella prima delle sue visioni, scorge la sorellina adorata, la futura madre del nipote che lo inviterà a trascorrere il Natale a casa sua (e Mycroft ha organizzato una festa di Natale a cui Holmes non sta partecipando). Oltre a questo squisito dettaglio, che a me fa ricordare anche Il giovane Holden per la connessione originale tra Holden e la sorella, c’è la figura dello spettro in sé. Questo Mycroft che non è Mycroft ha un che di inquietante che mi ha colpita e ho anche rivisto Gatiss (il suo modo di recitare, ovviamente) nella tua descrizione, quindi doppiamente brava.

Poi c’è la parte del ricordo: qui devo dire che è stata una ricostruzione semplicemente bellissima. Uno dei cardini dell’opera di Dickens è la nostalgia per gli errori passati di Scrooge. È lui che, avido, si è circondato di monete sonanti e ha trascurato la famiglia, gli affetti, l’amore di una fidanzata che poi ha sposato un altro. Allo stesso modo, Sherlock da bambino poteva essere felice, era felice. L’intenso abbraccio con Mycroft è una riscrittura perfetta dell’analoga scena del libro che hai ribaltato e qui acquista il medesimo senso. Sherlock rinuncia alla famiglia, all’amore, agli amici. Rimane in compagnia solo di se stesso, anche se non è così che sarebbe necessariamente dovuta andare. Rispetto all’originale, noto che c’è un qualcosa di più. Nella scorsa recensione, accennavo al fatto che chi si prende la briga di fare un reboot, un remake o un omaggio/riscrittura che si ponga l’obiettivo di raccontare “quella storia là” deve, necessariamente, darle una propria interpretazione, osare dire perché ha sentito il bisogno di raccontarla. Darci il guizzo. Ci ho pensato in occasione di un film di cui ho letto anche il libro, High Rise di Ballard. Il film, nonostante il cast d’eccezione, era carente proprio di questo: d’una interpretazione propria del regista. Qui tu, invece, hai voluto spiegare – accennando con pennellate lievi – la natura del distacco di Sherlock dal vivere comune laddove Dickens lo accennava in misura fin troppo leggera. Come immaginerai, ci ho messo più a scrivere la recensione che a leggere.

Concludo dicendo che il capitolo è particolarmente scorrevole e fluido e che l’ultima parte della visione/sogno/viaggio mia ha davvero colpita. Davvero bravissima e scusa per l’enorme ritardo, ma dovevo dedicarti tutta la serata!
Un caro saluto e ancora tanti, tantissimi complimenti,
Shilyss

Recensore Master
07/02/19, ore 16:38

Ciao Koa. Devo dire che questo capitolo mi ha di nuovo particolarmente commossa, ho sentito un tepore al petto per il modo in cui tutte le scene erano al tempo stesso tanto malinconiche e tanto dolci, piene di speranza ma anche di, a volte, una certa pacata rassegnazione. È bellissimo il momento in cui Sherlock riflette sul suo incontro con il fantasma del passato e soprattutto su se stesso, sul fatto che lui non era un mostro e che era stato capace di amare, di amare Viktor. Perderlo lo aveva distrutto e ha cambiato inesorabilmente la sua vita, ma adesso le cose sono diverse e rendersene conto è difficile. Come dici tu stessa, in questo flusso di coscienza che è un capolavoro (è così perfetto, wow), Sherlock sapeva di amare John Watson ma realizzarlo pienamente è un’altra cosa. È seriamente un’altra cosa. E l’incontro con il fantasma del presente ha acuito il tutto, lo ha reso talmente reale e tangibile da fare male. 
Complimenti per la scelta dello spirito, io non lo avrei indovinato mai e poi mai, è uno di quei personaggi che avevo praticamente quasi dimenticato o che io superficialmente non avevo mai considerato tanto importante. Mi è piaciuta molto la rappresentazione, molto in linea con il Canto di Natale, ma il clou è avvenuto con il discorso di Greg Lestrade e John. 
Sei stata particolarmente vivida nella descrizione della scena della festa, l’ho avuta dinanzi agli occhi insieme al viso triste di John, alla sua ansia e alla sua attesa di un miracolo, di Sherlock. Lestrade è tantissimo IC, bello il modo in cui lo hai ritratto legato a Mycroft e a Rosie. Ha un modo di fare e di parlare molto diretto, tiene a tutta la famiglia Holmes e la conosce, la conosce bene. Chiede a John di andare avanti con la sua vita, pur sapendo che Watson non potrà mai farlo. Ma il momento in cui lui esplode e dichiara così apertamente il suo amore per Sherlock, il modo in cui lo ama, quanto gli manca e quanto aspetta solo lui per essere felice... io mi sono sciolta.
La storia è sempre più bella, io sono incantata. 
Sono in ansia insieme a Sherlock, chi sarà mai lo Spirito del Futuro? 
Complimenti per tutto :) 
A presto! 

Recensore Master
29/01/19, ore 15:36

Ciao! Finalmente riesco a leggere anche questo capitolo… non sai che gioia nel trovare qui Mike Stamford come spirito del natale presente! Ammetto che non avevo proprio idea di chi avrebbe potuto essere, e lui credo non me lo sarei mai aspettato. Quindi è stata una doppia bella sorpresa, unita alla coincidenza di averlo reso protagonista anche nella mia storia.
Viva Mike Stamford! Anche in versione spirito alto dieci metri. Mi piace molto questo gigante che, come nel caso del suo corrispettivo reale che li ha fatti incontrare (e secondo me anche lì la consapevolezza c'era), apre gli occhi a Sherlock ora.
Benché da un lato mi abbia fatta irritare, ho particolarmente apprezzato di Sherlock in questo capitolo l'assoluta testardaggine e chiusura alla comprensione di ciò che dovrebbe essergli invece molto chiaro.
Ovvero che John tiene a lui più di qualsiasi altra cosa al mondo. Come hai scritto tu, perfino più di Rosie.
Ma lui è talmente impegnato a negare l'evidenza, quando con le sue capacità deduttive non gli servirebbe nemmeno un secondo per capire la verità, che verrebbe voglia di tirargli un pugno in testa. Non so come Mike riesca a mantenere la calma...
Però Sherlock è proprio lui, così: testardo fino al midollo.
Ho amato quel flash fugace e bellissimo di lui che all'improvviso si sente investito di gioia – l'aver capito che può essere libero di amare John come una persona “normale” – gioia che si riflette nella visione della tavola imbandita e carica di cibi squisiti. L’ho amato perché è una reazione profondamente vera e reale: sentirsi improvvisamente, puramente, felici perché si è compreso di amare. Non lo so, ci vedo un’immensità dentro che è difficile sviscerare a parole. E quando riguarda loro due mi lascia ancora di più senza parole.
Infine, ho potuto sentire il mio cuore spezzarsi alla confessione rabbiosa di John: sentirlo dire quelle cose a Greg è stato potente, perché è tutto vero. Ama Sherlock anche e soprattutto quando fa lo stronzo... perché è come lui. Perché sono fatti l’uno per l’altro e John non può non amare Sherlock così come Sherlock non può non amare John.
Adesso Sherlock lo sa, adesso non può più negare l’evidenza. E non vedo l’ora di sapere cosa succederà nel prossimo capitolo, spero davvero di riuscire a leggerlo il prima possibile.
Intanto, complimenti anche per questo bel capitolo.
A presto,
Izu

Recensore Veterano
25/01/19, ore 18:51
Cap. 5:

Ciao eccomi qui per lo scambio di coppia del gruppo the writing spell.
L'occasione è quella dello scambio, ma avrei letto comunque questa storia perchè mi piacciono davvero molto i tuoi racconti e l'insieme di Sherlock e del canto di Natale di Dickens (che adoro) è una scelta semplicemente fantastica.
Ero molto curiosa di vedere come avresti gestito la situazione degli spiriti e mi è piaciuta molto la scelta che hai compiuto: prima Mary, poi addirittura Sherlock stesso. Per non parlare del finale completamente inaspettato: le tombe di John e Sherlock morti entrambi a pochi giorni di distanza. Ovviamente Sherlock capisce i suoi errori (come il vecchio Scrooge) e corre dal suo John dichiarando il suo amore per lui.
Potrei parlare per ore del tuo stile, del tuo lessico, ma già sai che lo adoro, quindi a che servirebbe?
Come sempre sei riuscita a stupirmi e a farmi emozionare, è una racconto davvero molto bello che finisce subito tra quelli da ricordare :)

Recensore Master
24/01/19, ore 18:53

Ciao cara, eccomi di nuovo a commentare questa bellissima storia, che ad ogni capitolo mi piace sempre di più.
La scorsa volta avevamo appurato che questa “avventura” natalizia altro non è, in realtà, che un profondo viaggio che Sherlock compie all’interno di sé stesso. Un viaggio che lo porterà a fare i conti con la parte più nascosta, intima e, in qualche modo, oscura del suo animo: il primo fra gli spiriti, sotto alle sembianze di Mycroft, ha mostrato al nostro detective che, a differenza di quanto da lui sempre sostenuto – e con ostinata convinzione –, c’è stato un tempo in cui l’amore bussava alle porte del suo cuore, trovandole aperte. Sherlock bambino ha amato profondamente i fratelli e i genitori, e anche quel piccolo amico, Victor, che tanto tragicamente è stato strappato alla vita. E qui troviamo la seconda presa di coscienza di Sherlock: amare, lasciarsi andare alla forza di questo sentimento, può portare alla sofferenza più disumana, perché la vita può mostrare anche lati assai poco benevoli – e con la famiglia di Sherlock, ammettiamolo, è stata impietosa.
Perdere Victor è stato più che traumatico per Sherlock, oserei dire quasi annichilente – la sua mente ha in pratica resettato ogni cosa, nel tentativo di salvaguardarsi, per non impazzire dal dolore. Mi ha commosso leggere della sua pena, per il bambino che Victor è stato e per il ragazzo e l’uomo che gli è stato impedito di diventare: la consapevolezza che non meritava di essere dimenticato è per Sherlock un tuffo in un pozzo di acqua ghiacciata: un’esperienza terribile ma necessaria.
Victor, però, fa ormai parte del passato, ed il presente invece ruota intorno ad unica persona: John è il pensiero fisso di Sherlock, che sa perfettamente di amarlo ma, per la prima volta da quando lo conosce, capisce che tenersi dentro una verità del genere non ha alcun senso, e che deve quindi trovare il coraggio di dirglielo in qualche modo, anche a costo di sbattere contro ad un rifiuto e, di conseguenza, essere condannato a soffrire ancora.
E non sa, Sherlock, non riesce nemmeno a immaginare che John non aspetta altro che questo… Per fortuna ci pensa il secondo spirito a fare definitivamente chiarezza sul punto: e di chi altri poteva assumere le sembianze se non dell’uomo che è stato l’artefice dell’incontro che, più di ogni altro, ha cambiato e “marchiato” la vita di Sherlock?
Bellissima, bellissima l’immagine di Sherlock che osserva anelante John attraverso la finestra della villa di Mycroft: lo vede triste e non capisce perché – Dio, Sherlock, a volte sei esasperante – e per fortuna arriva Greg a far pronunciare a Watson ciò che il più che mai innamorato Sherlock ha disperatamente bisogno di sentirsi dire. John lo ama, santo cielo, lo ama follemente e PER QUELLO CHE È, pregi e difetti inclusi. Lo ama ed è triste – nonostante si trovi ad una festa che ha tutta l’aria di essere parecchio divertente – perché lui non è lì – perché puoi trovarti anche nel posto più meraviglioso del mondo, ma se non hai accanto la persona che ami non ti accorgi nemmeno di quello che hai intorno. John prega per un altro miracolo – che Sherlock arrivi e renda il momento perfetto, per lui, ma anche per Mycroft – adoro sempre come riesci a far emergere lo smisurato amore che quest’ultimo prova nei confronti del fratello anche solo attraverso i suoi atteggiamenti e le sue parole – e per Rosie, che sarà anche una bambina, ma è ben consapevole di ciò che le accade attorno e, soprattutto, si accorge se suo papà è triste e, comunque, sente anche lei la mancanza del suo papilock (termine dolcissimo e carinissimo, a proposito).
Adesso è il momento per Sherlock di affrontare la più terribile delle paure: come diceva non so più chi, in ogni lingua, non esistono parole più terribili di: “è troppo tardi”. C’è un’ultima cosa che il nostro geniale detective deve ancora imparare: fidarsi di John, fidarsi di loro due insieme, fidarsi del loro amore.
Sarà questo l’ingrato compito che spetta all’ultimo spirito?
Lo scoprirò solo leggendo il prossimo capitolo 😉
Complimenti come sempre carissima, anche in questo caso mi hai regalato una lettura intensissima ed emozionante <3
Un bacione e a presto :*

padme

Recensore Junior
22/01/19, ore 23:18
Cap. 5:

Ho letto gli ultimi due capitoli tutti d'un fiato, ero troppo curiosa di scoprire come avevi impostato la scena finale.
Partiamo dal terzo e ultimo spirito. Ho sperato fino all'ultimo momento che potesse trattarsi di Moriarty, soprattutto nella parte iniziale quando lo spirito si mostrava muto e con il volto coperto. La rivelazione, però, mi ha piacevolmente sorpreso e, nel momento stesso in cui l'identità dello spirito si palesava, ho pensato che non potessi fare scelta migliore. Sherlock teme Moriarty, certo, ma non teme nessuno come se stesso. Scelta davvero azzeccata, complimenti!

La parte finale, così piena di amore, in cui vediamo uno Sherlock deciso, ma allo stesso tempo tenero e impacciato, mi ha fatto sorridere per tutto il tempo. E' il finale perfetto per questa storia: conosciuta per certi aspetti e sorprendente per molti altri.

Sono contenta di essere riuscita a recuperarla, ne valeva davvero la pena. Complimenti, davvero.

Un abbraccio, alla prossima.

Marilia.

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