Ciao Koa!
Non sai quanto sono felice di essere riuscita a passare il prima possibile su quest'ultimo capitolo. Non vedevo l'ora di sapere come lo avresti concluso e se da una parte non sono rimasta delusa, dall'altra sono anche molto stupita dal fatto che non mi aspettassi un risvolto simile. O meglio, mi aspettavo di certo un lieto fine, ma avrei mai immagino sfociasse in questo ed è stato davvero un piacere da leggere.
La consapevolezza di Sherlock, riguardo i sentimenti che prova per John, è data soprattutto dalla paura dei vari Natali che è stato costretto a vedere. Quella magia, così lontana dalla sua amata logica, lo ha completamente portato fuori rotta. Se Sherlock Holmes non ha mai trovato un vero motivo per cambiare (sebbene John abbia fatto del suo, ma fino ad un certo punto), quell'esperienza gli ha messo davanti molti più fattori, legando un passato e un presente ad un futuro inevitabile, se non avrebbe cambiato le cose.
E Sherlock decide di farlo. Perché non c'è più l'ignoto, sa che se non cambierà le cose precipiteranno, ci sarà la morte, la fine di due vite che potevano invece amarsi e rendere felice una bambina già rimasta orfana di madre. Tutto questo è ben costruito sin dal primo capitolo e davvero, dico davvero, ti faccio i complimenti per come tu non abbia lasciato NULLA al caso. I pezzi del puzzle pian piano vanno a loro posto e infine abbiamo questo:
Uno Sherlock Holmes che si ritrova a sbarazzarsi addirittura del suo vestiario spesso discutibile, che John ha sempre criticato... uno Sherlock che ruba la macchina della Signora Hudson per raggiungere l'uomo che ama, prima che la cena venga servita (ah, e questa cosa di dover arrivare per forza in quell'orario, come una psicosi maniaco depressiva... che se non ci riesce, tutto va male, pur sapendo che non sarà così, è molto da Sherlock.
Hai costruito una scena così di impatto, scenografica, quando Sherlock infine entra in casa, e tutto si fa silenzioso. Lui che sorride e vede gli altri sbiaditi, perché l'unica cosa limpida è il suo John Watson, che lo guarda incantato.
Davvero, il cambiamento di Sherlock è palesemente dato dalla paura, perché ogni sua azione è dettata dall'istinto, cosa che uno come lui non avrebbe mai fatto. Perché il cardine di tutta questa storia, per quanto sia Sherlock il protagonista assoluto, in realtà è John. Tutto questo è accaduto per lui, per l'amore che Sherlock desiderava da lui pensando non potesse dargliene. Un uomo intelligente, il detective di Baker Street, che si perde perché l'amore è irrazionale, istintivo, sentimentale eper lui tutto questo è una novità assoluta alla quale non sa approcciarsi ma che, a differenza di altro, vuole capire.
La dichiarazione mette a nudo proprio questa sua incapacità di capire cosa l'altro vuole da lui, perché sebbene tutto il resto sia chiaro, l'amore lo mette in crisi. Come qualsiasi essere umano ed è questo a renderlo come John. Il loro bacio, i loro gesti, sono tutti dati dall'impazienza di recuperare quel tempo che hanno stupidamente perso a rincorrersi, quando avrebbero potuto godere di quell'amore reciproco già da molto tempo. Sherlock si mette a nudo, John pure ed era questo, alla fine dei giochi, che serviva a completare il puzzle.
Nel finale, con gli spioni, mi sono messa a ridere. Un'altra scena assolutamente verosimile che sa tanto di Natale, e poi chiudi in bellezza con quello che non sanno avverrà, ma che succederà e che sarà qualcosa di duraturo nel tempo, fino alla fine dei loro giorni.
Davvero, un finale perfetto per una storia che ho seguito con interesse, scritta benissimo e tu sei sempre una garanzia. Loro ti appartengono, Koa. Come li scrivi tu, non li scrive nessuno.
Complimenti davvero.
A prestissimo spero
Miry |