Recensioni per
Lettere da Forlimpopoli
di alessandroago_94

Questa storia ha ottenuto 18 recensioni.
Positive : 18
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
02/05/21, ore 04:18

Ah, ecco.
La stessa cosa che dico sempre io: Alex non si vuole bene.
E cosa salta fuori qua? Che si piace così, non vuole cambiare, però vuole morire, perché non è nessuno?
Err... no, se non vuoi cambiare perché ti piaci così, non devi volerti morto perché non ti vuole nessuno.
Sei tu che ti vuoi così, nessuno ti costringe.
Non lo vede? Se fosse felice di quello che è si accetterebbe, accetterebbe i suoi limiti. Non si sentirebbe inadeguato, prenderebbe solo coscienza che lui è quello grasso e pigro e non può essere di più, perché si piace così.
Perché lui si piace così, vero?
Certo che no, per quello vuole uccidersi.
No, sta ragionando e cercando di capire quale dovrebbe essere il suo posto nel mondo.
Potrebbe anche essere che non ne abbia nessuno, sono in molte le persone che non riescono ad adattarsi alla realtà.
Con il tempo ci si rassegna e ci si limita a esistere, ma trovo un po' pacchiano il rotolarsi nel rimpianto.
Come va va. Navigare a vista, senza chiedere di più.

Invece forse si ucciderà, così non dovrà affrontare alcuna battaglia.
Già, e chi non ha paura di dover combattere e soffrire, ma uccidersi proprio è escluso.

Quindi questo è il primo Alex.
Ce ne sono altri?
(Recensione modificata il 02/05/2021 - 01:42 pm)

Recensore Master
07/04/20, ore 18:13

Abbastanza sconvolgente questo epilogo.
Per un attimo ho sperato che quel gesto del ragazzo sulla spiaggia fosse stato veramente un segno per lui. Un cambiamento di rotta.
Invece no.
Il triste epilogo lo possiamo immaginare...
Due lettere molto forti che mi hanno colpito.
Bravo Ale.

Recensore Junior
27/09/19, ore 16:23

Eccoci qui all'epilogo che mi immaginavo.
Una richiesta d'aiuto che è caduta nel vuoto. Dall'altra parte ovviamente non penso ci fosse l'intento di fregarsene del vittimismo dell'amico.
Forse la si è presa troppo sotto gamba.
L'obesità, la lettera, erano tutte richieste d'aiuto per chi voleva ascoltarle.
Ed è veritiero anche il lasciarsi andare, quando ormai sei allo stadio in cui desideri dormire e basta, a lungo, per sempre.
La depressione è un verme che si insinua nel cervello e lo annichilisce, fino a quando la pace eterna non è solo una risposta al proprio stato d'animo, ma un vero e proprio desiderio.
Alex non sarebbe mai stato come il ragazzo sulla spiaggia, perchè la vita è fatta di mille buoni propositi, ma a noi piace la nostra esistenza da persone pigre e annoiate.
Cambiare richiede fatica e fare fatica è solo per pochi, non tutti riescono a lavorare su se stessi.
Basti vedere quanti abbonamenti annuali n palestra sono lì a marcire.
Uno scritto molto bello nella sua drammaticità. Credo che in poche parole e con pochi indizi, tu ci abbia sottoposto un Alex che si può analizzare i maniera verticale fino a raggiungere corde profondissime.

P.s. Il nome Alex lo hai usato anche per la storia partecipante al contest, che casualmente è l'abbreviazione di Alessandro. Coincidenze? Sarei curiosa di sapere se ti piace semplicemente Alex o se riesci a immedesimarti nel personaggio che di volta in volta prende il nome.

Recensore Master
25/06/19, ore 10:51

Nella seconda lettera la sofferenza del protagonista è ancora più tangibile,interessante il proposito ecologista di ripulire i mari,seppur con piccole azioni. Non mi aspettavo però che il suo dolore arrivasse a pensieri così estremi,come l'osservare quella corda. E mi è dispiaciuto molto anche sia rimasto deluso dalla risposta breve e filosofica dell'amico,che forse ha anche idealizzato. Davvero intimi i sentimenti del protagonista,che mi ha commossa e fatto provare compassione per questa sua situazione,tramite le tue parole. Un saluto. :)
(Recensione modificata il 25/06/2019 - 10:52 am)

Nuovo recensore
16/05/19, ore 20:54

Il fattore vincente di questa seconda lettera, a mio parere, è il fatto che nessuno poteva veramente aspettarsi che Alex stava per suicidarsi.
La parte in cui citi la corda mi ha lasciato con gli occhi spalancati fino all'ultima frase, giuro che mi ha colto di sorpresa.

In generale, mi piace molto come hai reso Alex un personaggio 'difettoso', perchè i dettagli come l'essere ingrassato, la scelta di parlare di queste cose solo per lettera e il sapere di essere prolisso lo han reso un ragazzo incredibilmente vivo, un protagonista iper-realistico. Inoltre, vedo un ottimo lavoro per quel che riguarda la grammatica e la sintassi, che non è roba da tutti i giorni qua su EFP.

Grazie per aver condiviso queste due lettere con noi, ho capito che mi rimarranno in testa per un bel po'.

Recensore Master
13/03/19, ore 21:54

Ale, rieccomi!
Mamma mia. Mi sono venuti i brividi, te lo giuro. Questa lettera mi ha... spaventata, tipo XD
Spaventata per quando è intensa e per il finale quasi macabro, perché è troppo realistica e perché mi ha fatto pensare a tante cose.
Io non mi sarei mai immaginata che infine il nostro protagonista arrivasse a una conclusione del genere, pensavo che la lettera di Giovanni lo aiutasse a risollevarsi e lo portasse sì a riflettere, ma che lo portasse a delle conclusioni positive.
Pensavo che, vedendo il ragazzo che puliva la spiaggia, capisse che anche lui era in grado di cambiare, di dare una svolta alla sua vita, di farlo per sé o per gli altri.
Perché io, alla fine, penso che per tutti ci sia un lieto fine... o almeno, per chi se lo merita.
E invece... invece qui si parla di suicidio. Di fine. Di morte, e dunque di arrendevolezza.
Mi viene in mente che vorrei trasmettere un po' del mio amore per la vita a questo ragazzo, perché non si può veramente scegliere di abbandonare l'unica cosa che abbiamo, smettendo di esistere e facendo male alle persone che ci vogliono bene. Sarà che io sono profondamente terrorizzata dalla morte e dall'idea che un giorno non ci sarò più, non potrò vivere, agire, pensare, percepire, creare, stare con la gente e fare ciò che mi piace.
Mi viene in mente il suicidio di tanti musicisti che ho amato, sono stati degli eventi che mi hanno colpito particolarmente. Ti cito Chester dei Linkin Park, per esempio, dato che li conosci e ti piacciono.
E poi mi viene in mente l'angoscia che deve aver provato Giovanni nel ricevere una lettera del genere, la disperazione e i sensi di colpa per non essere intervenuto prima, non aver fatto nulla di concreto per salvare il suo amico. Io cerco di immedesimarmi: se ricevessi una lettera del genere da una persona che mi è cara, probabilmente piangerei tutte le lacrime del mondo e non so se riuscirei a superare il trauma!
Per questi motivi la seconda parte della tua storia mi ha colpito e scosso tanto. Certe cose sono in grado di lasciare il segno in maniera inspiegabile e permanente.
E, ogni volta che penserò a queste Lettere da Forlimpopoli, non potrò fare a meno di provare una forte, fortissima angoscia.
Scusa per la lunghissima recensione e non sentirti in colpa per avermi "traumatizzato", è che io sono fatta così XD
Buona fortuna per il contest :3
Alla prossima!!! ♥

Recensore Master
08/03/19, ore 13:32

Rieccomi, Ale...
Oh, no, no! Ma come??? E io che mentre leggevo mi stavo quasi illudendo che Alex avesse trovato la forza per reagire sia grazie alle poche ma efficaci parole di Giovanni, sia grazie alla scena che l'ha colpito sulla spiaggia...
E invece no, ci mancherebbe altro! Un lieto fine non poteva esserci, eh?
Insomma, sono troppo triste, Alex non può davvero aver pensato e deciso di suicidarsi, non senza aver provato a parlarne con una figura competente, non senza aver provato a fare qualcosa, dannazione!
Sono veramente triste, credimi... non posso crederci :(
Però non tutti riescono a capire il loro valore, non tutti si rendono conto di essere speciali e di potercela fare. C'è chi è convinto di non aver niente di bello da offrire al mondo, di essere inutile e controproducente.
Ma non è così, ognuno di noi è speciale a modo suo, ognuno di noi può affrontare le sfide della vita, basta solo volerlo.
E Alex, evidentemente, non lo voleva. L'ha detto lui stesso, si è reso conto di non voler essere aiutato. Perché se non comincia lui stesso ad aiutarsi, be', l'aiuto altrui non serve proprio a niente.
Lui l'ha capito ed divenuto consapevole di non voler cambiare la sua vita. Preferisce morire piuttosto che trovare il coraggio per vivere, e questo non riesco proprio ad accettarlo.
Mi dà davvero fastidio vedere quando le persone si arrendono, solo per una questione di codardia! Uff!
Ma basta, ho detto fin troppo, ahahah, scusa se mi sono dilungata!
Complimenti, e in bocca al lupo per il contest, sono certa che andrà benissimo ;)
Alla prossima ♥

Recensore Master
07/03/19, ore 01:28

Ciao Alessandro!
Quante volte le richieste di aiuto restano inascoltate, e gli anni che passano cambiano le amicizie senza che quasi ce ne accorgiamo, Sicché alla fine ci ritroviamo come tra estranei… in questo breve scambio di lettere incontriamo un personaggio in palese difficoltà, che sempre più sta sprofondando nei meandri della depressione e si consola come può: col cibo che offre un sollievo immediato, ma anche cercando il conforto di un amico: con questo amico si apre, ma ancor prima indaga nel proprio animo e si sforza di capire se stesso, e questo è uno dei miracoli della scrittura, che rivela e aiuta a rivelarsi, che imponendo la lentezza della penna è meno immediata della parola al telefono ma anche più intima e profonda. Quando si scrive – penso – si parla anzitutto a se stessi, ci si pone come di fronte a uno specchio. Ci si rivela un interlocutore senza soffrire della timidezza dovuta al fatto di averlo di fronte: l’interlocutore dimora anzitutto nella mente, e nella mente si guarda a se stessi e si cerca di capire. Il nostro protagonista sembra non avere più forze per risollevarsi dalla difficile situazione in cui si trova, forse non è neppure così lucido come sembra, nonostante si soffermi ad analizzare la propria condizione con disincanto. Ammira il ragazzo che raccoglie i rifiuti - quelli che prima o poi ritornano sempre indietro, ma non si sente in grado di fare altrettanto, di cercare un aiuto per rimettersi in sesto. Anche perché l’unico aiuto espressamente richiesto – quello dell’amico di un tempo – gli viene negato, o meglio la sua richiesta viene evasa con disinteresse e liquidata con brevi parole banali. Così spesso la sofferenza dell’altro e la sua mano tesa ci passano accanto e noi non le vediamo. Sembra sempre che manchi il tempo, in realtà non si riesce a trovare la voglia. E viene allora da chiedersi chi davvero sia morto dentro – se è Alex, l’amico in difficoltà, oppure Giovanni, lo psicologo che evidentemente non ha imparato nulla dalla propria professione, che ha perso l’empatia, che non conosce il dono del tempo.
In questo breve scambio assistiamo in realtà a un monologo: è Alex che parla al lettore, perché l’amico è distante, lo ignora e forse non esiste nemmeno. E allora queste lettere che iniziano con una certa levità che altro non è se non imbarazzo o timidezza diventano gridano di aiuto, suscitano dei sentimenti in chi legge, sono un invito a essere più attenti, ad avere l’orecchio fino, perché in fondo l’unica cosa che abbiamo da donare è proprio il tempo. Non sono le parole, i consigli, ma semplicemente il tempo per restare vicini.

Recensore Master
06/03/19, ore 14:46

Ciao!
Due lettere che mettono a nudo il timore di chi non si accetta e cerca risposte altrove, non dentro di sé, per cercare di farsi dare da altri la forza che pensa di non avere. Parlarne aiuta, in effetti, a trovare quella forza che è solo nascosta in qualche angolo.
Testi profondi e drammatici, che in qualche modo riguardano ogni lettore che non si è sentito abbastanza in determinate occasioni.

Auguri per il contest!

-Bigin

Recensore Master
06/03/19, ore 14:00

Ciao caro...molto bella anche questa lettera... In bocca al lupo per il contest...alla prossima